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Autore: nausicaa black    20/12/2010    3 recensioni
Senza tener conto dell'epilogo finale, ci troviamo al 7° anno di scuola dopo la sconfitta di Voldemort.
Sono tornati tutti a Hogwarts per concludere gli studi: Harry, Ron, Hermione, Draco... e c'è qualcuno che ci mette il piede per la prima volta contro la sua volontà.
Il suo animo è buono, ma è cresciuta nei luoghi più oscuri, circondata dalle persone sbagliate, si trova a frequentare l'unica persona che vorrebbe semplicemente evitare...
E' la mia prima fanfiction. Vive dentro di me da parecchio, non ho mai pensato di scriverla.
Buona Lettura!
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Corre verso il villaggio, l'aria fredda è come una lama che le trafigge il viso. Si ferma solo quando non ha più fiato.

Respirando affannosamente, in cerca di nuovo ossigeno per i suoi polmoni, nota un cartello con la scritta Hogwarts. Decide di tornare.

Ora cammina tranquilla, sicura di aver messo una buona distanza tra sé ed Harry. Puramente fisica, s'intende.

Comincia a fare mente locale.

Parte dal presupposto che mai si era resa conto di quanto piacesse a lui. E cosa ancora più sconvolgente, non ha mai pensato a quanto piaccia anche a lei.

Tutte bugie.

L'aveva capito subito che quel ragazzo avrebbe sconvolto tutto.

È la prima volta dopo anni che qualcuno tocca il suo cuore così, a mani nude.

Le sue mani, già.

Quelle che quando la sfiorano le scaldano il cuore.

Proprio quello che lei ha imparato a chiudere, vivendo solo di attrazioni fisiche e notti di sesso.

In Harry c'è qualcosa che le fa perdere il controllo. Quando sono vicini si sente strana, diversa.

Decide che deve evitarlo in tutti i modi, non può permettersi di andare contro la sua visione della vita, che finora non le ha causato sofferenza.

Arrivata ad Hogwarts, semideserta, decide di chiudersi nel dormitorio.

Nel suo letto a baldacchino, le tende tirate, seduta a gambe incrociate, piange.

Tutte quelle lacrime che non ha mai versato per anni, ora sono lì, calde, prepotenti, costringendola a guardare in faccia la realtà.

Chiude gli occhi, disperata si stende.

Li riapre.

Guarda fisso nel vuoto, per ore.

Alla fine si addormenta con la testa che le scoppia.

Quando si sveglia, è già buio. La disperazione l'ha travolta, sfiancata.

Guarda l'orologio:le sette. Deve sbrigarsi, partecipare al Banchetto come se nulla fosse. Inoltre deve evitare Harry, stare lontano da lui.

Si fa una doccia veloce, le sue compagne di stanza non ci sono, sono in Sala Comune, sente un vocio eccitato provenire dal piano di sotto.

Per lei è tutto indifferente, vuole solo scendere a mangiare, dopo la zuccherosa colazione non ha nulla nello stomaco.

Indossa un abito di velluto blu elettrico, stretto in vita, appena sopra il ginocchio. Calze velate e i suoi stivaletti stringati preferiti, regalo di Bellatrix. Lega i lunghi capelli in una mezzacoda con un nastro simile al vestito.

Si guarda allo specchio, esibendo lo sguardo fiero e arrogante, in linea con la famiglia Black.

Si sorride, si piace.

Scesa in Sala Comune, vede Harry, Ron ed Hermione. Certa che stessero bisbigliando di lei, si affretta a raggiungere il buco del ritratto.

La Sala Grande è macabramente addobbata secondo il tema del Banchetto, Halloween. Enormi zucche mostruose sono sospese nell'aria, assieme a candele, il soffitto stregato da cielo è tempestoso e ogni tanto un fulmine illumina la sala a giorno.

Quell'atmosfera le piace.

Raggiunge un gruppo di ragazzi del suo anno, decide di sedersi lì.

Quelli la guardano un po' straniti, ma non dicono nulla.

In quel momento arriva anche Harry coi suoi amici, che si siedono al solito posto, non molto lontano.

Distoglie lo sguardo. Al tavolo dei Serpeverde, vede Draco scherzare con Astoria Greengrass, una delle più belle ragazze del 7°anno.

Nausicaa se ne compiace. Nota più in là Pansy Parkinson che guarda la scena impietrita, rossa in viso. Anche lei deve aver pianto, quel giorno.

Proprio quando si sente stordita per la fame, il Banchetto ha inizio.

C'è di tutto: pasticci di carne e verdure, filetto di maiale, arrosti, focacce, torte salate, zuppe... Si riempie un bel piatto e mangia affamata, ignorando i discorsi di chi le sta di fianco, nella sua testa è ancora in corso il ronzio dei pensieri del mattino.

Finito il Banchetto, è tra i primi a lasciare la Sala. Sta davanti al ritratto della Signora Grassa, quando un sonoro CRAC la fa spaventare.

“Kreacher!” sgrida l'elfo domestico “cosa ci fai qui?”

“Kreacher lavora nelle cucine di Hogwarts, signorina Black” le risponde inchinandosi fin quasi toccare terra col muso.

“Oh, e hai pensato bene di farmi spaventare a morte?” gli chiede sarcastica Nausicaa.

“Padron Harry ha detto di cercare e dire alla signorina Black che deve andare nelle Stanza Va e Vieni!” squittisce l'elfo, gli enormi occhi a palla serissimi.

“Dove scusa?” chiede la ragazza, confusa.

“Stanza Va e Vieni noi la chiama, ma Padron Harry la chiama Stanza delle Necessità! Uno va e trova quello che desidera! Era distrutta dopo la Battaglia, ma noi elfi ha ricostruito! Deve andare al settimo piano, passeggiare tre volte nel corridoio ed esprimere il desiderio e la Stanza compare!” afferma Kreacher, inchinandosi di nuovo.

“E io cosa dovrei desiderare, scusa?” chiede la ragazza, irritata.

“Padron Harry dice che lei deve desiderare un posto familiare!” l'elfo si inchina di nuovo.

“Perfetto, e dopodichè?” chiede ancora Nausicaa.

“Kreacher non lo sa! Padron Harry dice che lei deve andare!” e la creatura sparisce, dopo l'ennesimo inchino.

Stupita per la stranezza della cosa, decide di andare a dare un'occhiata, ignorando il fatto che si è ripromessa di stare lontano da Harry.

Si avvia verso il settimo piano, inizia a passeggiare pensando a qualcosa di familiare, vicino a una parete vuota.

Ecco la maniglia, apparsa dal nulla! Sente il cuore battere forte mentre la abbassa ed entra.

Si ritrova in una sala da pranzo, le sembra di conoscerla.

Nausicaa è confusa. Si guarda meglio intorno.

Quella è Grimmauld Place. È molto ordinata e pulita rispetto alla sua ultima visita però.

Un quadro sopra al camino acceso, attira la sua attenzione.

Due occhi uguali ai suoi la guardano, rivolgendole un sorriso gentile, che lei riconosce subito, anche se non lo vede da 3 anni ormai.

“Nausicaa” le sorride Sirius Black.

“Cosa ci faccio qui?” esclama rabbiosa “questo non è un posto familiare per me” sta per aggiungere che neanche lui è familiare per lei, ma si trattiene.

“Si che lo è” ribatte Sirius, calmo, dal quadro “è la nostra casa, anche se tu preferisci Villa Malfoy”

“Loro mi hanno cresciuta!” ribatte la ragazza.

“Bè, era un po' difficile che lo facessi io, visto che un collega dei tuoi cari tutori mi ha incastrato!” ribatte l'uomo dal dipinto, con la voce infastidita “Tu non sei come loro. E lo sai. Sei stata brava a nasconderlo a te stessa per tutto questo tempo. Sei come me non puoi farci nulla!” conclude l'uomo, con tono più dolce.

“Chi ti dice che io non sia come mia madre? O come Bellatrix?” ribatte lei, provocatoria.

“Credo che assomigli a tua madre molto più di quanto immagini, dopotutto” sorrisetto compiaciuto “da quello che mi ha detto Harry. Sei come lei, bellissima, ovviamente, dal cuore d'oro. Lei aveva solo un difetto: era una Mangiamorte. Ma sai anche io ne avevo uno: lo sapevo e me ne sono fregato”

“Cosa? Allora mi hai mentito! Hai sempre detto che non sapevi nulla! Niente!” afferma Nausicaa, indignata.

“Nemmeno tua madre era al corrente che lo sapessi. Ma lei non ha fatto mai del male a me, come neanche io a lei. Mi ha amato e basta, anche se ero un Traditore del Proprio Sangue. Mentiva al Signore Oscuro, per me capisci? Per noi, la nostra famiglia! Rischiava ogni giorno di morire. Non l'ha uccisa un Auror, Nausicaa. Si è suicidata, ha preferito che tu crescessi lontano da tutto questo, perciò ti ha lasciato in custodia dai Malfoy, io ero un assassino, secondo tutti, cosa poteva fare? Tanto Azkban o la morte per lei era uguale” conclude Sirius, la voce velata dalla tristezza.

La ragazza è impietrita. Vede sul tavolo un bicchiere d'acqua, beve.

“Perchè non me l'hai detto prima, come stavano davvero le cose?” gli chiede, sotto shock. Ma un pensiero veloce le impedisce di attendere la risposta.

“Aspetta un momento, Harry sa tutto questo?” chiede nuovamente al padre.

“Sì” una voce dal fondo della stanza le causa un battito del cuore più accellerato.

   
 
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