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Autore: barbara_f    23/12/2010    11 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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Carissime pubblico questo capitoletto pre-natalizio con la speranza che ve lo possiate gustare durante le feste.
quanto a me faccio una piccola pausa... posterò il nuovo capitolo per il nuovo anno.
auguro a tutte un felice natale e un divertente anno nuovo!!!!

Ciao un bacione Barbara!



_Cap. 41
 
Confronti
 
Gli occhi azzurri di Jasper mi scrutavano mentre mi aggiravo nella nostra stanza da letto. Ero inquieta, scossa e ancora tesa per ciò che avevo appena visto.

“Alice, ti prego...” il suo tono era esasperato, era un’ora buona che cambiavo continuamente posizione muovendomi dal letto alla poltrona, dal bagno alla finestra...

“Stai ferma, ti prego! Non ce la faccio più a vederti così agitata” il suo tono aveva una nota aspra, infastidita, lo sapevo, ero consapevole di irritarlo a morte ma non riuscivo ad agire razionalmente, non in una situazione come questa.

“Jasper, voglio andare da lui!” ribattei con il tono di una bimba capricciosa.

“No, tu non ci andrai!” disse afferrandomi per la vita e facendomi sedere sulle sue gambe.

“Hanno bisogno di stare soli!” continuò guardandomi dritto negli occhi. Sfuggii alla sua presa, non volevo più aspettare. Volevo sapere... Sapere perché Edward era stato così male, sapere cosa intendesse Bella con la frase - ha ricordato il suo passato! -  o con l’esclamazione - mio Dio, era solo un bambino...- ” avevo sospetti fondati, sospetti tremendi, volevo sapere.“Ma possibile che tu non ti renda conto?” non capivo, rendermi conto di cosa.

Jasper si alzò dal letto mettendosi davanti alla porta. Ero intrappolata.

“Alice, ragiona razionalmente, non hai visto come si guardavano? Non hai visto il dolore negli occhi di Bella? Non hai visto lo stato di Edward?” alzai un sopracciglio.

“Sei proprio sicura di voler andare da loro in questo momento? Sei proprio sicura di non poter aspettare che lui decida autonomamente di scendere e raccontarti ogni cosa? Vuoi proprio forzare le cose?” odiavo quando assumeva quell’aria da maestro di vita, odiavo quando mi faceva ragionare, odiavo quando aveva ragione... provai a controbattere alle sue teorie di ferro.

“...E del mio stato non ti preoccupi?... c’è qualcosa che riguarda il passato della mia famiglia che io non so, qualcosa di talmente drammatico, da ridurre mio fratello in quello stato!  Mio dio Jasper, ho pensato che non si svegliasse più!” abbassai il viso sconfitta, sapevo che lui mi stava trattenendo per il mio bene, per permetterci di affrontare il discorso con calma.

Una lacrima scese sul mio volto, Jasper la raccolse con un dito poi si avvicinò a me con passo lento.

“Non essere egoista Alice, so che desideri sapere, ne hai tutto il diritto, ma devi dar loro del tempo...” alzai gli occhi, il suo sguardo era serio e determinato.

“...Ma io...” provai a ribattere... le mani di Jasper salirono dai miei fianchi al mio viso carezzandomi dolcemente, un brivido percorse la mia schiena, adoravo quando mi sfiorava appena, con dita leggere come piume...
Le sue labbra furono sulle mie.

Morbida e calda, la sua lingua carezzò la mia bocca finché, schiudendola, non l’accolsi in me.

Sapevo che non sarei riuscita più a resistergli. La sua bocca si modellò alla mia, approfondendo il bacio, le sue mani scesero sulle mie spalle fino ad arrivare ai glutei che strinse con forza facendomi sentire quanto mi desiderasse.

“Vieni, piccolina, vediamo un po’ se riusciamo ad ingannare il tempo!...” Sorrise, il suo sorriso speciale, quello che mi riservava nei nostri momenti di passione, quello a cui, lo sapevo, non sarei mai riuscita a resistere.
Mi prese tra le braccia conducendomi verso il letto, le sue labbra sulle mie, prepotenti e dolci.
Sapevo che sarebbe passato parecchio tempo...
 
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Edward ora dormiva pacificamente. La fronte, corrucciata da chissà quale sogno, si distendeva di tanto in tanto, rivelando i suoi lineamenti delicati.

Le labbra, leggermente dischiuse, erano invitanti come un frutto polposo, un velo di sudore ricopriva il suo volto; una reazione normale allo shock termico, così aveva detto Emmett.

Non mi sentivo tranquilla, non riuscivo a staccarmi da lui, ero terrorizzata.

Terrorizzata dall’idea che non riuscisse più a svegliarsi, che una volta sveglio non mi riconoscesse, che volesse allontanarsi nuovamente da me.

Stavo male, lo sapevo.

Il mio equilibrio psicologico era al limite, labile come un filo di seta.

Non riuscivo a chiudere occhio, ogni movimento, ogni respiro, ogni sussurro di Edward contribuiva a far accelerare il ritmo del mio cuore.

Se si fosse nuovamente allontanato da me?

Volevo così tanto sentire ancora la sua voce, vedere il suo sorriso illuminargli gli occhi, sfiorare la tiepida sericità della sua pelle... 

Mi era parso di udire la sua voce, per un istante, in un istante indefinito, era allegra ma stanca...
Pensandoci, non ero davvero sicura di averla sentita, forse sognavo, sognavo che si fosse svegliato, che fosse tornato da me...

Mi guardai attorno, non c’era più nessuno solo Edward e io.

Perché tutti mi lasciavano sola? Avevo bisogno di aiuto, non sarei riuscita a superare tutto questo da sola.
Continuai a fissare il suo profilo, a controllare il suo respiro... sentivo il battito regolare del suo cuore nel silenzio irreale della stanza.

Sarei riuscita ad affrontare un’altra crisi? Avrei avuto abbastanza forza?

Non lo sapevo.

Mi mossi lentamente stringendomi al suo fianco e affondando la mia faccia sul suo petto; ispirai il suo profumo, quel profumo che, per tutta la notte, aveva avvolto i miei sogni... poi chiusi gli occhi sognando di baciare ancora le sue labbra.

Un tocco, tiepido e lieve sfiorò le mie guance in una lenta carezza.

“Bella, cos’hai?” il battito del mio cuore accelerò per poi riprendere il suo regolare incedere, non mi ero accorta che si fosse svegliato... la sua voce calda e sensuale accarezzò le mie orecchie.

Godetti quell’istante come se fosse l’ultimo ma non alzai lo sguardo su di lui né parlai.

La paura aveva sopraffatto ogni altro sentimento, persino l’amore.

Di cosa hai paura Bella,mi chiesi, alza gli occhi, guardalo! Mi rimproverai.

No. Non ne avevo la forza.

“Bella, ti prego guardami!” il tono con cui Edward parlò era talmente tenero... forse avrei potuto...alzai il viso su di lui.

Non so cosa vide Edward nei miei occhi, la sua espressione si fece improvvisamente ansiosa, forse preoccupata.
Mi aveva letto dentro, ne ero certa. Ero sempre stata un libro aperto.

“Bella, parlami... ti imploro, fammi sentire la tua voce... ti prego amore...” le parole rifiutarono di lasciare le mie labbra mentre le strofe di una vecchia canzone tornarono a lambire la mia mente...
 
Pelle a pelle noi e sulla pelle tristezza e guai, dobbiamo uscire da qui
quando stiamo così non riusciamo ad aprirci più
Riapri gli occhi e dai grida almeno che non va  se ti cerco cos'è
se mi cerchi perché scivoliamo sempre giù
[...]
E' un sogno che non troviamo più  luci spente che luci che non si accendono più
con la mano dai stringi più che puoi le nostre mani dai che proviamo a tornare su...


Non riuscivo a gridare il mio dolore, avevo paura ad ammettere, persino con me stessa, che la sofferenza di Edward stava distruggendo la mia anima.

Non avevo il coraggio di rivelargli quanto male mi facesse vederlo gridare, piangere, sbattere la testa fino a perdere i sensi, quanto mi facesse soffrire tutto il dolore che aveva dentro di se.... avrei tanto voluto vederlo sorridere felice, veramente felice...

Mi strinsi a lui, tremavo, non riuscivo ad impedirmelo, non volevo sembrare fragile ai suoi occhi, ma il mio corpo aveva una volontà propria.

Volevo parlargli, dirgli che ero felice che si fosse svegliato, comunicargli il mio amore... ma le lacrime scendevano irrefrenabilmente dai miei occhi impedendomi di proferire parola.

Edward, silenziosamente mi carezzò i capelli lasciando piccoli baci sulle mie tempie, sulle mie guance... sentì il sale delle mie lacrime sulla sua bocca.

Con un dito alzò il mio mento per potermi fissare negli occhi ancora una volta.

Fu allora che accadde.

Nel momento in cui lo sguardo di Edward fissò il mio, tutta le tensione, la paura, l’ansia e l’angoscia che avevo tenuto a freno nelle ultime ore, si sciolsero in un pianto dirotto e liberatorio.

Sentii un singhiozzo provenire dal suo petto e mi sentii morire, stava soffrendo ancora e ancora, ed era colpa mia. Non riuscii a guardarlo in viso, non avevo la forza di fissare il suo dolore negli occhi.

“Bella, lo so che è difficile starmi accanto,” disse con la voce rotta “lo so che il mio passato è pieno di orrore e che io ne porto ancora traccia...” trasse un profondo respiro poi riluttante continuò.

“Non voglio più lasciarti sola ma, se la mia presenza dovesse in qualche modo, in qualunque modo, farti soffrire, io....” disse la frase tutta di un fiato come se gli costasse uno sforzo immane e infine una lacrima traboccò dai suoi occhi mescolandosi alle mie.
“...Io mi tirerò indietro...”  

Edward avrebbe rinunciato al suo amore per me, pur di non farmi soffrire... ma io... come poteva pensare che sarei potuta essere felice senza di lui!

Non si rendeva di quanto era diventato importante la mia vita?

Mi aggrappai ad un lembo della sua maglietta avvicinandolo a me.

Lo fissai con gli occhi lucidi e pieni di dolore, non volevo che se ne andasse di nuovo lontano da me. Avevo bisogno del contatto con la sua pelle, con il suo cuore, non sarei riuscita a sopravvivere senza di lui.

 “Io non andrò più via, te lo giuro Bella... ma ti prego, promettimi che se non ce la farai più a stare con una persona ricolma di sofferenza come me...tu...” mi aveva capito, aveva capito le mie paure, la mia sofferenza... feci cenno di no per rispondere alla sua domanda.

Lui non mi avrebbe mai potuto fare del male, non intenzionalmente almeno.

Non si accontentò della mia risposta e incalzandomi mi strappò un cenno di assenso...

“Promettimelo Bella! Tu non ti sacrificherai per me!” non sarei più riuscita a sopportare di vederlo in quello stato anche se avessi voluto, e Edward lo sapeva benissimo... Mi feci più vicina a lui...

“Amami Edward, amami ora!” dissi in un sussurro...

Volevo sentirlo, toccarlo, volevo accertarmi che non si trattasse di un sogno.

Mi strinse forte a se mentre le sue labbra furono sulle mie, dolci, esitanti...
 
***********************************************************************
“Amami Edward, amami ora!” aveva detto.

L’avrei fatto, l’avrei amata con il mio corpo e il mio cuore, avrei fatto qualunque cosa pur di farle dimenticare la violenza a cui l’avevo sottoposta, la sofferenza che le avevo causato.

Avevo promesso di non farla più soffrire ma non ero riuscito a mantenere la promessa.

Me ne rammaricavo ma la mia angoscia era talmente profonda, non volevo coinvolgerla nel mio mondo, ma ora lei era diventata tutta la mia vita, non sarei riuscito a privarmene. Travalicava ogni mia capacità.

Non riuscivo mai a mantenere le promesse fatte...

Mi avvicinai lentamente, le mie dita la sfiorarono, leggere come una piuma, scostandole una ciocca di capelli umida di lacrime...

“Bella, io...” non trovavo le parole, “...se dovessi farti male...”

Mise un dito sulle mie labbra zittendomi poi, con gli occhi ancora lucidi, mi baciò le guance, le palpebre, i lobi delle orecchie...

“Tu non mi farai del male... non sei tuo padre...!”

Alzai il viso, volevo incontrare i suoi occhi, carezzare le sue labbra. sentivo crescere in me il desiderio di baciarla ancora e ancora... attesi, attesi che si avvicinasse a me, che mi desse il permesso di amarla...

“Edward... io ho paura...” aveva paura, aveva paura, bravo Edward, sei contento ora? Avevo sperato per mesi che accadesse ma non ora, non da quando era diventata l’amore della mia vita. Abbassai lo sguardo ma Bella mi costrinse a fissarla.

“Non ho paura di te, Edward, né del tuo passato...” sentii il mio cuore battere forte.
“Ho paura di non farcela a starti vicino nella maniera giusta, ho paura di non farcela a vederti soffrire, ho paura che, quando avrai sentito queste parole, tu scompaia dalla mia vita!” dolce, dolcissima Bella.

Non poteva saperlo, non glielo avevo mai detto, ma nei mesi in cui ero stato lontano da lei, avevo sentito un dolore talmente intenso che il mio corpo e il mio cuore si sarebbero rifiutati di provarlo ancora. Non sarei mai più riuscito ad allontanarmi da lei.

Sapevo che soffriva per me, per il mio passato, per le mie crisi di panico, per i miei silenzi e per le mie grida disperate... ma io non mi sarei più allontanato, non di mia volontà...

La scelta doveva essere sua, solo sua... una parola e sarei scomparso dalla sua vita, per sempre.

“Bella, te lo ripeto, io non andrò da nessuna parte, a meno che non lo voglia tu.” Volevo mi credesse, il suo sguardo era dubbioso.

“Io farei qualunque cosa pur di renderti felice... anche andare via se tu me lo chiedessi.” Sorrise abbassando lo sguardo, un sorriso timido che fece imporporare le sue guance di un tenero rosa.

“No Edward, non andare via... resta con me! Resta sempre con me!” il rossore si accentuò ulteriormente.

Dio com’era bella.

Ero totalmente pazzo di lei.

“Si amore, resterò...Finché mi vorrai, io starò con te!” mi avvicinai lentamente al suo viso, volevo disperatamente baciarla, volevo sentire la morbidezza delle sue labbra sulle mie... non avevo il coraggio di farlo, avevo paura...
Bella si avvicinò a me fissandomi negli occhi.

“Mi hai fatto spaventare Edward...” abbassai gli occhi, timoroso di guardarla in viso... le avevo fatto del male... ferivo sempre coloro che mi amavano... l’avrei fatto ancora, con Alice...

Bella mi carezzòil viso con un dito sorridendomi.

 “Credevo che non avrei più toccato la tua pelle!” carezzò il mio viso con le mani ancora tremanti...
“...Che non avrei più visto i tuoi occhi fissarmi meravigliati, come stai facendo adesso...” con la punta delle dita sfiorò le mie palpebre.
“...Che non avrei più sentito il tuo sapore in bocca...” le sue labbra furono sulle mie.
Chiusi gli occhi gustandomi il suo tocco, accogliendo il suo bacio lieve e caldo.

Per un istante dimenticai tutta la sofferenza delle ultime ore, l’estenuante battaglia interiore che avevo combattuto, ma non vinto, con me stesso, il racconto che avrei dovuto fare a mia sorella, lo sguardo sofferente di Bella...
Ero nell’unico posto dove avrei voluto essere: in quel letto, con lei.

Incoraggiato, carezzai i suoi capelli avvicinandola di più a me e approfondendo il bacio.

Le mie labbra divennero passionali, forti, esigenti, la mia lingua danzò con la sua frenetica, disperata... la volevo... troppo.

“Bella” la chiamai, staccandomi a fatica da lei, la mia voce roca, irriconoscibile persino alle mie orecchie.
“...Io vorrei...” ero imbarazzato come un quindicenne.

Vorrei fare l’amore con te adesso, ma ho paura di farti ancora del male, temo di spaventarti, di non riuscire a controllare la passione che provo per te. Non voglio essere come mio padre... non voglio essere un mostro... pensai ma non ebbi coraggio di dal voce ai miei pensieri.

“Shh! Non dire nulla Edward... io ho subito un trauma quando sono stata aggredita e quando tu sei stato irruento io...” si interruppe, il mio cuore batteva furiosamente, sapevo di averle fatto del male, lo sapevo... cominciai a sentire il mio respiro farsi accelerato.

Bella prese le mie mani e le posò sul suo seno, sentii i suoi capezzoli inturgidirsi sotto le mie dita.
“...Ma mi sono data a te senza costrizioni, sempre e comunque...io mi fido di te Edward! Tu non potrai mai farmi del male...”

Ero paralizzato dal desiderio e dalla paura, non osavo muovere le dita, non volevo rompere la magia del momento...

Bella poggiò le sue mani sulle mie guidandole verso i suoi punti più sensibili, il seno, la pancia, i glutei, fino ad arrivare al suo morbido centro.

Chiusi gli occhi mentre il mio desiderio di lei cresceva ad ogni sfioramento, ero eccitato, desideroso di essere nuovamente un solo corpo e una sola anima con lei. Con l’amore della mia vita.

“Fai l’amore con me Edward...” la voce di Bella si era fatta bassa, roca, eccitata..

 Non avrei più aspettato.

La feci stendere sul letto sfilandole la sottile camiciola di seta e la biancheria intima, finché non la vidi, pallida e luminosa come la luna, nuda davanti a me.

“Sei bella, amore mio...” dissi carezzandole dolcemente le gambe fino ad arrivare a sfiorare il duo pube. La sentii fremere al mio tocco, era eccitata da me.

Una strana frenesia mi colse a quel pensiero.

La desideravo, oltre ogni mia aspettativa, amavo la sua anima bella e forte, il suo cuore puro, la sua timidezza, il suo amore... amavo lei.

“Spogliati Edward, voglio vederti...” la sua voce calda interruppe i miei pensieri.

Lei mi amava e mi desiderava nonostante tutto.

Nonostante l’imperfezione del mio corpo, nonostante la mia anima lacerata il mio carattere mutevole, non intaccavano i suoi sentimenti... lei amava me.

Mi tolsi gli indumenti con lentezza, guardandola negli occhi.

Emozionato e trepidante arrossii davanti al suo esame minuzioso... davanti al suo sguardo lucido di eccitazione.
Mi stesi su di lei, tremante di desiderio,  la mia pelle sulla sua.

Bella carezzava la mia schiena con movimenti circolari e delicati mentre brividi di puro piacere si irradiavano dai miei lombi alla mia schiena, fino ad arrivare direttamente al mio cuore.

Sentivo la sua femminilità calda e pulsante sotto di me, sentivo il suo desiderio e il mio crescere ad ogni carezza, ad ogni sfioramento...

“Bella io... ti amo...tantissimo” i suoi occhi furono nei miei e la sua bocca si allargò in un tenero sorriso.
Entrai in lei delicatamente, dolcemente sentendomi invadere dal suo calore, dalla sua passione poi il ritmo divenne più rapido, le spinte più profonde... il suo fuoco incendiò il mio corpo.
Bella gemeva sotto di me carezzandomi, esigendomi... le diedi tutto ciò che potevo... la mia passione, il mio amore...

“Ti amo Edward!” gridò mentre un potente orgasmo ci travolgeva...

“Ti amo Bella... ti amo talmente tanto...” la mia voce era più bassa e roca.

Ero a casa.
 
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Un lieve bussare mi svegliò, mi guardai attorno, ero sola, Jasper si era alzato.
“Chi è?”
“Alice, sono Edward, posso entrare?”

   
 
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