Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: koukla    23/12/2010    12 recensioni
La guerra è ormai finita da sette anni e tutti hanno ripreso la loro vita. C'è chi si è buttato anima e corpo nel lavoro, chi ha messo su famiglia e chi ha viaggiato in lungo e largo per il mondo. C'è anche chi non è cambiato affatto e passa ancora il tempo ad organizzare grandi pranzi di famiglia e a sferruzzare maglioni da regalare a Natale. Non sempre, però, tutto ciò che avevamo programmato è destinato ad accadere ed è proprio questo che la Signora Weasley deve capire. Tra due persone di nostra conoscenza completamente recalcitranti all'idea del matrimonio ed un piccolo imprevisto che stravolgerà le cose, riuscira Molly a veder realizzato il suo piccolo, innocuo desiderio?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Un po' tutti | Coppie: Arthur/Molly, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi cospargo il capo di cenere e vi chiedo umilmente perdono per questo immenso ritardo!

Poi, data l’altissima improbabilità che io riesca ad aggiornare prima del 25, colgo quest’occasione per fare a tutti i miei più sinceri auguri =)

E visto l’atmosfera che si respira in giro, cosa ne dite di farmi un piccolo regalo di Natale lasciando un commentino, anche piccino picciò? Ve ne sarei davvero grata! ^_^ Ci terrei anche a ringraziare tutti coloro che seguono questa storia "nell'ombra"!!!=)

 

 

Molly Weasley amava la domenica.

Da sempre era il giorno della settimana che preferiva.

Non perché, come molti potrebbero pensare, era sinonimo di ozio e di riposo, ma perché era l’occasione migliore per riunire, sotto il tetto della Tana, la sua grande famiglia.

Sin da quando era bambina, adorava trascorrere questa giornata di festa e di allegria con i suoi parenti: i genitori e i fratelli prima, il marito, i figli e i nipoti ora.

Radunare la sua numerosa progenie attorno ad una tavola riccamente imbandita costituiva per la donna un vero e proprio scopo di vita.

Sebbene, bisognava ammetterlo, fosse un tantino stancante preparare quegli immensi e succulenti banchetti, vero punto forte delle riunioni in casa Weasley, la sua fatica veniva ampiamente ripagata dai volti estasiati dei numerosi commensali.

Le facce compiaciute dei suoi figli (categoria nella quale, per Molly, rientrava a pieno titolo anche Harry), i sorrisi amorevoli delle sue nuore e i gridolini eccitati dei suoi nipotini le riempivano il cuore di gioia e la facevano sentire la donna più felice e fortunata del mondo.

La signora Weasley gonfiava il petto orgogliosa di poter affermare, con assoluta certezza, che la domenica in casa sua era un momento idilliaco, durante il quale enormi tacchini farciti e giganti torte alla melassa tenevano lontani tutti i problemi.

In ogni caso, sembrava che quella domenica non fosse destinata a raggiungere tali livelli di perfezione.

Se era vero che “il buongiorno si vede dal mattino”, allora nubi cariche di oscuri presagi si stavano abbattendo sulla quieta serenità della Tana.

Questo Molly avrebbe dovuto capirlo fin da quando, appena sveglia, una serie di sfortunati eventi e di piccoli incidenti aveva turbato il suo lavoro mattutino.

L’arrosto si stava per bruciare ed era stato salvato per un pelo, le patate, mentre si stavano auto-sbucciando, erano schizzate via dal lavello volando per tutta la stanza, la panna per la torta si era smontata in modo avvilente e una folata di vento improvvisa aveva buttato nel fango il bucato appena lavato.

La donna era estremamente turbata, condizione aggravata da una brutta sensazione che le attanagliava la bocca dello stomaco, e non riusciva a svolgere correttamente il proprio dovere.

La colpa di questa sua agitazione era tutta della prozia Muriel.

Il giorno prima, infatti, Molly era andata a fare visita alla vecchia strega che, subito, aveva iniziato ad inveire contro la fidanzata di suo figlio Ron, Hermione Granger.

Molly aveva, in un primo momento, attribuito gli improperi e i borbottii dell’anziana signora al suo terribile caratteraccio, poi però si era dovuta ricredere.

Sobbalzò stranita appena vide la nuora-bersaglio delle critiche dell’arcigna zia che le sorrideva dal tavolino in stile Liberty del salotto di Muriel Prewett.

Osservando più attentamente, aveva potuto costatare che Hermione era sulla copertina de “Il Settimanale delle Streghe” e che all’interno del giornaletto (cui non era più abbonata da tempo immemore) c’era un intero servizio sulla ragazza scritto da Rita Skeeter.

Molly sapeva bene quanto falsi e diffamatori fossero gli articoli della giornalista in questione e decise fermamente di non leggere un solo rigo di quella porcheria.

Ma si sa, “la curiosità è femmina” e così presto la donna fu sopraffatta dal desiderio di conoscere cosa si fosse inventata quella reporter da strapazzo.

Prese in prestito –di nascosto- la rivista dalla vecchia zia e, quella sera stessa, seduta sulla sua poltrona preferita, davanti ad una tazza di tè bello forte si accinse alla lettura del fazioso articoletto.

Appena ebbe finito Molly si sentì profondamente indignata ed anche un po’ in colpa.

Lei conosceva bene Hermione e vedere il modo infimo e denigratorio in cui Rita aveva sputato cattiverie sul suo conto, l’aveva fatta fremere di rabbia.

La ragazza era sempre stata un’infaticabile lavoratrice, coraggiosa, intelligente, leale, con un senso della giustizia e del dovere sopra la media e lì invece era presentata come una cortigiana priva di morale e di scrupoli.

Quell’articolo, però, era servito da monito a Molly, che grazie ad esso, aveva compreso una cosa: nessuno, neanche lei, aveva il diritto di giudicare o criticare le decisioni di quella ragazza, giuste o sbagliate che fossero.

Per quanto la donna potesse sperare che le scelte di Hermione e Ron coincidessero con i desideri che lei aveva auspicato per loro, era giusto che i due ragazzi facessero i propri progetti ed i propri errori senza l’intromissione di terzi.

Era ovvio, quindi che, quella domenica mattina, Molly si trovava in uno stato di tale confusione.

Presto il Clan Weasley sarebbe arrivato e Merlino solo sapeva come poteva sentirsi quella povera ragazza!

E dire che la donna aveva organizzato quel pranzo proprio perché era convinta che ad Hermione, essendo circondata da mamme felici e da sorridenti frugoletti, sarebbe venuta subito la voglia di metter su famiglia con Ron.

Estremamente imbarazzata e completamente assorta nei suoi pensieri, la signora Weasley sussultò notando che, dal suo camino, era appena sbucata la famiglia Potter al completo, accompagnata dal piccolo Teddy Lupin.

 

 

Hermione diede un’ultima veloce occhiata alla propria immagine riflessa nello specchio della camera da letto, si lisciò la gonna color pervinca e sistemò tra i capelli il fermaglio d’argento a forma di rosa che Ron le aveva regalato sei anni prima, per il loro primo anniversario.

Sbuffò rassegnata notando che i tentativi di acconciare in modo ordinato i suoi capelli ribelli erano stati del tutto vani.

Comunque, sapeva bene nel profondo di sé stessa, che l’irrequietezza che la stava tormentando non aveva molto a che fare con il suo aspetto fisico.

Quella notte aveva dormito poco e male e, per una volta, la colpa non era tutta da attribuire a Ron.

Si era rigirata nel letto, invidiando il ragazzo, che inconsapevole della sua agitazione, ronfava profondamente.

D’altronde non poteva certo biasimarlo, lui non sapeva niente, non poteva sapere niente.

Hermione, infatti, aveva pensato bene di nascondere la spinosa faccenda-Skeeter al suo fidanzato, cosa per cui si stava maledicendo ancora.

In realtà, due giorni prima, era ritornata a casa risoluta a spiattellare tutto a Ron, intenzionata a sfogarsi e ad essere confortata da lui.

Però aver trovato il ragazzo alle prese con i fornelli e del tutto determinato a restituirle il malizioso giochetto a cui lei stessa l’aveva sottoposto quella mattina, non era certamente stato d’aiuto.

Quella sera e i giorni seguenti, non aveva avuto modo di ritornare sulla questione anche perché, in effetti, non avevano passato molto tempo a parlare.

Si era così ritrovata a procrastinare il momento in cui avrebbe dovuto affrontare la verità.

Hermione era conscia del fatto che un tale comportamento fosse completamente infantile, immaturo e che non avrebbe portato a nulla di buono e sperava con tutta sé stessa che nessuno, durante quella giornata, avrebbe toccato il delicato argomento.

Cosa alquanto improbabile poiché era convinta che la famiglia Weasley al gran completo, perfino James, fosse al corrente dell’articolo di quella perfida arpia.

Con disappunto prese la borsetta, lasciò la stanza e si recò nel piccolo e confortevole salotto del loro appartamento, dove Ron l’attendeva tranquillamente stravaccato sul comodo divanetto arancione, pronta a raggiungere la Tana e tutto ciò che quella domenica le avrebbe riservato.

 

 

Il pranzo andò meglio di quanto Molly potesse immaginare.

Tutti furono molto soddisfatti delle ottime pietanze che erano state servite e la donna si diede più volte della stupida, ricordando i timori che l’avevano scombussolata quella mattina.

A pasto finito, si formarono tanti gruppetti nell’accogliente salotto della Tana e ognuno poté dedicarsi alle occupazioni che preferiva.

In un angolo, Teddy e Victoire, la primogenita di Bill e Fleur, parlottavano fitto ideando chissà quali mirabolanti progetti.

All’improvviso i due si avvicinarono ad Hermione, che seduta sulle gambe di Ron, spiegava concitatamente al signor Weasley il giusto funzionamento di un computer portatile.

La ragazza si interruppe di colpo notando che i due bambini la osservavano incuriositi e sembravano sul punto di dirle qualcosa di estrema importanza.

Li guardò incoraggiante e Teddy, prendendo coraggio, chiese: “Perché voi due non avete bambini?”

Hermione sbatté più volte le palpebre, visibilmente stupita da tale domanda e Ron per poco non si strozzò con il Whisky Incendiario che il padre gli aveva offerto poco prima.

Il silenzio calò nella stanza e tutti aspettavano, trepidanti e divertiti, la risposta dei due ragazzi, che iniziarono a balbettare frasi sconnesse e senza senso.

“Te l’avevo detto io! Secondo me non sono capaci!” bisbigliò Victoire rivolgendosi a Teddy.

“Ma magari non sanno come si fa! Ho avuto un’idea, possiamo spiegarglielo noi, cosa ne pensi Vic?” esclamò il bambino raggiante, i suoi capelli diventarono di un’accesa tonalità di azzurro.

A questo punto l’imbarazzo della giovane coppia era alle stelle: le orecchie di Ron erano diventate più rosse dei suoi capelli ed Hermione, cercando qualcosa di intelligente da dire, fulminò con lo sguardo Harry che stava malamente trattenendo una risatina, come tutti gli altri d’altronde.

La ragazza riuscì a prendere nuovamente il controllo di sé e, sorridendo, affermò sicura: “Ma cosa state tramando voi due? Come vi è saltata in mente una cosa del genere?”

“Be’ siete gli unici a non avere figli e così avevamo pensato che forse vi serviva un piccolo aiutino, perché probabilmente non avete proprio idea di come si facciano i bambini.

A me lo ha spiegato la nonna e Vic, invece, lo ha chiesto a Bill. Però a noi non dispiace di condividere la nostra conoscenza con voi! Non dovete essere timidi, né dovete vergognarvi, in fondo mica uno può sapere tutto, no?”

Il discorso del piccolo Lupin non faceva una piega e il bambino osservava soddisfatto Hermione, dato che Ron, in preda al più completo imbarazzo aveva bofonchiato che doveva andare in bagno ed aveva lasciato la sua fidanzata in balìa dei due demonietti.

La ragazza, non poco infastidita dal comportamento di Ron, invitò i bambini a sedersi accanto a lei e, pazientemente, spiegò loro: “Vi ringrazio per la vostra generosità, non è da tutti essere così altruisti; però posso assicurarvi che non occorre che ci spiegate come si fanno i bambini, perché noi lo sappiamo benissimo e quindi… ce la caviamo perfettamente anche da soli.”

Victoire, leggermente contrariata, stava per ribattere qualcosa quando Ron, impugnando un oggetto non ben identificato, attraversò a grandi falcate il salotto per posizionarsi davanti ad Hermione.

“E questo cosa dovrebbe essere?” sbottò alquanto irritato.

Nella stanza calò il silenzio; Hermione lo guardò stupita, spalancò la bocca e arrossì vistosamente, boccheggiando come un pesce fuor d’acqua, appena si accorse che tra le mani di Ron c’era “Il Settimanale delle Streghe”.

Per la seconda volta nell’arco di una stessa giornata, a dire la verità nell’arco di pochi minuti, la ragazza era a corto di parole e questo era un avvenimento decisamente più unico che raro.

Finalmente, con una debole vocina disse: “Posso spiegarti tutto, in realtà avevo intenzione di dirtelo un po’ di giorni fa, ma non mi sembrava mai il momento giusto.”

Ron la fissava torvo, con le braccia incrociate dall’alto del suo metro e novanta.

“E cosa stavi aspettando? Che lo scoprissi da solo? O peggio, che qualcun altro me ne parlasse? Non riesco proprio a comprendere il tuo comportamento, davvero. Ma probabilmente non volevi parlarmene perché l’articolo dice la verità.”

Hermione alzò lo sguardo molto lentamente, gli occhi velati di lacrime che non aveva intenzione di versare, e disse, in poco più di un sussurro: “Come puoi solo minimamente pensare una cosa del genere, Ronald? Come puoi credere a quella robaccia?”

Harry e Ginny si guardarono allarmati: sapevano bene che Hermione chiamava il fidanzato con il suo nome completo solo quando era arrabbiata.

“E cosa dovrei fare allora? Forza, dimmelo tu visto che sei così brava! Evidentemente ritieni che non sono all’altezza per poter condividere con me le tue preoccupazioni; ma già, tu sei Miss Perfettina-me-la-cavo-benissimo-da-sola! A quanto pare però con McLaggen e Krum eri più che in sintonia, o mi sbaglio?” disse Ron tagliente.

“Ma per tutti calzini rattoppati di Merlino! Cosa stai blaterando? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Mi sto seriamente chiedendo cos’hai in quella testa al posto del cervello!”

Il tono di voce di Hermione si era alzato di qualche decibel e da sommesso e titubante era diventato frustrato e pungente.

Ron, guardandola dritto negli occhi, sputò acido: “Ma certo! Dimenticavo che fossi fidanzata con un rozzo zotico insensibile. È evidente che non sono abbastanza per te, ma comunque puoi rimediare in fretta, no? Non mi sembra che tu abbia difficoltà a trovare qualcuno che sbavi dietro la tua gonnella! Perché non vai da Vicky? Sono sicuro che saprà consolarti a dovere!”

“Questo non avresti dovuto dirlo! Sai benissimo che non è vero niente, niente!” urlò in preda alla più grande disperazione. Le sue grida svegliarono James che iniziò a piangere rumorosamente.

“Io so solo che a quanto pare sto insieme ad una, ad una… una sgualdrina! Ecco!”

Le parole di Ron colpirono Hermione come un bolide in pieno petto, per un istante le sembrò di non poter più respirare.

Poi tremando pericolosamente, raccolse le sue cose e mormorò flebilmente: “Se è questo ciò che pensi allora non abbiamo più nulla da dirci. Mi dispiace solo di aver costretto la tua famiglia ad assistere a questo spettacolo indecente.”

Si voltò bruscamente ed il fermaglio che aveva tra i capelli cadde a terra, ma lei parve non accorgersene.

Uscì di casa e un sonoro CRACK risuonò nell’aria immobile.

Nessuno osava muoversi o fiatare.

Al’improvviso Ron, passandosi una mano sul volto, fremé debolmente: “Sono stato un idiota!”

Raccolse con delicatezza la piccola rosa che brillava sul pavimento e, camminando speditamente, andò in giardino.

Intanto nella stanza, dal divanetto su cui si era seduto poco tempo prima, Teddy Lupin aggrottò la fronte e chiese curioso: “Qualcuno mi spiega cos’è una sgualdrina?”

 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: koukla