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Autore: nanako707    19/12/2010    2 recensioni
E se… Sasuke Uchiha dopo aver trascorso due anni e mezzo da Orochimaru fosse tornato a Konoha resosi conto del suo amore per Sakura? E se Naruto dopo la confessione d’amore da parte di Hinata si fosse deciso a rinunciare a Sakura? E se insieme i tre nuovi ninja supremi del villaggio del fuoco avessero sconfitto insieme l’ Akatsuki (senza fare troppi morti) ? E se avessero ridistribuito i demoni ai villaggi e ai loro figli? Esatto questa storia parla dei figli che avrebbero potuto avere Naruto, Sasuke, Sakura ed altri. Questa è un’altra storia ambientata nel mondo di Naruto, una continuazione. Spero che vi appassioni e vi piaccia ^-^…
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Orochimaru era seduto, la schiena appoggiata ad un grosso albero della foresta dove si erano accampati. La selva era vicina al villaggio della foglia, che si poteva vedere da quella posizione. Si potevano notare le facce dei precedenti Hokage, il ragazzo sorrise, sembravano volerlo rimproverare anche loro per l’arroganza che aveva avuto a presentarsi in quel posto. Ricordò che un tempo anche suo padre avrebbe voluto essere un capo villaggio.

 Suo padre.

 una morsa gli strinse il petto. Lui ormai non c’era più ed era stato proprio il padre di quel ragazzo che aveva risparmiato ad ucciderlo. Perché non si era vendicato allora? Forse la morte del giovane avrebbe riempito quel vuoto nel petto, nel cuore, nella mente che si portava appresso da troppo tempo. Si sentiva incompleto come una macchina a cui manchi il motore. Tuttavia non poteva punire qualcuno di innocente per crimini che non aveva commesso. Era stufo di uccidere e forse, ma soltanto forse, anche lui nel profondo aveva una coscienza.

Tetania interruppe il filo dei suoi pensieri. Avevano acceso un fuoco ed ora lei stava cucinando una delle sue solite disgustose zuppe contenenti nessuno sa che cosa. Non aveva mai conosciuto qualcuno tanto negato per la cucina quanto Tetania. Però lei si ostinava a voler preparare la cena tutte le sere e lui tutte le sere, regolarmente, non mangiava, non le cose preparate da lei comunque. La ragazza alata, frutto di uno degli innumerevoli esperimenti di suo padre, lo stava sgridando.

-      Eri così vicino allo scopo! Lo stavi per ammazzare! Cosa ti è passato per la testa? stupido!

Lui sospirò e le rispose.

-      Perché ti interessa tanto, regina delle zitelle rompiscatole?

Le parole del ragazzo fecero infuriare Tetania che gli rispose urlando.

-      Noi dobbiamo uccidere tutti quelli del gruppo delle forze portanti! Hai capito? È per questo che siamo qui, per questo che hanno mandato noi!

Disse le ultime parole con una punta d’orgoglio e Orochimaru continuò a fissarla impassibile. Lui sapeva il vero motivo per cui erano lì: morire. Erano in quel luogo per soccombere sotto i colpi delle armi nemiche. Non era così stupido o arrogante come Tetania da pensare che avessero mandato un manipolo di giovani solo e disunito come il loro contro un intero villaggio e un numero spropositato di forze portanti per vincere. Con lui morto l’uomo che aveva preso il posto di capo villaggio in sua vece avrebbe avuto pieno controllo anche sui suoi fedeli al villaggio del suono. Infatti dopo la morte di suo padre la situazione alle basi del paese del suono era degenerata. Lui era piccolo, non ricordava bene e non aveva potuto prendere il posto del padre per la sua immaturità. Quindi era salito al potere un uomo che col tempo aveva convinto parte della popolazione a sostenerlo, tuttavia la maggior parte del popolo voleva che fosse lui, il figlio del loro capo, a riprendere il potere. Così era diventato di troppo e il nuovo capo villaggio lo aveva mandato insieme ad un gruppo di stupide pedine dalla testa calda a morire. Semplice.

Orochimaru scosse la testa, si alzò e si allontanò.

-      Torna qui moccioso del cavolo! Ti perdi la cena se te ne vai ed io non ti tengo via nulla!

Lo redarguì immediatamente Tetania.

-      Tanto meglio…

Rispose lui lanciando un’occhiata di puro disgusto alla sbobba che ribolliva nella pentola.

Mentre se ne andava dall’accampamento vide tornare di fretta Koji e Vergass. Si stavano rincorrendo e giocavano come fossero ancora bambini quando si incrociarono, loro lo guardarono storto e passarono avanti.

“Dove va il mostriciattolo?” la domanda nelle loro menti. Il ragazzo arrivò in una radura. Cercò qualcosa nella cavità di uno degli alberi più grandi che circondavano lo spazio vuoto e riemerse con una piccola pentola. Poi si mise a carponi in un punto preciso dello spiazzo e prese da una trappola ben nascosta e perfettamente congegnata il corpo senza vita di un coniglio. Adesso era tutto pronto per preparare qualcosa che fosse commestibile. Improvvisamente alle sue spalle sentì un fruscio, il ragazzo si voltò immediatamente e poi sospirò vedendo un serpente lungo cinque metri abbondanti.

-      Za, mi farai venire un infarto un giorno.

Il serpente gli si avvicinò e gli strisciò in grembo. Nella mente dell’animale Orochimaru sentì un’affermazione: “ non mi piace sstarti lontano troppo a lungo, quando mi dici di allontanarmi fai ssempre qualcossa di pericoloso”. Il ragazzo gli rispose con un sorriso, Za il pitone reticolato era il suo unico amico, ricordava ancora quando era un cucciolo e suo padre gliel’ aveva regalato. Subito dopo cominciò a preparare il coniglio da mangiare. Dopo cena rimase supino a guardare il cielo stellato insieme al serpente e sorrise.

Dopo qualche tempo ritornò dal suo gruppo.

Tetania stava scrivendo qualcosa per terra, un piano d’attacco, forse. Koji e Vergass la guardavano e tentavano di ingollare la fantomatica zuppa più in fretta possibile per evitare di sentirne troppo il gusto orripilante.

La ragazza lo guardò e con un sorriso spavaldo annunciò.

-      Tieniti pronto; tra dieci minuti muoveremo un attacco.

Orochimaru alzò lo sguardo al cielo. “Fino a dove può arrivare la stupidità umana?” pensò.

  
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