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Autore: Arimi_chan    22/12/2010    5 recensioni
Mi gira la testa, non vedo niente. Appoggio la testa sul bracciolo del divano e piano piano mi addormento...illudendomi che tu sia al mio fianco, di poter sentire il calore del tuo corpo, o il tuo buonissimo profumo.
Ad un tratto una luce, forte, e tra questa luce, vedo te!
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Avenged Sevenfold, My Chemical Romance
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Capitolo 3*

*Capitolo 3*

 

Ed eccoci di nuovo qui. Ringrazio immensamente tutte le persone che seguono questa storia, mi rendete ogni giorno più felice!

Un grazie và in particolare a chi recensisce. Quei dolci angioletti che mi fanno tanti complimenti, che io adoro...grazie grazie grazie!

Vale Vengeance Sevenfold

Nightingale

_DyingAtheist

Questo, ahimè, è l'ultimo capitolo del 2010, quindi, ne approfitto per augurarvi Buon Natale, e un felicissimo anno nuovo e sereno. E mi raccomando, il 28 Dicembre, spendete anche un minuto, in omaggio a quel fantastico uomo che è stato e rimarrà sempre The Rev, che in questo capitolo farà una piccola apparizione. Se poi, visto che a Natale siamo tutti più buoni (Io per esempio sto pubblicando un capitolo moooooolto interessante dal punto di vista di Gerard XD) qualche recensioncina in più mi farebbe piacere.

 Detto questo...vi lascio alla storia. un bacione a tutti...Simmy...

 

 

-Matt-

Dove si è cacciato quel maledetto chitarrista? Sono quasi due ore che se n'è andato. Ha scoperto tutto, e perchè? Perchè mio figlio, da bravo bambino ingenuo qual'è, ha spiattellato tutto. E senza esitazioni, il mio migliore amico si è precipitato in ospedale. Nel frattempo parlo con Jimmy al telefono, gli ho spiegeto un pò la situazione, dovrebbe raggiungerci domani.

"Matt, secondo te, stanno facendo qualcosa?"

"Che intendi dire?"

"Insomma, staranno facendo quello che fanno le coppie normali?"

E' andato. Cristo santo, sono passati dici anni. Sono stati insieme per tantissimo tempo....e si ricorda di farle adesso certe domande?

"Jim, loro erano una coppia normale. Tom, scendi subito dal tavolo!" Dico cercando di prendere mio figlio prima che capitomboli giù dal tavolo.

E chissà perchè la mia mente torna indietro di qualche anno. Precisamente al giorno in cui Jimmy ha picchiato Zacky. Quanto è cambiato il nostro batterista. Di uguale ha lasciato solo il soprannome, The Rev...Ricordo che aveva deciso di farsi chiamare così perchè era seriamente intenzionato a celebrare il matrimonio di quei due...

"Mah...mica tanto. Comunque, esco, vado a farmi un bicchierino."

"Hey, anche tu, cerca di non esagerare."

"Si papà!" E chiude.

Questo è un altro da tenere sott'occhio. Che soggetti. Ma tutti io me li dovevo trovare?

"Siamo tornati!!!"

Grazie al cielo. Sembra piuttosto felice...vuoi vedere che Jim ci ha azzeccato?

Con Zacky c'è Mickey. Ecco il motivo di tanto buon umore.

"Sei un idiota!" Gli urlo.

"E perchè?" Mi chiede innocente.

"Perchè Tom ti ha aspettato piangendo per due ore. Ti rendi conto?" E gli faccio l'occhiolino per fargli capire che scherzo.

"Davvero? Mi dispiace. Anzi, sai che faccio? GLI VADO A COMPRARE UN BEL CAMION DELLA POLIZIA!!!" Urla sperando che Tom senta.

Sentiamo il rumore di piccoli passettini e poi, Tom, già in pigiama, si affaccia dalla porta con la sua testolina bionda.

"Non lo voglio. Io voglio quello dei pompieri!"

Subito Zacky raggiunge mio figlio. Gli deve ancora una gara che perderà sicuramente.

"Almeno rimaniamo in tema." Dice Mickey sottovoce.

Io lo sento e sorrido, non ha tutti i torti.

"Caffè?" Chiedo.

"Sarà almeno un' ora che non ne prendo uno, ottima idea Shads!"

Penso a quante ne dobbiamo sopportare ancora, di giornate, stupide, come questa.

-Zacky-

Finalmente Tom è andato a dormire. Mi ha stressato con quelle maledette macchinine. Le abbiamo fatte scontrare centinaia di volte, causando migliaia di feriti e urla immaginarie finchè...non arrivava il benedetto camioncino della polizia che sistemava le cose. Ovviamente, erano sempre i miei passeggeri ad essere colpiti, i suoi se la cavavano sempre con qualche graffio. E poi dicono che fare il padre sia difficle, perchè, fare lo zio è facile??

Sono le 20:00. Avevo chiesto a Gerard il permesso per poterlo chiamare. Ma ha esplicitamente detto che forse, molto probabilmente, non avrebbe risposto. Sono tentato dal mandargli un sms. Almeno sono sicuro che lo legge.

"Zack, noi andiamo a bere qualcosa, ti va di uscire con noi?" Mi chiede Shads.

"No, Grazie. Penso che andrò a letto presto! Voglio essere carico per domani."

"Eh? E che devi fare?"

"Stai diventando proprio vecchio...alzhaimer??? Dobbiamo aiutare tua sorella, ricordi?"

Vedo che scuote la testa.

"Ma non hai ancora capito che quella del trasloco era una scusa? E poi mia sorella sta alle Hawaii! Povero Vengeance...allora, vieni?"

"Ehm...magari domani, non ne ho proprio voglia."

Devo chiamare Gerard, rischiare il tutto per tutto.

"Ok, ehm...Zack, tutto bene, si?"

"Oh, certo certo."

"Noi andiamo, buonanotte!"

Sento la porta sbattere, e capisco che sono andati via.

Prendo il telefono e compongo il suo numero.

Resto a fissare quel dannato telefono per non so quanto tempo. Solo un misero tastino verde mi divide da Gerard. Chiamarlo non sarà la cosa giusta. Verrei sopraffatto da mille pensieri, mille emozioni, e finirei per sembrare un ragazzino alle prese con la prima cotta. Ma mi vedo costretto a farlo. Soprattutto se voglio, in qualche modo, cercare di salvare la vita della persona che amo.

Prendo un pò di coraggio e lo schiaccio. E' libero. Ha almeno avuto la decenza di lasciarlo acceso.

Dopo appena tre squilli, risponde.

"Pensavo te ne fossi dimenticato."

"Buonasera anche a te." Cerco di fargli notare il fatto che non mi abbia salutato.

Ma se ha risposto così, significa che questa chiamata la aspettava.

-Gerard-

Zacky non chiama ancora. Ho tanta voglia di sentire la sua voce. Oggi, dopo quella sorpresa, mi sono sentito strano, diverso, amato. Era l'ultima persona che mi aspettavo di vedere, anche se era l'unica che desideravo vedere. E' dimagrito. O forse sono i muscoli? Effettivamente sembrava più simile al vecchio Shads che al magrissimo Reverendo.

L'ho praticamente cacciato dall'ospedale. Non vedo l'ora di potergli chiedere scusa. Anche se probabilmente non chiamerà. Mi conosce. Sapeva che prima, quando gli ho detto che molto probabilmente non avrei risposto, non scherzavo. Ma adesso ho un infinita voglia di lui.

Il telefono squilla. Oddio, è lui. Di corsa prendo il telefono, per poi accorgermi che è un messaggio di Bob. Ecco, anche un sms mi andrebbe bene. Adesso come adesso sono così disperato che anche leggere una di quelle vecchie lettere scritte al liceo, mi farebbe stare meglio.

Bob si scusa. Dice di aver avvertito lui Matt, che poi ha avvertito Zacky. Spera che riesca a perdonarlo e che mi augura tutta la felicità di questo mondo. Io gli rispondo che non è un problema e che, anzi, lo ringrazio per la magnifica sorpresa.

Il telefono squilla. Maledetto Bob. Lui e questa mania dei messaggi. Non li sopporto, sono freddi e distaccati, una bella chiamata avrebbe fatto più effetto...

Mi dice che è molto felice per me e che domani passerà sicuramente con Matt e Valary.

Oh, bene. Mi dovrò sorbire il tenebroso Shadows.

Il telefono squilla. Ancora. Lo prendo svogliato. Non sopporto più tutti questi amici falsi che mi chiamano per sapere come sto. Non preoccupatevi, non sono morto. Continuerò a fare dischi e a stravendere, maledetti invidiosi. Da stamattina ho ricevuto un sacco di chiamate, anche da gente, famosa, che non conosco di persona, mi fa assolutamente schifo questa specie di interessamento passivo.

Ma il nome sul display parla chiaro: Zacky.

Ha chiamato. Sta chiamando. Devo rispondere.

E senza pensarci due volte, apro la chiamata.

"Pensavo te ne fossi dimenticato!" Gli dico con tono assente, ma per fargli capire che in verità, quella chiamata, la aspettavo dal momento stesso in cui aveva messo piede fuori dalla mia stanza.

"Buonasera anche a te." Mi dice ridendo. Il solito perfezionista educato, buongiorno e buonasera sono d'obbligo.

"Si si, buonasera."

"Ti sei calmato?" Mi chiede...Dio quanto è sexy la sua voce.

"Ehm...veramente non sono mai stato nervoso."

"Si certo, come no. Tutto ok? E' passato Mickey?"

"Come fai a sapere che Mickey è passato?

"Bè, l'ho incontrato dopo che me ne sono andato. Abbiamo chicchierato un pò."

Ecco spiegato il mistero di tanto buonumore.

"Gee, pensi ci vorrà molto tempo prima che tu esca dall'aspedale?"

"No, il dottor Filan ha detto che dopodomani posso tornare a casa. Non so quale, dato che la mia è diventata un grande falò, ma posso tornare. Perchè?"

"Sai che ci sono parecchie cose da chiarire vero? E non solo con me."

Sta parlando di Mickey, e della band. Devo delle scuse anche a loro. Non avevo intenzione di causare tanta sofferenza, e a ripensarci mi sento peggio.

"Zack, io metterò l'orgoglio da parte, per chiarire con i miei amici ma... tu cosa c'entri?"

"Gee..."

E' tornato nella mia vita improvvisamente, non gliel'ho chiesto io. Ci sto ancora male, e se ho ricominciato a bere è solo perchè non lo posso più avere accanto. Era piacevole anche solo parlarci con lui. Quando, per nasconderci, dovevamo andare al nostro <>. Smettevamo di essere quegli stupidi personaggi creati dalla, scarsa, notorietà scolastica.

Eravamo solo amici, solo amici e nient'altro. Due persone normalissime a cui piaceva bere e raccontarsi storie stupide. O magari scambiarsi pareri, su qualsiasi cosa, perchè, per quanto ne possiate pensare, Zacky era, ed è, un ragazzo intelligentissimo. Eravamo due fottuti ragazzi cresciuti insieme strimpellando una chitarra. Due persone che sono riuscite a mantenere il segreto più importante della loro vita, e tutto questo, per riuscire a tenere in piedi un'amicizia, per entrambi, sacra. Quando decidemmo di chiudere la nostra amicizia, anni fà, abbiamo sofferto come cani. E con il tempo, sono giunto alla conclusione che quel periodo ci è servito molto. Ci ha fatto capire cosa provassimo esattamente l'uno verso l'altro. Ma adesso rimpiango la nostra amicizia. Dopo una relazione come la nostra, non è possibile essere ancora amici. Non è possibile per tanti fattori. E non c'è cosa che mi rechi più dolore.

"Dimmi Zacky." E so già cosa mi dirà.

"Voglio seriamente parlare con te. Anche per ore, se necessario. Ma ho bisogno di capire alcune cose."

Quando ci lasciammo, gli feci una grande sfuriata. Non riuscivo a perdonargli il fatto che per lui fosse più importante la band. Io cercavo sempre di liberarmi, ma lui no...aveva la band. Io gli organizzavo bellissime sorprese, ma lui non c'era. Era a fare concerti. Siamo stati insieme sei anni, e solo il nostro primo anniversario lo abbiamo passato insieme...gli altri, li ho passati da solo a casa nostra.

Si, perchè comprammo anche casa. Era bellissima, non troppo grande, e nemmeno troppo eccentrica. Era la classica casa americana in stile famigliola felice. Avevamo un grande salotto, dove spesso organizzavamo feste con le band, una cucina in cui non abbiamo mai cucinato, un bagno con vasca idromassaggio e due camere da letto. Ognuno aveva la sua stanza, il suo mondo, ma passavamo tutte le notti insieme. Perchè ci piaceva così, lui era circondato da chitarre e spartiti, io da fogli bianchi e matite. Ma poi, dopo la nostra lite, traslocai, così come fece lui. Non abbiamo ancora venduto quella casa. Ogni settimana una ditta di pulizie passa di lì e gli dà una sistematina.

"No, non dobbiamo parlare di niente. Sai come la penso e non ho voglia di ripetermi."

Quanto mi costa dire una cosa del genere? Quanto?

"Gee, per favore, so che mi ami ancora."

"Io? Zacky, chi ti ha detto questa stronzata? Sono passati due anni!" Chiudo gli occhi per l'eccessivo sforzo. Mentirgli mi provoca uno strano dolore al petto.

"Quindi, non c'è più speranza?"

"No Zacky, mettitelo in testa."

"Ok, domani non vengo con Matt e Val, quindi...me ne torno direttamente in California!"

"Addio!"

"Ciao Gee..."

E rinuncio definitivamente alla persona che amo di più al mondo. In questo momento sento il mio corpo pesante. Come se mi stessero portando giù... giù, verso quel posto chiamato inferno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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