Dopo
che Stefan l'aveva riportata a casa Elena si era fatta una doccia
veloce prima di andare a letto. Era stanca. Quei balli proprio non le
andavano giù. Snervanti.
così
non vedeva mai l'ora che finissero per tornare a casa e farsi una bella
dormita. Ma quella sera no. Quella sera scoprì, una volta
nel letto, che il sonno non vleva saperne di arrivare. Aveva letto un
po', poi aveva preso il diario per scrivere. Ormai lo faceva di rado.
Si mise prima a sfogliare le ultime pagine scritte. La data risaliva a
quasi sei mesi prima.... certo che il tempo volava.
Poi
i ricordi di quella sera si fecero strada nella sua mente. In macchina
aveva chiesto a Stefan chi fosse la ragazza che aveva ballato con suo
fratello, ma lui rispose di non averci fatto caso. Dal tono di voce
capì che quella curiosità verso Damon l'aveva
infastidito e lasciò cadere l'argomento, e facendo
attenzione a non nominare più Damon per quella sera.
Scrollando la testa per scacciare quei pensieri appoggiò la
penna al foglio e cominciò a scrivere. Scrisse la data,
l'ora.... poi si fermò. Si rese conto che il dolore al petto
che aveva provato quella sera era gelosia. Prese consapevolezza delle
parole della ragazza e finalmete ammise che era tutto vero. Quella sera
aveva avuto paura che quella ragazza così incantevole
potesse portare via Damon per sempre. E pensandoci
rabbrividì. Cercò di immaginare la sua vita senza
di lui. Uno strano senso di vuoto. Sempre più scossa e
agitata posò il diario e si mise a giocare con il ciondolo
della sua catenina. Pensava a Damon. E a Stefan. La sua mente
sovrapponeva i volti dei due ragazzi, mandandola in confusione. Amava
entrambi, e questo lo sapeva già da un po'. Sapeva anche che
prima o poi avrebbe dovuto allontanarsi da uno dei due, e aveva sempre
pensato che fosse Damon quello da allontanare. Ma quella sera stava
mettendo tutto in discussione. Iniziava a farle male la testa per la
stanchezza, lo stress e le forti emozioni. Si coricò e vide
che erano già passate due ora da quando era rincasata: era
proprio ora di dormire.
Chiuse
gli occhi e iniziò a respirare più regolarmente.
Stava scivolando nel sonno, ma percepì una leggera brezza.
Aveva lasciato la finestra socchiusa, ma non si sarebbe certo alzata
per chiuderla.
Poi
dopo il vento arrivò qualcos' altro. Un profumo. Il suo
profumo. Lui era lì, lo sentiva. Ma non aveva la forza per
aprire gli occhi, il sonno stava avendo il sopravvento.
Percepì qualcosa sfiorarle la guancia. Forse la stava
accarezzando. O forse erano le sue labbra. Ancora il suo profumo...
Quando aprì gli occhi si guardò intorno. La
stanza era vuota e il sole stava sorgendo. scese dal letto e
andò verso la finestra: era aperta. e sul davanzale una
rosa. Era il bocciolo di una rosa bianca . Lo portò vicino
al naso e respirò rpofondamente. Non poteva sagliarsi, era
di Damon.
Come
frammenti di un sogno le tornarono alla mente le sensazioni di quella
notte, prima di addormentarsi. Allora era stato davvero lì.
Senza
saperlo stava sorridendo, mentre respirava ancora quel famigliare
profumo che la rosa aveva preso.