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Autore: Akuma    25/12/2010    2 recensioni
Non potevo risparmiarmi un titolo idiota, è nella mia indole! xD
Tuttavia, la presente raccolta contiene delle one-shot al sapore di zucchero e buonismo, come vuole la buona tradizione natalizia. Per cui, beccatevi queste storielle, che hanno per titolo la città del mondo in cui sono ambientate e per protagoniste le nostre immancabili coppie di eroi.
Una volta tanto anche io voglio essere scontatamente scontata e smielatamente smielata!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Roma.
Roma è eterna per mille differenti motivi: non c’è magia che tenga, l’essenza stessa delle cose immortali è permeata all’interno di ogni singolo marmo, di ogni strada, di ogni mattone.
E la si percepisce immediatamente, la si respira, la si avverte nel sangue non appena la si sfiora. Ci si sente infiniti, proiettati verso l’alba dei tempi, mai più soli, ma parte della storia, parte dell’umanità intera.
- Wow, Gino! Ma è favoloso!- gli occhi di Shingo Aoi non furono mai così sgranati come nel giungere al principio del Ponte degli Angeli.
Trotterellando svelto verso Castel Sant’Angelo, si fece largo tra la folla come se stesse dribblando gli avversari.
- Cavoli!- esclamò di nuovo, non badando minimamente alle persone che avevano preso a guardare al suo eccessivo entusiasmo con aria stupita - Sembra di essere stati catapultati in un altro tempo!-
Così lontano dal suo mondo e dalla sua cultura, Aoi non aveva smesso un attimo di voltarsi meravigliato qualsiasi cosa incontrasse.
Era successo quella mattina di fronte al Colosseo, al cospetto della Fontana di Trevi e nel Foro Imperiale. Per non parlare del Vaticano: aveva appena fatto il giro di tutto il colonnato del Bernini per la terza volta, ovviamente dopo aver fatto a gara con un gruppetto di ragazzini cinesi che si erano messi in testa di guadagnare la cima della cupola di San Pietro prima di tutti.
Inutile dire che invece ci era arrivato prima lui.
Se gliel’avessero domandato, Hernandez sarebbe stato disposto a scommettere sul fatto che si fosse persino commosso, all’interno della Cappella Sistina.
- Grazie per aver organizzato questa bella gita, Gino!-
Questo sorrise gentilmente, annuendo un poco.
- Figurati. Sapevo che ci saresti andato matto.- rispose - Ci sono posti dell’Italia che non puoi non visitare.-
Il suo volto sereno accoglieva i raggi del sole del tramonto e quando Shingo si voltò verso di lui, per un attimo non fu in grado di riconoscerlo, tanto sembrava pacifico e integro, perfetto proprio come un antico nume italico.
E d’un tratto il Principe del Sole realizzò quanto incredibilmente limpido e luminoso doveva essere lo spirito di Hernandez e quanto allo stesso tempo solido e vigoroso. Allora, mentre il sole scendeva orizzontale sul Tevere e gli schiamazzi dei bambini riempivano l’atmosfera, Gino divenne Apollo, onesto ed irreprensibile come in realtà era.
Se lo ricordava bene: quand’era appena arrivato dal Giappone, Gino era stato la sua guida. Non l’aveva abbandonato, aveva avuto fiducia, era stato un compagno vero dal principio e l’aveva guidato, facendo svanire ogni insicurezza e ogni attimo di smarrimento, proprio come Apollo conduceva caparbiamente il carro del Sole attraverso la volta.
Dio delle arti, si destreggiava con la propria virtù d’uomo irreprensibile e di capitano incorrotto, guidato unicamente dalla propria sconfinata passione.
Gli era stato accanto, era stato un vero amico.
Ed anche allora, dopo anni, dopo che il loro legame aveva avuto modo di rafforzarsi e divenire stabile come roccia, si trovò a stupirsi della sua immensa integrità. Gino per lui sarebbe sempre stato un punto di riferimento, qualcuno su cui contare, solido come gli angeli di pietra, qualcuno che non sarebbe crollato mai.
Improvvisamente, una bambina vestita di rosso urtò contro di lui, nella sua allegra corsa lungo il ponte.
- Ehi, attenzione!- fece Shingo, aiutandola a rialzarsi. Questa tirò su col naso, scosse il capo biondo e raccolse la bambola di pezza dalle sembianze di un Babbo Natale sorridente che le era scivolata, riprendendo la sua corsa e sparendo tra la folla.
- E’ la loro festa.- fece Gino, scuotendo il capo con aria bonaria - Il Natale, dico, è tutto per i bambini.- concluse poi, notando l’aria interrogativa di Aoi.
- Oooh!- esclamò lui, afferrando - Sì! Sai, anche in Giappone è così: i grandi si impegnano a dimostrare l'amore nei confronti dei bambini e tutte le grandi città vengono addobbate con una miriade di lanterne e con dei giganteschi alberi tutti illuminati!-
Il suo trasporto fu tale da indurre Hernandez a sorridere intenerito.
- Davvero?- domandò, più per incitare il compagno a non perdere l’entusiasmo, che per vera e propria curiosità.
- Sì!- Shingo annuì convinto - E tutti bambini si scambiano dei biglietti colorati che riportano delle preghiere.-
- E’ una bella cosa.- annuì Gino, portandosi le mani alla bocca per scaldarsi con il fiato.
Un carillon suonava una melodia natalizia, ma era lontano, probabilmente accanto ad una delle bancarelle di caramelle e dolciumi che avevano appena superato prima di raggiungere il ponte.
- Lo è eccome!- rise l’altro, procedendo lentamente - Siamo molto generosi noi! Pensa che c’è una tradizione che vuole che le vecchie cose siano donate ai bisognosi. Ah, ma non solo! Le famiglie che possono permetterselo fanno dei regali utili alle persone povere e gli stessi bambini si recano negli ospedali a trovare i malati e cantare delle canzoni di Natale!-
- Accidenti, è la patria dell’altruismo!- questa volta il portiere rise, immaginandosi uno Shingo bambino fare capolino in un coretto di ragazzini, stonato come non mai, far rivoltare nei letti i poveri ammalati con la sua vocina penetrante.
- Già, anche se io non sono mai stato molto bravo... - ammise Aoi, concretizzando la visione dell’amico.
- Chissà come mai me l’aspettavo!- Gino seguitò a ridere con affabilità e con la tipica serenità di un’anima in armonia con sé stessa.
Era una roccia, Shingo non avrebbe potuto definirlo in maniera migliore.
- Oh, la parte più bella però è quando arriva Hoteiosha e porta regali in tutte le case!- concluse il Principe del Sole, con un sorriso sfavillante.
- Hote...- tentò di ripetere Gino, ma Aoi lo scandì per lui.
- Ho-te-io-sha!- annuì di nuovo, agitando vistosamente il capo bruno - Un po’ come il vostro Babbo Natale!- si spiegò infine, alzando un dito verso il punto in cui era sparita la bambina con la bambola di poco prima.
- Non si differenziano poi così tanto, allora, queste nostre feste.- commentò l’altro, procedendo accanto al compagno - Noi lo chiamiamo “spirito natalizio”, è qualcosa che ti spinge a tirare fuori il buono che c’è in te.-
La camminata dei due procedette sotto gli sguardi muti degli Angeli di pietra, sacri e meravigliosi, indorati dal bagliore del tramonto. Poi, improvvisamente, li colse un intenso dolciastro ed altrettanto all'improvviso Shingo partì in quarta.
- Guarda, Gino! Zucchero filato!-
Hernandez si strinse nelle spalle e sorrise di cuore: non pensava che fare il turista con Aoi fosse buffo come fare il babysitter!
   
 
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