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Autore: Shinalia    20/12/2010    6 recensioni
estratto capitolo
« Sei una vampira, non puoi soffrire di emicranie! » ribattei mesto ed in tono leggermente acido.
Alzò gli occhi al cielo con evidente irritazione « Sembri un animale in gabbia. A casa sono tutti preoccupati … » Annuii distrattamente, non dando realmente peso alle sue parole. Notando la mia disattenzione Alice si indispettì « Bella si è divertita moltissimo a scuola! - squittì
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
 
 
«Io lo ammazzo!» esclamai, stringendo i denti, stizzita.
«Non credi di esagerare? – mormorò ironico Matthias, disteso supino sul mio letto. – Il suo potrebbe essere definito un atto gentile.»
«Non essere ingenuo. È qui per controllarmi, ovviamente.» sentenzia caustica. Dopo una conversazione imbarazzante avuta in soggiorno con una scusa mi ero defilata nella mia camera insieme al mio amico, abbandonandomi ad esclamazioni poco gentili nei confronti di Edward.
Naturalmente ad alimentare la mia acredine era lo sguardo da pesce lesso di Velia, della bellissima e biondissima Velia. Di quella vampira adulta che poteva offrirgli quello di cui aveva bisogno, e che lui non reputava solo una bambina da dover accudire.
«Io lo ammazzo.» ripetei nuovamente, ancor più convinta della necessità di punirlo per tutto ciò che stava causando. Possibile che mia mamma gli avesse permesso di raggiungermi? Non era lei a biasimare la mia infatuazione reputandola nulla più di una cotta? Mi era parsa così lieta quando le avevo comunicato di voler allungare il mio soggiorno presso i suoi amici… perché aveva acconsentito alla decisione di Ed? Non riuscivo a comprendere.
Lei sapeva…
Sbuffai mentre Matthias ridacchiava, divertito dalla veemenza delle mie parole e probabilmente anche dallo sguardo truce che le accompagnava. Proprio non capiva il mio dramma…
«Spiegagli semplicemente quello che pensi e mandalo via.» mi suggerì pacato, giocando con una ciocca dei miei capelli. Come se fosse tanto facile. Come se non avessi tentato più volte di parlargli, di lasciargli intendere l’origine del problema… a nulla erano valse le mie parole e le miei insinuazioni.
Non c’è peggior sordo di colui che non vuol sentire.
Sbuffai, poggiando la testa sul suo petto, mugugnando scontenta. «Si vede che non lo conosci.»
«Da quanto ho capito non credo voglia farti stare male, al contrario.»
«Peccato che è a causa sua se…» mi interruppi, respirando a fondo, per recuperare un po’ di contegno. Lamentarmi come una mocciosa isterica non avrebbe che confermato le sue teorie. «Lascia perdere Matt. - mormorai imbronciata. – Non ha importanza, tra qualche giorno tornerò a casa e tutto sarà come prima.»
«Stai scappando di nuovo.» sentenziò mesto.
Non replicai. La sua non era un critica o una lamentela, ma una semplice e genuina constatazione, e forse per questo faceva più male. Aveva ragione. La fuga era diventata in mio modus operandi nelle situazioni stressanti, l’unica soluzione che balenava nella mia mente, soprattutto quando Edward era coinvolto.
Forse il mio non era che un meccanismo di difesa, dopo gli ultimi anni trascorsi a mostrarmi matura, tentando di dimostrargli che io potevo essere altro oltre alla piccola Bella.
Ma ero stanca di combattere una guerra senza speranza, era avvilente e poco produttivo, ed io ero decisamente stanca.
«Credi sia geloso di me?» domandò d’un tratto, infrangendo il silenzio e le mie elucubrazioni mentali.
«Si.»
«Credi sia qui per questo?»
Il suo tono si trasformò in un bisbiglio appena percettibile. Inarcai un sopracciglio studiando la sua espressione stranamente concentrata, prima di rispondere in tono altrettanto basso. «Si.»
Chissà perché se una persona sussurra si tende a rispondere con un sussurro, pur non comprendendone il motivo. In compenso, in quel suo sguardo cospiratorio c’era qualcosa di realmente buffo.
«Potremmo dargli un motivo per essere realmente geloso, magari comprenderà che non sei solo una bambina ed inizierà a lasciarti il tuo spazio. – tentò, volgendo il suo volto su di me, con un sorriso che non prometteva nulla di buono. Che diamine ha in mente? - Sino a quando ti vedrà dipendente dalla tua famiglia, da lui, non riuscirà mai ad abituarsi all’idea che sei cresciuta e che puoi desiderare altro. »
Puntellai i gomiti sulla bella trapunta color panna, ascoltando con interesse il suo discorso. «Cosa proponi?»
«Propongo un passo alla volta verso la tua libertà.» replicò sibillino, mentre un’ombra di soddisfazione velava il suo sguardo.
Poteva essere una buona idea. In fin dei conti Matthias non aveva torto, avevo trascorso la mia vita protetta nella bolla di cristallo che tutti loro avevano costruito per me, preservandomi dai pericoli, ma anche dal mondo. Ancora oggi in me non vedevano che una creatura debole.
Forse Alice era l’unica ad aver notato in me dei mutamenti.
Probabilmente ciò dipendeva dal suo molesto potere che le permetteva di osservare il futuro e di conseguenza leggere il presente secondo una diversa prospettiva; o con maggior probabilità è solo pazza.
Non avrei mai saputo dire qual’era il reale motivo, ma in fin dei conti neanche mi interessava.
«Ovvero…?»lo esortai a continuare.
«Annunceremo a tutti che stiamo insieme e nel periodo in cui alloggerà qui ci comporteremo come una vera coppia. – asserì senza esitazioni. - Tanto tutti sono quasi convinti che abbiamo una relazione.»
«Io e te non stiamo insieme.» obiettai sbuffando. Detestavo l’idea che nessuno trovasse plausibile l’amicizia uomo donna, senza vedere in essa qualcosa di più. Assurdo.
«Lo so… è per questo che parlavo di finzione. – precisò sorridendo sornione. – Il tuo amico sarà costretto a vederci insieme e qui in casa mia non potrà far valere le sue proteste, perché ovviamente la mia famiglia sarà più che lieta della novità e...»
Non se ne parla!
«Io voglio che Edward vada via.» lo interruppi bruscamente, alzando il capo dal suo torace.
Non gli avrei permesso di trascorrere del tempo qui, accanto a Velia, rischiando di vederlo cedere alle sue avance. Non lo avrei sopportato.
Non dinanzi a me, non a causa mia e della mia fuga.
«Perché?» chiese in tono così dannatamente perplesso da mettermi a disagio. Ok, forse era davvero una pretesa infantile, ma io non avrei mai avuto la forza di sopportare tutta quella situazione senza battere ciglio, senza rimostranze, ma soprattutto senza palesare l’afflizione che tutto ciò mi avrebbe causato.
Semplicemente non potevo.
Arrossii, distogliendo lo sguardo, imbarazzata. «Voglio solo vada via.» biascicai, per nulla disposta a rendermi ancor più ridicola. Peccato che Matthias fosse maledettamente perspicace.
«Per Velia?  - domandò costringendomi ad alzare il viso per fissarlo in volto. – Lei è una brava ragazza ed è molto bella, ma è anche molto ostinata. Se ritiene Edward una possibile preda, se pensa di poter averlo come compagno, non dubito che troverà una scusa per recarsi a casa tua e trascorrere con lui del tempo, anche quando si sarà allontanato da qui.»
«Co..sa? - balbettai incredula. – Credi lo voglia come compagno?»
Scosse il capo. «Non lo so, ma sembra interessata a lui e… - esitò appena, umettandosi le labbra. - Se individua la sua preda non se la lascia scappare.»
«Questo non mi rincuora.» mi lagnai, sospirando sommessamente.
Cosa ho combinato? Avvertii le lacrime pungermi gli occhi. Avevo dato inizio ad un disastro; mi ero allontanata da casa per sfuggire ad Edward ed ora mi ritrovavo a dover osservare inerme il suo flirtare con un’altra. Di bene in meglio…
«Non era mia intenzione rincuorarti, Bella.  – asserì con dolcezza, scostandomi una ciocca di capelli dal viso ed accarezzandomi la guancia arrossata. - Ma solo spiegarti come stanno le cose.»
Annuii avvilita, senza ribattere. Che altro avrei potuto dire? Cosa avrei potuto fare?
Mi presi il volto tra le mani, sospirando sommessamente. Ho bisogno di una soluzione, potrei chiamare Alice, potrei chiedere il suo aiuto…
Lei sa sempre cosa fare in questi casi, ma se nel futuro tutto ciò fosse previsto?
Se fosse Velia la persona che Edward ha atteso per tanto tempo? Se avessi innescato… se io…
La confusione assediò la mia mente, mentre frammenti di ipotesi, pensieri e speranze si affollavano soffocando completamente la mia lucidità. Il desiderio di prendere i miei pochi vestiti e correre verso casa pulsava, maledettamente allettante. Ma a che scopo?
«Dannazione.- imprecai a denti stretti. – Cosa facciamo?»
Matthias esalò un sospirò teatrale, prima di ribattere con una tale noncuranza da lasciarmi spiazzata. «Adesso dovremmo allenarci con i baci.» tentò per sdrammatizzare, mentre un sorriso malizioso tornava a piegare le sue labbra.
Sempre il solito. Questa era una delle cose che apprezzavo maggiormente lui: affrontava ogni problema con una prontezza di spirito incredibile, riusciva a sorridere sempre e stranamente era in grado di indurre anche me a fare altrettanto. Forse per questo mi piaceva, con lui non era finzione, con lui non era necessario mostrarmi matura, ostentare quella serietà e quel giudizio che non concernevano alla mia età; a differenza di Edward.
Con lui era tutto tremendamente difficile.
Mi sfuggì una risata nervosa, accantonando quei pensieri fuorvianti, decisa ad assecondare il gioco del mio amico. «Stai scherzando?»
Scrollò le spalle, svogliatamente. «Questo è il mio prezzo per assecondarti in questa follia.»
«Devo rammentarti che la follia, come la definisci, è una tua idea?» replicai, scuotendo il capo divertita.
«Nessuno fa nulla per nulla.» mormorò ed il suo tono fu tanto risoluto da permettermi di comprendere che quella sua affermazione non era tesa semplicemente a sdrammatizzare.
«Aspetta! Fai sul serio? – domandai allibita. - Matthias.» lo rimproverai indignata, vedendolo annuire tranquillamente.
«Non capisco dove sia il problema… sono solo baci.»
Per l’ennesima volta in quella dannata discussione non potei fare a meno di arrossire. Determinati argomenti erano già di per sé difficili da trattare, ma quando si discute della propria imbarazzante e soprattutto inesistente esperienza nel campo delle relazioni con un ragazzo… bhe, si tocca decisamente il fondo.
«Non ho mai baciato nessuno.» pigolai lasciandomi sfuggire quella ridicola confessione. E come avrei potuto? Vivevo in una casa circondata da vampiri iper protettivi e con manie di controllo. Avevo frequentato la scuola per non più di una settimana e ovviamente gli umani non si erano mai avvicinati a me tanto da poter aspirare ad un bacio, non che intendessi concedere tanto ad uno di loro.
Avevo idee ben diverse in merito.
Matthias non si scompose, si limitò ad annuire in silenzio, probabilmente perché in fin dei conti non era tanto inaspettata, considerando la situazione. Nonostante tutto non rise, non mi sbeffeggiò, non mi punzecchiò con una delle sue sciocche battutine… almeno non subito. «Bhe, motivo in più per farlo. Starai mica aspettando il principe azzurro?»
Gonfiai le guance stizzita. «Non sono una bambina.»
Sorrise, per nulla offeso dinanzi al mio palese rifiuto. «Allora cosa ti turba? Non ti piaccio?»
«Sai perfettamente che non è questo il problema, semplicemente non sei tu quello che voglio baciare.»
«Di questo passo diventerai una vampira pluri-centenaria, vergine e che vive ancora a casa con i suoi.» obiettò piegando le labbra in una smorfia a metà tra la disapprovazione e una risata mal trattenuta.
Bastardo.
Ovviamente gli scoccai un’occhiataccia, per nulla incline ad accettare le sue baggianate. «Anche tu vivi con i tuoi. - gli rammentai aspra. – Loro ormai ti considerano un figlio e ti trattano come tale.»
«Io ho avuto le mie esperienze e non mi lamento della mia vita. Nessuno mi considera un bambino, al massimo uno svitato con ancora un po’ troppi ormoni in circolo, ma sono stato trasformato piuttosto giovane.»
Sbuffai. «Dovrei dare via il mio primo bacio per una ripicca?»
«Nessuno ti costringe a farlo, ma sarà difficile dimostrare che stiamo insieme se neanche ci sfioriamo, non credi?»
Logica inoppugnabile, maledizione.
Increspai le labbra una smorfia, messa alle strette. In fin dei conti cosa diamine stavo aspettando? Che Edward una mattina si svegliasse dal suo sonno catartico vedendomi finalmente per quella che ero diventata? Che idiozia. «Ok.» acconsentii, non propriamente convinta.
In fin dei conti Matt non aveva tutti i torti, attendere che Edward comprendesse la verità senza forzature era come pretendere di non far sorgere il sole al mattino, con la sola forza di volontà. Una cazzata di proporzioni catastrofiche.
Oltretutto se realmente desideravo una possibilità, se una potesse realmente esserci, era necessario scrollarlo ed indurlo ad accettare la realtà. Cos’ho da perdere?
Non lo lascerò nelle mani di Velia senza combattere, senza aver tentato il tutto per tutto.
«Procediamo!» esclamai, battendo le mani, per incoraggiarmi.
Seduta a gambe incrociate sul mio letto attesi la sua mossa, studiando i suoi movimenti, mentre si poneva in una posizione specchio della mia. Non appariva a disagio né turbato, era semplicemente tranquillo. Bhe, la mia faccia non doveva trasmettere altrettanto.
«Non essere così tesa, rilassati.»
«Per te è facile parlare.» bofonchiai. «Vediamo di muoverci. Strappiamo il cerotto e togliamoci il pensiero.»
«Tu si che sai come invogliare un uomo. - ribattè, scuotendo il capo divertito. - Non stai per ingaggiare una lotta contro un grizzly ed anche in quel caso essere così rigida ti servirebbe a poco. – mormorò, con il volto ad un palmo dal mio naso. Percepivo il suo respiro freddo sulla mia pelle, sfiorarmi le guance. Aveva un buon profumo, dolce e muschiato… piacevole.  - respira!» mi ordinò perentorio, iniziando ad inspirare ed espirare lentamente inducendomi a seguire il suo ritmo.
Sbattei le palpebre, annuendo.
Espirai, inspirai, espirai, inspirai… placando i battiti del mio cuore che procedeva a ritmo furioso.
Mi sentivo imbarazzata, maledettamente nervosa, irritata per le mie aspettative deluse. Nei miei sogni ad occhi aperti ad Edward avrei concesso il mio primo bacio.
Non sta andando come avevo previsto, per nulla.
«Chiudi gli occhi, sarà più semplice.»
«Ma…»
«Bella.» sentenziò, con un tono che non prevedeva obiezioni.
Sbuffai ed obbedii riluttante, tentando di restare immobile e non indietreggiare, assecondando il mio istinto. Almeno sino a quando non percepii il tocco delle sue labbra, lieve ed esitante, sfiorarmi appena. Mi irrigidii involontariamente, indecisa sul da farsi, una parte di me era spaventata ed il suo unico impulso era quello di alzarsi e fuggire via. Era quella parte insicura, quella consapevole dell’errore che stavo commettendo, ma soprattutto quella che preservava nella sua mente ancora i sogni infantili e romantici.
L’altra, quella curiosa, emotiva e bisognosa di conferme voleva affermarsi, voleva crescere, dimostrare anche a se stessa di poter andare avanti. Era quella parte di me che voleva davvero credere che Edward fosse solo una cotta adolescenziale, quella stanca di perder tempo dietro ai suoi malumori, alla sua gelosia fraterna.
Quella parte che forse con quel bacio voleva porre da parte le riluttanze e i sogni passati e voleva smettere di sperare in qualcosa che non aveva futuro.
Fu quest’ultima che vinse.
Scelse di ricambiare Matt, assaporando le sue labbra dapprima con titubanza e poi con maggiore convinzione. Gli andò incontro, lasciando che lui la guidasse in quella nuova esperienza tanto strana, ma effettivamente piacevole. Si dischiuse per lui, si avvicinò, lasciandosi esplorare e assecondando la sua stessa curiosità.
Ci staccammo, entrambi con il respiro corto, mentre le mie guance andavano a fuoco. Sul suo viso, ancora a pochi centimetri dal mio, era dipinto un sorriso stranamente dolce, ma forse quella era solo la mia impressione. Ero stordita, un po’ turbata, ma piacevolmente sorpresa e… «Wow.»
 
 Nota:
*O* Salveeee eccomi con il nuovo capitolo.
In questo non c’è un pov Edward, ho preferito concentrare tutto il chappy su Bella alle prese con questa nuova esperienza. C’è da dire che lei è un’adolescente e che quindi i suoi pensieri e i suoi gesti, per certi versi, rispecchiano quell’età e le convinzioni ad essa legate. Il suo personaggio va quindi contestualizzato in quella precisa fase di vita.
Detto ciò vi ringrazio come sempre dei vostri commenti, sempre graditissimi. Non finirò mai di ribadire che sono in grado di spronarmi sempre a scrivere, anche quando la mia insicurezza riemerge spingendomi a cancellare quella cartella sul mio desktop, dove conservo le mie storielline. Quindi grazie a tutte voi.
Vi lascio il link del mio gruppo su fb, per gli spoiler:


Vi lascio anche il link della mia ultima originale. Mi piacerebbe avere pareri sinceri su quest’ultima, quindi mi farebbe piacere se ci facesse un salto.
L'abitudine

   
 
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