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Autore: Betrayed    24/12/2010    1 recensioni
Un pugno lo colpì alla pancia, pur avendo la corazza si piegò in due. Non ebbe il tempo di reagire che un calcio lo colpì in faccia. Di nuovo un pugno, ma questa volta la bloccò. -Un po' prevedibibile, non credi?-ghignò. Ho cambiato il titolo perchè quello di prima non m'ispirava granchè...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Envy, Greed, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alchimista d'Argento'
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Capitolo 29
FINE



La ragazza si era bloccata, il palmo rivolto verso l'alto, gli occhi azzurri fissi su quel disegno semplice e nero, in netto contrasto con la sua pelle.
Greed avrebbe voluto stringerla a sè in quel momento, sembrava un piccolo pettirosso smarrito, sbatteva le palpebre incredula, le labbra socchiuse e le guancie arrossate.
Aveva il respiro lievemente accelerato, combatteva contro le lacrime.
-Megumi...-
La ragazza si riscosse, fissandola ancora con lo sgomento dipinto in volto.
-Lo sai perchè sono qui vero?- chiese lui, con un sguardo rassegnato.
La ragazza non rispose, ma chinò il capo.
-Ti chiederanno di scegliere. Tra me e te. La vita e la morte.-
-Io sono già morta- mormorò piano.
-No. Non la pensare così, ti prego. Promettimi una cosa.-
Megumi lo guardò nuovamente, tra le lacrime.
-Promettimi che non sceglierai loro.-
-Non potrei mai farlo.- Non c'era traccia di dolcezza nella voce dell'alchimista, solo una decisione e una fermezza ferrea.
-Oh ma che dolci siete!!-
La voce di Envy la fece sobbalzare.
L'invidia l'allontanò da Greed, sollevandolo invece dal terreno.
-Andiamo, è ora.- disse duro, spingendolo avanti.
-Mostriciattolo, solo perchè sei più vecchio non vuol dire che ti debba portare rispetto.-
Envy lo ignorò e si rivolse a Megumi.
-Alzati e andiamo.-
L'homunculus li portò in una stanza quasi immensa, tonda, sulle quali pareti scorrevano centinaia di tubi, che arrivavano tutti in un unico punto: il Padre.
Era seduto al centro della sala, e li guardava dall'alto di una specie di trono in pietra.
-Bentornati, figli miei.-
-Padre.- ghignò Greed.
Megumi non proferì parola, incantata dalla lieve luce emanata dal cerchio alchemico dipinto sul terreno, speculare ad un altro, situato invece sul soffitto.
Envy si allontanò, avvicinandosi a Lust e Gluttony, rimasti in disparte, ai margini della sala.
-Hai fatto la tua scelta?- chiese Quella Persona rivolgendosi a Greed, il quale rispose sputando ai suoi piedi e sorridendo soddisfatto.
Megumi sapeva cosa significava. Se lo aspettava, eppure le sfuggì una lacrima.
-Condanni dunque insieme a te anche questa nuova figlia?- chiese l'uomo.
L'homunculus rispose con una scrollata di spalle e un sorriso strafottente.
-Sono l'avidità no? E lei è mia.-
-Benissimo, dunque. -
Il cerchio su cui poggiavano i piedi si illuminò improvvisamente, e la ragazza si sentì mancare.
Cadde a terra e da quel momento la stanza piombò nel caos.
Greed con un ultimo sforzo si liberò, ma non tentò la fuga.
Sembrava troppo rilassato, non era da lui.
Ma non era quello l'importante.
In poco tempo il buio avvolse tutto e Megumi non seppe più nulla.
L'ultima cosa che avvertì fu la mano di Greed, stretta nella sua.

***

I militari invasero i sotterranei quando ormai era troppo tardi.
Al centro della sala vuota, due corpi, ormai irriconoscibili, giacevano come sciolti sul cerchio alchemico, avvolti in un abbraccio eterno.
Edward cadde in ginocchio sul terreno.
Ancora una volta era colpa sua.
Ancora una volta era arrivato troppo tardi.
Ancora una volta qualcuno a cui teneva era morto e lui non aveva fatto nulla per impedirlo.
Come poteva anche solo pensare di salvare suo fratello, di ridargli un corpo, se non era nemmeno capace di proteggere le altre persone da se stesso?
Piangeva, singhiozzava, urlava, si contorceva.
Ma non sentiva il suo corpo.
Aveva sbagliato.
Di nuovo.
Ma stavolta non avrebbe potuto rimediare.
Mai più.
Un mano gli si posò sulla spalla.
-Era già troppo tardi, Acciaio, non puoi salvare sempre tutti.-
Già, non poteva.




FINE.





Che schifo, lo so il capitolo in sé è corto e conciso, non ricco di descrizioni, ma è scritto di getto, con il cuore che batte a mille per la fine della mia prima storia.
Quindi non ho idea dell'obrobrio, non voglio rileggerlo, finirei per riscriverlo daccapo proprio ora che mi sono decisa.
Sto piangendo e ciò basta come scusa? Non volevo, davvero.
Ma dovevo.
E' più bello così, a mio parere, adoro i finali tragici, tristi e pieni di pianti.
Ma non è finita qui giusto?
Continua nell'altra fanfiction.
Lo so, ci tengo davvero tanto a questa storia, perchè è la prima che ho scritto, per mille motivi diversi.
Grazie mille a tutti.
A chi mi ha sostenuto con le sue recensioni, a chi mi ha fatta ridere e mi ha resa felice.
A chi ha seguito in silenzio e a chi seguirà, perchè no.
Grazie a tutti.

Alle recensioni risponderò con un messaggio privato.
Eeeh, si, finita quest'avventura.
Alla prossima, grazie ancora a tutti!


Con affetto, Mudvayne.

 


   
 
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