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Autore: Cassie chan    09/12/2005    1 recensioni
Ciao a tutti! Sono ancora io, Cassie chan! Per chi non mi conoscesse, ho pubblicato due fic su Tokyo mew mew e una su Buffy, ma questa, in ordine di tempo di scrittura, è la mia prima fanfiction! L’ho scritta su Gundam perché sinceramente è stato l’anime, che mi ha fatto esaurire di più; Heero e Relena non arrivavano mai al sodo, con quello che sveniva ogni tre puntate e quell’altra che sospirava: “Oh, Heero!” ad intervalli più o meno di cinque secondi. Per questo, siccome sono una persona molto vendicativa, mi sono presa questa piccola rivincita!… che cosa succederebbe se Heero e Duo si scoprissero contemporaneamente innamorati di Relena? Senza andare per le lunghe, Relena sceglierebbe Heero, ma quando le cose ti danno modo di cambiare completamente idea per un tragico equivoco? Un piccolo avvertimento: la fic comprende due coppie, e, come avrete intuito, sono Heero&Relena, e poi Duo&Relena! Solo che una rimane, e l’altra no! Perciò, se non vi dovesse piacere che coppia io ho scelto, non ammazzatemi!Buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heero Yui, Relena Peacecraft
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2- The night of the first and last kiss

Capitolo 2- The night of the first and last kiss

 

Relena guardava silenziosamente, dal vetro della macchina, che la stava conducendo nel suo nascondiglio. Non sapeva quanto tempo sarebbe dovuta rimanere lì, sapeva soltanto che Heero aveva ritenuto strettamente necessario trasferirla e allontanarla dalla Reggia…aveva ancora la testa che le pulsava, dopo quello che aveva dovuto vedere e sentire. Se si ricordava l’espressione di quell’uomo, mentre Heero gli sparava, o peggio gli occhi aperti sul vuoto di Katy, si sentiva lo stomaco annodato… mentre ricacciava le lacrime a fatica, ripensò che, per fortuna, aveva Heero, aveva il suo angelo custode, che non l’avrebbe mai abbandonata. Adesso che lui le aveva confessato i suoi sentimenti, si sentiva più forte, più tranquilla e sapeva che, fino al momento in cui lui le fosse rimasto accanto e avesse continuato ad amarla, lei non correva alcun pericolo. Lei lo amava dal primo giorno che lo aveva incontrato su quella spiaggia, quando gli aveva tolto il casco e si era ritrovato per la prima volta, davanti ai suoi occhi blu intenso, quando si era trovata di fronte a quella stella cadente che le avrebbe per sempre cambiato la vita.

Eppure, era sempre stata convinta che lui non ricambiasse il suo amore, che lui le volesse bene solo come ad una sorella, e, per questa ragione, nei tre anni che erano passati, non aveva mai preso minimamente in considerazione l’idea di dichiararsi a lui; lui era accanto a lei e questo le bastava, le bastava che non prendesse più un Mobile Suit e se ne andasse via, per sempre, lontano da lei. E, invece, quella sera…in quella maledetta sera, si era accesa per lei la più bella stella che avesse mai visto… lui le aveva confessato di amarla, l’aveva baciata e l’aveva stretta a sé. Se ripensava al suo sorriso e al suo profumo, si sentiva sciogliere il cuore. Sperava solo che questa storia si concludesse quanto prima, voleva stare con lui e non lasciarlo andare più… inoltre, era preoccupata per lui, non voleva che gli accadesse qualcosa… se fosse stata rapita o, anche uccisa, le sarebbe importato molto di meno, piuttosto che vederlo soffrire ancora, o peggio…

Non riuscì neanche a finire quel pensiero per quanto le sembrava, allo stesso tempo, impossibile e lacerante… era strano che la facesse sentire più strana che soffocata quel pensiero… come se Heero fosse eterno, come se si identificasse totalmente nell’amore, che provava per lui, come se Heero fosse solo l’amore, che provava per lui … strinse più forte la presa sulla piccola valigetta che si era portata dietro e poi si accorse che nell’auto, regnava un’irreale silenzio. Quando era in macchina con Heero, era abbastanza normale che stessero in silenzio, ma ora era con Duo, che parlava di continuo. Si voltò a guardarlo e lo vide assorto nei suoi pensieri, mentre guardava le montagne imbiancate.

“Forse sta pensando a quel gruppo…” si disse Relena, sistemandosi il cappuccio del cappotto che indossava per non farsi riconoscere.

In realtà, Duo stava pensando a tutto, tranne che a quel gruppo. Sì, aveva parlato con Rareba ed era venuto a sapere che il maggiore azionista del gruppo era un tale Micheal Diamond, un uomo sulla cinquantina che si diceva avesse militato in Whitefang; di lui, però, si sapeva molto poco, perché conduceva una vita molto solitaria. Diamond, inoltre, si era molto arricchito a seguito di acquisti e speculazioni al limite della legalità a danno dei Winner, il cui peso, alla morte del padre di Rareba, era molto diminuito. Ora era lui il maggiore azionista del gruppo, anche se nella sede centrale, si facesse vedere di rado, dato che ora era ritornato Rareba che era l’altro socio maggioritario del gruppo, anche se aveva solo il 30% delle azioni. Rareba aveva detto a Duo che lo aveva visto molto poco, però sapeva che era un tipo intrattabile, interessato solo al denaro, tanto che per questo motivo aveva divorziato dalla moglie, che non riusciva più a sopportare la sua eccessiva avarizia; il suo unico altro interesse era guidare un gruppo politico che cercava di difendere la libertà tradizionale della loro colonia. 

“Bingo!” si era detto Duo, sempre più convinto di avere trovato il loro uomo.

Ma ora il pensiero di quell’uomo lo toccava pochissimo. Era da solo con Relena e sapeva che una qualsiasi parola avesse soltanto tentato di pronunciare, avrebbe inevitabilmente fatto capire quello che stava provando. Quando aveva lasciato la reggia, Heero si era raccomandato di proteggere sempre Relena e di non lasciarla sola per un momento…già, proprio quello di cui aveva bisogno. Stare accanto alla persona, di cui era innamorato, sapendo che i suoi pensieri erano altrove o meglio erano persi dietro il suo migliore amico. Aveva detto ad Heero che era meglio che ci andasse lui con Relena, ma lui aveva detto che preferiva coordinare le operazioni nella reggia, che si fidava di lui e sapeva che l’avrebbe protetta a costo della sua vita.

Duo sapeva che tutto questo era vero. Era chiaro che non avrebbe mai permesso che Relena morisse per colpa sua, ma sapeva altrettanto bene che un solo gesto, una sola parola gli sarebbero costati l’amicizia di Heero e anche di Relena. Si riscosse, quando sentii la voce di lei chiamarlo leggermente.

“Sì?” chiese, cercando di assumere il tono più neutro che gli riuscisse.

“Volevo sapere” disse Relena, parlando sottovoce “Se potrò partecipare alla conferenza mondiale della settimana prossima, è davvero molto importante…”

“Credo che sia molto più prudente che vi partecipi tramite una videoconferenza, Altezza …non penso che sia sicuro recarsi…”, poi si interruppe, vedendo il viso leggermente meravigliato di lei.

“Cosa c’è?” chiese, arrossendo leggermente.

“Non capisco” chiese lei, gli occhi leggermente schiusi “Perché mi stai chiamando così …ci conosciamo da cinque anni e mi chiami ancora in questo modo? Neanche Heero mi chiama più in quel modo …c’è qualcosa che non va?” disse, poi vedendo una smorfia impercettibile sul viso di Duo.

“Niente, è stato solo un crampo” mentii velocemente Duo, mentre pensava “Mi piacerebbe soltanto che tu non nominassi più Heero davanti a me, e magari fingere che tu sia solo una Principessa viziata che sono costretto a difendere, e non la meravigliosa e stupenda persona che sei..”.

“Scusami Relena” continuò “E’ solo che questa, ehm, missione mi rende molto nervoso…”

“Sì, anch’io sono molto preoccupata…inoltre, se penso che sono morte delle persone per colpa mia, mi vengono i brividi…” ribadì lei, mentre si stringeva nelle spalle sottili.

“Lo so, lo vedo che stai male…” proferì Duo, prima di avere il tempo materiale per fermarsi.

Relena lo guardò, poi, la voce più dolce di prima, disse: “Ti ringrazio per essere venuto con me…”

Duo sentii le parole scendere a precipizio dalle sue labbra, prima che potesse fermarle: “Anche se avresti preferito che fosse venuto Heero con te?”

Ma sarò stupido?! Mi vado a scavare la fossa da solo e mi ci getto allegramente dentro!” pensò.

Relena ci pensò un attimo e poi disse: “Sì, forse avrei preferito che fosse venuto lui con me, ma ha detto che preferiva restare alla reggia…e poi neanche tu mi dispiaci tanto” concluse, sorridendo.

Duo cercò di frenare il suo cuore che sembrava una locomotiva impazzita e benedì il fatto che finalmente erano arrivati.

La casa del nonno di Relena era una piccola abitazione sulle Montagne Orientali; era il luogo, dove era cresciuto suo padre, il suo vero padre, e dove il re Peacecraft adorava ritirarsi per poter pensare; era piccola con il tetto spiovente e di un bel legno scuro. Aveva grandi finestre sui lati ed era leggermente sopraelevata, rispetto al terreno. Quando Relena e Duo, entrarono, si trovarono davanti ad una stanzetta piccola con un caminetto, che ardeva, mentre un biglietto di Laurie li avvertiva che aveva accumulato provviste per molto tempo nella cantina.

Relena si sedette su una poltrona, di fronte al fuoco, dopo aver posato la valigetta per terra. Duo, intanto, fece un giro per le varie stanze, accertandosi che la casa fosse sicura. In effetti, dovette riscontare che Heero aveva avuto ragione, riguardo a quella casa: oltre al fatto, che c’era un solo ingresso, che era costituito da una porta blindata, costruita nel periodo, in cui il re Peacecraft alloggiava lì, era praticamente impossibile che qualcuno si avvicinasse senza essere visto. In primo luogo, a qualche metro di distanza, più verso valle, c’era la casa del custode, che li avrebbe avvisai in caso di arrivo di qualcuno. Poi, la casa sorgeva su un’altura che sormontava un’area disabitata del raggio di un chilometro; dalle finestre, era possibile vedere tutta la strada, che conduceva lì, che era una sola, e, per questo, se si fosse avvicinato qualcuno, Duo e Relena lo avrebbero visto almeno mezz’ora prima che arrivasse alla casa. Le finestre del piano di sopra erano antiproiettile e non erano molte; quella della camera di Relena, era molto piccola e illuminava a malapena la stanza.

Dopo essersi sincerato di tutto questo, Duo tornò nel salotto, dove Relena era ancora seduta accanto al caminetto. Si era tolta il cappotto ed ora indossava un semplice maglione a collo alto bianco ed un paio di jeans stretti. Dopo qualche minuto di perfetto silenzio, Relena si alzò dalla poltrona e aprì la valigetta che si era portata, uscendo un gruppo di foto, che appese con cura alle pareti. Duo riconobbe i suoi genitori adottivi, suo fratello, la sua amica Katy…poi, con un tuffo al cuore, vide che stava appendendo una foto che mostrava lui, lei ed Heero in occasione di una festa il mese prima. Gli venne da pensare: “Ecco, il mitico triangolo!”, poi ricacciò quel pensiero, dicendo che non esisteva alcun triangolo, semmai solo una coppia. Si allontanò dalla stanza con un sospiro, e andò a chiamare Heero con il suo cellulare per avvertirli che erano arrivati e che non c’erano stati intoppi.

Heero lo congedò quasi subito, raccomandandogli di stare sempre accanto a Relena e di farsi sentire a distanza di due giorni. Duo annuì silenziosamente, poi riattaccò, ringraziando che Heero non avesse chiesto di parlare con Relena, altrimenti sarebbe uscito fuori al gelo, per non sentirli scambiare smancerie, anche se dubitava fortemente che Heero ne fosse capace.

Ritornò nella stanza principale e vide che Relena si era addormentata su un divano…il suo cuore perse qualche colpo per un minuto. Era così bella, sembrava che fosse eterea con i capelli biondi, che le erano ricaduti sulla spalla. Si avvicinò a lei e le mise addosso una coperta di lana, poi, mentre la guardava dormire, si sentii l’anima scoppiare nel petto. Si avvicinò sempre di più a lei e la baciò dolcemente sulle labbra, cosciente che sarebbe stato il loro primo ed unico bacio. Mentre sentiva il suo sapore di fragola, capii che stava sbagliando, capii che Relena era soltanto di Heero e che non avrebbe dovuto neanche pensare di fare qualcosa del genere. Si staccò da lei violentemente, sospirando di sollievo per il fatto che non si era svegliata.

Mentre si sedeva nella poltrona lì accanto, si ricordò di una frase che aveva sentito una volta in qualche sceneggiato televisivo: “Capisci di amare davvero una persona solo quando puoi passare tutta la notte seduto a guardarla, mentre dorme…”. Sospirò ancora, con un amaro sorriso sulle labbra…si preparava per lui una lunga notte insonne. .. the night of the first and last kiss.

Intanto, Heero, nel suo studio, completamente ignaro del fatto che il destino, che non avrebbe mai creduto possibile aveva cominciato a muovere i suoi primi e insensati passi, stava analizzando tutti i file, che erano stati raccolti dai suoi collaboratori sull’organizzazione, che aveva tentato di rapire Relena. Aveva effettivamente scoperto, grazie all’aiuto di Rareba e di Duo, che il capo dell’organizzazione doveva essere proprio questo tipo di nome Diamond, che era indiziato anche da altri gruppi investigativi, come l’FBI, per questa ragione. Aveva saputo che Diamond sembrava agire sotto la copertura del suo partito politico, attraverso il quale assoldava quelli che sembravano più propensi alle sue idee. Non era stato ancora possibile incastrarlo definitivamente perché era molto furbo e sembrava che avesse molte talpe nelle polizie internazionali, che dirottavano le indagini a suo favore.

Heero si abbandonò sulla sedia; era molto stanco e inoltre, era ancora preoccupato per Relena. Aveva una strana sensazione, anche se era più che mai certo che la locazione del nascondiglio di Relena fosse l’ideale.

“E poi con lei c’è Duo…non devo stare in ansia” si disse risoluto. A questo punto, capii che di fronte a questa situazione, era assolutamente necessario un intervento dall’interno. Si sarebbe infiltrato in quel gruppo, altrimenti era certo che non sarebbe mai riuscito a sgominarlo. Prese dal computer la lista dei componenti antichi di Whitefang e cercò con lo sguardo un nome, che poteva essere adatto allo scopo. Dopo un po’, vide il nome di un uomo, che attirò la sua attenzione.

“Eddie Thompson, nato nel mio stesso anno di nascita nella colonia X-5639 e morto nell’anno post-coloniale 195 nella corazzata Libra a seguito di un’esplosione nella sala macchine. La sua morte non fu denunciata da nessuno di Whitefang, poiché il soggetto era stato imprigionato per alto tradimento nei confronti di Milliardo Peacecraft…”.

Heero sorrise compiaciuto. Avrebbe preso il nome di quel tipo, grazie al fatto che fisicamente gli somigliava molto, a parte il fatto che era biondo. E poi, nessuno avrebbe fatto troppe storie, se avesse falsificato dei documenti, facendo credere che era nella Guardia Reale della Principessa. Avrebbe fatto credere che era stato vittima di un equivoco e che non aveva mai tradito Milliardo; si sarebbe inventato una scusa qualunque e certamente quelli sarebbero stati più interessati al fatto che poteva facilmente avvicinarsi a Relena Peacecraft. Inoltre, praticamente solo Milliardo e Dorothy lo avevano visto sulla Libra e sapevano che era lui. Nessun’altro di Whitefang sapeva chi fosse e avrebbe potuto riconoscerlo.

Heero scorse con gli occhi la lunga lista di nomi di militanti di Whitefang, che svettavano sinistri sul computer. Sembravano croci nere, in un immenso cimitero bianco.

“Quanti di voi ho ucciso? E quanti di voi ancora ucciderò?” si chiese, angosciato. Poi, mentre il sudore gli imperlava la fronte, posò lo sguardo sulla foto di Relena, che aveva messo quella sera sulla scrivania e si sentii meglio.

 

 

Ari- ciao! Sinceramente ero molto indecisa se continuare a pubblicare questa fic, per questo ho aspettato tanto tempo, ma alla fine ho deciso di pubblicarla ancora! Grazie enorme a tutti coloro che l’hanno recensita, abbiate pazienza! Sulla fine, sono ancora indecisa e non penso che deciderò per adesso! Mi raccomando, recensite, recensite, recensite! Un ringraziamento particolare ad Aya chan, per avermi incoraggiato a continuare questa fic!

   
 
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