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Autore: Raven_95    15/12/2010    3 recensioni
questa FF è una raccolta di Shot che contempleranno Cisbon e Jisbon... Alla fine ci sarà lo scontro finale... Chi vincerà? L'impassibile ma adorabile Cho o l'irriverente e beffardo Jane?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con il nuovo capitolo

Spero che vi piaccia ^^

 

UBRIACO? IO? NAAAAAH....

 

Cho era immobile.

Cho era immobile da circa tre ore.

Cho era seduto immobile sul suo divano da circa tre ore.

Cho era seduto immobile sul suo divano e aveva lo sguardo fisso da circa tre ore.

Cho era seduto immobile sul suo divano e aveva lo sguardo fisso da circa tre ore, e pensava.

 

E pensava a Lei.

E a ciò che le era accaduto.

 

"- Cosa è successo?

 - L'intervento è andato a buon fine.

 Il poliziotto sorrise.

 -Ma...

  E' in coma.

 Qui Grace singhiozzò ancora più convulsamente, e Wayne la strinse forte a se.

 Ma Cho quasi non se ne accorse.

 Lui era stato imbarcato su un razzo e spedito oltre lo spazio, in un mondo parallelo, perché questa era la sola spiegazione plausibile.

 Insomma, non stava accadendo per davvero, no?

 - Come è successo... - soffiò sommessamente Patrick

 - Stava procedendo tutto come previsto. Dovevamo trapiantarle il fegato d'urgenza dato che, per l'urto, era rimasto quasi spappolato.

  Tutto andava a gonfie vele, poi la paziente ha avuto un calo di pressione e per poco...

 Nessuno osò continuare la frase.

 Patrick si andò a sedere, sentendo le gambe sul punto di cedergli.

 Kimball aveva perso l'uso della parola.

 Guardava fisso il pavimento e non si decideva a distogliere lo sguardo.

 Il medico, che sentiva la tensione schiacciarlo, riprese:

 - Per il resto, è stata anche fortunata, solo una frattura all'omero e al perone destro.

 - Dottore - disse Wayne, che teneva ancora fra le braccia la rossa - si rimetterà?

 - Non spetta a me dirlo... purtroppo non c'è alcuna certezza...

 In quel momento, tutto attorno a Cho, si spense."

 

Il giorno successivo a tutta la faccenda, era andato al CBI, era entrato da Minnelli, gli aveva presentato il suo foglio di congedo indeterminato, ed era tornato a casa.

Da quel momento lui faceva casa-ospedale, ospedale-casa.

E stava con lei.

 

E ora, era seduto immobile sul suo divano, e aveva lo sguardo fisso da circa tre ore, e pensava.

E avrebbe continuato se il suo campanello non avesse suonato.

 

Ancora.

E ancora.

 

Al quarto squillo, decise di andare a vedere chi era, almeno per poterlo mandare a quel paese di persona.

Arrivò alla porta, la spalancò pronto a urlare un bel "VAFF****O", che si ritrovò davanti Patrick.

 

Insomma... lo "spettro" di Patrick.

Trasandato, con la camicia sgualcita, il gilet in mano, i capelli scompigliati e la barba lunga di qualche giorno prima.

Quasi gli sembrava di vedersi allo specchio.

 

Si spostò dalla porta e lo fece entrare.

Si sedettero sul divano.

 

Sarebbe stato un perfetto silenzio da tomba se  la voce di Louis Armstrong che cantava la "Vie en Rose" non avesse fatto da sottofondo...

Era la canzone meno qualificata per quel momento.

 

Stettero così per un po', finché Jane non tirò fuori dalla busta che si era portato dietro una enorme bottiglia di Whisky.

- Un goccio?

Sospirò.

- Perché no.

 

Un bicchiere divenne presto una decina, poi una ventina e così via, finché una sorta di eccitata frenesia li colse, e iniziarono a ridere.

 

- Sai, dovremmo proprio bere insieme più spesso  noi due - disse Patrick strisciando la Esse in una maniera oscena

- Già...

Patrick lo guardò stralunato.

- Cos'hai? - chiese ondeggiando avanti e indietro col corpo.

- Penso di essere ubriaco... e penso che lo sia anche tu... - rispose con un ragionamento particolarmente logico per uno nelle sue condizioni.

- Ubriaco? Io? Naaaaaah.... magari un po' brillo... hic!

- Sarà...

Il biondo sorrise, ciondolando il capo avanti e indietro.

- Me ne versi ancora? - chiese all'asiatico

- Lo farei volentieri... ma è finito.... - rispose lui agitandogli davanti la bottiglia vuota.

- COSA? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! - e qui iniziò a piagnucolare.

 

Una scena

davvero

pietosa

 

Si agitò così tanto che cadde dal divano.

E qui iniziò a ridere come un indemoniato.

...

Il coreano seguì il mentalista, e presto si ritrovarono  sdraiati a pancia in su, uno affianco all'altro, sulla moquette.

Dopo qualche minuto Patrick si ricompose (si fa per dire) e urlò:

- IO AMO LISBON PERCHE' E' DIVERTENTE!

Cho si girò verso di lui, poi tornò a guardare il soffitto e urlò:

- IO AMO LISBON PERCHE' E' FORMIDABILE!

- E IO LA AMO PERCHE' E' BELLA!

- E IO PERCHE'  E' MERAVIGLIOSA SOTTO OGNI ASPETTO!

- E IO PERCHE'.... PERCHE' SI!

Il poliziotto ci pensò un momento e poi urlò:

- ANCH'IO.

 

E qui si ritenne chiusa la questione.

 

A un certo punto anche Cho venne preso da un attacco di risata isterica.

Jane lo guardò e gli disse:

- Che hai?

L'altro sospirò e rispose:

- Mi è venuto in mente un episodio divertente!

L'altro si incuriosì e, un po' tirandolo e un po' spingendolo, gli chiese:

- QUALE, QUALE, QUUUUAAAALEEEEEE????

L'altro, tra una risata e l'altra, disse:

- Quello in cui tu hai picchiato il capo procuratore*!!

Allora anche Jane si mise a ridere.

- Ahahahah! E' stato uno spasso!Ahahah!

- Sai, mi sono sempre chiesto cosa ti abbia indotto a dargli un cazzotto...

Il biondo tornò serio all'istante e soffiò:

- Aveva fissato troppo a lungo la scollatura di Teresa.

Si guardarono negli occhi.

Sorrisero.

Sghignazzarono.

Ridacchiarono.

E, infine, si rotolarono dalle risate...

 

Che volete farci, erano ubriachi fradici!

 

Quando si ripresero, almeno un po', Patrick disse:

- Cho...

- Sì?

- Dobbiamo fare un patto.

Kimball si mise a sedere.

- Ti ascolto.

- Promettiamo che, non appena Lisbon si sveglierà, perché si sveglierà, le diremo la verità.

L'asiatico inclinò la testa.

- Quale verità?

- Quella del fatto che io e te la amiamo...

Il moro non sapeva che dire.

Poi pensò che comunque, anche accettando, la legge lo tutelava circa la parziale facoltà di intendere e di volere durante lo stato di ebbrezza, e, stringendo la mano del consulente, disse:

- Ci sto.

 

 

Bene, bene, bene.....

Allora...

Stavolta ho postato in tempo.

E ne sono davvero felice.

E spero lo siate anche voi...

Bè...

Io vi saluterei...

Quindi...

 

CIAO ^^

 

A... la scena con l'* , per chi non l'avesse capito, è un'allusione al capitolo n°2...

 

Be...

Ora..

CIAO

  
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