12° capitolo
Con la rabbia al massimo attaccò il re di Mu.
Creò una spada di fuoco e lo attaccò come se niente fosse.
Il suo avversario saltò e schivò l'attaccò con tranquillità, sorridendo divertito.
Una folata di vento fece cadere a terra il giovane, visto che era stata forte.
Era tutta colpa di quel bastardo!
Il moro si alzò subito e riattaccò, lanciando dei massi infuocati verso il suo avversario.
Vennero tutti scansati come se niente fosse.
La rabbia aumentava ed il giovane si preparava per una tecnica sempre più potente.
-Bastardo...- Sibilò, a denti stretti, mentre un'armatura di terra e di fuoco lo ricopriva.
Il suo nemico gli lanciò dei massi appuntiti e poi delle piccole lingue di fuoco.
Tutto inutile.
Marco creò un vortice d'acqua e lo lanciò verso il nemico colpendolo per la prima volta e scaraventandolo contro delle rocce.
L'altro sorrise e si rialzò creando a sua volta un vortice di elementi uniti insieme per poi scagliarlo contro Marco che cadde a terra e venne ferito e bruciato.
Il ragazzo guardò l'amato a terra.
Una lacrima gli rigò il volto e quindi si rialzò di scatto, in preda ad uno scatto d'ira.
-Io ti ammazzo!- Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, per poi creare una spada di giaccio ed una di vento e saltare in aria.
Scanso le diverse rocce lanciate dall'altro e si buttò sul suo avversario senza timore.
Lo ferì alla spalla destra mentre a lui usciva del sangue da quella sinistra e delle gambe, entrambe, ma non gli importava, a lui importava soltanto uccidere il suo avversario e vendicare il suo amato, lo stato fisico del suo amato.
Con rabbia creò un vortice di elementi ed una tempesta cominciò a scendere sul luogo dello scontro.
Un fulmine colpì il suo nemico che cadde brutalmente a terra.
Il vortice lo finì, trapassandolo.
Qualcuno, però, da dietro, gli mise una spada di terra alla gola.
-Pagherai con la vita l'uccisione del re del mio continente, nullità che non sei altro...- Stava per morire quando sentì Arthem bloccare l'avversario con delle pietre infuocate.
Il nemico cadde a terra e Marco si liberò dalla spada con un semplice gesto della mano.
Il moro corse dal biondo e gli si chinò sopra.
-A-amore mio...- Arthem sorrise e si lasciò sollevare da Marco.
Il biondo non riusciva a parlare, a fatica respirava, ma con le poche energie che gli erano rimaste decise di parlare, rivolgendosi al compagno.
-Resta ad Atlantide, ti prego... prendi il mio posto come principe e governa questo mondo nel modo più saggio che tu conosci. Ti amo, Marco...- Detto ciò morì fra le braccia del moro che non riuscì a fare a meno di urlare dal dolore del suo cuore a pezzi.
Il dolore che stava provando si tramutò in pochi mesi in vera e propria forza.
Quella guerra aveva portato a creare molti orfani e lui, quindi, fece costruire, insieme al re, molti orfanotrofi, pensando di adottare due o tre bambini, una volta re.
Si dedicò totalmente ad Atlantide ed ai suoi abitanti, ormai non avrebbe potuto amare nessun altro oltre ad Arthem.
Angolo autrice:
Sì lo so, è molto corto come capitolo, ma pensavo che essendo l'ultimo avrei potuto accorciarlo e farlo molto più sintetico degli altri...
Spero che vi sia piaciuto e vorrei ringraziare di cuore Sofia_94 per i suoi consigli, farò del mio meglio e spero di essere migliorata, anche solo di un pochino, sin da questo capitolo.
Vorrei che qualcuno commentasse in modo tale da dirmi che cosa ve ne pare...