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Autore: GirlsFroMars    07/12/2005    2 recensioni
«Un permesso... per cosa?», chiese Noriko in uno stato di completa rassegnazione. Poi prese il foglio e lo lesse passandosi una mano sul volto, disperata. Guai… prevedeva soltanto guai!
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ayako, Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Ryota Miyagi, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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GIRLS FROM MARS

* * *
Today I sleep in the chair by the window,
It felt as if you'd returned.
I thought that you were standing over me,
When I woke there was no-one there.
I still love you, Girl From Mars.

[ Girl from Mars, Ash ]


* * *

 

"E’ pazzesco!", ansimò Noriko tenendosi l’addome con una mano.

"Oh no! E’ normale", esultò Aiko alzando le braccia in aria in segno di vittoria.

Le due ragazze avevano corso come forsennate tornando da scuola ed ora erano entrambe accasciate a terra sulla soglia dell’entrata, sfinite e ansimanti. Noriko guardò la sorella che l’aveva battuta per l’ennesima volta. Nonostante lei desse tutta se stessa in ogni sfida, non riusciva a superarla nella corsa: era davvero troppo veloce!

Noriko Yukimura e Aiko Summerville avevano la stessa età, frequentavano la stessa classe e vivevano nella stessa famiglia, ma non erano sorelle. Anche se loro si definivano tali, di fatto nessuna parentela le legava.

La prima aveva perduto la madre quando era ancora piccola e da allora aveva vissuto sola con il padre, finché questi non aveva incontrato la madre di Aiko. La donna, di origini statunitensi, era stata abbandonata incinta da un uomo senza scrupoli e aveva allevato la figlia dandole anche il proprio cognome. Con la bambina di appena undici anni si era trasferita in Giappone e lì aveva conosciuto Yukimura, il padre di Noriko. I genitori dell’una e dell’altra ragazza si erano poi innamorati e avevano deciso di trasferirsi a Kanagawa per incominciare insieme una nuova vita, intrecciando inevitabilmente le vite delle due figlie appena undicenni.

Sei anni erano trascorsi da quella decisione, anni che avevano legato le due ragazze in un'amicizia profonda e indissolubile, a dispetto dei loro caratteri opposti e contrastanti.

Aiko si alzò in piedi togliendosi le scarpe, che letteralmente volarono sopra alla sua testa e precipitarono da una parte e dall’altra dell’ingresso. Noriko fece lo stesso, ma ordinò le sue una accanto all’altra e poi, mossa da una sorta di compassione, radunò anche quelle della sorella. Infine si alzò e si diresse in camera.

Aiko l’aveva preceduta solo di pochi secondi, sufficienti però a fare della stanza un macello: la sua cartella e l’uniforme scolastica erano ammassate sul pavimento mentre la ragazza rovistava nell’armadio con tale foga, che diversi abiti erano caduti in terra e qualcuno era persino volato sui due letti occidentali che arredavano la stanza. Noriko si sedette sconcertata sul proprio. Attese con calma che la sorella si cambiasse indossando una tenuta più sportiva e casalinga, poi, incapace di trattenere ancora quella domanda, chiese ansiosa:"allora hai avuto qualche idea?"

Aiko si sedette a gambe incrociate sul letto di fronte e annuì soddisfatta:"la mamma ha detto che le servono ulteriori fondi per aprire il nuovo centro di accoglienza, così ho pensato che il modo migliore per aiutarla sia organizzare uno spettacolo e devolvere l’incasso in beneficenza al progetto!", disse tutto d’un fiato. Nell’esporre la sua idea Aiko aveva lasciato che il proprio tono di voce salisse incontrollato e le sue ultime parole vennero quasi urlate.

Noriko cercò di mantenere la calma di fronte a quella esuberanza, ben sapendo che l’entusiasmo della sorella era direttamente proporzionale all’assurdità dei suoi progetti: "a che genere di spettacolo pensavi? ", domandò.

Aiko attese qualche istante prima di rispondere poiché, a suo parere, la curiosità della sorella non era ancora giunta al massimo.

"Oh dai!!! Smettila di tenermi sulle spine e dimmi cosa hai pensato!!", sbottò Noriko quando non poté più sopportare il silenzio.

"Ad una partita di basket femminile!", esplose Aiko compiacendosi dell’espressione sbigottita sul volto della sorella.

Noriko prese qualche istante per valutare la proposta, poi scosse la testa. Le dispiaceva smontare quell’idea, ma di fatto quella volta Aiko aveva esagerato!

"Tu sei fuori di testa!", esordì scettica, "Come facciamo ad organizzare una cosa simile!? Non abbiamo un posto dove farlo , ma soprattutto … non abbiamo nessuna squadra!!"

"Ho già pensato a tutto", la interruppe Aiko, "non ti preoccupare!"

Noriko rabbrividì. E si preoccupò. Quelle parole erano quasi un intercalare abitudinario nelle frasi della sorella e ogni volta anticipavano guai!

"La partita si terrà nella palestra del liceo", continuò Aiko, e la sorella non poté fare a meno di notare i suoi incantevoli occhi azzurri che brillavano eccitati:"la nostra squadra sarà composta da…"

Noriko sbarrò gli occhi: "la… ‘nostra’ squadra?! ", chiese terrorizzata, "n-non vorrai farmi giocare?!"

La sorella la guardò ingenuamente: "mi sembra ovvio Nori, io punto tutto su di te. Sei il nostro asso nella manica!"

"Tu sei pazza! Tra poco ci saranno gli esami di fine trimestre, io devo studiare!!", protestò l’altra.

Aiko balzò in piedi e parlò con un tono che non ammetteva alcuna replica: "Noriko è per una giusta causa!! Lo facciamo per la mamma! Tu ‘devi’ giocare! Sarai in attacco e io sarò playmaker… e ovviamente il capitano! Noi due insieme saremo imbattibili!", gridò scoppiando in una sonora risata.

"Ti rammento che si gioca in cinque…", disse ironica Noriko smorzando l’ilarità della sorella.

"Lo so Nori-chan, ho già pensato anche alle altre!", la sorprese Aiko, "Come guardia avremo Momoko Hanakomachi! Ho già parlato con lei e…"

"M-momo!?", chiese Noriko allibita.

Momoko era una loro amica d’infanzia. Frequentava il liceo Shohoku ed era più giovane di un anno. Non c’erano dubbi che avesse accettato: la loro amicizia era salda e collaudata… ma quello non era sufficiente! Momoko sapeva giocare a basket, nel senso che ne conosceva le regole, ma di fatto era una specie di catastrofe naturale. La sua sola presenza era un pericolo per l’incolumità stessa dei giocatori. E poi era terribilmente aggressiva!

Quel progetto stava assumendo una piega che non le piaceva affatto, constatò Noriko.

Aiko riportò l’attenzione su di sé:"Momoko chiamerà anche la sua compagna di classe, la Akagi hai presente?"

"La sorella del capitano della squadra maschile?", chiese Noriko cercando di ricordare il viso della ragazza. Quando riuscì finalmente a ricordarla una grossa goccia di sudore le scese lungo la tempia:"M-ma Momoko odia la Akagi!! E poi… sa giocare?", balbettò preoccupata.

"Credo di sì, suo fratello le avrà ben insegnato no? E comunque non importa…", constatò Aiko, "così siamo in quattro, manca la quinta giocatrice, che però non ho ancora trovato…", ammise.

"Avevi detto che non c’erano problemi!! Come facciamo a mettere su una squadra senza una giocatrice!? E poi… dovremo anche allenarci qualche volta!! -__-! ", la rimproverò Noriko emettendo un lungo sospiro. Sua sorella era come un fiume in piena, sempre con idee nuove in testa, ma era dannatamente approssimativa in tutto quello che faceva!

"Non sarà un problema", cercò di tranquillizzarla Aiko, "vedrai che troveremo qualcuno!^__^ A proposito… ho già il permesso del preside!", disse allungando alla sorella un foglio appena estratto dalla cartella.

"Permesso ... per cosa?", chiese Noriko in uno stato di completa rassegnazione. Poi prese il foglio e lo lesse passandosi una mano sul volto, disperata.

Guai… prevedeva soltanto guai!

* * *

"Dai Sakuragi, passa!"

"Levati di mezzo Mitsui!"

"No! Merda!"

"Akagi è tua!"

"Rukawaaa!!"

Canestro.

Inevitabile, prevedibile. Facile.

"Hanamichi sei un deficiente! Cosa credevi di fare!? Ero libero e abbastanza vicino da poter tirare a canestro! Se ti dico di passare, devi passare!!"

"Mitsui ha ragione.", commentò il capitano avvicinandosi al numero 14 che si agitava feroce contro il rossino.

"Ma Gori!!", tentò di protestare la matricola, ma in effetti non aveva argomenti per sostenere la propria causa. Aveva agito impulsivamente ed egoisticamente nella speranza di poter segnare il canestro della vittoria. Invece si era fatto rubare la palla come un bambino da Ryota, che aveva saputo cogliere al volo l’occasione. Inutile dire che la vittoria di quella partita d’allenamento era stata letteralmente regalata al volpino.

Hanamichi era furioso con se stesso per essersi fatto gabbare in quel modo stupido, ma soprattutto per la pessima figura fatta davanti ad Haruko. La quale ora non aveva che occhi per Rukawa, ammirata e in estasi per il suo ultimo canestro. Tutt’altro che eclatante, pensò Hanamichi nervoso.

"Ragazzi che ne dite di una pausa?", chiese Kogure ai compagni di squadra, sudati e stanchi, che apprezzarono ampiamente la proposta.

"Tieni", disse Ayako allungando a Ryota un asciugamano pulito.

"Grazie Aya", rispose il playmaker arrossendo inevitabilmente.

Si asciugò il sudore sul viso e si passò l’asciugamano fra i capelli; poi guardò i compagni ancora intenti a discutere sulla partita appena terminata.

"Allenatore Anzai!!!! DOV’E’ L’ALLENATORE ANZAAAAIIIIII!?? DOVE AVETE NASCOSTO L’ALL….", una voce sconosciuta spezzò la tranquillità di quel momento di pausa.

Tutti i giocatori dello Shohoku si voltarono ammutoliti verso l’entrata della palestra.

"Noriko lasciami parlareee!!!", gridava una ragazza dai capelli corvini, tagliati poco più corti delle spalle, che avanzava a grandi passi sul parquet lucido agitando in aria un foglio. Un’altra, dai capelli ancora più neri, le era praticamente saltata addosso per tapparle la bocca. Mentre quest’ultima aveva lasciato le scarpe presso l’entrata e si chinava il capo in segno di scuse, l’altra le indossava ancora e si divincolava agitata dalle mani dell’amica. Dietro di loro una terza ragazzina, dai capelli biondi legati in due buffe treccine, le seguiva guardandosi intorno curiosa come se quella fosse stata la prima volta che entrava in palestra. Qualche risatina trattenuta si sollevò fra i componenti dello Shohoku non appena lei inciampò nei propri passi, barcollando un poco e rischiando di cadere.

Akagi si fece largo tra i propri compagni di squadra:"devi toglierti le scarpe quando entri in palestra." disse severo bloccando il passo alla portavoce del trio.

Lei sostenne lo sguardo truce del capitano e poi lo spiazzò tendendogli la mano:"Piacere, io sono Aiko Summerville, tu chi sei? Sei forse l’allenatore Anzai?", chiese e le piacque molto l’espressione imbarazzata che aveva assunto il volto del ragazzo, che forse non aveva capito l’ironia delle sue parole.

"No… non sono l’all.."

"Ha detto di toglierti le scarpe.", sottolineò Rukawa, interrompendo il capitano e squadrando dall’alto la ragazza.

Aiko alzò un sopracciglio assumendo una espressione compassionevole e si puntò entrambe le mani sui fianchi. Il gesto le raddrizzò le spalle e le sollevò un poco la maglietta dell’uniforme scolastica, abbastanza perché tutti potessero notare il piccolo anellino che le adornava l’ombelico. Poi portò gli occhi azzurri ad incrociare quelli del ragazzo e trasse un profondo respiro:"Non parlarmi con quel tono! Datti meno arie e chiamami Senpai! Mocciosetto!", esordì esibendo un sorriso arrogante tutto per il volpino.

Mocciosetto!?

Rukawa strinse i pugni in preda ad un istinto omicida, amplificato da qualche sghignazzata trattenuta a stento dai compagni.

La ragazzina con le trecce bionde si fece avanti e prese la parola, consapevole che continuando in quel modo Aiko non sarebbe giunta a nulla. "Noi cerchiamo Anzai, per dargli questo…" disse sfilando dalle mani di Aiko il foglio irrimediabilmente stropicciato.

"Oh, oh, oh!" una sonora risata costrinse i giocatori a voltarsi verso il loro allenatore, "sono io Anzai. Fatemi vedere" disse allegramente il professore tendendo una mano verso la biondina.

Quando l’insegnante ebbe esaminato il documento lo passò alla manager della squadra mantenendo il più assoluto silenzio. Una espressione accigliata si dipinse sul volto di Aiko, che cominciò a battere un piede in terra e a passarsi più volte una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro, in preda ad un crescente nervosismo.

"Hei nonnetto! Ti serve ancora molto per decidere cosa rispondere!?", sbottò quando non riuscì più a controllarsi.

"AIKO!!", gridò inorridita Noriko. La sua voce carica di rimprovero stupì buona parte dei presenti: la morettina era passata quasi inosservata e nessuno si aspettava che prendesse la parola.

Anzai parlò facendo cenno alle ragazze di calmarsi:"Non c’è nulla cui io debba rispondere. Se questo è il permesso del preside, io non posso fare altro che adeguarmi."

Noriko e la biondina si lasciarono sfuggire un profondo sospiro di sollievo a quelle parole, e sul volto di Aiko si dipinse un sorriso orgoglioso e soddisfatto: ancora una volta era riuscita ad ottenere quello che voleva!

La sua soddisfazione divenne ancora maggiore quando Rukawa si impossessò del foglio scoprendo ciò che vi era scritto.

"Che cosa!?", ringhiò furioso mentre gli alti compagni lo attorniavano sbirciando curiosi il documento.

"Rukawa calmati", lo ammonì Ayako, "se hanno il permesso del preside non possiamo fare altro che adeguarci alla richiesta…"

"Ma siamo impazziti!?", sbraitò Mitsui al suo fianco, "e dove ci alleneremo noi se lasciamo la palestra a queste tre!?"

"Lasceremo loro la palestra soltanto per la partita di beneficenza.", lo riprese Anzai, "durante gli altri giorni abbiamo tutti bisogno di allenarci, perciò la condivideremo."

Continua…

Salve lettorini!!! Sì, sì! ^^ Siamo proprio noi: Shizuka e Sihaya10!
Siamo qui sotto il nick di Girlsfromars perché abbiamo deciso di unire le nostre menti malate e forgiare per voi la nostra prima -ma non ultima- creazione!!! (…Che culo! NdRukawa-molto-sarcastico)
Se volete farci sapere cosa ne pensate, potete lasciare un commento,
oppure scriverci all’indirizzo: girlsfromars@hotmail.it

  
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