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Autore: SweetTaiga    26/12/2010    8 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Alla mia prima "sbronza".
Serata da ricordare e dimenticare insieme.


12. Baci e Schiantesimi



“Qualsiasi opera, di carattere narrativo o meno, che raffiguri l’unione di maghi e Babbani dovrebbe essere bandita dagli scaffali di Hogwarts.
Non desidero che mio figlio, influenzato dalla lettura di storie che incoraggino il matrimonio tra maghi e Babbani, possa rischiare di sporcare  la purezza della propria linea di sangue.”
*1

E’ bastata una misera fiaba di Beda il Bardo a scatenare le ire di mio padre verso Silente.
La Fonte della Buona Sorte è una delle fiabe più famose tra i giovani maghi. Tra i giovani maghi non Purosangue e senza un padre fanatico, ovviamente.
Tutte le storie che ho letto io, invece, sono state totalmente modificate in modo da risultare totalmente Anti-Babbane.
Mio padre ha cercato di difendermi da tutto questo buonismo, da questo lieto fine, dai buoni propositi e dalle buone azione, dagli insegnamenti e dalla morale. Mi ha tenuto lontano dalle fiabe in cui il bene trionfava sul male, e solo adesso che le fiabe non le leggo più ho capito che era perché noi eravamo i cattivi, e lui voleva che fossimo noi a vincere.
Hermione invece faceva e fa ancora parte dei buoni, di quelli cresciuti con le fiabe in cui la strega cattiva viene sconfitta ed il lupo gettato nel fiume. Che fossero babbane o magiche, le fiabe che ha letto lei da piccola le hanno riempito il cervello di stupidaggini quali la collaborazione, l’amicizia, l’amore.
Cose che poi ha insegnato a me.
Mi ha letto tutte le fiabe babbane e tutte quelle magiche, mi ha insegnato a trovarne la morale, ad apprezzarne il lieto fine.
Chissà cosa direbbe mio padre nel sapere che sotto il mio letto, nascosto da mille incantesimi, è custodia gelosamente una copia rilegata di Le Fiabe di Beda il Bardo.
Chissà cosa direbbe se sapesse che ho sorriso nel leggere che Messer Senzafortuna e Amata *2 avrebbero vissuto per sempre felici e contenti, che ho rivisto in loro me ed Hermione, con la nostra ostinazione nel rincorrere un’utopia, e nella necessità di incontrarci per amare la realtà.
E chissà quale delle Maledizioni senza Perdono userebbe se sapesse che il bracciale di fidanzamento dei Malfoy  in questo esatto momento è al polso esile di una sporca Mezzosangue.
Suo figlio, un misero Sguazzafango *3! Puà. Pensandoci, forse dopo avermi ucciso si ucciderebbe a sua volta per la vergogna.
Quasi quasi glielo dico, allora.
Mi trattengo solo per evitare di spezzare il cuore a mia madre e ad Hermione: non me lo perdonerebbero e probabilmente torturerebbero il mio cadavere.
E poi Hermione pensa che sia da vigliacchi suicidarsi e roba varia. E dire a mio padre che è dallo scorso Natale che sogno di chiedere ad una sudicia Sanguesporco di diventare ufficialmente la mia ragazza sarebbe un suicidio con i fiocchi.

Erano un paio di mesi che ci vedevamo, e non avevamo ancora fatto l’amore.
Scandaloso, per un Malfoy.
E non avevo alcuna fretta.
Scandaloso, per un Serpeverde.
Mi bastava guardarla studiare.
Scandaloso, per un uomo.
Mi bastava che lei mi amasse.
Scandaloso, per Draco.
In quel periodo non avevo più molta forza per costringermi a pensare che fosse solo una storia di sesso, una soddisfazione personale, un capriccio infantile.

Mi piaci ma non troppo perché sei simpatica e invadente.

Diamine, come faceva a piacermi la Granger? Quella ficcanaso Grifondoro!
Ogni volte che succedeva qualcosa al castello, lei era irrimediabilmente nei paraggi, con quelle sottospecie di sanguisughe di Potter e Weasley.
Ovviamente, quasi ogni volta che succedeva qualcosa di spiacevole al castello eramerito mio o di qualche altro Serpeverde, quindi anche io ero irrimediabilmente presente.
Un po’ meno ovviamente, ero soddisfatto da questi strani scherzi del destino.
Ghignavo nel vederla affaccendata a rimediare ai danni che nel 99% dei casi ero stato io a provocare.
Come quando caddero accidentalmente tutte le armature di un intero corridoio di Hogwarts.
Casualmente, ripeto.
E lei, che era casualmente nei paraggi, comparve da dietro le mie spalle ed esordì con un soave «Sei sempre in mezzo, Malfoy».
Iniziai a ghignare prima ancora di vedere la sua chioma ribelle superarmi per iniziare a raddrizzare le armature.
Il suo cipiglio estremamente serio mi convinse ad astenermi da ulteriori commenti, e rimasi poggiato con le spalle al muro a guardarla riordinare, in attesa dell’arrivo dei suoi amichetti.
«Oh, Malfoy, non disturbarti: non vorrei mai che le tue femminili manine da fata si rovinassero per lo sforzo di prendere la bacchetta ed aiutarmi.»
Rimasi imbambolato per un interminabile minuto: sentire la Granger fare un battuta non era roba di tutti i giorni! Era raro quasi quanto sentire Tiger mettere un articolo maschile avanti a un nome dello stesso sesso, o quanto vedere Weasley non mangiare.
Pensai che stesse per arrivare l’Apocalisse.
Ma il peggio doveva ancora venire.
«Stai forse insinuando che io sia una donna, Granger?», le chiesi, con un tono divertito che non avevo intenzione di assumere.
«Ottima deduzione, furetto. Arrivi quasi a sembrare un Homo Sapiens, a volte. Tranquillo, non è una malattia grave.»

Mi piaci, ma non troppo, perché giochi a far l’intelligente.

Si accovacciò ai piedi di una statua per riparare un’ammaccatura, ed in quel momento il peggio arrivò.
Mi allontanai dal muro con una spinta delle braccia, e mi accovacciai dietro di lei, distendendo il mio petto sulla sua schiena.
La avvolsi con le braccia, fino a posare le mani sul suo ventre.
Avvicinai la bocca al suo collo, la fronte poggiata sulla sua guancia.
«Non ne sarei così convinto, Granger.»
La strinsi di più a me, spingendo con la mano sul suo ventre, fino a stringerla tra le mie gambe.
Le voltai il viso e la vidi arrossire di botto, quando il mio basso ventre coincise con le sua schiena.
Era così allibita che inizialmente non fiatò, ed io stesso non capivo perché ci stavo spudoratamente provando con quella secchiona saccente.
Alzai una mano fino a posarla pochi centimetri sotto il suo seno, e la sentii sobbalzare tra le mie braccia; «Cosa c’è, Granger? Il Rossiccio non ti ha mai toccata in questo modo? Forse tra me e lui, quello che non è un uomo non sono io. Ricordati chi sono, Mezzosangue.»
Inaspettatamente, sentii le sue mani stringere le mie e lei spingersi ancora di più contro di me.
Bastarono pochi secondi per ritrovarci sdraiati a terra, lei sopra di me, le mani ancora stretta alle mie.
Poi si alzò, ma solo per girarsi e sedersi sul mio ventre; si sporse fino a che il suo seno non sfiorò il mio petto e la sua bocca non fu a pochi centimetri dalla mia.
«E tu ricordati, Malfoy, che io sono una donna, non più una bambina.»
Ma mi piaci…

Diamine, era la Granger!

…ma non troppo!

A quel tempo era ancora facile negare l’attrazione che c’era tra di noi, ma bastarono pochi giorni per arrivare al fatidico giorno in cui tutto cambiò, quel giorno in cui galeotto fu il libro che distrusse la barriera tra di noi. *4
I giorni seguenti furono un insieme di mille sensazioni, di tesi e antitesi, di momenti di euforia e attimi di angoscia, di indecisioni e ripensamenti, ma mai nessun dubbio riuscì ad allontanarmi da lei.

Ma mi piaci…

Le serate passate in biblioteca a guardarla leggere, i pomeriggi passati ad aspettare di vederla, i momenti in cui mi mancava e quelli in cui potevo finalmente tenerla accanto a me.
Guardare la ruga della sua fronte mentre era immersa in tomi e tomi di Aritmanzia non aveva prezzo, ma quando sollevava finalmente lo sguardo al di là della sala grande per cercare (e trovare) i miei occhi era tutt’altra cosa.
«Tu mi distrai, Malfoy»: me lo ripeteva sempre.
Ed io godevo di questa mia capacità, e giravo per i corridoi con un’aria soddisfatta ancora più temibile del mio solito broncio da bambino viziato.
Mi piaceva persino la sua saccenza: era come avere sempre a portata di mano un’ Enciclopedia Treddraghi.

Mi piaci, ma non troppo, perché c’hai ragione quando hai torto.

Stare con la Granger non è certo una passeggiata, però! La mia media, già alta, si è alzata notevolmente grazie a voti migliori in Babbanologia e Trasfigurazione: a furia di sentirla blaterare ho imparato qualcosa in più.
Per non parlare della sua campagna di difesa contro gli Elfi domestici! Una noia mortale, ed uno spreco di tempo, a mio parere. Ma vederla indaffarata era uno dei miei passatempi preferiti, ed un paio di volte la aiutai persino a confezionare le spille pro-Elfi. Di nascosto dal resto del mondo, ovviamente.
Con lei era un alternarsi di battute nei corridoi e di baci negli sbaguzzini, di biglietti nascosti tra le pagine dei libri di Shakespeare e sguardi durante le lezioni, di tremendi dibattiti riguardanti le mie battute sulla McGranitt e le sue su Piton, di abbracci e battibecchi, Schiantesimi urlati e “mi piaci” sussurrati.

Mi piaci ma non troppo.. Prima t’amo e poi non ti sopporto!

Per non parlare delle volte in cui Pansy o Daphne si avvicinavano a me: lì morivo letteralmente di gioia!
Non per la loro vicinanza, sia chiaro, ma per la faccia di Hermione. La vedevo sbiancare violentemente, e subito dopo girava il capo con aria di superiorità, facendo dondolare i capelli sulla schiena che tante volte avevo sfiorato. Poi, prendendo sottobraccio Pottyno o Wisly, andava via.
Ecco, in quel momento la mia felicità si autodistruggeva velocemente, per poi ricrearsi quando, al massimo dieci minuti dopo, la vedevo sbirciare verso di me da sotto il braccio di uno dei suoi amici.
Allora, puntualmente, mi allontanavo senza troppe storie da Daphne e Pansy per nascondermi nell’ombra di uno dei corridoi di Hogwarts.
Tempo tre secondi, e dei passi leggeri mi avvisavano che lei era arrivata.
Ancora rossa in viso, si avvicinava a me e puntava gli occhi nei miei.
Si alzava in punta di piedi e mi posava un lieve bacio sulla guancia; poi si allontanava: voleva che fossi io a fare il resto.
Allora la prendevo tra le braccia e la baciavo, ed entrambi eravamo consapevoli di quanto fosse infondata la nostra gelosia: eravamo e siamo l’uno dell’altra. Nessuna “faccia da carlino” o “sfregiato” avrebbero potuto dividerci.

Mi piaci perché sei orgogliosa, ma non troppo e sei gelosa…

La cosa grave era che non ero l’unico circondato dal sesso opposto: a parte gli inseparabili amici dell’associazione “rischiamo la vita contro Voldy ogni volta che capita”, accanto a lei c’erano anche Neville ed un sacco di altri Grifondoro, Tassorosso e Corvonero pronti a ronzarle intorno.
Era così odiosamente adorabile, diamine.
Fu la presenza di Victor Krum a farmi perdere la pazienza: dovette casualmente tornare a casa per una varicella improvvisa.
Casualmente.
E casualmente Hermione se la prese con me! Come poteva pensare che proprio io avessi fatto una cosa del genere a Krum? Solo perché pochi giorni prima avevamo imparato come curare le malattie contagiose e, quindi, anche come procurarle?
Bha!
Ok, basta con le finte. Ammetto che fu difficile trovare gli ingredienti, ma la cosa più difficile fu sicuramente far calmare Hermione: mi lanciò ben tre Schiantesimi ed un paio di giochetti made in Weasley prima di permettermi di avvicinarmi a lei.

Gira la ruota dell’amore e non la puoi fermare, ma gira pure la mia tesa: starti dietro fa male.

Fu anche grazie a tutto questo che la notte di Natale mi venne la Grande Illuminazione.
La vidi correre verso di me, spalancando la porta degli spogliatoi accanto al campo di Quiddich, saltarmi al collo e baciarmi le guance con le labbra fredde.
«Draco… Fuori nevica!»
«Ti rende così felice la neve?», le chiesi, prendendola in giro come al solito.
Lei scrollò le spalle e distolse lo sguardo.
«E’ la prima neve con te.», sussurrò, prima di fissare di nuovo i suoi occhi caldi nel ghiaccio dei miei.
Fu in quel momento che decisi che sarebbe diventata la mia ragazza, un giorno

Mi piaci..

Diamine, è la Granger!

…e pure troppo.

Ora ha al polso il bracciale di fidanzamento della famiglia Malfoy.
Ora è ufficialmente mia.
Ora sonoufficialmente suo.

«Draco?»
«Si madre?»
«Hai per caso visto il bracciale di fidanzamento dei Malfoy?»

Cazzo.
Ora siamoufficialmente fottuti.


 
NOTE:
Ecco qui il nuovo capitolo e, con un giorno di ritardio, i miei auguri: BUON NATALE! Spero che stiate trascorrendo nel modo migliore queste vacanze : )
Purtroppo non ho molto tempo, quindi passo subito al capitolo (dato che questa volta ci sono molte note : ) )
Partiamo prima di tutto dalla canzone: “Mi piaci ma non troppo” di Pierdavide Carone. A chi non la conosce, consiglio davvero di ascoltarla : )
Passiamo ora alle note.
*1) E’ una frase “reale” tratta da “i commenti del professor Silente” alla favola “La fonte della buona sorte” nel libro della Rowling La Fiabe Di Beda il Bardo. Bellissimo libro : )
*2) Messer Senzafortuna e Amata sono personaggi della storia sovra citata. Lui è un babbano, lei è una strega.
*3) “Sguazzafango” è un altro termine che ho trovato nei “commenti del professor Silente”, questa volta però alla storia “Il Mago e il Pentolone Salterino”. Insieme aLeccacacca e Ciucciafeccia, erano termini utilizzati per definire i filo-babbani. In questo caso mi son presa una sorta di “licenza poetica”, riferendolo a Draco che è più “filo-Hermione”, quindi più “filo-mezzosangue” che filo-babbano. Non so se può essere utilizzato anche in questo caso, ma spero che mi concederete questa piccola libertà : )
*4) Riferimento al capitolo 6 di questa storia : )

Passiamo ora ai ringraziamenti : )
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite e/o tra le preferite, ne sono davvero felice!
Inoltre, grazie alle quattro persone che hanno recensito il capitolo precedente:
Raven Cullen
deathnote92
nausikaa87

 barbarak
Risponderò singolarmente alle recensioni.. Grazie davvero!

Baci,
SweetTaiga : )

 

   
 
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