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Autore: Nil_Yeol    24/12/2010    6 recensioni
porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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HUMAN DEMON




La mattina della gita scolastica ero davvero di pessimo umore. Yutaka continuava a guardare fuori dal finestrino con lo sguardo perso nel vuoto e non c'era verso di fargli spiccicare parola.
L'unica cosa che avevo capito era che il mio protetto aveva trascorso un piacevole pomeriggio con Miyavi, ma il suo pallore spettrale e l'aria esausta non sembravano confermare le mie aspettative.
Smisi di fissarlo, ormai rassegnato a rimanere nel dubbio, e mi abbandonai sul sedile dell'autobus che viaggiava spedito. Alle mie spalle potevo sentire la voce squillante di quell'odioso essere biondo, che continuava a rimanere saldamente incollato a Ryo.
Passai tutto il tempo ascoltando le inutili chiacchiere di quella finta donna e i mugolii d'assenso di quei ragazzini imbecilli, che non facevano altro che fissare le sue gambe scoperte.
Quando arrivammo ad Osaka, Yutaka si fiondò fuori dal veicolo giallo evidenziatore andando a nascondersi dietro il primo cespuglio che incontrò sulla sua strada.
Lo raggiunsi velocemente ma arretrai allarmato non appena mi accorsi che stava rimettendo tutta la colazione di quella mattina; da un po' di tempo a questa parte non faceva altro, non riusciva a trattenere nulla nello stomaco e ogni giorno che passava diveniva sempre più magro e smunto.
Mi chinai su di lui per tenergli le ciocche di capelli e accarezzai la sua fronte fredda con delicatezza.
Inspiegabilmente ormai iniziavo a nutrire per Yutaka un affetto quasi fraterno e vederlo in quello stato mi procurava un dolore che mai avrei pensato di poter provare.
<< Yutaka...ma che ti succede? >>
Il brunetto sollevò gli occhi stanchi su di me e sorrise come era solito fare, quasi non avvertisse il dolore che, sapevo, lo stava annientando.
Lo strinsi a me possessivamente per riscaldarlo e per la rabbia mi morsi il labbro fino a farlo sanguinare: non potevo sopportare quella sensazione di impotenza, dovevo aiutare Yutaka, era quello il mio compito ed era quello che avrei fatto.
<< Ti prometto che troverò il modo di aiutarti Yutaka...fosse l'ultima cosa che faccio.>>
Tornammo dagli altri in silenzio e, senza degnare nessuno di uno sguardo, ci posizionammo alla fine della fila per non essere disturbati.
La mattina fu di una noia mortale: udivo a malapena la voce della guida che ci presentava l'imponente struttura dell'Umeda Sky Building di Osaka e invece di sollevare gli occhi per godere dello spettacolo dell'enorme edificio, tenevo le mie iridi glaciali incollate sulla figura minuta di Yutaka, che si stringeva nel cappotto per ripararsi dal freddo pungente.
Si voltò nella mia direzione e sbuffò esasperato.
<< Takanori sto bene, è solo un po' di stanchezza e comunque il tuo sguardo inquisitore non aiuta...sembra che tu mi stia divorando con gli occhi...>>
Feci una smorfia infastidita e continuai a guardarlo imperterrito.
<< Magari è quello che sto facendo...>>
Yutaka rise di gusto e mi afferrò la mano stringendola.
<< Grazie di essere così premuroso Taka, lo apprezzo davvero.>>

A pranzo ci concessero un'ora libera, che trascorsi nella più assoluta tranquillità, osservando i miei compagni di classe mentre chiacchieravano animatamente di motori e donne.
“ Beata gioventù” sorrisi a quel pensiero, ma quel sorriso nato così in fretta morì altrettanto velocemente non appena vidi Uruha discutere con le ragazze – o meglio, ex-ragazze – di quegli idioti di Hideki e Seguchi.
Sembravano un semplice trio di liceali pettegole, ma più guardavo il viso dell'angelo biondo più mi rendevo conto di quanto fosse bello, di una bellezza disarmante e disumana.
Scossi la testa infastidito e mi allontanai in fretta per evitare il suo sguardo; l'ultima cosa di cui avevo bisogno erano i suoi occhi puntati addosso.


<< So di chiedervi un grande favore ragazze però non posso sopportare di vedere Takanori appiccicato al mio Ryo...e comunque non voglio che gli accada nulla di troppo grave, spero solo che capisca di dovergli stare lontano.>>
Il viso giovane e delicato di Uruha fu illuminato da un sorriso soave e per assicurarsi di avere maggiore presa sulle menti delle due ragazze che gli stavano di fronte, strinse le loro mani affinché il suo ordine fosse definitivo.
Le giovani lo guardarono con occhi spenti, poi si allontanarono senza dire una parola.
“Andrà tutto secondo i piani.” L'angelo si diresse nella direzione opposta per tornare dal ragazzo con la benda, che lo aspettava poggiato con la schiena su una parete.
<< Ce ne hai messo di tempo! Dove sei stato? >> Ryo gli scompigliò i capelli affettuosamente e lui subito ne approfittò per stringersi al suo petto.
<< Scusami, stavo solo parlando con un paio di amiche.>>
I due ragazzi si incamminarono lungo la via commerciale sotto gli sguardi dei curiosi; alcuni bambini gli si pararono di fronte bloccandogli la strada, Uruha si chinò verso di loro sorridendogli.
Uno dei piccoli sfiorò la guancia levigata del biondo guardandolo estasiato.
<< Ma tu sei un angelo? >>
Uruha inclinò la testa da un lato assumendo un'espressione intenerita, poi accarezzò a sua volta il piccolo.
<< Si sono un angelo, sono venuto qui per salvare questo ragazzo alle mie spalle.>>
Il bambino guardò Ryo incuriosito. Sembrò leggermente deluso e allontanandosi si rivolse a lui guardandolo bieco.
<< Una scimmia come te non dovrebbe avere un angelo così bello.>> Fece la linguaccia e corse via con i suoi compagni.
Ryo iniziò ad urlargli contro e se la mano di Uruha non lo avesse trattenuto per il polso sarebbe stato capace di corrergli dietro come un folle.
<< Maledetti ragazzini...>> mugugnò tra i denti inferocito ma subito l'angelo biondo si strinse al suo braccio lasciandosi andare ad una delle sue risate cristalline.
<< Ma dai Ryo, sono solo bambini! >>
Il ragazzo con la fascia sul naso affondò le mani in tasca e ricominciò a camminare.
<< E questo è un buon motivo per permettergli di fare quello che vogliono? Anche Yuu è un bambino ma di sicuro non è così maleducato.>>
<< Certo, ma Yuu è speciale...>> Uruha pensò al viso piccolo e dolce del moro e non poté fare a meno di sentirsi felice.
Ryo lo guardò soddisfatto e iniziò a ridere sotto i baffi.
<< Perché ridi? >>
<< Perché parli di tuo fratello come farebbe un uomo con la persona che ama.>>
Uruha arrossì e diede un pizzico sulla guancia dell'altro scappando via come un fulmine.
Ryo lo rincorse a perdifiato e quando finalmente lo raggiunse lo bloccò stringendolo a sé. Uruha avvolse le braccia intorno alla sua vita e lo guardò intensamente, si sollevò sulle punte e con le labbra sfiorò quelle dell'altro ragazzo.
A quel contatto Ryo si sentì avvampare e quando la bocca di Uruha premette di nuovo sulla sua, questa volta con più forza, senza volerlo abbracciò più stretto l'angelo biondo.
Improvvisamente però un'immagine si insinuò prepotentemente nella sua mente: quegli occhi grandi come due splendidi zaffiri, le labbra piccole e carnose, i capelli ribelli di quel rosso profondo...
<<...Takanori...>> quasi lo sussurrò, ma tanto bastò per dargli la forza di allontanarsi da Uruha.
<< Cosa c'è che non va Ryo? >> Gli occhi color nocciola di Uruha lo fissavano confusi.
<< Io...non posso...>> corse via senza dargli la possibilità di rispondere, doveva cercare Takanori.
L'angelo incrociò le braccia al petto; non immaginava che quel demone avesse già compromesso il cuore di Ryo fino a quel punto.
<< Nemmeno i miei poteri sono serviti a nulla, speriamo almeno che quelle due riescano ad eliminare quell'essere diabolico..>>



Mi trovavo nei pressi della periferia di Osaka quando il primo fiocco di neve si adagiò leggero sul mio naso. La neve...ne avevo tanto sentito parlare, ma non l'avevo mai vista: era così...fredda.
Guardai verso il cielo grigio e un nuovo cristallo gelato cadde sul mio viso facendomi rabbrividire. Decisi di non cercare riparo e continuai la mia gita solitaria mentre i miei passi venivano attutiti dalla neve accumulata sul terreno.
Stare solo non mi faceva poi così bene, ogni volta che quel silenzio profondo mi avvolgeva, finivo inevitabilmente per pensare a Ryo. Calciai il malcapitato sasso che mi ero ritrovato davanti e sbuffando mi sedetti su una panchina isolata, avvertendo il freddo attraversare i miei pantaloni attillati.
“ Se mi si congela il sedere oggi ho davvero fatto bingo! “
Certo il pensiero della trasformazione del mio fondoschiena in un enorme cubetto di ghiaccio mi sembrava quanto di peggiore potesse capitarmi quel giorno ma sfortunatamente non avevo tenuto conto della presenza delle due ragazze che si stavano avvicinando.
Solo quando notai due paia di stivali neri sotto il mio naso, mi accorsi della loro presenza; alzai lo sguardo e incontrai quello di una delle due giovani, che se ne stava imbambolata con le braccia lungo i fianchi.
Alzai un sopracciglio scettico e accavallando le gambe distesi le braccia lungo la spalliera della panchina, continuando a fissarle.
<< Le fidanzatine di quegli idioti...chi non muore si rivede. >>
Sorrisi divertito ma la reazione delle ragazze non fu quella che mi aspettavo: la più alta delle due iniziò ad arrotolare intorno al dito una ciocca color rame e, sgranando gli occhi illuminati da una luce folle, si avvicinò a me.
Mi alzai dalla mia postazione sfidandola apertamente.
<< Che hai da fissare in quel modo? >> la mia voce era fredda e profonda, ma nemmeno quella sembrò intimorire la ragazza, che anzi si portò a pochi centimetri da me.
<< Ti conviene starmi alla larga ragazzina o- >> la frase mi morì in gola quando le mani fredde della giovane si avvinghiarono con forza al mio collo, tentai di allontanarla con una spinta, ma il suo corpo sotto il mio tocco appariva duro come il marmo.
Nemmeno le mie unghie riuscirono a penetrare la pelle, improvvisamente spessissima, delle sue dita e senza più aria nei polmoni, iniziai a sentirmi mancare la terra sotto i piedi: mi aveva sollevato di almeno dieci centimetri dal terreno e continuava a sostenere il mio sguardo con quell'espressione da psicopatica.
Quella ragazza non era la stessa di qualche settimana fà, aveva una forza sovrumana e sapevo con certezza che stava tentando di uccidermi non per sua volontà; calciai l'aria per un paio di volte e quando avvertii che stavo per perdere i sensi, feci appello a tutte le mie forze e strinsi il suo polso fin quando non sentii le ossa incrinarsi.
Caddi a terra tossendo e tentando di accumulare più ossigeno possibile, quando alzai le mie iridi fiammeggianti per incontrare la figura snella della ragazza, vidi che questa non aveva minimamente battuto ciglio nonostante il polso ormai rotto.
<< Chi vi ha mandato? >> naturalmente non ricevetti risposta, la giovane dalla chioma ramata si limitò ad inclinare la testa da un lato e a sorridere in quel modo inquietante.
Mi sollevai da terra con gambe tremanti e barcollando cercai sostegno ad un albero vicino; ero confuso e ancora frastornato per l'attacco di poco prima, improvvisamente però mi tornò in mente la conversazione tra le due e...
<< ...Uruha! >> sibilai quel nome tra i denti: non potevo credere che quell'essere fosse stato capace di un'azione tanto vile, usare degli umani per i suoi sporchi interessi; non era certo un comportamento da angelo il suo!
L'unica cosa che potevo fare in quel momento era far perdere i sensi a quelle povere marionette ma proprio quando stavo per avvicinarmi alla ragazza che prima mi aveva aggredito, un dolore lancinante alla tempia mi fece accasciare di nuovo a terra;
quando la mia mano toccò la testa si macchiò completamente di un rosso intenso e anche il terreno sotto di me si bagnò con le gocce del mio sangue.
La compagna della mia assalitrice mi si era avvicinata alle spalle e aveva colpito la mia testa con un crick di metallo; sollevò le braccia impugnando l'arma tra le mani e si avventò di nuovo su di me, colpendomi questa volta in pieno viso.
Il male fu ancora più atroce e portando una mano sulla guancia dolente avvertii la carne viva sotto le mie dita.
Le due cominciarono a ridere mentre mi rotolavo sulla neve per cercare sollievo;
strinsi i denti per non urlare ma quando l'asta di metallo mi inflisse l'ennesimo colpo, un urlo strozzato mi bruciò la gola. Dovevo ucciderle o sicuramente sarei morto;
poggiai una mano sulla neve gelida per cercare di sollevarmi, lo stivale della giovane però schiacciò le mie dita con forza.
“ Merda...” l'ultimo pensiero, poi il crick che si librava in aria; strinsi gli occhi in attesa dell'ultima percossa, che però non arrivò mai.


Il vento gelido feriva il suo volto scoperto e iniziava a sentire l'acido lattico bruciare nelle gambe, nonostante ciò nella mente di Ryo non passò neanche per un attimo l'idea di fermarsi.
Continuava la sua folle corsa senza capire cosa lo spingesse ad andare così di fretta; aveva chiesto ad un gruppetto di ragazze della classe di Takanori dove si trovasse il ragazzo e la risposta che ricevette,
tra risatine imbarazzate e commenti idioti, fu solo un dito in direzione di una piccola strada che si allontanava dal centro.
Niente di allarmante, eppure qualcosa gli diceva di dover correre, di non perdere tempo. Incrociò un ragazzo a passeggio con il cane e una coppia di anziani, ma di Takanori nemmeno l'ombra.
“Ma dove sei finito?” strinse forte i pugni e fermandosi iniziò a guardarsi intorno, con la speranza di scorgere una chioma rossa e scompigliata.
Stava per proseguire, ormai convinto che l'oggetto dei suoi desideri non si trovasse lì,improvvisamente però udì un tonfo seguito subito dopo da un urlo straziante.
Non c'era dubbio, era la sua voce!
Ignorando la fatica, che pur iniziava a farsi sentire, si diresse verso il luogo da cui era provenuto quel suono agghiacciante e quando arrivò, alla vista di quello spettacolo,si sentì venir meno, mentre il suo colorito diveniva bianco come la neve che continuava a cadere.
Takanori era a terra in una pozza di sangue e con la mano premeva su una brutta ferita che deturpava il suo dolce viso; cercò di sollevarsi facendo forza sulle braccia ma prontamente una delle due figure che gli si stagliavano di fronte schiacciò con forza le sue dita sottili.
Ryo vide le labbra carnose di Takanori incresparsi per il dolore, il suo corpo minuto che si rannicchiava sulla neve, pronto a ricevere l'ennesimo colpo, un colpo però a cui lui non avrebbe concesso di toccare il fisico fragile del ragazzo.
Corse, se possibile, ancora più veloce di prima e, spintonando una delle ragazze, afferrò l'asta di metallo che l'altra aveva sollevato sulla testa; la strattonò con impeto facendola allontanare e impugnò saldamente il crick che avrebbe, con molta probabilità, ucciso Takanori.
Le due giovani, una di fianco all'altra, lo guardarono con occhi vacui per poi fare qualche passo nella sua direzione. Sembravano completamente perse, come possedute; Ryo impugnò più stretta l'arma e si preparò all'inevitabile assalto.
Quando le ragazze gli erano praticamente addosso, si bloccarono senza preavviso, alzarono gli occhi al cielo come in ascolto di qualcosa e poi si allontanarono veloci come il vento.
Il biondo rimase lì impalato per qualche secondo, poi si voltò tutto trafelato per accertarsi delle condizioni di Takanori: il più piccolo era rimasto al suo posto senza muovere un muscolo, ma in quel momento i suoi occhi, prima serrati per lo spavento, lo guardavano con una fermezza che sembrava impossibile per un uomo massacrato in quel modo.
<< Takanori...>>
Si chinò su di lui nel tentativo di accarezzarlo, ma la mano di Takanori schiaffeggiò la sua.
<< Non mi toccare! >> quasi lo ringhiò e nonostante la mano livida si fece forza e si mise in piedi a fatica.
<< Non fare lo stupido! Non vedi che ti reggi a malapena sulle gambe? >> Ryo lo seguì osservando la scia di gocce rosse che lasciava sul terreno candido.
Takanori continuava ad ignorarlo, addirittura sembrò aumentare l'andatura.
<< ADESSO BASTA! >> Ryo afferrò il polso dell'altro e facendolo voltare lo attirò a sé.
<< Ci tieni tanto a morire?>>
Takanori sostenne il suo sguardo senza problemi e distese le labbra in un sorriso tirato; guardare Ryo da così vicino lo rendeva nervoso, era terribilmente arrabbiato per le cose che il biondo aveva detto di lui ad Uruha e, allo stesso tempo, soffriva in un modo indescrivibile.
Aveva il desiderio impellente di abbracciarlo, di gettarglisi al collo e di stringerlo, ma anche di schiaffeggiarlo, urlargli contro tutto il dolore che provava a causa sua;
l'unica cosa che fece però fu abbandonarsi contro il suo petto come una bambola di pezza e chiudere gli occhi, troppo stanco per reagire.
Ryo lo coprì con la sua giacca e, prendendolo in braccio,si allontanò da quel luogo maledetto.
Portarlo dall'insegnante non era una buona idea: c'era troppo poco tempo e Takanori aveva bisogno di cure immediate, inoltre non sapeva davvero che spiegazione dare per giustificare le condizioni del ragazzo che teneva tra le braccia.
<< Maledizione Ryo pensa...>> si guardò intorno nella disperata ricerca di un ospedale o almeno di qualcuno che potesse aiutarlo e proprio quando stava per lasciarsi prendere dal panico, una mano piccola e fredda afferrò la sua.
Takanori aveva ripreso conoscenza e lo guardava con una tenerezza infinita.
<< Non ho bisogno di medici...solo di un posto tranquillo...>> pronunciare quelle poche parole gli costò un'enorme fatica, infatti chiuse di nuovo gli occhi e si abbandonò contro il suo petto respirando a fatica.
Ryo si morse il labbro per la rabbia e, pur ritenendo folle l'idea di Takanori, decise di dargli ascolto; non sapendo dove altro andare si diresse verso una piccola chiesa dall'aria trasandata, probabilmente abbandonata da tempo, e adagiò il corpo di Takanori sul tavolo presso l'altare.
Iniziò ad accarezzare i suoi morbidi capelli e subito avvertì l'ispido del sangue che macchiava alcune ciocche; solo allora notò un'altra profonda ferita che attraversava la sua testa.
<< Takanori...ti prego andiamo in ospedale, se morissi...se tu morissi, io...>>
Calde lacrime rigarono il suo volto sofferente e poggiò la fronte su quella del ragazzo ferito; Takanori baciò la punta del suo naso e con il pollice portò via le gocce salate dalla sua guancia.
<< Non morirò, ho ancora troppe cose da fare...troppe cose...da dirti >> lo avvicinò a sé per poi deporre un casto bacio sulle labbra del biondo, il quale, questa volta, non si sottrasse a quel contatto così piacevole.


Yutaka si guardava intorno alla ricerca di Takanori senza però ottenere alcun risultato. Sbuffò gonfiando le guance sempre più magre e quando si voltò per tornare all'autobus, si scontrò con il corpo sottile di una ragazza.
<< Scusami. >>
Alzò lo sguardo incontrando quello caldo e gentile di lei e un sorriso che gli parve familiare.
<< Non ti preoccupare Yutaka.>>
Il brunetto strinse gli occhi cercando di ricordare dove avesse già visto quella ragazza bionda, ma anche quello sforzo fu inutile.
<< Ci conosciamo? >>
La giovane spostò la frangia lunga di Yutaka e sorrise ancora una volta.
<< Diciamo che io ti conosco...forse però è capitato di incrociarci un paio di volte, sono un'amica di Ryo. >>
A quel nome il volto di Yutaka si incupì.
<< Ryo non ti è simpatico? >> la voce melodiosa della bionda sembrava divertita ma il ragazzo finse di non accorgersene e si diresse verso l'insegnante che li stava richiamando.
<< Abbiamo avuto solo una piccola discussione.>> Yutaka si sforzò di sorridere alla ragazza che gli camminava al fianco e si soffermò ad osservarla per un attimo:
era più alta di lui di qualche centimetro, con capelli lisci e profumati, lunghi fino alle spalle e con taglio scalato che rendevano il suo volto aggraziato ancora più particolare.
Sentendosi osservata, la giovane voltò gli occhi dal taglio elegante nella sua direzione e le sue labbra morbide si distesero ancora una volta in quel sorriso ormai caratteristico della sua espressione.
Yutaka abbassò lo sguardo colpevole e leggermente imbarazzato.
Uruha rivolse di nuovo lo sguardo davanti a sé con aria soddisfatta: non era riuscito a manipolare Ryo ma forse attraverso Yutaka avrebbe potuto eliminare il problema alla radice.


Uruha aveva convinto il ragazzo ad accompagnarlo fino a casa; durante il tragitto avevano discusso dell'improvvisa scomparsa di Ryo e Takanori, della punizione che gli insegnanti avrebbero inflitto ai due, ma soprattutto Yutaka non riuscì a nascondere la preoccupazione che lo assaliva.
<< Stai tranquillo Yutaka, vedrai che torneranno prima di quanto tu creda.>>
Yutaka sorrise sinceramente a quella ragazza tanto gentile e si allontanò salutandola.
<< Yutaka aspetta! >>
Il giovane interpellato si voltò di scatto.
<< Dimmi >>
Uruha portò le braccia dietro la schiena e con fare imbarazzato strusciò la scarpa sul terreno.
<< Se non ti dispiace domani vorrei venire all'ospedale con te, mi piacerebbe fare una sorpresa a Ryo e vedere dove lavora. Tu vai lì per un tuo amico no? Ti prometto che appena arrivati non ti darò più fastidio. >>
Yutaka rimase sorpreso dalla gentilezza della giovane e subito le rivolse uno sguardo comprensivo.
<< Ma si certo, non c'è problema; ti passo a prendere domani per le quattro, ok? >>
Uruha fece cenno di si con la testa e si diresse verso casa.
Quando fu entrato chiuse di fretta la porta alle sua spalle e quasi trasalì quando la figura di Yuu gli si stagliò davanti.
<< Yuu mi hai spaventato.>> si mise una mano sul cuore ma poi, guardando l'espressione scocciata del moro, non poté fare a meno di ridere divertito.
<< Con chi parlavi?>> la voce del piccolo suonò dura e profonda come quella di un uomo adulto e Uruha smise subito di ridacchiare.
<< Con Yutaka, è un amico mio e di Ryo.>> pizzicò affettuosamente una guancia di Yuu e andò in camera per cambiarsi.
Un paio di jeans, una camicia bianca ed era pronto; guardandosi allo specchio, vide dietro di sé l'immagine di Yuu che lo guardava con ammirazione.
Uruha si girò nella sua direzione e sedutosi sul letto, gli fece cenno di mettersi accanto a lui.
<< Cos'hai Yuu? >>
Il ragazzino si sedette al suo fianco guardando intensamente il pavimento.
<< Niente...solo mi da fastidio che ci siano tutti quei ragazzi che ti girano intorno, anche se il ragazzo in questione è Yuta-chan; so di potermi fidare di lui però degli altri...>>
Il biondo assunse un'espressione interrogativa e con due dita afferrò il mento di Yuu per poterlo guardare negli occhi.
<< Di quali ragazzi stai parlando? >>
Yuu aggrottò le sopracciglia contrariato.
<< Il fratellone mi ha detto che a scuola tutti i ragazzi vogliono parlare con te, ti stanno sempre intorno e non fanno altro che riempirti di complimenti.>>
Uruha pensò a quel sadico di Ryo mentre si divertiva a far ingelosire il povero Yuu.
<< Non devi dar retta a quello che ti dice Ryo, lo fa solo perché sa che sei geloso.>>
Il viso di Yuu divenne di un grazioso color rosso, poi spinse Uruha facendolo stendere sul letto e mettendosi a cavalcioni su di lui.
<< Il fratellone ha ragione, sono geloso da morire, non voglio che qualcuno ti guardi, ti parli o tantomeno ti tocchi! Non lo permetterò perché tu sei mio, solo mio! >>
Si piegò sul più grande baciandolo con foga, tenendolo fermo per i polsi.
Uruha rimase immobile sotto il corpo leggero del più piccolo e gli occhi che aveva tenuto spalancati fino a poco prima, si chiusero lentamente.
Questa volta era lui ad essere caduto vittima di qualche assurdo potere.




Salve a tutti!!! Allora, prima di tutto AUGURIIII!!! Finalmente è arrivato il tanto atteso periodo natalizio ( e vabbè anche periodo capodannalizio^^ ) quindi gli auguri sono d'obbligo.
Questa volta sarò velocissima, quindi niente commento del capitolo ( lascio a voi l'ardua sentenza) anzi chiedo scusa per gli eventuali errori ma ho finito di scriverlo oggi stesso e ci tenevo a pubblicarlo per natale come regalo per tutte voi!
Bene, consapevoli che quest'autrice pigra da morire non ha fatto un lavoro di rilettura ( perdono...), vi auguro ancora delle feste felicissime con la speranza che questo pensierino vi sia gradito.
Un bacio a tutte voi che recensite,leggete semplicemente e avete messo tra le preferite/ seguite questa fic degenere, grazie infinite!!!


Ren: la donna che recensisce sempre per prima i miei aggiornamenti! Ogni volta che vedo la prima recensione di un capitolo so che sei tu e non sai quanto mi facciano piacere i tuoi commenti sempre così entusiasti^^
Grazie a te ho sempre voglia di scrivere e spero davvero di non deluderti mai, soprattutto ora che ci siamo incontrate ( grazie al cielo!!!).
Sapevo che Miyavi e Kai ti avrebbero resa felice quindi quella piccola parte dedicata a loro due, considerala tua.
Per il resto...si Uruha è davvero fantastico con la divisa femminile però, come avrai avuto modo di vedere, l'aspetto grazioso non corrisponde all'indole...
Ragazza io non vedo l'ora di rivederti, salutami Isa e complimenti a tutte e due per lo scherzo alla vostra amica confetto Giulia^^
Un bacio enorme.

Shinushio: nee-chan ricevere le tue recensioni è sempre bellissimo; non importa se non puoi recensire ogni capitolo, già sapere che leggi, e soprattutto apprezzi, è per me motivo d'orgoglio^^
Non a caso sei una delle mie autrici preferite quindi il tuo giudizio per me è fondamentale.
Spero sempre di poterti presto risentire e che comunque tu stia bene, inoltre aspetto sempre con ansia tuoi aggiornamenti ma l'attesa rende tutto più bello quindi me ne starò buona buona fino a quando non arriverà il momento^^
Un abbraccio bella, a presto!

SamHmyCchan: allora ti piace davvero!!! Meno male, sono contenta di sentirtelo dire^^ Perdonami se non sono particolarmente veloce con gli aggiornamenti però mi impegno al massimo e spero che anche questo capitolo ti sia gradito.
Questa volta ho messo anche una piccola parte con Yuu...dimmi che ne pensi mi raccomando! Ci sentiamo alla prossima cara, un bacio.

AnnisPain: hai letto tutti i capitoli in una notte!! OoO wow hai tutta la mia stima! Per fortuna tutta quella fatica non è stata inutile, mi sarebbe davvero dispiaciuto se dopo una lettura così estenuante fossi rimasta delusa.
Mi auguro che questo capitolo sia stato all'altezza degli altri^^ Ci sentiamo al prossimo chap e grazie mille per i complimenti!!! Sarsa: sei tra le ragazze che mi riempiono più di complimenti e io ogni volta non posso far altro che dirti grazie grazie grazie!
Non preoccuparti se non riesci a recensire in fretta, la scuola impegna tutti e ti capisco perfettamente.
Comunque leggere i tuoi commenti è sempre un piacere quindi sappi che mi rendi felice^^
Grazie ancora cara, bacio!

Maki: e per ultima ( ma non per importanza) la donna che odia le Miyavi x Kai!!! Sei consapevole di essere una specie più unica che rara!!? XD
Ok quando ho scritto “ quella parte” sapevo che sarei incappata nelle tue ire ma era davvero necessaria per la storia...io ti avverto,
devi prepararti a leggere tante altre belle cose riguardanti la tua coppia preferita, però non ti dico di che genere ù_ù
E di questo capitolo che pensi? Sei ancora del parere che Uruha sia un ganzo?^^
Fammelo sapere attraverso la tua scrittura fuxia scintillante e non arrabbiarti troppo!!! Ti voglio bene!!!

  
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