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Autore: LadyMerendina    24/12/2010    3 recensioni
Seguito di "Il mio Destino 6 Tu": il Destino di Artù&Merlino li porterà ad affrontare ancora molte peripezie...e "sulla Via del Destino", i due vedranno rafforzarsi il loro Amore
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merlino fece prima tappa alla Cava dei Cristalli: doveva sapere che cosa aveva in mente quella Strega Nera di Viviana. Poteva sempre tornargli utile esser a  conoscenza dei suoi piani, no?

“Ok.. Ci siamo..”

Guardò dentro il primo Cristallo che si trovò davanti: inizialmente fu soltanto fumo denso, come ogni singola volta, poi di nuovo quelle immagini confuse… Fuoco. Artù che lottava. Viviana. Man mano, le immagini si facevano più chiare, le sequenze più delineate, e Merlino sgranò gli occhi sempre di più, sentendo il battito sempre più accelerato e il respiro sempre più affannato.

Devo… Devo avvertirli!!

Uscì dalla caverna,non dopo aver ripreso fiato per qualche minuto, e si avviò verso Garulf. Ma prima di poter arrivare al suo cavallo, sentì qualcosa urtare la sua nuca, un forte dolore alla testa … e poi il buio.

****

Tre giorni erano passati, dall’improvvisa sparizione di Merlino da Camelot. Nessuno sapeva niente. Non aveva parlato con nessuno, prima di andarsene dalla città. Né con Artù. Né coi suoi genitori. Con nessuno. Semplicemente era sparito. Montando in groppa a Garulf, e correndo via dalla città.

Artù era stato avvisato una ventina di minuti più tardi, e immediatamente era uscito anche lui da Camelot al galoppo, cercandolo in lungo e in largo. Non era dal suo Merlino scomparire a quel modo. Sicuramente non senza una valida motivazione. Ma nonostante questo, nonostante sapesse che il suo giovane sposo lo amava più di qualsiasi altra cosa, non si dava pace.

“Artù. È tardi. Alzati, ti prego.”

Era la mattina del quarto giorno senza Merlino: le sorelle Pendragon facevano a turno nello svegliare Artù, come faceva sempre il loro carissimo amico. Quei giorni erano di pura apprensione e angoscia, per tutti quanti loro. Mancava a tutti Merlino. Si sentiva nell’aria del Castello.  A Camelot.

E soprattutto mancava ad Artù: erano tre giorni, oramai quattro, che non dormiva la notte, o che ci riusciva soltanto per un paio d’ore massimo tre, in preda ad incubi e febbre per poi, la mattina successiva, svegliarsi senza avere una linea di febbre, ma essere stanco morto. Agli allenamenti era distratto, non seguiva i suoi Cavalieri come faceva sempre. Per fortuna gli erano tutti molto fedeli, e comprendevano perfettamente come si sentisse. Carot spesso prendeva il suo posto, mandandolo così a riposare un pochino.

“Novità, Morgause?”

Lei affranta scosse la testa.

“Non appena ne avrò, giuro che sarai il primo a saperle. Lo sai. Ma non ti fa bene restare in questo stato. Merlino non lo vorrebbe.”

Morgana assentì.

“Lui vorrebbe vederti sereno. Che passi la tua giornata come fai con tutte le altre, come se lui fosse qui…

“NE parlate come se fosse…”, sospirò, “Lui tornerà. Mi ha giurato di non lasciarmi mai, come io non lascerei MAI lui. Tornerà. Vedrete.”

Loro annuirono.

“O, ma certo che lo farà!”, sorrise Morgause, “Merlino morirebbe lontano da te, Artù.”

Il Principe, un pochino consolato ma neanche troppo, sospirando tirò via le coperte e si alzò stiracchiandosi. E andò in bagno.

Bussarono alla porta.

“Sono Gwen. Pensavo..tu avessi bisogno di qualcuno che ti prepari il bagno.”

Lui le sorrise. Con affetto.

“TI ringrazio, Ginevra. Ma non è necessario, posso farlo da solo. Merlino apprezzerà molto, quando lo saprà.”

Morgana tutta contenta si avvicinò alla sua fidanzata, e la baciò con amore.

“Ti prometto che lo troviamo, tesoro.”

Lei annuì fiduciosa.

“Lo so,tesoro mio.”

“Morgause.”

“Sì, fratello?”

“Carot sta facendo un ottimo lavoro. Stavo pensando di dargli un ringraziamento degno di tale nome.”, disse entrando in acqua, “E’ da tanto che sono senza un braccio destro. Da quando Lèon si è sposato e ha lasciato la città. Sono convinto che a Carot piacerebbe!”

Morgause sorrise felicissima.

“Certo che gli piacerebbe! Grazie!!”

“Perfetto! Gli darò la notizia più tardi. Merlino apprezzerà anche questo. Ne sono sicuro.”

Dalla piazza si levò un grido:

“Guardate! E’ Garulf!”

Il cavallo di Merlino era tornato a Camelot. Senza il suo padrone.

****

Da un’altra parte, in pieno bosco, un ragazzo dai capelli corvini si trascinava fuori da una caverna immersa nell’oscurità totale. Fece in tempo a portarsene fuori, che dei massi crollarono ostruendo l’entrata-uscita. E lui tirò un sospiro di sollievo. Non aveva tempo per pensare alle sue ferite, a disinfettarle e curarle. C’era un solo ed unico pensiero che lo tormentava da quattro giorni a quella parte.

Artù … Devo tornare da Artù …

Fischiò, speranzoso di veder arrivare Garulf e poter tornare a Camelot a cavallo. Non era sicuro di dove si trovasse, ma sentiva di non essere comunque tanto lontano dalla sua città. Però il cavallo non arrivò. E lui sospirò tentando di alzarsi. Invano. Era troppo debole. Doveva perlomeno rimettersi in forze. Quel poco che bastava per capire dove esattamente fosse. E per tornare a casa.

Prese un respiro profondo, e, poggiandosi ad un  albero, riuscì a mettersi in piedi. E si guardò intorno, cercando qualche cosa di commestibile. Fu fortunato: notò un cespuglio di more, e ricordò di quante volte Gaius gli aveva ripetuto di quanto fossero energiche benché tanto piccole. Che il loro succo può donarti abbastanza energia che, anche se tu l’avessi finita, può farti camminare per 10km. FU grato di aver ascoltato Gaius, una volta tanto!

Si trascinò piano verso quel cespuglio, e dopodiché si lasciò cadere per terra,a sedere, iniziando a staccarle dal rovo senza bucarsi con le spine, e mangiandone una dietro l’altra. Tutta quella Energia non la sentì da principio ma, poi, arrivò tutta insieme. E si sentì immediatamente meglio. Non bene. Ma Gaius lo avrebbe certamente curato al meglio   e rimesso a nuovo, appena tornato  a Camelot!

“D’accordo, Merlino.. In piedi. Si torna a casa.”

Si tirò su in piedi, con grande sforzo, e sentì un rumore di carro: camminò con gran fatica verso quel rumore, e si trovò sulla strada che portava a Camelot. Dovevano esserci meno di 8km. Se Gaius aveva ragione, le energie gli sarebbero state sufficienti. E se non..beh.. sarebbe passato un carro. In qualche maniera avrebbe rivisto Artù. Sarebbe tornato da lui.

Era il suo Destino,diamine!

 Così s’incamminò.

Mancavano due ore al tramonto quando, finalmente, intravide i grandi cancelli di Camelot, e il cuore gli scoppiò di gioia. Dei, quanto gli era mancata la sua città! La sua casa, i suoi amici, la sua famiglia. Artù. Dei, doveva vederlo. Aveva bisogno di stringerlo forte, di accoccolarsi al suo petto con le sue braccia forti a circondarlo e proteggerlo, e rivedere i volti dei suoi cari …

Aveva provato a mettersi in contatto con loro, ma a quanto sembrava la sua mente non era abbastanza “in forze”. Ma un ultimo sforzo lo doveva fare. I cancelli erano chiusi, e le Guardie dal torrione non potevano vederlo bene.

Artù! Artù …

“MERLINO!”

La sedia sul quale era seduto, quella solita, in camera, cadde all’indietro, mentre lui si alzava con un balzo.

Sentì dei passi correre verso la stanza, e la porta si spalancò: Morgana era tutta spettinata, con la veste in disordine, ma sorrideva. Felice. E dietro di lei Morgause, entrò come una saetta.

“E’ LUI!!”, esclamarono in coro

MERLINO!!!

ARTU’!! SONO QUI!

Il Principe si fiondò fuori dalla stanza come una furia, attraversando i corridoi con le sue sorelle dietro, e Gwen che correva da Gaius per avvertirlo del ritorno dell’amico. I tre corsero verso i cancelli, e lo videro lì fuori. In piedi ma,seppur lo videro da lontano, ridotto male. E il cuore di Artù si strinse. Lo sentiva che stava male!!

“MERLINO!!”

Il cuore del Mago ebbe un tuffo di felicità mentre lo vedeva correre verso di lui, aprendo il cancello, e scoppiò in lacrime come anche Artù che, senza aspettare la completa apertura dei cancelli che li tenevano separati, vi passò sotto e lo strinse forte a sé.

“Amore mio…

“Merlino. Merlino.. Merlino..”, sussurrò baciandogli capelli, fronte, guance, “Dei piccolo mio…non farlo mai più…

“MAI PIU’.”, rispose lui sorridendo.

Poi sentì le gambe cedere, fortunatamente le braccia forti di Artù lo sostennero.

“Merlino!”

“S..Sto bene…non preoccuparti amore…” e perse conoscenza

“Per gli Dei! Merlino!”, esclamò Gaius correndo (o quasi) verso di lui, “Artù. Presto.”

Lui annuì, e prese in braccio il suo sposo, seguendo Gaius verso la loro stanza, dove secondo il cerusico sarebbe stato meglio perché c’era più aria che circolava, e aveva bisogno dell’ambiente più ventilato possibile. Artù lo adagiò sul loro letto molto dolcemente, e Gaius si chinò su di lui.

“Che cosa gli è successo?”, chiese Gwen.

Morgana la strinse.

“Chi lo può aver ridotto in questo stato?”

Morgause si chinò con Gaius sull’amico, esaminando le varie ferite sul petto, le braccia e le gambe. Mentre Gaius gli sollevava le palpebre guardando le sue pupille. E poi si scambiarono uno sguardo di consapevolezza. E si rialzarono.

“E’ rimasto chiuso nello stesso luogo per quattro giorni.”, decretò Gaius, “Con tutta probabilità una caverna. O comunque uno spazio decisamente ridotto. Con poco ossigeno. Ed è…

Morgause notò il suo sguardo, e a capo chino aggiunse:

“E’ stato torturato.”

Morgana, per la quale era soltanto una conferma, chiuse gli occhi mentre Gwen, piangendo, si lasciava abbracciare dall’amata. Mentre Artù strinse forte i pugni, poi si allontanò dal gruppetto,verso il tavolo, e rovesciò fiori e vassoio a terra, in un moto di rabbia. Piangendo.

“Non ero con lui… Dei, non l’ho.. protetto…

“Merlino era consapevole a cosa andava incontro.”, intervenne Morgana, “Altrimenti non sarebbe andato via da Camelot senza dir niente a nessuno. La responsabilità non è tua, Artù. Lo hai sempre protetto.”

“Da ascolto a tua sorella.”

Gaius guardò verso la porta.

“Ciao Balinor.”

L’uomo guardò il figlio, con uno sguardo triste e un’espressione preoccupata.

“Deve riposare.. Merlino è forte, ha affrontato cose ben peggiori di questa. Artù. Devi dormire anche tu. Gaius e Hunith faranno tutto il possibile. Vedrai che Merlino ritorna come nuovo.”

“Non lascio morire mio figlio, questo è certo.”, fece la donna entrando, “Gaius. Ti ho portato le erbe curative.”

“Ti ringrazio, Unith.”

I due si misero all’opera, curando le svariate ferite di Merlino, mentre gli altri si rendevano utili a loro modo: Gwen portava l’acqua pulita e gli stracci, Morgause fornì delle bende curative, magiche ovvio, e Morgana e Artù aiutavano Unith e Gaius tenendo su a sedere Merlino, oppure tenendo sollevate bende, o gambe, oppure le braccia. E Balinor sussurrava parole arcane.

E’ debole. Troppo debole.

“Puoi fare qualche cosa, Kil?”, gli chiese Balinor.

Ovvio che sì! Soffierò addosso a Merlino un po’ della mia Forza. Su chiunque altro ci metterebbe giorni ad agire, ma lui è uno dei miei DragonLords. Agirà molto più in fretta.

Morgause si alzò per andare a spalancare la finestra, mentre Kilgharrah volava in quella direzione fermandosi a mezz’aria e guardando dentro. Triste.

“Chi è stato?”

“Hai già la risposta, giovane Strega. Una vostra simile. Sebbene chiamarla ‘simile’ è un offesa a te e Morgana, e fin troppo per Lei.”

Morgana sgranò gli occhi. E strinse i pugni in un gesto di rabbia,

“Quella sottospecie di..!!!”

Gaius, Unith, Gwen e Balinor si scansarono, e Il Grande Drago soffiò come un vento leggero sopra Merlino, che ebbe un sussulto prima di riprendere a respirare con un ritmo più regolare e tranquillo. Gwen prese per mano Morgana, mentre Unith aiutava Gaius a rimettere la borsa dei medicinali. Balinor mise una mano sulla spalla di Artù, con un sorriso, che lui restituì. E uscì.

“Come sta?”

Balinor sorrise a Uther e Ygraine, preoccupatissimi.

“Molto meglio.”

Kilgarrah ha fatto ciò che andava fatto?”, chiese lei.

“Sì.”

Unith e Gaius uscirono dalla stanza, seguiti da Morgana e Gwen.

“Figliola. Va meglio?”, chiese Ingrid arrivando.

Morgana annuì contenta.

“Dorme. Per un paio di giorni meglio lasciarlo riposare.”

Le due sorelle Pendragon Senior si lanciarono uno sguardo d’intesa.

“Non sarà facile.”, disse la maggiore

“Se rimaniamo uniti ne usciremo”, rispose la Regina “Dobbiamo crederci sino in fondo.”

Uther strinse la mano di sua moglie.

“Ce l’abbiamo sempre fatta. I Pendragon restano sempre in piedi. Qualunque cosa succeda.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!!!!!

Prima di tutto chiedo scusa per l’aggiornamento in ritardo ANCORA UNA VOLTA!!! ;(( ma siamo sotto le feste, e tra regali  da fare, ingredienti da comperare, organizzare tutto quanto … X(  mi sento sfinita!!!

 Senza contare che son 3 GIORNI che divento matta perché non riuscivo  piu’ ad entrare nel mio account mi diceva che non esisteva!!!! O.O  poi mi son ricordata di aver immesso la mail sbagliata a cui rimandare il link di attivazione  ;P

Comunque siamo qua: Merlino finalmente  ha scoperto cos’ha in mente quella  stregaccia maledetta di Viviana… E SARA’ GUERRA.  Bwahahah!!!!

AUGURO BUON NATALE A TUTTI QUANTI VOI!!!!

E FELICE 2011!!! (anche se conto d’aggiornare prima del 1/Gennaio, dunque ve li rifarò ;)

Vostra KINDERBUENA89         Alias LADY MERENDINA KINDER (& I SUOI 5  CEREALI ]

  
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