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Autore: divinakanza    16/12/2010    2 recensioni
Sakuragi e Rukawa sono alle prese con i loro sentimenti uguali e contrastanti. Hisashi Mitsui sta vivendo una storia complicata...
Una fanfiction dai toni tristi, ma che cerca di essere il più sdrammatizzata possibile.
{Hana-Ru//Mit-xxx} Il raiting non è definitivo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve salvino a tutti... Dovrei cominciare con le consuete note di inizio capitolo...ed invece no! Non ho proprio niente da dire, quindi occuperò questo spazio solo con le risposte ai commenti *_*
RedComet: Credo fermamente, che far parlare troppo i personaggi spenga un pò l'atmosfera. Senza contare che uno dei protagonisti, Rukawa, non conosce il significato del verbo "parlare". Dice il minimo indispensabile, e se poi gli interlocutori non lo capiscono, peggio per loro. XD
Haruko io la odio sempre e comunque. Anche se ho cercato di essere obiettiva e realistica. Anche perchè, una persona che fa la gnorri quando uno è palesemente innamorato di lei, non può che essere un pò superficiale e vedere solo quello che vuole vedere. Quindi credo di averla resa abbastanza bene. Poi questo è il mio punto di vista, ovviamente.
Anche Hanamichi direi, che ha altro a cui pensare, e mi pare scontato che l'amore al momento sia l'ultimo dei suoi pensieri. Solo che essendo una ff romantica, certamente il momento in cui ci dovrà pensare seriamente, arriverà.
Pure a me manca Hisashino. Infatti questo capitolo è per lui *_*.

Bichan:
Non pubblico a notte inoltrata perchè soffro d'insonnia, almeno non in questo periodo, visto che sono abbastanza tranquilla. Lo faccio per lo più, perchè è l'unico momento libero in cui ho abbastanza tempo per sistemare l'html (anche se mi sono creata un modello preimpostato), controllare eventuali errori che mi sfuggono comunque, e continuare a scrivere. In effetti di notte mi riesce meglio.
Ovviamente Hana ha mal interpretato i segnali: altrimenti finisco direttamente qui, e rendo tutto quanto piatto e scontatissimo, anche se il primo capitolo parte proprio dalla fine della vicenda, non vuol dire che deve filare tutto liscio come l'olio, altrimenti non varrebbe non solo la pena di leggere, ma anche di continuare a scrivere. XD
In ogni caso, non posso far innamorare Hana dal giorno alla notte, mi sembra una cosa troppo ooc. Sto facendo del mio meglio epr tenere tutti i personaggi col proprio carattere. Devo dire che Rukawa, mi sta riuscendo piuttosto bene. Per riprendere un famoso comico, la mia personale idea del carattere della volpe è "fatti e non pugnette!". Quindi cerco di farlo "fattare". XD

Bè, che altro aggiungere? Ringrazio nuovamente tutti, e spero che anche questo capitolo vi piaccia.
BUONA LETTURA

•Capitolo 18

Sbadigliando sonoramente, Hisashi guardò la sveglia che si era premunito di disattivare la sera prima.
Era schifosamente tardi.
Aveva dormito fino all’ora di pranzo e si chiedeva come mai la madre non lo avesse svegliato prima.
-Sembri così stanco in questi giorni…-
Fu l’evasiva risposta della signora Mitsui.
Dopo aver pranzato, giocato un po’ con la sorellina, dato una sbrigativa riordinata alla sua stanza, fatto una doccia molto bollente nella quale aveva pensato a Sayaka, cominciò a prepararsi.
Voleva in ordine cronologico, andare prima da Sakuragi a sentire come stava, e poi a parlare con la sensei riguardo al suo strano atteggiamento.
Quella lì, avrebbe dovuto spiegargli per filo e per segno cosa stesse macchinando in quella graziosa testolina mora.
Non è che sperava di mettersi insieme a lei o cose del genere, o forse si…
In tutta onestà, non sapeva nemmeno lui cosa volesse dalla donna, ma l’unica cosa certa, era che si meritava almeno una spiegazione.
Deciso il programma, Mitsui si vestì con cura.
Dopo aver ribaltato l’intero guardaroba, optò per una semplicissima smanicata bianca non troppo aderente, ornata solo da una microscopica bandierina UK sul lato destro del petto, accompagnata da un paio di jeans chiari, che ricadevano pesantemente sugli scarponi neri.
Si ammirò un po’ allo specchio: era troppo figo per essere vero, ed accompagnato da un sorrisetto compiaciuto sul volto, prese una camicia nera, nel caso la temperatura fosse scesa in serata e se la legò alla vita, mentre usciva di casa.
Secondo il suo poco modesto parere, non c’era da stupirsi se fosse diventato un modello famoso in futuro.
Nelle vicinanze dell’ospedale scorse una figura famigliare, seduta al tavolino di un piccolo, ma grazioso bar.
-Mito!- Chiamò l’ex teppista, cercando di attirare l’attenzione su di se.
Si sedette quindi allo stesso tavolino dell’altro ragazzo e ordinò un caffè con cacao e schiuma di latte.
-Al cacao?- Lo canzonò Mito.
-Che ci vuoi fare? Sono un fan della cioccolata…- Rispose sorridendo.
-Dimmi Micchan, come sta Sakuragi?- Aggiunse poi.
-Bè, l’ho chiamato verso l’ora di pranzo, ma non ho capito granché, quindi ora vado a trovarlo. I ragazzi mi hanno chiesto se potevano venire, ma a giudicare dal discorso sconclusionato di quella testa rossa che non è altro, ho detto che era meglio evitare.- Fu la risposta.
-E’ successo qualcosa di grave? Sono andato ieri e mi hanno detto che era svenuto. Solo che poi l’infermiera mi ha detto che non era nulla di preoccupante...- Lo infornò Mitsui con una lieve vena ansiosa nella voce.
La schiena di Mito si raddrizzò spinta a forza da un brivido.
-Vado immediatamente da lui.- Concluse il ragazzo più basso.
Hisashi lo seguì a ruota.
Nella stanza, i due moretti, a conoscenza della dichiarazione amorosa di una certa volpe, rimasero sconcertati nel vedere quell’animale da stola accovacciato sul divano, insolitamente posizionato vicino e parallelamente al letto del loro amico.
Ma la cosa che in tutto ciò sembrava più assurda, era il fatto che Hanamichi stesse LEGGENDO.
E non era una rivista sportiva, ma sembrava proprio un libro.
Di quelli con tante parole e poche figure.
Mito ed Hisashi comunque rasserenati da quella scena, bussarono ed entrarono.
Alla luce del nuovo svenimento del compagno di scorribande,Yohei fece un respiro profondo, e per tranquillizzare in primis se stesso cominciò a sfotterlo.
-Adesso sai anche leggere? Se riesci ad imparare anche le tabelline il mondo finirà.-
Hanamichi, sorvolando sulla stupida insinuazione, sorrise nel vedere i suoi amici e li invitò ad entrare.
Di prepotenza Hisashi si fiondò sulla sedia accanto al letto e si sedette.
Un po’ Mito ci rimase male, ma sorrise e si accomodò ai piedi del letto facendo attenzione a non mettere le scarpe sulle lenzuola bianche e un po’ stropicciate.
Improvvisamente Rukawa biascicò qualcosa, mentre cambiava posizione.
E stranamente tutti trasalirono un istante. Inspiegabilmente.
Dopo che la calma era scesa di nuovo, Hanamichi prese uno dei libri più piccoli e al grido di:
-Muoviti e vatti a scavare una fossa al Polo Nord, dannatissima volpe artica!-
Lanciò il libricino all’indirizzo dell’ignaro Rukawa, che si svegliò contrariato e confuso.
Rukawa, ancora con le palpebre cadenti si guardò in torno.
C’era più gente di quanta se ne ricordasse.
-Ti ho detto di levarti dalle palle!- Rincarò Hanamichi con un ringhio.
Con uno sguardo killer, Rukawa si alzò e se ne andò.
Trovò poche stanze più in là il padre, e rimase ad osservarlo mentre visitava un paziente. Rimase affascinato dai movimenti sicuri e professionali di quell’uomo, tanto che decise di seguirlo nel giro visite con somma sorpresa di entrambi.
Intanto Hisashi, che non si era dimenticato del giorno prima domandò:
-Stai bene?-
Hanamichi lo guardò torvo. Il tono dell’amico era veramente preoccupato e non ne capiva il motivo.
Anche Mito stava sulle spine aspettando con trepidazione la risposta.
-Si…perché?-
-Ieri sono venuto qua ma l’infermiera mi ha detto che hai avuto uno svenimento…- Hisashi lasciò sfumare la voce poiché non riusciva nemmeno a continuare la frase.
Qualsiasi cosa avesse aggiunto sarebbe suonato fin troppo deprimente.
Voleva solo informarsi, non gettare benzina sul fuoco.
Sakuragi si irrigidì al ricordo del motivo per il quale aveva perso i sensi.
Ovviamente non avrebbe mai e poi mai, ammesso la causa, quindi si inventò che la perdita di conoscenza fosse stata dovuta ad una carenza di zuccheri, cercando di essere il più convincente possibile.
Non lo fu abbastanza: le occhiate sospettose di Mito e Hisashi erano piuttosto eloquenti.
-Vi dico che è così!!!!- Insistette la testa rossa per poi aggiungere
-Sto bene, tanto che presto mi opereranno, perché le cellule cancerogene (o qualcosa del genere), sono in regressione…-
Hana, poteva vedere gli occhi dei sue due amici, spalancarsi.
-Guarirai?- Domandò Mito, con tono speranzoso ed incredulo allo stesso tempo.
-Così dicono!- Commentò spavaldo il rosso.
Hisashi rimase in silenzio. Era talmente felice che non sapeva nemmeno come esprimerlo.
Hana però, non voleva turbare gli altri, che sembravano così contenti, quindi decise di tenere il resto del discorso, solo per se.
Sarebbe stato lungo e complicato spiegare delle eventuali complicazioni, e non aveva nemmeno lui stesso, voglia di abbattersi nuovamente.
Ma il lampo di dubbio e paura che attraversò quegli occhi nocciola, non sfuggì al suo migliore amico, ma ad Hisashi sì, perché era così concentrato sulla buona nuova, che tutto il resto era passato in secondo piano.
Yohei decise comunque di soprassedere, e cercò altri argomenti di cui parlare. Se Hanamichi non gli aveva detto tutto, o questo quanto meno era il suo pensiero, un motivo doveva esserci ed andava rispettato.
-Come va con la Minamori?- Chiese d’impulso il rossino, sorprendendo Hisashi.
Una sensazione di disagio colse all’improvviso Mitsui.
-No!- Rispose.
-“No!” Cosa?- rincarò Hana.
-Lascia stare, non ne voglio nemmeno parlare.- Mugugnò contrariato Hisashi.
-AHAHAHHAA! Ti sei preso un due di picche, non è vero?-
Lo sfottimento del rosso stava mandando in bestia l’ex teppista, che si bloccò mentre stava per rispondergli per le rime.
La sensei veramente voleva mandarlo in bianco?
No, eppure quel bacio non era soltanto un bacio. Era di più, e parecchio anche.
Però c’era da calcolare lo strano astio, che lei aveva dimostrato nei suoi confronti in seguito.
Oddio… Ora era davvero confuso.
-Non dirmi che ti sei ripassato Minamori-sensei!- Piagnucolò Mito.
-NO brutti cretini! Non me la sono ripassata!- Sbottò Hisashi, arrossendo.
-Ah, menomale! Sarebbe stato davvero ingiusto.- Si tranquillizzò Yohei.
-Però l’ha baciata!- Rivelò Hanamichi, come per prendere in giro Hisashi.
Mito restò a bocca aperta, rimuginando sul fatto che un dio giusto ed equo, non esisteva.
Hisashi arrossì ancora di più, ma fortunatamente sapeva che Hanamichi, non solo era ingenuo, ma fondamentalmente anche un’idiota.
-Bè, hai poco da prendere in giro, “Mr. 51 scaricamenti”- Scherzò Hisashi.
Hana, tutto felice per quella provocazione, sfoderando il suo sorriso più orgoglioso annunciò:
-“Mr.50” prego. Recentemente Haruko mi ha dichiarato il suo amore e Rukawa mi ha baciato.-
Un millesimo di secondo dopo, si rese conto di aver fatto la figura più meschina della sua vita.
Ovviamente la frase sfuggita di bocca al rosso, scatenò negli altri due, un’ilarità straordinaria.
Ma solo dopo che i ragazzi ebbero avuto il tempo di raccogliere le loro mascelle da terra.
Ormai era troppo tardi per tornare indietro e Sakuragi, nonostante avesse provato in tutti i modi a ritrattare, dovette sbottonarsi sotto le insistenti pressioni degli altri due, che tra una risata e l’altra avevano quasi il mal di pancia.
Impiegando un tempo quasi illimitato per spiegare chiaramente il bacio, atteggiandosi ad esperto amatore, Hanamichi poi raccontò della dichiarazione di Haruko non soffermandosi granchè sulla cosa, enfatizzando piuttosto, nel suo solito e colorito modo di esprimersi, i comportamenti strani di una certa volpe.
Ovviamente non menzionò il fatto dello svenimento, dovuto appunto al bacio.
I veri uomini non svengono per un bacio, o per una testata, o qualsiasi cosa fosse stata realmente, quel contatto tra le loro labbra.
-Cerca sempre di mettersi in mostra, è fastidioso, insistente, invadente… E’ Rukawa!-
Commentò gesticolando nervosamente con gran parte del corpo, il rosso.
Mito ed Hisashi, di tanto in tanto incontravano i loro sguardi.
-Raccontami di Haruko, che farai?- Chiese Mito.
-Eh? Bè te l’ho detto, ci penserò su…- Rispose Hana, scrutando l’amico come se avesse fatto la domanda più stupida del mondo.
-Ma Hanamichi, Haruko ti è sempre piaciuta un sacco, ed ora l’hai rifiutata?- Chiese, perplesso Yohei.
-No, ma non capisci, anche quella maledettissima volpe si è dichiarata!- Strepitò il rosso, non riuscendo a capacitarsi del perché quei due insistevano tanto su Haruko, quando il punto era un altro.
Non sapeva nemmeno lui quale fosse di preciso, quel cavolo di punto, ma c’era.
Lui se lo sentiva ed essendo un genio dall’istinto infallibile, stava sicuramente facendo la cosa giusta.
-E poi te l’ho spiegato, con l’operazione e tutto, non ho tempo di pensare a certe cose…- Si giustificò poi.
Nel’orecchio di Mito si insinuò una piccola pulce.
Haruko era praticamente tutto per Hanamichi.
Per lei aveva cominciato a giocare a Basket, per lei aveva cominciato la faida con Rukawa…
Quindi proprio non riusciva a spiegarsi il rifiuto.
Certamente quella dell’operazione era una scusa valida. Ma non era comunque da Hanamichi tirarsi indietro così.
Quindi espresse i suoi dubbi, mettendola sottoforma di scherzo.
-Ma non è che sotto sotto, Rukawa ti piace?-
Hanamichi si bloccò. Lo sguardo rivolto al suo amico parlava praticamente da solo, e diceva: “ma come stracavolo ti viene in mente una cosa tanto perversa?”.
Hisashi che non aveva aperto ancora bocca, troppo occupato a cercare di capire, cominciò a dare manforte a Mito.
-Hana, quello che Micchan vuole dire secondo me, è che ti stai arrovellando il cervello per Rukawa e non per Haruko. Anche a mio parere questo è strano…- Intervenne il moro, scatenando in Hanamichi la solita reazione sproporzionata e rumorosa.
Dopo aver ricevuto delle lamentele da parte del paziente della stanza accanto, Hana finalmente si ammansì
-Ragazzi quello che non capite è che Rukawa mi ha baciato e ha detto di essere innamorato di me! E’…è…è… Non lo so nemmeno io che è, ma non va bene!- Spiegò il rosso con la tipica faccia da idiota.
Hisashi sbuffò e decise di dire la sua senza mezzi termini.
-Sakuragi, stammi a sentire. Credo di parlare anche a nome di Micchan, dicendo che se ti piace Rukawa, non ce ne può sbattere di meno.- Mito annuì in accordo con quanto detto dall’altro - Ma il punto è che: se ti piace Haruko, mettiti con Haruko. Se ti piace Rukawa mettiti con Rukawa. E se non ti piace nessuno dei due, vai avanti per la tua strada. Ti stai facendo tanti problemi quando le cose sono così semplici. Prenditi il tuo tempo, ma soprattutto pensa a guarire.-
In quell’istante, un’infermiera entrò annunciando che l’orario delle visite era terminato.
In effetti si era fatto tardi troppo in fretta, pensò Mito tra se e se, mentre camminava per la strada di casa, a fianco dell’amico.
-Sai Mitchan…- Esordì Mito.
-Anche se non gli piace, credo che quanto meno, Hanamichi sia interessato a Rukawa, in qualche modo. In fondo lui è un ingenuo, e non mi stupirei se si sentisse confuso.-
Hisashi si prese un attimo per riflettere, ma notò con disappunto che ormai erano quasi giunti in prossimità della stazione, e doveva sbrigarsi se voleva terminare il discorso.
-Micchan, hai ragione. Hai centrato il punto, è confuso. Tutta questa storia deve essere pesante per lui. E ho come la sensazione che quest’operazione sia un fardello talmente pesante da sopportare, che sta complicando tutto. E se vuoi la mia opinione starebbe meglio con lui che con lei.-
Mito si interdette un momento a quell’affermazione, e chiese spiegazioni in merito, che non tardarono ad arrivare
-Haruko è passata da Rukawa a Sakuragi, in praticamente un battito di ciglia. Non che non gli piaccia Hanamichi, ma credo che dopo essersi disperata per Rukawa così a lungo, il pensiero che un ragazzo così premuroso come Hanamichi si interessato a lei, le faccia talmente piacere da confonderla. In altre parole: sono tutti confusi. Ma per come la vedo io Haruko non è innamorata di Hanamichi, ma dell’idea dell’amore in generale. Non ci vedo nulla di male in questo, ma davvero Haruko può rendere felice Sakuragi? Quanto meno Rukawa sta dimostrando, a modo suo, di tenere molto più a lui di quanto non stia facendo lei.-
Dopo un breve istante di riflessione, Mito si trovò d’accordo.
In effetti, il discorso quadrava. Anche gli rimanevano le sue perplessità.
Rukawa si era dato da fare. Se anche Hisashi aveva avuto i suoi dubbi in merito all’operazione, allora Hanamichi non aveva detto tutto come già lui stesso sospettava.
Quindi, Yohei si sentì in colpa.
Rukawa in qualche modo era riuscito ad essere di aiuto e lui no. Era capace solo di sfottere…
Dopo aver accompagnato un incupito Mito alla stazione, Hisashi osservò di nuovo l’orologio.
Era dannatamente tardi, ma doveva assolutamente andare a parlare con Sayaka, quindi imboccò al primo svincolo verso destra, per la strada che l’avrebbe portato alla residenza della donna.
Cercando di scacciare tutti i suoi tormenti riguardante l’amico malato, cercò di concentrarsi su ciò che doveva dire all’insegnate.
Non aveva idea di come cominciare il discorso, di come continuarlo e nemmeno di come concluderlo.
Ma di sicuro avrebbero dovuto parlare.
Ed era lì. Davanti a quel campanello maledetto, con il cuore che palpitava ed un groppo enorme in gola.
Suonò al citofono e attese, con le ginocchia rigide per la tensione.
Fino a un secondo prima, seppur agitato, non si sentiva così.
Ma non ebbe il tempo di riprendersi quando la porta si aprì.
E sentì il cuore perdere un colpo.
Chi cazzo era quello?
Il ragazzo che venne ad aprire la porta, lo osservò stupito.
-Chi sei?-
Chiese lo sconosciuto dai capelli neri e folti.
Hisashi sentì il suo respiro abbandonarlo per un attimo, ma si fece coraggio e rispose.
-Mi chiamo Hisashi Mitsui, dovrei parlare con Minamori-sensei.-
-HEI SAYACHAN, C’E’ UN CERTO HISASHI MITSUI CHE TI VUOLE PARLARE!-
Urlò senza troppa discrezione, lo sconosciuto.
Ad Hisashi venne un colpo.
Vide la sensei impettita vestita solo di uno striminzito asciugamano, ed i capelli bagnati, venire verso di lui.
Non poteva essere vero!
Lo squadrò per un millesimo di secondo con la rabbia negli occhi scuri da cerbiatta, e spiegando bruscamente:
-Sono impegnata adesso-
Sbattè violentemente la porta, in faccia all’alunno.

   
 
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