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Autore: caostheory    19/12/2010    9 recensioni
Malfoy sbuffò facendo finta di essersela presa e lei rise leggera.
Si accostò fino ad abbracciarlo, lasciandosi circondare le spalle dal suo fidanzato.
Fidanzato.
Si guardò la mano sinistra con il suo nuovo anello e rimase incantata.
- Sta succedendo davvero?
Chiese lei in un sussurro.
- Si, piccola. Sta succedendo davvero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Vuoi lasciarmi? efp
Dimenticate gli ultimi tre libri della zia Rowling, alla quale appartengono tutti i personaggi, e immaginatevi che dopo il ritorno di Voldemort alla fine del quarto anno, qualcuno sia rinsavito.
Si svolge tutto verso la fine del settimo anno per cui tutti i personaggi sono maggiorenni.
Buona lettura, ci vediamo in fondo.



VUOI LASCIARMI?



Il parco era dolcemente illuminato da tenui raggi di sole mattutini. Sotto il grande glicine accanto al Lago Nero, crescevano indisturbati i primi fiori primaverili dai colori pastello. Rosa e giallo per la maggior parte. Come i suoi colori preferiti.
Quella poteva essere considerata la calma dopo la tempesta. Con l’aria carica di ionio e frizzante, come accadeva al termine dei temporali invernali.
Una mano affusolata colse un narciso rosa pallido. Con un movimento dolce e lento se lo portò al viso per aspirarne il dolce profumo.
Amava quel periodo dell’anno.
Quando dopo i temporali e le nevicate, la vita della natura tornava a splendere.
All’alba di quel nuovo giorno di maggio, la giovane compiva i suoi diciotto anni e già sapeva che quella giornata sarebbe stata folle. L’attendevano lezioni pesanti con un contorno di riunioni tra caposcuola. E non solo.
Da sette anni a quella parte i suoi affettuosi compagni le preparavano una festa a sorpresa. O per lo meno: loro pensavano che fosse una cosa segreta, quando invece lei ne era a conoscenza da anni, ma preferiva fingere di non sapere nulla. Li rendeva felici e a lei della loro felicità importata tantissimo.
Con quel semplice fiore in mano cominciò a passeggiare in riva al Lago Nero, ammirando i riflessi che quel sole appena nato creava nell’acqua. Forme strane e artistiche che le solleticavano l’immaginazione.
Per la prima volta dopo tanti mesi si sentiva serena. Forse era presto per parlare di felicità, ma almeno si sentiva tranquilla.
Si sedette a gambe incrociate sul piccolo molo a est del lago e continuò a guardare l’orizzonte con gli occhi pieni di ricordi.
Gli incubi la notte erano diminuiti e di conseguenza anche la sua ansia. Ormai la guerra era finita.
Era stata in prima linea in tante battaglie, una di seguito all’altra.
Tanti scontri che erano costati vite e anime.
Tanti scontri, che nel concludersi avevano segnato il destino di quella infame guerra.
Nessun adolescente meritava di assistere a quelle atroci crudeltà. E infatti molti di loro erano cambiati durante quegli anni di lotta. Ma si sa, la vita riserva sempre tante sorprese. Non sempre buone, ovviamente.
Dall’estate precedente all’inizio di quell’anno scolastico, le cose nel Mondo Magico erano cambiate.
In tanti erano vissuti nel terrore di non rivedere i propri cari. Un intero Paese aveva trascorso mesi e mesi di ansia e paura. Ma dopo più di un anno di guerra aperta, le acque si erano placate.
Il famigerato Harry Potter aveva vinto. Aveva sconfitto il suo nemico di sempre, permettendo a tutti di tornare a condurre un’esistenza normale.
Ma si poteva davvero dire di aver vinto? Al prezzo di tanti morti?
Ogni uomo, anche nemico, aveva una famiglia alle spalle. Bambini e anche nipoti magari.
E loro, i buoni, uccidendoli, avevano lasciato orfani e famiglie distrutte. Quello non era vincere. Ma non in molti se ne accorgevano.
    - Sapevo di trovarti qui.
Hermione Granger sorrise sentendo la voce del suo amico più caro.
    - Sapevo che mi avresti trovato.
Si spostò di poco facendo spazio a Harry Potter.
Amici da sempre, li legava un affetto talmente forte da essere quasi perfetto. Il ragazzo si sedette accanto alla sua migliore amica e tirò fuori una sigaretta. Aveva cominciato a fumare poco prima di iniziare quella dannata guerra. E ora faticava a smettere quel vizio, a causa della costante ansia.
    - Rovini l’atmosfera con il tuo fumo, lo sai?
    - Si. E tu sai che non smetterò comunque.
    - Testardo.
Lo rimproverò con un finto broncio.
    - Bacchettona.
Ridacchiarono a quello scambio di battute che era diventato un po’ un’abitudine.
    - Anche tu non riesci a dormire?
    - Si. Ma sai, gli incubi stanno diminuendo. Di solito mi svegliato cinque volte. Oggi solo due. A te Harry? Come va la notte?
    - Lo sai come va. In quella stanza non si nasconde niente a nessuno. Ma la presenza di Ginny al mio fianco mi fa bene. Miglioro anche io piano piano.
    - Bene.
Dal mese precedente, dopo lo scontro finale, alcuni studenti erano stati trasferiti nella torre di nord-ovest di Hogwarts, dove avrebbero vissuto fino alla fine dell’anno scolastico. Il preside sapeva che avevano bisogno di pace e del sostegno dei compagni con cui avevano condiviso il peso di quella guerra. E sapeva che lasciarli in balia degli altri studenti, non avrebbe giovato. Soprattutto per alcuni di loro.
Hermione si inclinò fino ad appoggiare la testa sulla spalla del suo amico, che le circondò le spalle con un braccio e le diede un lieve bacio sulla fronte. La riccia avvicinò la corolla del narciso al naso e ne annusò ancora il profumo invitante.
Attesero in silenzio l’inizio di un’altra giornata, godendosi il confortante splendore dell’alba.



    - Dannato Potter e il suo disordine! I suoi calzini sono ovunque. Giuro che lo uccido!


Draco Malfoy stava dando di matto come ogni mattina.
Ancora non si era abituato a dover condividere il bagno con altri quattro ragazzi e ogni volta che trovava della biancheria sparsa si innervosiva. Già il fatto di essersi svegliato nuovamente da solo gli dava fastidio.
Ma quello era un tasto che sapeva di non dover ancora toccare.
All’inizio del quinto anno, aveva fatto una scelta radicale che aveva stravolto la sua vita. Era entrato a far parte dell’Ordine della Fenice sotto copertura.
Veniva dipinto da tutti come un arrogante Purosangue e uno spregevole Mangiamorte. Ma in realtà, era un ragazzo che desiderava solo essere libero. Voleva vivere come più gli aggradava ma la sua famiglia non glielo aveva mai permesso. Insieme a qualche amico, aveva deciso di cambiare fazione e di aiutare chi di dovere a troncare quella folle crociata che aveva iniziato Voldemort.
Ci erano voluti mesi perché gli altri si fidassero di lui. Ma dopo la morte di Narcissa Black in Malfoy, all’inizio del loro sesto anno di scuola, nessuno aveva avuto più dubbi.
Lui come gli altri, erano stati costretti a vivere all’ombra dei loro genitori, a seguire alla lettera quello che era stato ordinato senza mai poter protestare. Erano obbligati a deridere gli altri, a ferire le persone sia fisicamente che psicologicamente per fare onore al loro sangue puro.
E fino a che si trattava di liti scolastiche non era mai stato un problema. Sentirsi superiori era una loro prerogativa e adoravano quella sensazione. Ma quando le cose si erano fatte più serie ed era stato chiesto loro di uccidere, si erano resi conto che forse erano dalla parte del torto.
Una volta entrati nell’ordine, avevano realmente compreso cosa significassero tutti gli sforzi e le difficoltà che i “buoni” dovevano affrontare. Perdite di familiari e amici, sofferenze e anche povertà. Desolazione nell’animo e dolore.
Draco Malfoy era considerato una persona algida e fredda. Qualcuno che non mostra sentimenti ed emozioni.
Ma era anche grazie a questo che il biondo Slytherin era stato in grado di fare il doppio gioco e di nascondere la sua sofferenza.
Sì, perché anche lui aveva sofferto.
La perdita di sua madre lo aveva segnato molto. Con la morte di Narcissa, il biondo aveva perso l’unica persona che lo aveva davvero amato incondizionatamente. E che aveva sempre cercato di proteggerlo.
Mentre per quanto riguardava suo padre, era contento che se ne stesse in una cella.
Solo e senza anima.
Il ministero era stato severo.
Bacio per tutti.
Nessuno escluso.
Così da porre fine a quell’incubo.
Quei pensieri sulla sua vita passata e presente lo tormentavano in continuazione. Anche in quel momento, mentre cercava di godersi una doccia calda. Chiudendo gli occhi e lasciandosi travolgere il viso dal getto d’acqua, pensò che quella giornata sarebbe stata dura. Come le altre da un paio di settimane a quella parte.
Era venerdì 15 maggio e quella sera ci sarebbe stata una grande festa.
    - Draco ti muovi? Non sei l’unico che deve usare il bagno!
    - Theo non rompere. Fra dieci minuti ho finito.
    - Datti una mossa!
Malfoy sbuffò seccato e finì di lavarsi velocemente.
Accidenti, ecco perché odiava condividere il bagno. Non ci si poteva neanche rilassare. Per fare in fretta, si lavò i denti direttamente sotto la doccia. Così che in dieci minuti, era davvero pronto. Lasciò il bagno a Theo e andò a scegliere una divisa stirata dall’armadio.
Si vestì in fretta ma con meticolosità. Dopo essersi messo la cravatta, si guardò i capelli. Lunghi fino al colletto, se li legò in una piccola coda bassa, con alcuni ciuffi che ricadevano ribelli sul viso. Uscì dalla sua stanza e vide le ragazze già pronte. Ginny Weasley rileggeva le sue pergamene, mentre Daphne e Pansy preparavano le borse. La bionda Slytherin lo guardò senza una particolare espressione in viso. Raramente Daphne faceva trasparire emozioni.
    - Buongiorno Draco.
    - Buongiorno Ragazze. Blaise che fine ha fatto?
    - È già sceso. Ha detto che non voleva rischiare che gli rubassero le sue Brioche preferite.
Disse Ginny senza alzare lo sguardo dalle sue pergamene.
    - Che razza di idiota.
Si guardò in giro e non vide né la Granger né Potter. Sbuffò esasperato.
La giornata partiva male.
    - Draco non dimenticare la borsa. A meno che tu non voglia rifare tutte le scale per tornare qui. Noi intanto scendiamo.


La praticità di Pansy a volte era disarmante. La guardò mentre in coda agli altri si apprestava a scendere per la colazione. Andò velocemente in camera e recuperò la sua borsa che vide già pronta e con tutti i libri giusti. Sorrise. Adorava quel suo lato così maledettamente Gryffindor.
Lei non la smetteva mai di prendersi cura di lui.


Hermione Granger addentò il suo toast imburrato con soddisfazione. Le levatacce le facevano sempre venire fame. Guardò Harry mangiare di gusto il suo bacon con le uova. Entrambi sapevano che sarebbe stata una giornata pesante per cui mangiarono abbondanti. Ma mai quanto Ron. Sceso insieme a Blaise venti minuti prima degli altri, si stava abbuffando delle sue adorate Brioche alla panna in maniera indecente. Scosse la testa rassegnata e bevve una sorso di tè.
Diede uno sguardo ai suoi compagni. Ginny leggeva una lunga lettera probabilmente di sua madre. Era molto concentrata e seria ma ogni tanto la vedeva sorridere in maniera quasi impercettibile.
Da ragazzina allegra e spensierata, anche lei si era trasformata. Girò lo sguardo e vide Neville mangiare il suo Porridge con sguardo leggermente torvo. Stava leggendo una pergamena e la riccia immaginò fosse un compito o qualcosa del genere.
Allungando lo sguardo, vide Luna. Vestita in maniera meno stravagante dell’anno prima, piluccava un po’ di frutta senza fretta.
Tutto nell’ordinario.
Da quando il periodo di dolore era apparentemente cessato, ogni mattina, mentre sorseggiava il suo tè, Hermione Granger osservava i suoi amici. Cercava sintomi di infelicità che per fortuna erano del tutto scomparsi.
Sorrise nascosta dalla tazza e decise che poteva andare.
Quando finì, salutò tutti e si diresse veloce in biblioteca. Doveva riconsegnare un libro preso in prestito da più di un mese. Vide un movimento simile al suo con la coda dell’occhio, ma non gli diede importanza.
Sapeva esattamente a chi apparteneva quello sguardo di ghiaccio che le aveva perforato la schiena per tutta la colazione.


Malfoy beveva cupo la sua tazza di caffè nero amaro. Non mangiava quasi mai la mattina, tranne il venerdì. L’unico giorno della settimana in cui c’era la torta di lamponi, fragole e cioccolato. La sua preferita. Ne aveva già mangiate due fette e si sentiva soddisfatto e sazio. Ma non riusciva sentirsi a posto. Senza togliere lo sguardo dal tavolo accanto al suo, guardò ciò che gli mancava alzarsi in fretta e salutare i suoi amici. Sapeva quasi per certo dove si stesse dirigendo.
La mia solita secchiona” pensò sorridendo dietro la tazza di caffè.
Bevve un ultimo sorso della bevanda scura che adorava e si alzò facendo un cenno ai suoi compagni. Lui e gli altri “convertiti al bene” erano relegati in un angolo della tavolata, vicino ai professori. Gli altri Slytherin non avevano gradito le loro scelte. Ma in fondo a loro andava più che bene così. Almeno si evitavano chiacchiere inutili, insulti e frecciatine fastidiose.
Si affrettò a uscire dalla sala grande per raggiungerla. Desiderava passare almeno due minuti in pace con lei.
La vide uscire dalla biblioteca e dirigersi al primo piano dove si sarebbe tenuta Trasfigurazione insieme agli Hafflepuff. Le andò dietro velocemente, raggiungendola.
Senza farsi sentire, la abbracciò all’improvviso facendola trasalire.
    - Sei impazzito? Mi hai spaventata!
    - Mi spiace, ma eri così concentrata da non sentirmi. Non è colpa mia.
La ragazza si girò tra le braccia del biondo, che non attese di sentirsi rispondere in malo modo e la baciò. Il biondo la tenne stretta per i fianchi, accarezzandola dolcemente. Cominciò a baciarla piano, sfiorandole le labbra con le proprie, chiedendole accesso.
La riccia cedette in pochi istanti, anche lei desiderosa di quel contatto.
Così semplice agli occhi degli altri, ma così importante per loro.
Si strinsero forte scambiandosi un bacio profondo e pieno di sentimento.
La riccia si aggrappò alle spalle di lui, alzandosi leggermente sulle punte. Sentiva le loro lingue danzare lente. Poi le mani del biondo le percorsero la schiena fino ad arrivare al collo. Continuarono la loro delicata salita fino ad accarezzarle la nuca e circondarle il viso con le sottili dita da pianista.
Lei e Draco stavano insieme da quasi un anno e si amavano tanto quanto il primo giorno.
Sentirono avvicinarsi un vociare e decisero di interrompere quel momento magico. Nessuno dei due amava dare spettacolo ed entrambi preferivano tenere per loro le effusioni che si scambiavano.
Camminandole affianco e tenendole la borsa, Draco accompagnò la ragazza davanti alla porta dell’aula di trasfigurazione.
Le diede un lieve bacio sulla fronte e le sorrise.
    - Grazie della borsa.
    - Prego. Se non l’avessi fatto …
Un ghigno salì alle labbra del biondo.
    - … Avresti trovato una scusa per allontanarmi dalle lezioni.
Concluse la ragazza.
- Ci vediamo dopo.
    - A dopo.
Sorridendo di quello scambio di battute quotidiano, ognuno si diresse alla propria lezione. E mentre Draco se ne andava nei sotterranei per pozioni, si trovò a pensare che dopotutto non era cominciata malissimo quella giornata.
Ricordando il viso armonioso di Hermione, gli venne in mente cosa si era ripromesso di fare. Si tese subito come una corda di violino e lo sguardo si fece vago.
Ormai ci pensava da un po’ di tempo. Non poteva continuare a rimandare.


L’ora di pranzo arrivò in fretta, e vista la bella giornata, Hermione Granger si rifiutò di mangiare in Sala Grande. Inoltre, sapeva che se fosse sparita con una scusa di sua invenzione, gli altri si sarebbero potuti organizzare per la sera senza doversi scervellare per allontanarla.
Così, prima che scendessero tutti a mangiare, fece un giro del tavolo e prese il necessario per un buon pranzetto fatto di sandwich.
Ogni tanto le piaceva starsene per conto suo e perdersi nei suoi pensieri. Di solito doveva trovare mille scuse per non far preoccupare gli amici, ma quel giorno per fortuna sarebbero stati tutti contenti di non averla fra i piedi.
Si diresse verso il Lago Nero con un’espressione serena in volto.
Si mise a gambe incrociate sul piccolo molo dove era solita andare e si godette il tepore primaverile mentre addentava il suo panino. Aveva passato la sera e la notte prima a studiare e per quanto l’idea di una ripassata ai testi le ronzasse nella mente, sapeva che era preparata a sufficienza per potersi permettere un pomeriggio di relativa calma.
Caso voleva che, a differenza degli altri venerdì, dopo pranzo aveva solo lezione di Pozioni insieme ai Ravenclaw e il resto delle ore buche. La professoressa di Erbologia era tormentata da una brutta allergia da Ridarella Urticante, una pianta davvero graziosa alla vista ma temibile nei suoi effetti, se ne venivano sfiorati i petali. Così la Sprite aveva annullato le lezioni di quel giorno per riprendersi dalla ridarella acuta e dal prurito fastidioso.
Normalmente il venerdì era giorno della settimana più pesante di tutti, dato che vi erano poche materie, ma doppia lezione di ognuna. Se poi si aggiungeva l’aspettativa del sabato e del riposo, la giornata diventava ancora più lunga.
Era talmente presa dal fantasticare frivolamente su cosa mettersi per la festa da non accorgersi che una persona le era arrivata alle spalle. Due mani sottili e fredde le si posarono sugli occhi e lei sorrise riconoscendole al volo.
Ghignando molto in stile Slytherin, decise che non era male l’idea di uno scherzetto.
- Theo! Mi fai spaventare! Lo sai che se Draco ci scopre è la fine!
- Scusami?
La risposta indignata del biondo la fece ridere apertamente. Lo guardò fare una smorfia semi seccata per esserci cascato in pieno, poi si lasciò cadere accanto a lei.
- Ci sei cascato come un pollo!
- E tu sei perfida. La mia compagnia ti sta plagiando un po’ troppo.
- Può darsi. Vuoi un panino?
- Ti sei organizzata?
- Già.
La riccia gli diede un panino con un sorriso e continuò tranquillamente a mangiare il suo. Sapeva di essere osservata ma lasciò perdere.
Si era accorta da tempo di come lui la guardava continuamente. Sembrava quasi che ogni sua mossa lo affascinasse. Di solito se ne sentiva lusingata e non faceva commenti a riguardo.
Ma in quel momento un’ombra le si affacciò nella mente. Lo sguardo del suo ragazzo era decisamente più serio delle volte precedenti.


Draco Malfoy non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua ragazza. Era quasi un anno che stavano assieme ma era come se fosse sempre il primo giorno.
Ogni sua mossa, ogni suo sguardo lo incantavano come mai aveva immaginato. Anche ora mentre mangiava. La guardava sbocconcellare il panino e per quanto fosse un gesto comune, lo lasciava comunque meravigliato.
Entrambi non amavano le romanticherie pubbliche o i gesti plateali, ma spesso lui stesso aveva sentito la voglia bruciante di prenderla in mezzo alla gente e baciarla davanti a tutti. Ma si era sempre trattenuto, per paura di contrariarla.
Aspettò che lei finisse di mangiare e di bere e posò il suo panino intatto. Era sicuro fosse squisito, ma in quel momento non sarebbe riuscito a mandar giù niente.
- Draco stai bene? Hai uno sguardo strano.
Lui la guardò intensamente. Voleva rispondergli, ma aveva la bocca secca. Un pensiero lo assillava da giorni ormai e ogni volta che tentava di parlargliene gli si stringeva la gola.
Fece l’unica cosa che gli venne spontanea in quel momento. Si avvicinò e le prese il viso tra le mani. Posò le labbra sulle sue e la baciò con una dolcezza che faceva trasparire esclusivamente quando erano da soli.
La riccia rispose immediatamente al bacio come ogni volta. Era preoccupata, ma se Draco non intendeva parlarne per primo, lei di certo non lo avrebbe forzato.
Quando lui schiuse le labbra, Hermione si avvicinò ulteriormente e lo abbracciò. Quasi senza rendersene conto si trovò comodamente seduta sulle gambe di lui a scambiarsi un po’ di coccole.
Lei adorava abbracciarlo. Le dava una sensazione di protezione che mai aveva provato con nessun altro. Sentiva il calore di quella pelle diafana, che in passato aveva creduto fredda come un pezzo di ghiaccio, e quel tepore la confortava non poco.
Dopo un tempo che entrambi non seppero calcolare, si staccarono, guardandosi con amore.
- Stai bene Draco?
- Si certo.
Lei lo guardò un po’ scettica.
- Non sei obbligato a parlarne, ma sai che non mi freghi.
Lui sospirò guardandola dolcemente. Le accarezzò il viso con sguardo serio, al che lei si preoccupò maggiormente. Voleva forse lasciarla?
- Hermione ti dovrei parlare di una cosa importante. Sono giorni che vorrei farlo ma tutte le volte non trovo le parole più giuste.
- Cosa …
- HERMIONE!
Entrambi incassarono la testa nelle spalle sentendo quel grido. Erano Ron e Blaise che la stavano chiamando a gran voce per chissà quale motivo. Controvoglia, rispose e i due li raggiunsero.
La coppia si alzò e Draco con un colpo di bacchetta fece sparire le prove del pranzo.
- Eccoti Herm! Ti abbiamo cercato ovunque!
  • Avevo voglia di pace e tranquillità. E tu sai perché Ron.
- Si, se Lavanda ti avesse trovata a tavolo in Sala Grande avrebbe rischiato di andare in iperventilazione per farti andare via! Ma abbiamo bisogno di te. E dobbiamo sbrigarci. Lavanda non sa che io so. E se mi trova qui mi lincia. O peggio, mi lascia in bianco per un mese.
Hermione guardò Ron roteando gli occhi al cielo.
- Che succede?
- Aspetta un secondo Weasley. Te la riporto subito.
Senza attendere risposta, Draco prese per mano Hermione e si spostarono una decina di metri più in là, sotto lo sguardo basito del rosso e del moro. I due diedero le spalle alla coppia per lasciare loro un minimo di privacy.
Il biondo la prese e l’abbracciò stretta respirando profondamente il profumo dei capelli di lei. Adorava quell’odore di gelsomino.
- Draco comincio a preoccuparmi. Che succede?
- Volevo solo darti un ultimo bacio prima che quei due ti rapissero. È un male?
La voce troppo seria del ragazzo vece venire un brivido alla ragazza, che decise di non darci peso, credendolo frutto dell’ansia che l’attanagliava sempre.
Si scambiarono un bacio appassionato stringendosi come se non dovessero più vedersi.
Quando Draco se ne andò, non si accorse di lasciarsi alle spalle una Hermione terribilmente spaventata e ancora più ansiosa.


Andandosene verso il castello, Draco Malfoy era pensieroso. Quasi non si accorse di dove andava. Fece le scale per arrivare alla Torre come un automa.
Entrato in camera, aprì il baule e cominciò a cercare lentamente l’oggetto che voleva. Quando lo trovò, lo guardò fisso.
- Devo farlo oggi. Sto esitando da troppo tempo. E non posso aspettare ancora.
- Di cosa stai parlando Draco?
Il biondo trasalì visibilmente sentendo la voce di Pansy.
- Accidenti Pansy! La parola bussare non te l’hanno mai insegnata?
La mora fece un’alzata di spalle incurante.
- A quanto pare sei tu che sei sordo. Ho bussato tre volte ma non ti sei mai girato. Lo sai vero che fra poco portano qui Hermione? Non ti conviene farti trovare o scoprirà della festa.
- Lo sa già della festa.
Pansy sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Cosa? Ma la Brown mi ha detto …
- Hermione fa finta di nulla per farle felici. Ma lo sa da sempre.
Rivelò il biondo mentre infilava l’oggetto in tasca.
- Capito. Allora smetto di scervellarmi. Mi spieghi cosa stai facendo?
- Niente che ti interessi Pansy. Come mai non sei a lezione?
- Ho chiesto mezzo pomeriggio a Silente. Ho bisogno di fare altre pozioni calmanti.
- Daphne?
- Anche. Te come stai?
- Meglio.
Continuando a parlare, si trasferirono nel salottino interno alla Torre e si sedettero vicino alla finestra aperta per poter fumare tranquillamente.
Da discorsi che riguardavano la loro ansia, passarono a quella benedetta festa.
- Le hai fatto un regalo?
- No.
Dichiarò lui, voltando lo sguardo grigio altrove.
- Come no? È il compleanno della tua fidanzata e non le fai un regalo?
- È la mia “ragazza” e comunque non ho avuto tempo.
Precisò con apparente indifferenza.
- Potevi farti spedire qualcosa da un negozio. Come facevi con me e Daphne.
- Pansy,cambiamo argomento per favore. Non mi va di parlarne.
- Come vuoi Draco.
L’ultima frase detta con quel sarcasmo che solo Pansy sapeva usare, fece sospirare di esasperazione Malfoy.


Ora di cena.
Cinque persone s aggiravano sospette per il corridoio del settimo piano con un carico decisamente pesante.
- Ron ti dai una mossa con quella cassa! Rischiamo di farci beccare da Hermione. E la sorpresa va a farsi fottere!
- Harry non rompere le palle! La mia cassa è più pesante della tua!
- Non urlare idiota!
Il battibecco fra quei due fece irritare al massimo Blaise.
- Finitela e muovete il culo!
Entrambi i grifoni sgranarono gli occhi fermandosi di botto. Blaise era famoso per essere il più educato e pacato di tutti e sentirlo inveire con termini del genere era una cosa rara.
Harry e Ron si zittirono all’istante e ricominciarono a camminare aumentando il passo. Arrivati di fronte alla porta della stanza delle necessità, si fermarono e pensarono alla frase decisa i giorni scorsi per la festa.
Dammi un posto grande dove poter festeggiare Hermione Granger”
Entrati, videro le ragazze di Gryffindor e Daphne finire di addobbare la stanza con veli di raso rosso e oro. Neville e Luna erano intenti a spostare il mobile bar dove poi Theo avrebbe servito gli alcolici. La torta, gentilmente fornita dagli elfi domestici della scuola, era riposta dietro un paravento in stile giapponese. I preferiti di Hermione.
Ovviamente avrebbero omesso il particolare degli elfi con la festeggiata.
Lavanda, vedendoli entrare, sospirò sollevata. Scese dalla scaletta su cui era salita e li raggiunse in pochi passi.
- Eccovi finalmente! Nott deve cominciare a preparare e voi non arrivavate mai! E dovete pure darci il cambio.
- Lavanda calmati! Adesso siamo qui e sono solo le sette.
Prima che la ragazza potesse rispondere all’affermazione di Harry, Ron intervenne.
- La festa comincia fra due ore, quanto vi ci vuole a vestirsi?
Gli sguardi delle cinque ragazze presenti, tranne Luna, furono a dir poco raggelanti. Passarono accanto ai ragazzi con sguardi truci al punto da poterli fulminare.
- Tu non capisci proprio nulla!
Sibilarono al rosso che, una volta uscite le ragazze, guardò gli altri confuso.
- Ma che ho detto?
Harry e Blaise lo guardarono ridendo e si avviarono a completare il lavoro. Avevano un’ora poi dovevano prepararsi anche loro.


Draco Malfoy per la prima volta non sapeva cosa mettersi. Era nervoso in modo quasi inverosimile. Con davanti l’armadio aperto, guardava i suoi abiti storcendo il naso.
Vanitoso com’era, gli dava fastidio non avere nulla di nuovo da mettersi per quella sera. Alla fine, scelse qualcosa che sapeva sarebbe piaciuto alla festeggiata.
Jeans chiari a vita bassa babbani e una camicia nera. Erano stati un regalo di lei per natale.
Magari ti ambienti meglio a Londra se ti vesti come noi comuni mortali!”
Glielo aveva detto ridendo e a lui quegli abiti, anche se mai indossati, non erano dispiaciuti a prima vista.
Indossandoli, decise che forse l’unica invenzione decente dei babbani era il tessuto dei Jeans.
Si sistemò i capelli con la solita coda bassa senza però lasciare ciuffi fuori posto.
Si rimise l’anello dei Black di sua madre all’anulare destro e si sentì pronto per uscire. Doveva farsi trovare già nella stanza delle necessità prima dell’arrivo di Hermione. E soprattutto doveva sparire dalla Torre prima che dalla porta accanto cominciassero a uscire le ragazze pronte.
Mentre stava per aprire l’uscio, si ricordò di una cosa. Andò al suo comodino e prese quel piccolo oggetto che aveva comprato mesi prima. Lo rimpicciolì e se lo mise in tasca. Quella sera doveva riuscirci.
Camminando per i corridoi, si chiese ghignando come avessero fatto le ragazze a trovare una scusa per far vestire Hermione in modo appropriato per la festa.


Nell’altra stanza della Torre intanto, Hermione guardava scettica le altre.
Si era fatta una lunga doccia calda rilassante. Troppi pensieri nella mente. Troppi dubbi.
Si era accorta che Draco era strano ultimamente, ma non vi aveva fatto troppo caso. Insomma, erano tutti angosciati e quasi tutti loro prendevano pozioni tranquillanti per dormire.
Ma il comportamento di lui in quella giornata l’aveva turbata. Troppi sguardi seri. Troppe parole e gesti tesi.
Era stata scaricata in passato e quell’atteggiamento le faceva temere una replica di quegli eventi.
Asciugandosi i capelli, aveva deciso che era meglio mettere da parte quei pensieri e godersi il compleanno. Il giorno dopo, che sarebbe stato il loro anniversario, gli avrebbe parlato chiaramente.


Le avevano detto che quella sera ci sarebbe stato una festicciola tra ragazze e che per divertirsi si sarebbero vestite a festa.
La festeggiata fece ovviamente finta di crederci, ma dentro pensò che ormai erano a corto di idee. Le vide agghindarsi come se fosse un gran galà e lei invece, imbacuccata nel suo accappatoio bianco, guardava il suo armadio sfiduciata. Nessuno degli abiti che possedeva le piaceva abbastanza. I regali delle altre negli anni scorsi erano cose troppo osè, mentre i suoi troppo da suora.
Decise che optare per una via di mezzo sarebbe stata la cosa migliore.
Scelse un vestito nero, che rimaneva stretto sul seno e aderiva fino alla vita. Il tessuto morbido scivolava dolcemente sulla sua figura e si apriva a balze fino a molto sopra il ginocchio. Essendo senza spalline e per lei troppo scollato, indossò uno scalda cuore rosso con le cuciture d’argento.
Ai piedi scelse le sue solite decolté nere strausate.
Con un colpo di bacchetta le rese esteriormente come nuove lasciando intatta la comodità che avevano acquisito con tanta sofferenza dei suoi piedi.
Uscì dalla stanza trovando le altre ragazze alle prese con il trucco e tutte vestite in maniera decisamente elegante.
La guardarono storcendo la bocca per la sua scelta, ma lei sapeva già cosa rispondere zittendo le proteste e allo stesso tempo non offendendole.
- Non protestate. È una serata tra donne e mi sento anche già troppo elegante per l’occasione.
Ginny la guardò sorridendo senza farsi vedere. Sapeva che la festa non era una sorpresa per Hermione e si disse orgogliosa della sua prontezza di spirito.
Purtroppo per la riccia, non riuscì a impedire che la torturassero mettendo mano ai suoi capelli.
In poche mosse, li resero lisci e lucenti e fu così che si rese conto della loro lunghezza. Adesso che non erano più avvolti in boccoli le arrivavano fino a metà schiena.
Per sua fortuna la truccarono in modo semplice. Matita nera sotto gli occhi, eye liner sottile sopra le palpebre e mascara. Niente di eccessivo, come piaceva alla festeggiata.


Il chiacchiericcio che regnava nella stanza lo stava innervosendo.
Ad un segnale della Brown si sarebbero nascosti dove potevano e avrebbero spento le luci per fare la sorpresa ad Hermione ma l’attesa lo stava logorando. Harry gli aveva già detto di calmarsi tre volte e gli aveva messo in mano un drink potente per fargli distendere i nervi. Ma non serviva a molto. Erano le nove e un quarto e la festeggiata era in ritardo come da copione.
Quando il patronus di Lavanda a forma di farfalla entrò, Draco spense la sigaretta e si mise con le spalle al muro come da accordi.
Nel giro di un minuto entrarono le ragazze.
- Cali, perché è tutto buio? Che razza di festa tra ragazze sarebbe questa?
Il biondo ghignò. Era dannatamente brava a recitare.
- Si saranno spente le torce o magari non ho pensato bene alla frase da dire.
Daphne intervenì come pattuito.
- Non ci siamo sbagliate Granger. Questa è una …
A quel punto Malfoy vide la stanza illuminarsi di colpo e oltre cinquanta persone urlare SORPRESA!
Hermione sorrise di gioia abbracciando le sue amiche mentre veniva trascinata in mezzo alla calca che l’abbracciava e le dava pacche gentili sulle spalle.
Un fischio fastidioso fu il segno che Harry Potter aveva acceso il microfono della console.
C’era da dire che la scelta di una console per DJ babbana era stata strana come decisione. A quanto pareva, Dean Thomas era bravissimo a mixare e Draco era in fondo curioso di vedere che razza di musica avrebbero dato.
Vide Potter salire su un tavolino e catalizzare l’attenzione su di sé.
- Ragazzi un minuto per favore! Allora, questa festa è ovviamente per festeggiare il 18° compleanno della nostra Hermione. Ci proviamo ogni anno e ogni anno riusciamo a farti la sorpresa cosa che ci riempie di felicità! Almeno riusciamo a fregarti in qualcosa!
Uno scroscio di risate seguì quella affermazione. Con un gesto della mano fece far silenzio di nuovo.
- Sto usando un microfono babbano in onore di tanti di noi che hanno origini babbane e poi perché è anche molto più figo che una bacchetta puntata alla gola.
Altre risate allegre fecero sbuffare Draco.
- Insomma, per farla breve, ti vogliamo bene. Sei la nostra Regina di Gryffindor e questa festa è tutta per te. Auguri di cuore Hermione.
Un applauso. Qualche lacrima della festeggiata e altri abbracci.
La musica era partita.
Canzoni da discoteca si susseguirono nella stanza scatenando tutti i presenti a ballare come meglio potevano.
Malfoy finì in un sorso il suo drink e decise di raggiungere la sua ragazza. Passò a stento nella calca di gente ammassata che ballava e riuscì finalmente a sfiorarle il braccio.
Quando Hermione si girò e lo vide, gli si buttò fra le braccia facendosi stringere forte. Rimasero in quella posizione per un po’ godendo del calore reciproco.
Poi quando si staccarono leggermente si scambiarono un bacio che tutto aveva tranne che di casto.
Hermione si sentì fremere a quel tocco lento, profondo e terribilmente passionale. Sentiva la lingua di lui accarezzarla piano ma con dolce forza e lei rispose in maniera altrettanto sentita.
Quando si staccarono, entrambi avevano gli occhi più liquidi di desiderio, di quel qualcosa che potevano solo posticipare.
- Sei bellissima. Lo sei sempre, ma stasera … sei stupenda.
La festeggiata sorrise lusingata. Era raro che Malfoy si lasciasse andare a cose così frivole come i complimenti.
- Anche tu, Draco. Non vedevo l’ora di vederti addosso i vestiti che ti ho regalato. Ti stanno davvero bene.
Dopo un bacio veloce, vennero interrotti e trascinati in pista a ballare quella che Draco definì “musica sgangherata per drogati cronici”.
Ma si divertì comunque, soprattutto perché con lui c’era Hermione.


Dopo due ore di festeggiamenti ininterrotti con musica, balli e tanto, tanto alcool, ci fu il momento del taglio della torta.
Era una torta altissima, fatta per sfamare le tante persone accorse alla festa.
Durante quel tempo, la musica venne abbassata e il tono cambiato. Era il momento dell’apertura dei regali.
Mentre un incantesimo faceva si che il dolce si tagliasse in fette tutte uguali e si depositasse in piattini colorati, Hermione venne trascinata al tavolo dove tutti avevano depositato i regali.
Cominciò a scartarli allegra.
Harry e Ron le avevano regalato un set per uno scrittoio professionale. Li abbracciò forte contenta che sapessero ciò che desiderava.
Lavanda e cali le regalarono un vestito un po’ scollato color avorio che le piacque tantissimo. Mentre le ringraziava immaginava quando lo avrebbe potuto mettere.
Ricevette anche una scorta a vita di caramelle da Mielandia, una scatola di scherzi dai gemelli Weasley che donò contenta ai suoi compagni. Li avrebbero usati molto meglio di quanto avrebbe saputo fare lei.
Ginny le donò una collezione di libri che Hermione desiderava da tempo.
Perse il conto dei doni in breve essendo molti.
La serata proseguì per altre ore con musica e risate. Ed Hermione, in quel momento, circondata dai suoi amici, abbracciata al suo ragazzo, si sentiva la persona più fortunata della terra.


Verso le tre del mattino, erano rimasti in pochi nella stanza delle necessità. Gli alcolici erano in esaurimento e la maggior parte della gente, ubriaca o cotta, se ne era tornata pacificamente nel proprio dormitorio.
In fondo alla sala, attorno ad un tavolino circondato da poltroncine, c’erano gli abitanti della torre di nord-ovest ridenti e felici.
Daphne smise di ridere alla battuta appena fatta di Ron e sorseggiando il suo drink si rivolse a Hermione.
- Dove li metterai tutti i tuoi regali? E soprattutto come te li porterai in camera?
La festeggiata guardò il mucchio altissimo accanto alla porta di ingresso e fece una smorfia.
- Immagino che li lascerò qui e domattina li rimpicciolirò per portarmeli via. Ora sono troppo stanca anche solo per pensarci. E ho male ai piedi.
Gli altri risero al tono ironico misto a esasperato dell’ultima frase.
Draco la strinse ancora un po’a se.
Approfittò di un momento in cui i presenti stavano parlando tra di loro e si abbassò all’orecchio della sua ragazza.
- Che ne dici di svignarcela?
Lei si girò a guardarlo sorridendo.
- Ti stai annoiando? Credevo ti divertissi.
- Non mi sto annoiando, ma voglio stare un po’ da solo con te. È tutto il giorno che quasi non ti vedo.
Hermione gli accarezzò piano la guancia e lo baciò lievemente .
- Adoro quando abbassi la guardia e diventi zuccheroso.
Draco sbuffò a quella frase. Tornò a guardare la sua donna in maniera eloquente, pregandola con gli occhi di andarsene da lì..
La ragazza acconsentì e si alzò.
- Noi ragazzi vi abbandoniamo. Continuate pure a bere se volete, ma noi siamo stanchi.
- Si certo come no. Ditelo che volete imboscarvi e festeggiare da soli.
Hermione diede un leggero scappellotto a Ron.
Salutarono ancora tutti e diedero la buona notte.
- Dite che è meglio restare qui?
Chiese Ginny finendo in un sorso il suo succo di zucca.
Harry si alzò per andare a buttare la bottiglia di birra e ridacchiò.
- Io sinceramente resterei qui. Non mi va proprio di sentirli fare sesso sfrenato.
Gli altri risero a quella frase.


Hermione Granger chiuse la porta e si cavò immediatamente le scarpe con un sospiro. Il sollievo che si prova dopo essere state ore sui tacchi, ad appoggiare le piante nude sul pavimento è incomparabile.
Draco ridacchiò vedendola in quello stato di beatitudine.
- Perché te le sei messe se sai che ti fanno male?
- Di solito sono comodissime. Ma indossarle dalle nove alle tre di notte fa comunque differenza che non indossarle proprio. Ti pare?
- Forse hai ragione. Ma non me ne intendo di tacchi.
- Per fortuna.
Con la solita calma, Malfoy si sfilò scarpe e calzini sedendosi sul bordo del letto e stendendosi con un sospirò.
Vide la sua ragazza togliersi lo scalda cuore e gattonare sul letto fino a raggiungere la tua testa.
Erano quelli i momenti che il biondo preferiva.
Agli occhi di tutti, era rimasto lo stronzo borioso che sfotteva per ogni più piccola cosa, ma con lei, quando erano completamente soli, poteva essere se stesso.
In pubblico invece non si permetteva nessun atteggiamento affettuoso. Anzi, spesso battibeccavano.
Ma quando erano solo lui e lei, nella privacy della loro stanza, allora si lasciava andare, donando tutta la dolcezza che possedeva all’unica donna che amava.
Si sistemarono meglio fino a che Draco appoggiò la testa sul grembo di lei, che subito si mise ad accarezzargli i capelli e, come d’abitudine, lo sentì fare un po’ di fusa.
La Gryffindor sorrise contenta. Sapeva quanto quel gesto piacesse al suo uomo.
- Hermione, ti dovrei parlare di una cosa importante.
Quel tono serio e quella frase detta con tanta disarmante calma, fece tornare alla festeggiata i dubbi che l’avevano assalita durante il giorno. La riccia respirò profondamente togliendo le mani dai capelli di lui.
- Dimmi. Ti ascolto.
Draco si accorse di quanto poco lei riuscisse a fingere. A stento tratteneva l’ansia nel parlare.
Si alzò e andò a prendere una sigaretta e ad aprire la finestra.
Perché era così difficile? Doveva solo farle una stupida domanda. Dando le spalle alla ragazza, prese la scatolina rimpicciolita e con un incantesimo non verbale la fece tornare alle sue dimensioni originali.
- Draco, cosa succede? Mi stai facendo preoccupare.
- Non ti devi preoccupare Hermione. È solo che …
- Vuoi lasciarmi?
Draco cominciò a tossire il fumo che gli era andato di traverso. Si girò guardandola quasi sconvolto.
- Cosa?
- Ti sto chiedendo se vuoi lasciarmi.
- Perché pensi che ti voglia lasciare?
La ragazza scese dal letto e gli si avvicinò. Si stava stritolando le mani e la vedeva davvero ansiosa.
- È tutto il giorno che sei pensieroso. Ti ho visto anche nei giorni scorsi perderti nei tuoi pensieri ed estraniarti dal mondo. In più, mi vuoi parlare di una cosa importante e nel dirlo sei tanto serio.
- E la prima cosa che ti è venuta in mente è che volessi lasciarti?
- Bhè … si …
Ammise infine con imbarazzo.
Draco spense la sigaretta e dando le spalle un secondo alla ragazza si lasciò andare ad un sorriso felice.
Non l’aveva mai vista tanto in ansia e preoccupata neanche durante la guerra, ma lo era al pensiero che lui la lasciasse.
Si, era la donna giusta.
Si girò e l’abbracciò impedendole di dire altro.
- No che non ti voglio lasciare, piccola. Non potrei mai. E lo sai bene.
- E allora che succede?
Lui tornò a guardarla negli occhi sentendo l’emozione salirgli in petto come mai era successo. Doveva farlo. Ora o mai più.
Le prese le mani stringendole forte ma senza farle male e respirò profondamente.
- Stiamo insieme da quasi un anno. Il nostro anniversario sarebbe già in corso visto che è già il 16 maggio.
- È vero.
- Un anno fa, dopo alcune settimane di … posso dire prova? Abbiamo deciso di tentare e stare insieme come coppia. Abbiamo dovuto affrontare varie sfide oltre la guerra. Per me è stato più facile, certo. Ma tu hai dovuto fronteggiare i tuoi amici di sempre. E mi dispiace di essere stato la causa di tanti litigi.
Hermione non sapeva cosa pensare.
Ricordava fin troppo bene i primi mesi di storia. Sia Harry che Ron trovavano folle che lei potesse stare con uno come Malfoy. Nella memoria erano ancora vivide le litigate feroci e le notti insonni passate a piangere per trovare una soluzione. Solo la prima battaglia aveva fugato ogni dubbio.
Draco si era beccato una spada nel braccio per proteggere Hermione. Da quel momento, le cose erano cambiate fino a trasformare Draco ed Harry in due amici. Un po’ strani, ma sempre amici.
- Dove hai messo Draco e chi sei tu?
Il biondo si mise a ridere e l’abbracciò stretto.
- Sarà l’unica volta in cui mi sentirai parlare così, Mezzosangue. Ricordalo.
- Ora si comincia a ragionare.
Tornarono a guardarsi e Draco vide l’ansia sparire dagli occhi nocciola dorato della donna che amava. Mai avrebbe pensato che un giorno, dopo tutta una vita basata sull’indifferenza e sulla presunta assenza di sentimenti, il suo cuore avrebbe cominciato a battere impazzito per una mezzosangue.
Le prese una mano stringendola con intensità e tirò fuori dalla tasca quella preziosa scatolina di velluto acquistata da tempo.
Respirando profondamente, si inginocchiò di fronte a lei.
- Ho chiesto in giro e questo è il modo in cui normalmente i babbani fanno questo genere di domande.
Hermione non riusciva quasi a respirare. Aveva la gola secca e il cuore che le rimbombava nelle orecchie da tanto che le batteva forte.
Lo guardava negli occhi e vedeva e sentiva qualcosa che mai prima di quel momento aveva provato.
- So poche cose. Forse non so proprio niente. Ma di una cosa sono certo. Sei e sarai sempre l’unica donna all’altezza di starmi accanto. L’unica con il coraggio e la forza di affrontarmi. E soprattutto, sei l’unica per la quale vale la pena vivere.
Hermione aveva quasi le lacrime agli occhi.
Da quando stavano insieme, mai aveva sentito e visto Draco lasciarsi andare in questo modo ai suoi sentimenti. Sempre freddo, calcolatore e razionale, scoprire quel lato romantico, la stava sconvolgendo.
Lo vide prendere un altro respiro profondo.
- Mi vuoi sposare, Hermione? Ti va di condividere la vita con me?
Il biondo trattenne il fiato in attesa di una risposta. Neanche durante le feroci battaglie, in cui aveva rischiato di morire più volte, aveva avuto tanta paura.
La guardò mentre lo osservava con gli occhi lucidi.
Hermione si abbassò, inginocchiandosi di fronte a lui. Non riusciva a staccare gli occhi da quelli di ghiaccio del biondo. Quello le parve il momento perfetto per dire qualcosa che aveva sempre temuto di pronunciare.
- Ti amo, mio furetto platinato. Si, si voglio sposarti!
Il cuore del ragazzo fece una capriola e un sorriso al limite della felicità gli stravolse il viso.
Con mano quasi tremante, aprì la scatolina e mostrò un anello di platino, con un diamante non troppo grande a forma di stella. Sapeva che la sua testarda Gryffindor non avrebbe mai amato qualcosa di troppo appariscente. Gli fece scivolare l’anello all’anulare sinistro e si portò la mano alle labbra a sfiorarla con un bacio. Hermione gli sorrise commossa, poi si abbracciarono e si baciarono di slancio, come a suggellare quell’evento in maniere concreta.
Ancora in ginocchio sul pavimento, Draco si strinse addosso la sua fidanzata e si sollevò per tornare in posizione eretta. Continuò a baciarla con passione, affondando nella sua bocca come se fosse una boa di salvataggio. La desiderava e la amava con tutto se stesso, e oltre alle parole, voleva aggiungere i fatti.
Le mani della ragazza corsero alla nuca di lui, sciogliendogli i capelli e infilandovi le mani. Sentiva le mani del suo fidanzato accarezzarle la schiena e i fianchi con mano forte e dolce. Poteva sentire tutto il potere di quel sentimento attraverso quel corpo tonico che la stringeva. Un po’ barcollanti, raggiunsero il letto e vi si stesero. Il desiderio di entrambi ardeva come una fiamma. Entrambi erano troppo smaniosi di aversi.
Il vestito di lei fu aperto con una lentezza quasi esasperante che la fece tremare.
Draco fece scorrere la cerniera e abbassò la stoffa baciando ogni centimetro di pelle che si scopriva. Sentire quel sapore unico di lei sotto le labbra e ascoltare i dolci sospiri di piacere era la cosa che più amava. Solo quel piccolo particolare aveva il potere di eccitarlo oltre ogni dire.
Lo Slytherin si tolse la camicia in poche mosse, smanioso di sentire il calore del seno di Hermione sul suo torace. Accolse quel contatto con forte desiderio.
E sentì la pelle d’oca salire prepotente quando le unghie della ragazza gli percorsero la spina dorsale.
Avrebbe voluto essere calmo, godere di ogni sospiro con lentezza per portarla al limite. Ma non ce la fece.
Si avventò sulle labbra della ragazza con una passione quasi cieca. Passione alla quale Hermione rispose.
Tutta la paura e l’ansia della giornata scivolarono via mentre si aggrappava alle spalle del suo fidanzato e sentiva le mani delicate di lui toglierle gli ultimi indumenti.
Un vortice di colori.
Un calore crescente.
Suoni spezzati.
Carezze quasi feroci.
Sensazioni che contrassegnavano l’amore con Draco Malfoy. Era capace di farle scoprire un mondo che forse non aveva mai creduto esistesse. E di farla sentire donna. Di farla sentire bella come nessun’altra.
E ogni volta che facevano l’amore era diverso e uguale allo stesso tempo.
L’orgasmo li raggiunse a poca distanza uno dall’altra lasciandoli storditi e senza fiato.


Hermione Granger osservò il rivolo di fumo azzurrognolo salire placido dalla sigaretta di Draco Malfoy.
Stesi tra lenzuola di seta scure e morbidi cuscini, si godevano il tranquillo torpore dovuto al loro atto d’amore.
Draco era seduto con la schiena appoggiata alla testata del letto, lei giaceva stesa a pancia in giù e le braccia snelle stringevano un cuscino sotto al mento.
- Lo sai che ti fa male fumare.
Il biondo ghignò.
- Ho ridotto tantissimo da quando stiamo insieme. Ma non puoi cavarmi anche questa, piccola.
- Mi arrendo. Questa te la concedo.
Malfoy sbuffò facendo finta di essersela presa e lei rise leggera.
Si accostò fino ad abbracciarlo, lasciandosi circondare le spalle dal suo fidanzato.
Fidanzato.
Si guardò la mano sinistra con il suo nuovo anello e rimase incantata.
- Sta succedendo davvero?
Chiese lei in un sussurro.
- Si, piccola. Sta succedendo davvero.
Si guardarono con occhi seri e dolci e si scambiarono un lievissimo bacio a fior di labbra. Leggero come il battito di una farfalla e intenso, come il loro amore.
















Qualcosa che nessuno dimenticherà mai, è lo sguardo degli sposi quel lontano giorno.
Davanti al prete in una piccola chiesa bianca, due persone a prima vista completamente diverse, si scambiarono i loro voti di amore.
I loro amici e parenti avrebbero conservato per sempre nel cuore il ricordo della luce che illuminava i due giovani. Una luce così pura e potente, da rendere innocenti anche i peccatori.
E come nelle favole, vissero felici e contenti.
Litigando, discutendo, amandosi, desiderandosi.
Vivendo l’uno per l’altra.


THE END




Ciao a tutti!
Questa, come l’altra, è una shot scritta durante i flash mentali in ufficio. È diversa dall’altra ma parla sempre dello stesso pairing.
Devo ringrazia di nuovo Ladykirahm e lo faccio con il più immenso piacere.
Mi ha sostenuta e corretta infinite volte e grazie al cielo mi ha fatto capire quanto stessi sbagliando con il primo finale che avevo scelto. Ma sai sorellona, la tua storia è talmente bella che non me ne sono resa conto. Volevo essere come te!
Heheheheheh.
Non mi trattengo oltre per non annoiarvi. Commentante se ne avete voglia, a me fa sempre piacere sapere cosa ne pensate.
Approfitto per ringraziare di cuore tutte le persone che hanno commentato la mia precedente shot e anche tutti coloro che hanno letto.
Siete mitici!
Nel frattempo vi indico una shot davvero splendida, nel caso non l'abbiate già letta.
"Quello che gli altri non vedono" di Ladykirahm

Un abbraccio a tutte e tutti!














  
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