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Autore: Lady Lynx    23/12/2010    1 recensioni
[Big Damn Table]
Albus Silente.
100 importanti passaggi della vita di un Mago che ha scritto la Storia.
Dal Capitolo 41:
“Egregio Signor Silente, come dedica alla Sua importantissima vittoria contro il Mago Oscuro Grindelwald e come celebrazione del ricevimento dell’Ordine di Merlino, la Ditta Mielandia & Co. Le manda questa confezione di Cioccorane contenenti la figurina rappresentante la Sua importante persona, sperando che Le sia gradita.
In attesa di istruzioni al riguardo e di un Suo permesso per l’eventuale divulgazione del prodotto,
Le porgo i miei migliori saluti.
Candice Lollels, Responsabile Capo Mielandia”

Storia scritta senza scopo di lucro. I personaggi appartengono a J.K. Rowling.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Gellert Grindelwald, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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38.Risveglio dei sensi

Prompt:
040. Vista

Periodo: agosto 1943
Narratore: Albus Silente
Rating: Verde
Genere: Generale, Introspettivo
Personaggi: Albus Silente

Era infine giunto il 25 agosto del 1943.
Me ne accorsi solo quando, quella mattina, guardandomi allo specchio, notai che la figura che ricambiava il mio sguardo sembrava decisamente meno nitida del solito.
Fu a quel punto che decisi di dare un’occhiata al calendario, fermarmi un attimo davanti al tempo passato e mettermi a pensare.
Avevo trascorso gli ultimi quarant’anni a Hogwarts insegnando Trasfigurazione, alzandomi tutti i giorni alla stessa ora e coricandomi senza un minuto di ritardo.
Avevo vissuto la mia età adulta in fretta, come se fossi stato un bambino desideroso di crescere per raggiungere la tanto agognata libertà.
Ma, a differenza di un bambino, il mio era stato semplicemente tempo lasciato scivolare sulla mia pelle ormai solcata da profonde rughe, un insieme di attimi privi di significato e vissuti solo per mantenere alta davanti a me una barriera contro gli attacchi che avrebbero potuto indebolirmi.
Avevo spesso sentito dire che le persone in età avanzata entravano in crisi con l’arrivo delle sei decadi di vita.
Avevo compiuto sessant’anni esattamente due anni e due ore prima, ma fino a quel momento non mi ero mai interrogato sul senso che avesse assunto la mia vita.
Perché Albus Silente, da bravo eccentrico qual era, non poteva permettersi di entrare in una profonda riflessione da sessantenne come tutti gli altri comuni mortali.
No, lui doveva assolutamente rimandare quel terribile momento di due anni.
Giusto per il gusto di essere speciale, mi avrebbe detto Aberforth.
Eppure io ero consapevole del perché di quella decisione.
Solo quella mattina avevo ricevuto un pezzo di carta che mi aveva ricordato il distacco che avevo operato a discapito della mia gioventù.
Solo quella mattina avevo sentito parlare di nuovo, dopo anni, del mio primo e unico amore.
Gellert Grindelwald.
Chiusi gli occhi per poi riaprirli di nuovo ed appurare che effettivamente la mia vista era calata di qualche decimo. Non era un avvenimento capace di svilupparsi all’improvviso, in una sola notte, ma avevo preferito evitare di occuparmene nei mesi precedenti.
Era piuttosto facile fingere di non vedere che non vedevo.
Era un po’ come essere indifferente agli avvenimenti sgradevoli che accadevano nella mia vita, niente di più complicato del silenzio e dell’ignoranza.
Avvicinai il mio viso alla lucida superficie dello specchio, fino a quando la punta del mio naso non toccò quella del mio gemello.
Gli stanchi occhi celesti erano attraversati da piccole venature rosse, le testimonianze dello sforzo che facevo ogni giorno di più ostinandomi a credere di riuscire a vedere le cose ancora come quando ero giovane. Sapevo che, se avessi ceduto a mettermi gli occhiali, sarei stato costretto a notare il reticolo di rughe che permeava la pelle in origine liscia del mio viso pallido, i fili d’argento che avrebbero reso la mia capigliatura rossa più  adatta al clima natalizio che a quello estivo, le sopracciglia consunte e complici dei miei sguardi spruzzate di un’insolita sfumatura grigia.
Ma forse non erano tanto quei probabili segni di vecchiaia a spaventarmi, quanto il timore di leggere sui miei lineamenti delle sensazioni che credevo perdute, dopo il lungo processo di purificazione che mi ero costretto a rispettare una volta giunto come professore ad Hogwarts.
Avevo bandito volontariamente molte cose che reputavo pericolose per un uomo che avrebbe dovuto dare il buon esempio ai giovani, avevo cercato di evitare in ogni modo di provare tentazioni inutili e non coerenti con l’animo di un educatore integro e corretto.
Come la nostalgia.
Se mi fossi ostinato a volermici ancorare, non avrei mai passato un giorno felice in quella scuola.
E sapevo che leggere di nuovo il nome di Gellert, nero su bianco, l’aveva irrimediabilmente risvegliata in me.
Come l’interesse.
Se avessi mantenuto la passione morbosa per le cause di ogni azione, se mi fossi aggrappato con tutte le mie forze a cercare un perché, avrei passato gli ultimi quarant’anni a tormentarmi sulla morte di Ariana, la fuga di Forth, l’abbandono di Gellert.
E di nuovo, era colpa della lettera se improvvisamente il mio interesse era tornato all’erta – voglioso di saperne di più sull’urgente richiesta del Ministero.
Come l’amore.
Non ero mai stato sicuro di essere riuscito a cancellarlo dalla mia mente, ma era stato bello illudermi di averlo fatto.
Fino al momento in cui quel nome, così musicale alle mie orecchie, non aveva catturato di nuovo i miei occhi, i miei pensieri e il mio cuore.
Forse era giunta l’ora di tornare a vedere, forse era il momento di avere il coraggio di aprire gli occhi.
Albus Silente era stato richiamato alla realtà, e non poteva rifiutare l’invito.
Estrassi lentamente la mia bacchetta dalla tasca della mia veste, lasciai cadere con malinconia il mio sguardo su Fanny.
Ero pronto a lasciare che i miei occhi vedessero di nuovo quello che mi circondava?
Ero pronto a sostenere di nuovo le responsabilità che quel vedere avrebbe implicato?
Agitai la bacchetta davanti ai miei occhi, dotandoli di un paio di leggeri occhialetti a forma di mezzaluna.
Niente di troppo vistoso, uno strumento semplice che mi avrebbe aiutato a tornare a vedere come prima, a voler entrare dentro le cose e ad analizzarle.
Il Ministro della Magia mi aveva comunicato che nell’Europa centrale era in corso un regime dittatoriale attribuito dai Babbani a un loro simile – ma in realtà frutto della potenza della Magia Oscura di cui un certo Gellert Grindelwald era a conoscenza.
Sapevo che con un Imperius si poteva portare chiunque a fare qualsiasi cosa, sapevo che Gellert non avrebbe esitato molto a colpire un Babbano facendolo agire come una marionetta.
L’unica cosa che mi aveva sorpreso quella mattina, leggendo la missiva giunta dal Ministero, era che loro si fossero rivolti a me.
Non ad Armando o a qualche Mago molto più famoso e potente del sottoscritto.
No, ad Albus Silente.
Anonimo professore di Trasfigurazione, per quanto brillante studente negli anni passati ad Hogwarts, non ero mai stato collegato direttamente al mio amante – per quanto ne sapessero loro.
L’unica spiegazione che mi era stata data per quella scelta era che Gellert avesse fatto il mio nome come unico suo degno avversario.
Ma naturalmente, come era giusto che fosse, il Ministro Farhlett mi aveva anche comunicato che sarei stato la sua ultima scelta.
Prima sarebbero scesi in campo i Maghi più importanti di Inghilterra, Francia e Stati Uniti.
Poi, in caso di fallimento, avrebbero spedito in questa guerra i più importanti rappresentanti del Dipartimento Auror.
Solo alla fine – se si fosse avverata la remota ipotesi della sopravvivenza strenua di Gellert – solo allora avrei dovuto sacrificarmi per la patria e per il mondo.
Non ero così insolente da credere di poter essere più furbo dei più grandi Maghi di Europa e America e nemmeno di poter superare in abilità gli esponenti del nostro Dipartimento Auror.
No, non ero più uno sprovveduto bambino prepotente che si sentiva migliore di tutti in tutto.
Avevo sessantadue anni, ero vecchio e anche cieco davanti a molte cose.
Ma ero certo di conoscere Gellert meglio di chiunque altro, e sapevo che se veramente aveva trovato i Doni della Morte – perché sapevo che quel rimandare la conquista era solo stato a causa della ricerca di quegli importanti oggetti – allora non si sarebbe fermato davanti a niente e nessuno.
Sapevo che alla fine sarei stato costretto dal Ministero e, perché no, anche dalla mia coscienza a dare a Gellert quello che voleva.
La mia presenza davanti a lui, un ultimo scontro che avrebbe determinato chi di noi fosse il migliore.
Perché non avevamo mai avuto modo di scoprirlo, ci eravamo sempre posti sullo stesso piano, ed era stato bellissimo finché era durato.
Fu sospirando di rassegnazione che mi sistemai gli occhiali sul naso adunco, andando a riporre la lettera del mio destino nel cassetto della mia scrivania.
Era così difficile riprendere a vedere.
Era così difficile riprendere a preoccuparsi, a pensare, a guardarsi intorno, ad affrontare le situazioni, a sentire.
Ma Albus Silente, dopo sessantadue anni di vita, si era accorto che era ora di aprire gli occhi.
In tutti i sensi.


Note dell'autrice

Buongiorno a tutti!
E' dopo un lunghissimo periodo di silenzio che torno a farmi "rileggere" - più di quattro mesi, secondo EFP. Spero che possiate capire i vari motivi che mi hanno tenuta lontana da qui, che sono all'incirca sempre gli stessi: mancanza di ispirazione, impegni che si accumulano, scuola, stanchezza.
Solo dopo aver ricevuto un messaggio da quigon89, che tengo particolamente a ringraziare, ho deciso di rimettermi al lavoro con l'intento di portare a termine questa opera - anche se temo di riuscire a produrre quanto vorrei solo in queste due settimana di pausa dalla scuola.
Risponderò alle vostre recensioni , sia
"vecchie" che future, con la nuova modalità.
Ne approfitto per ringraziare tutti voi, se ancora state leggendo queste parole, per la vostra pazienza. Cercherò di non lasciarvi più per così tanto tempo.
Buone vacanze, cari lettori!

Lady Lynx
  
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