PARTE
PRIMA
Stava ancora guardandosi allo specchio terrorizzata, quando qualcuno spalancò la porta.
Fece un salto indietro, portandosi una mano al cuore.
«Chi sei?» domandò, osservando una ragazza dal caschetto castano che la guardava con espressione perplessa.
«Tesoro, sono Emily.» affermò con voce dubbiosa, facendo qualche passo all’interno. «Non ti ricordi chi sono?»
A quelle parole amichevoli si rilassò leggermente, sedendosi sul letto e prendendosi la testa tra le mani.
«No, non mi ricordo niente.» dichiarò, dopo qualche minuto di silenzio, fissando il pavimento sempre più atterrita.
Doveva esserle successo qualcosa di terribile per averle fatto perdere tutti i ricordi. Non aveva memoria di niente, se si sforzava l’unica cosa che le tornava in mente era quel profumo di mare e la morbidezza di quei capelli al tatto.
Ma anche quei pensieri sfuggivano via, appena riusciva ad afferrarli; e ritornava l’oblio.
Emily le si era avvicinata e seduta a fianco, poggiandole con rassicurazione una mano su una spalla.
«Davvero non ti ricordi niente?»
Si voltò verso la sua interlocutrice, guardandola attentamente, prima di riabbassare lo sguardo, sconfitta.
«No, niente di niente. Non mi ricordo nemmeno come mi chiamo.» mormorò, cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscirle dagli occhi.
«Beh, a questo possiamo rimediare.» replicò lei, con un sorriso rassicurante sul volto. «Sophia Creevit, hai venticinque anni e sei la mia migliore amica.»
Rialzò nuovamente le sue iridi blu su quella che si definiva la sua migliore amica, ascoltando in silenzio le sue parole.
«Ieri sera mi ha chiamato il proprietario del Paiolo Magico, ti dice niente il nome?»
Scosse la testa, desolata.
«Beh, ti avevano trovato svenuta nel bagno e, visto che ci conosco bene, hanno chiamato me. Hai dormito per un giorno intero… Ma davvero non ricordi niente?» le domandò nuovamente, con tono sorpreso.
A un suo segno negativo, si alzò in piedi.
«Facciamo così, tu ora ti rimetti a letto, io vado a parlare con un Medimago e vediamo cosa mi dice, ok?»
Annuì lentamente, mentre Emily usciva dalla stanza. Quando si fu chiusa la porta alle spalle, si sdraio sul letto, sforzandosi di farsi tornare qualcosa in mente.
«Sophia Creevit…» mormorò a mezza voce.
Com’era possibile che manco il suo nome le dicesse niente?
*
La ragazza che era appena uscita dalla stanza della smemorata si diresse lentamente verso il piccolo salotto, avvicinandosi al camino. Dalla mensola sopra di esso prese della polvere per buttarla successivamente nella fiamme ardenti.
«Casa Parkinson.» affermò, con voce ferma, arrivando così in un altro soggiorno, dove una ragazza bionda sfogliava una rivista con aria annoiata.
«Pansy.» affermò, appena la vide, poggiando il giornale sul divano e raggiungendola. «Racconta, com’è andata?»
Pansy si voltò a guardarla, mentre un ghigno divertito le si disegnava sulle labbra.
« Benissimo. Ha creduto a tutto.» rispose, con un tono di voce completamente differente da quello che aveva usato con la giovane senza memoria. «Le ho detto di chiamarsi Sophia Creevit e tutto quello che avevamo deciso. Ora dobbiamo solo tenerla buona per un po’ e poi convincerla che il suo grande sogno era quello di trasferirsi in America.»
La sua interlocutrice le sorrise, raggiante.
«A quel punto tutti i nostri problemi saranno finiti.»
Pansy ha fatto perdere la memoria a questa ragazza, facendole credere di essere una persona che non è, ma chi è veramente? E soprettutto perchè Pansy ha fatto tutto ciò?
Qualche idea?
Comunque spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto e magari vi abbia intrigato, ringrazio Angorian per la recensione e vi do appuntamento alla prossima puntata!
(Quando lascio questi commenti, mi sento tanto una presentatrice televisiva!)
A presto e un bacione
Pallina