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Autore: Furiarossa    25/12/2010    3 recensioni
Semplicemente Hellsing. La storia, riscritta da capo, seguendo i capitoli e i volumi del manga, e descritta vivacemente nel modo in cui l'ho immaginata. Ideale anche per chi non conosce ancora la storia.
Hellsing, Ordine dei Cavaleri Reali Protestanti. Coloro i quali, da tempi immemori, hanno il compito di distruggere i mostri che di volta in volta, di era in era, emergono dalle tenebre. Ciò che i mostri non sanno è che anche la nostra arma è uno di loro ...
Genere: Dark, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

Vampire Hunter

 

La nostra storia ha inizio a Chedders, un piccolo paese a Nord dell’Inghilterra, circondato da una florida natura e protetto da un’imponente muro di montagne. Era il mercoledì quattordici di giugno, il cielo era terso e lucente, e nella chiesa del villaggio giunse un prete dal volto pallido, seminascosto da un cappuccio abbondante, dall’andatura quasi barcollante, come se qualcosa nell’aria lo rendesse fiacco.

Era uno strano prete.

Di giorno non usciva mai, stava sempre nella sua cappella semioscura, rintanato fra i banchi squadrati come un topo nella sua tana. Usciva solo col cielo coperto, oppure di notte, e quando lo faceva indossava il pesante mantello sacerdotale del suo ordine ecclesiastico.

Era come se odiasse il sole.

A una settimana dal suo arrivo a Chedders, ebbe luogo il primo incidente.

Un ragazzo che era andato a fare compere al paese vicino, una volta passato un giorno non era ancora ritornato a casa. Chi poteva immaginare che il suo corpo, sporco di poche gocce di sangue ma ormai del tutto vuoto di liquidi, giaceva esattamente in mezzo alla strada, dalla sera precedente?

E da allora le sparizioni continuarono. In dieci giorni, uno dopo l’altro, dieci abitanti del villaggio scomparvero.

Il paese cadde nel terrore, i cittadini anziani si riunirono per discutere fra di loro, si narrarono storie di assassini e di orrori che si rimostravano, ma non si giunse a nulla di concreto e lo spauracchio di Chedders continuò imperterrito nella sua opera di distruzione.

Finché non venne il giorno in cui un ragazzo giunse in fin di vita alla casa di un vicino e da lì chiamò la polizia … a loro raccontò i particolari del suo incontro.

Disse che l’uomo era immobile nell’oscurità, che all’inizio non lo riconobbe per il buio, ma quando le nuvole lasciarono lo spazio alla luna, solo allora, vide il suo volto. Era il prete, con quella sua faccia spiritata e magra dagli zigomi prominenti, con quei suoi occhi sgranati e brillanti come quelli di un animale inferocito o che avesse assunto un qualche genere di droga, le sopracciglia sollevate in alto.

Era il prete … e aveva la bocca insanguinata.

La polizia e la gente del paese corsero alla chiesa per chiedere spiegazioni al prete riguardo all’accaduto. Ma per loro sfortuna, era arrivata la sera …

Non ebbero scampo. Inutilmente le forze dell’ordine si apprestarono a tirar fuori una confessione dal clericale … dapprima egli li salutò cordiale e flemmatico, poi, d’improvviso, fu come se si trasformasse.

Abbassò per un istante il volto, gli occhi socchiusi, e rimase così, immobile, sorridendo in una maniera che avrebbe potuto facilmente definirsi inquietante.

Poi, quando risollevò la testa, balzò in avanti, verso cittadini e poliziotti, spalancando la bocca e mostrando quelle che potevano essere considerate le fauci di un vero demone.

E due giorni dopo …

 

Era il cinque luglio. La polizia era assiepata sulla scena del crimine, i famosi nastri gialli erano stati tesi da una parte all’altra della strada ed erano state montate delle tende. I flash delle macchine fotografiche, che fossero professionali oppure appartenenti a semplici curiosi che avevano osato avvicinarsi troppo, scattavano all’impazzata.

In mezzo a tutta quella gente si fece largo una donna dall’aria autorevole. Era vestita come un uomo, con un completo grigio scuro completo di una cravatta sottile, ma sulle sue spalle larghe scendevano splendidi capelli dorati e lunghissimi, come se non avessero mai visto un paio di forbici. I suoi lineamenti erano finemente cesellati, regolari, completati in qualche modo da un paio di occhiali da vista tondi senza montatura.

Nel complesso aveva un aspetto vagamente mascolino, forte, ma forse proprio per questo emanante carisma ed autorità.

Al suo passaggio, le forze dell’ordine si ritrassero, quasi intimorite, e un vecchio agente dai baffi grigi, con un elmetto sulla testa, si avvicinò a lei

«La stavamo aspettando, direttrice» disse, con voce vagamente arrochita, forse dal mal di gola

«Dov’è la guardia che conosce i fatti?» chiese lei, duramente

«Da questa parte, Lady Hellsing. Orami non possiamo fare più niente!».

La guardia condusse la donna all’interno di una delle grandi tende bianche montate sul lato destro della strada. All’interno la attendevano un uomo in completo elegante, giacca e cravatta a righe, circondato da agenti armati con il casco protettivo calcato sul capo, come se si aspettassero un attacco a sorpresa da un momento all’altro.

L’uomo, un anonimo signore con le orecchie un po’ a sventola e i capelli pettinati in quella che si potrebbe definire facilmente un’acconciatura da politico, fece una faccia sorpresa

«Lei è … lei è … Lady Hellsing?» domandò, ad alta voce «Ma si può sapere cosa sta succedendo in questo paese?»

«Non si preoccupi» si limitò a dire lei, con una faccia e un timbro da spot pubblicitario «Da qui in poi … ce ne occupiamo noi»

«Cosa?»

«Tre ore fa i nostri agenti inviati in perlustrazione di hanno mandato ragguagli. Penso che lei abbia visto ciò che hanno fotografato sul posto»

«Ma che cosa sono?» l’uomo aggrottò la fronte

«Sono ghouls. Il paese è pieno di ghouls»

«Ma di che sta parlando? non riesco a capire!»

«Esseri umani non più vergini aggrediti dai vampiri anziani diventano ghouls. In altre parole, zombie manipolati da vampiri» l’espressione della donna era piuttosto comprensiva, come di fronte a dei bambinelli che pretendevano una spiegazione la quale, con tutta probabilità, non sarebbe piaciuta loro «Il paese è infestato da vampiri»

«Ghouls? Vampiri?» l’uomo in giacca e cravatta sobbalzò, incredulo e spaventato

«Già» tagliò corto Lady Hellsing.

Diverse voci si levarono dal gruppo di poliziotti

«Ma che sciocchezze sono?»

«E lei dice di credere a queste favole dell’occulto?»

«Proprio così» Lady Hellsing li interruppe, il tono duro e freddo «Ma non mi importa che mi crediate o no, visto che il vostro lavoro è finito. È naturale che non ne foste a conoscenza, ma va anche bene così …».

Di fronte al discorso della donna, assolutamente serio, sia la polizia che l’uomo in cravatta si mostrarono sbigottiti e preoccupati, in particolare quest’ultimo aveva letteralmente iniziato a sudare freddo ed entro la fine della sua serata lavorativa i suoi vestiti puliti e immacolati sarebbero con tutta probabilità diventati zuppi.

« … Ma noi, i cavalieri della Royal Protestant, meglio sconosciuti come Hellsing» Proseguì la donna, ignorando le facce dei suoi interlocutori « … Da secoli combattiamo contro questi mostri. Siamo un’organizzazione speciale nata con l’intento di eliminare il mostro … l’anticristo che sta cercando di distruggere il regno inglese e il protestantesimo. Nel paese c’è un vampiro che sta manipolando i ghouls, è un mostro. Non importa quanti poliziotti o militare voi mandata, per lui sarà come se gli stesse offrendo del cibo».

Lady Hellsing estrasse una grossa sigaretta da un pacchetto che aveva in tasca e se la mise fra le labbra, poi continuò a parlare come se non gli desse fastidio

«I vampiri succhiano il sangue delle vergini e le vampire quello di giovani illibati, trasformando in vampiri anche loro. Ma gli altri sono solo cibo, trasformati a loro volta in mangiatori di uomini e per di più schiavi al loro servizio».

Lady Hellsing sollevò le mani con enfasi verso i suoi interlocutori, con i palmi rivolti verso l’alto e le dita socchiuse

«Se si elimina il vampiro-madre, ovvero il primo della catena, si eliminano tutti. L’Hellsing è qui per questo».

I poliziotti si guardarono fra di loro, confusi, poi i loro sguardi, fattisi duri, si rivolsero tutti alla giovane donna che aveva raccontato loro quella strana favola oscura

«Non è possibile!»

«Sicuramente sistemerà tutto in poco tempo» proseguì Lady Hellsing, con un sorriso furbo «Abbiamo già inviato a Chedders il nostro specialista. Il suo nome è Alucard. È il miglior esperto che esista … soprattutto nel caso di mostri e vampiri»

«E … potremo sapere che tipo è?» chiese l’uomo in giacca e cravatta, sempre sudando «Siamo sicuri di poter contare su lui?»

«Aspettate e vedrete …».

 

La luna brillava pallida e Alucard la fissava. Sorrise, sollevando solo un angolo della bocca, non abbastanza da mostrare i canini.

«È proprio una bella notte. Davvero una bella notte calma» commentò, compiaciuto «Con una luna simile, comprendo la brama di sangue che li anima …».

Camminò lungo il sentiero sterrato con calma, come se non dovesse andare in nessun posto in particolare. Pareva che stesse passeggiando, il giubbotto lungo che ondeggiava leggermente nella brezza serale e lo sguardo fisso davanti a se, nascosto dagli occhiali scuri.

 

Una ragazza correva. Era davvero giovane per fare parte del corpo di polizia e per affrontare orrori come quello del vampiro di Chedders, non poteva avere più di diciotto o diciannove anni, con due grandi occhi azzurri in un volto roseo e rotondo, coronato dai capelli biondi e spettinati, piuttosto corti. Oltre ad essere giovane, era anche disperata, con il fiato corto, la pistola stretta fra le mani fino a sentire la pelle che si tirava in corrispondenza del metallo ormai caldo.

Il prete comparve all’improvviso di fronte a lei, una figura nera che si ergeva a spezzare la luce lunare

«È inutile correre!» ringhiò, poi scoppiò in una risata acre.

La ragazza fece fuoco contro di lui, ma quegli si mosse tanto rapidamente da riuscire persino ad evitare i proiettili e le fu di fronte, gli occhi spalancati e quella faccia da drogato che la fissava dritta nelle pupille.

«La pistola è inefficace» sibilò «Un vampiro non può essere ucciso dai proiettili».

La ragazza si ritrasse, spaventata, con il volto imperlato di sudore e i capelli che le si andavano appiccicando alla fronte.

«I tuoi compagni sono in mio potere» proseguì il prete, esaltato «Ti farò tornare nel gruppo … sai, io esigo solo schiavi devoti. Non voglio creare vampire capaci di pensare da sole. Ritengo che di questi tempi, una ragazza della tua età non sia più vergine, ma …» la sua mano pallida si allungò per afferrare il colletto della ragazza poliziotto, stringendosi come una morsa d’acciaio sul tessuto «Meglio essere sicuri! Prima mi divertirò con te, poi ti succhierò lentamente il sangue. Diverrai una dei miei ghouls!».

La ragazza gettò la testa all’indietro, con le lacrime che le scendevano dagli occhi offuscati

«Nooo!» urlò.

Il prete si chinò verso di lei, attirandola a se con il suo braccio d’acciaio.

«Fermo!» Esclamò la voce profonda di Alucard, che comparve d’improvviso dietro il prete, alto e slanciato contro la luna bianca «Che ne diresti di farla finita?».

Il vampiro prete guardò dietro di se con la coda dell’occhio, sobbalzando, ma continuò a tenere stretta a se la giovane poliziotta, rapace, proteggendo la sua preda come se avesse il timore che gli venisse rubata.

«Ma tu guarda i nonnetti di questi tempi … che maleducati!» Esclamò Alucard, con una cadenza che sarebbe potuta risultare persino infantile se non fosse stato per la profondità del timbro «Non hanno più nemmeno un pizzico di pudore. Come i bulletti di strada»

«E tu chi sei?» Il prete voltò del tutto la testa e per tre quarti il busto verso lo strano inviato dell’Hellsing, guardandolo con spavalderia «Non è un buon momento per ficcare il naso. Chi diavolo sei?»

«Mi chiamo Alucard. Sono un membro speciale dell’Hellsing, che ripulisce l’immondizia che c’è in giro. Sono un killer specializzato della vostra specie immonda»

«Killer?» gli occhi del prete si spalancarono ancora di più, ma un moto di ilarità sembrava nascere dal profondo del suo essere, la mascella che vibrava come pronta ad aprirsi in una risata e il tono che si faceva ironico «Hai detto Killer? Davvero parli sul serio? He he he ... killer …» schioccò le dita «Uccidetelo!».

I ghoul alle spalle del prete sollevarono le loro armi e fecero fuoco contro Alucard, tutti all’unisono, fissandolo con occhi vitrei. Seras emise un grido di stupore e di orrore quando le pallottole iniziarono a crivellare il corpo dell’agente dell’Hellsing. Il metallo penetrava nella sua carne in raffiche continue, dilaniandola, il sangue, rosso brillante, si sollevava nell’aria dai fori che deformavano il suo volto, il petto e le braccia, piovendo a terra dietro di lui come l’acqua durante un temporale. Ma Alucard non emise neppure un gemito di dolore, si limitò a rimanere immobile mentre veniva straziato orribilmente, mentre le sue guance venivano sfigurate, il suo petto crivellato. Gli occhiali da sole caddero a terra, ma il rumore della loro pesante montatura metallica nera fu del tutto coperto dal rumore dei proiettili fischianti e dalle detonazioni.

Metà della faccia di Alucard fu letteralmente strappata via, lasciando scoperti i denti sul lato sinistro e mostrando canini stranamente spessi. Una delle sue mani fu mutilata e stavolta se ne udì il rumore umido poiché i ghoul avevano abbassato le armi, quasi desiderassero godere del macabro spettacolo.

Poi l’agente dell’Hellsing cadde a terra a faccia in giù e non si mosse più.

Il prete spalancò la bocca in una risata sadica

«Hai già finito, eh, “killer”?»

Alucard rimase lì, immobile, avvolto dal sangue. Poi, il suo corpo emise un fruscio cupo, uno sciabordio profondo, come il vento che si insinua nelle fessure quando la tempesta infuria. Il sangue che inzaccherava l’erba iniziò a muovesi … a strisciare … a raccogliersi intorno al corpo del caduto.

«Con me le armi da fuoco non funzionano» La voce di Alucard era curiosamente chiara per essere quella di qualcuno che era stato appena brutalmente massacrato «”Un vampiro non può essere ucciso dai proiettili”».

La mani caduta si mosse leggermente e si saldò al braccio mutilato attraverso legami di sangue che, come vivo, trascinò la parte tagliata accanto al corpo e ne saldò i legamenti.

Alucard risollevò la testa da terra e si alzò, un’ombra nera nella notte che, d’un tratto, era divenuta troppo silenziosa …

I suoi occhi … i suoi occhi! Senza gli occhiali a coprirle, le iridi dell’agente dell’Hellsing risultavano rosse come se fossero ripiene di sangue, ardenti delle fiamme dell’inferno.

«È inutile …» Disse Alucard, poi lasciò che la lingua penzolasse fuori dalle labbra, innaturalmente lunga ed appuntita.

Il prete strinse i denti e si ritrasse. Qualcosa, alla vista del mostro che si risollevava, si spezzò dentro di lui … il coraggio forse, o forse qualcosa di più profondo, la voglia di esistere in un mondo che contemplava mostri come quello che si trovava davanti. Sembrava molto peggio di un comune vampiro.

«Shh!» Alucard sibilò e sollevò una mano come se afferrasse qualcosa a mezz’aria «Sparami con una pistola!».

Poi, detto questo, infilò la mano sotto il giubbotto, ormai aperto a mostrare la camicia bianca e il giubbino sottostanti, e ne estrasse una pistola incredibilmente voluminosa.

Il prete non ne ebbe davvero paura, non di quel gesto, ma era stupito e si limitò a guardare con curioso timore la canna dell’arma che veniva rivolta verso di lui.

Alucard poggiò la pistola sull’incavo del braccio sinistro e iniziò a fare fuoco. Non sparò al prete: eliminò per primi i ghouls, in uno stillicidio rosso che coinvolse l’intera zona intorno al prete, con teste che saltavano e cuori distrutti. Il prete vampiro urlò, spalancando le sue fauci animalesche, ma rimase immobile e sorpreso, guardando i proiettili che cadevano e Alucard che, in rapida successione, distruggeva definitivamente tutti i suoi servi.

Seras era allarmata e inorridita, ma non osava fuggire, per paura di essere notata, e sapeva bene che questo non era il momento adatto per svenire.

Alucard gettò a terra il caricatore vuoto e sogghignò, rivolto verso l’ultimo sopravvissuto, se così si può dire per un vampiro, della sua carneficina.

«Cosa … tu … perché … tu … perché tu?» Balbettò il prete vampiro, indietreggiando scoordinatamente, ben poco dignitoso per essere una creatura notturna ed immortale «Perché pur essendo un vampiro proteggi gli esseri umani?»

«Ma è una lama a doppio taglio: se eliminassimo tutti gli umani, noi vampiri lo seguiremmo subito dopo, razza di ingenuo! Non sai vedere oltre al tuo naso» rispose sprezzante Alucard, sollevando il mento in un’espressione a metà fra il fiero e il disgustato «E poi ho altri motivi per non mettermi contro gli umani. Questa che vedi» mostrò la pistola argentata ed enorme «È una tredici millimetri che spara proiettili rivestiti con l’argento fuso della croce di Lanchester. Non esiste mostro che possa restare illeso … muori!»

«Fermo dove sei!» il prete vampiro afferrò forte la ragazza poliziotta e se la mise davanti, usandola come scudo «Non muoverti, assassino! Lei è l’unica superstite, non vuoi che resti in vita? Avanti, non è la fine del mondo …» la sua voce, come è facile che accada con le voci dei vampiri, si fece sempre più melliflua e quasi gradevole « … Lasciami fuggire! Per una volta puoi chiudere un occhio!».

Alucard socchiuse entrambi gli occhi, ma non ne chiuse nessuno. Non aveva intenzione di ignorare un mostro, non aveva intenzione di tradire l’Hellsing …

«Ragazzina …» mormorò, sorridendo « … Sei vergine?»

«Ma cosa … ma cosa significa?» borbottò il prete

«Rispondi. Sei vergine?»

«Io … io … ehm» la poliziotta aveva la voce tremante

«Maledetto, piantala con gli scherzi!» gridò rocamente il prete, che aveva intuito quali erano le intenzioni del killer

«Rispondi» insistette Alucard, con decisione

«S … si!» urlò la ragazza, chiudendo gli occhi.

Nell’istante seguente, la ragazza poliziotto vide il suo sangue schizzare via dal petto. Alucard aveva fatto fuoco, diretto al suo polmone sinistro, e così facendo aveva colpito anche il prete vampiro.

Quest’ultimo lasciò la presa sulla ragazza e indietreggiò mentre il sangue gli fiottava dalla bocca

«Cos … ahhh!».

Alucard si lanciò in avanti e distese la sua enorme mano inguantata di bianco. Rideva, rideva come solo un demone avrebbe potuto fare, e i suoi lineamenti, aguzzi e aggressivi, si armonizzarono in un’espressione di piacere quando trafisse con il braccio il petto del prete vampiro, annientandolo per sempre. Il rosso del sangue saturò il blu della notte, illuminato dalla grande luna tonda, e per un istante non vi fu che quell’immagine, sospesa nel vuoto: gli schizzi aguzzi e irregolari che si sollevavano verso il cielo.

Alucard, dopo aver annusato l’aria nel punto dove poco prima era stato in piedi il corpo del prete vampiro, si volse verso Seras.

La ragazza non aveva affatto una bella cera, come in effetti accadrebbe a chiunque che abbia un polmone perforato: i suoi occhi erano socchiusi, lo sguardo sempre più vitreo, e un rivolo di sangue scuro e denso, quello proveniente dalle sue vie respiratorie devastate, colava lungo il mento, filtrando fra i denti.

Alucard sospirò

«Che ci vuoi fare?» mormorò, guardando la poliziotta con la coda dell’occhio «Mi dispiace, ma non ti preoccupare, è un grosso calibro, non soffrirai a lungo. Ho sparato attraverso il tuo polmone …» le indicò il petto devastato « … Per arrivare al suo cuore».

Quando Alucard tornò dalla sua padrona non era solo: recava con se qualcosa di ingombrante, sembrava un corpo. Avanzò nel buio, verso le strisce di delimitazione gialle che si utilizzano per la scena del delitto, e i poliziotti dall’altra parte lo guardarono sorpresi

«È tornato! Quello dell’Hellsing?!».

Integra si fece avanti, sorridendo compiaciuta, con una mano poggiata su un fianco

«Ottimo lavoro, Alucard. Com’è andata?»

Alucard uscì dall’ombra. Il corpo che trasportava fra le braccia, involtato in una coperta bianca come un bambino fasciato, era Seras Victoria, che guardava il mondo con occhi spauriti.

«Il “Vampiro-madre” è stato eliminato» riferì il killer dell’Hellsing, in tono neutro «Zero sopravvissuti».

Fra i poliziotti si levò un mormorio diffuso. Zero sopravvissuti, e allora cos’era quella ragazza che il vampiro portava in braccio?

«Che?»

«E quella?»

«Ma … è una della polizia!».

Seras aveva un’espressione sconcertata, imbarazzata, la faccia di qualcuno che avrebbe preferito scomparire sottoterra. Ma Alucard, nonostante fosse il vero colpevole di tutto, parlò con voce neutra e fonda

«Beh, mi duole dirlo, ma è morta» poi il suo timbro si spezzò leggermente, perdendo la sua spavalderia iniziale «Mi … mi dispiace …».

Integra strinse i denti e spalancò gli occhi. Quell’idiota del vampiro ne aveva combinata un’altra delle sue, possibile che non riuscisse a portare a termine una sola missione in maniera decente?

«Si può sapere che diavolo hai combinato?»

«Non avevo scelta …» mormorò l’enorme killer, chinando un poco la testa «Mi dispiace, mi dispiace …»

«È possibile che devi sempre esagerare?».

Integra sospirò: quello era Alucard, perdere o lasciare. A volte non era neppure in grado di stabilire se fosse un genio o un grosso imbranato.

Per fortuna o per sfortuna …

  
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