Con le mani puoi... incantare~
~ Eravamo insieme, il resto del tempo l'ho scordato.
Walt Whitman
Il sole accarezzava timido il vetro della grande finestra che stava pulendo, regalando vivaci giochi di luce alle goccioline d'acqua che scivolavano dal panno grigio.
Elizabeta sospirò e si spostò un ciuffo fastidioso dagli occhi. Era faticoso pulire quel grande e lussuoso salone quasi tutte le mattine, ma la donna riusciva a farlo con il sorriso in volto.
«Buongiorno, Elizabeta. È pronto il mio caffè?»
una voce tranquilla ed elegante la sollevò dai suoi pensieri.
Come ogni mattina, Roderich si sedette al pianoforte in ebano che troneggiava al centro della sala. Eliza gli sorrise. «Vado subito a farlo. Cosa suoni oggi?» trillò, mentre si dirigeva in cucina.
«Bach.» rispose semplicemente lui, prima di posare le dita sui tasti bianchi e iniziare ad arpeggiare velocemente.
Dalla cucina, la giovane poteva sentirlo e vederlo benissimo. Così, come al solito, si mise all'ascolto.
In pochi secondi, il silenzio solenne della villa austriaca si riempì di una melodia calda, dagli arpeggi dolci e morbidi.
Roderich aveva chiuso gli occhi, inclinando il viso seguendo le mosse delle spalle.
Le dita si inseguivano agili sui tasti dello strumento che, docile, assecondava quei leggiadri movimenti con un orgasmo di note brillanti e armoniose, ma più che ascoltare quella musica divina, Eliza gli osservava le mani.
Perché quelle mani, sicure e quasi arroganti su quel pianoforte sembravano comportarsi come un Dio, perché quelle mani le desiderava sul suo corpo a dare vita a nuove canzoni. Belle, dolci note sulle sue labbra.
Un fremito le percorse la schiena quando immaginò quelle dita carezzarle la pelle ed i capelli, con l'eleganza e la grazia tipiche del musicista; boccheggiò, respirando forte e sbattendo più volte le ciglia, quando immaginò quella voce, spesso irritata ma sempre calda e dolce, sospirarle sul collo, poi sul viso, infine sulle labbra. Pensò di puntare gli occhi grandi in quelli profondi di lui, e poi di chiuderli, lasciando battere il cuore nel petto...
«Tutto bene?»
«Uh?»
Scosse la testa. Roderich aveva smesso di suonare da un po', ora era in cucina e la fissava interrogativo.
Eliza sorrise, porgendogli la tazzina calda.
«Il tuo caffè. La canzone di oggi era bellissima.»
Il giovane si sciolse in un sorriso imbarazzato, ed Eliza scoppiò a ridere pudicamente quando il ragazzo cercò di nasconderlo portandosi la tazzina alla bocca.
Chissà, chissà come sarebbe stata la sua personalissima canzone.
NdA
Ed ecco la seconda shot.
Mi sono ormai rassegnata a cercare il senso delle cose che scrivo, quindi rispondo alle recensioni e mi dileguo :D
Ah, non ho la minima idea di cosa stia suonando Rod. Voi assecondatemi anche se non ricorda affatto Bach °.°
xD
Akrois: Grazie mille per avermi fatto notare l'errore, come ti ho già risposto ^^” Purtroppo la H attenta sempre alla mia vita, sisì. *convinta*
_Moon: Grazie per i complimenti, troppo buona ^^ Eh sì, la PoLiet è tanto carina *_* Mi fa piacere sapere che l'idea ti piace ^^ Continua a seguirmi >w<
Silly_: Stai lontana dalle mie mani, MI SERVONO.
Eeee ho aggiornato 8D Smettila di dire che scrivo benissimo, ecco 8D e soprattutto, IO faccio soffrire i pg, vero? <_<
Ohbbeh. Devo scappare da Ivan, adesso.
Au revoir!
Questa invece la dedico al mio Austria personale,
che come al solito ha da borbottare <3
**Lole**