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Autore: GT 18    10/12/2005    3 recensioni
Da piccole le bambine credono nel Principe azzurro. Questa convinzione,in realtà, serve a mascherare i dolori che si nascondono dietro certi eventi. 18,da piccola,per me rappresenta l'icona ideale: "Sin da quando ero una bimba piccola,i miei genitori mi raccontavano che se un giorno io fossi stata presa dall’orco cattivo, di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi…"
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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…la ruota del tempo gira,inesorabilmente…

…la ruota del tempo gira,inesorabilmente…

se tu desideri che giri più in fretta,allora per te lo farà…

non si sfugge dallo scorrere inesorabile del tempo…

non si sfugge dal ticchettio infinito del pendolo della vita…

a meno che tu non lo voglia fermare…

 

 

 

 

Caro diario… (lo so…è banale come inizio…)

 

scrivo dentro di te per raccontare…

raccontare la nostra vita,con l’orco.

 

Ah…sapessi quanto tempo è passato…

 

Quasi 10 anni,da quando io,6 e mio fratello

avevamo tentato la fuga,invano…

 

10 anni…

 

…e solo ora voglio raccontare la mia,la nostra storia.

 

Ora io ho 16 anni. Sono solo una ragazzina.

 

Ma ricordo nettamente tutto.

 

 

Tu mi fosti regalato proprio da Gero,l’orco.

Mi aveva detto…

 

“Questo diario è per te…almeno li puoi scrivere tutto ciò che ti passa per la mente…”

 

Io ti avevo preso,ma ti avevo subito buttato via.

 

Ma ora,dopo anni,sto scrivendo tra le tue candide e immacolate pagine.

 

Il tempo è passato davvero in fretta,non credi?

 

Dopo quel giorno…

Dopo la morte dei miei,dei nostri genitori…

 

Ho continuato a desiderare che il tempo scivolasse via…

come sabbia tra le mie mani.

 

E in effetti…

 

In un certo senso…è passato eccome….

 

 

 

Soprattutto nei giorni in cui “lui” era vicino a noi.

 

Roku.

 

Lui è il nostro unico amico,sai?

 

All’inizio avevo un po’ di paura,a vederlo,ma col tempo…

 

Lui è diventato il più grande amico che potessi avere…

 

 

Grazie,6…

 

Ma torniamo a noi…

 

 

Quel giorno,l’orco aveva portato il suo amico,coi capelli bianchi,

all’ospedale,e lasciato noi tre rinchiusi nel suo covo.

 

Li,mio fratello aveva avuto un’idea…

 

Lo voleva uccidere.

 

Da grande,in un tempo non definito,lo avrebbe ucciso.

 

Non so perché,diario…

 

Ma in quel momento volevo dargli ragione…

 

E avevo provato una stranissima sensazione…

 

Non so….

 

 

6 lo aveva guardato in modo strano…quasi preoccupato…

 

Mah…non saprei cosa dire…

 

Comunque,scrivo sopra di te per un altro motivo.

 

Non so bene se è per sfogarmi,o per parlar con qualcuno…

 

Ma scrivo lo stesso.

 

 

Per tutto questo tempo io e 17 abbiamo continuato ad allenarci.

Come tanto tempo fa,insomma.

 

Siamo molto in forma,ci ha detto Gero.

In effetti,la nostra resistenza è eccezionale.

Possiamo fare centinaia di chilometri,senza tanta fatica.

 

Ma non è proprio questo a preoccuparmi.

 

Un giorno,ho provato a sentire cosa succedeva dentro la stanza dell’orco,

posandoci sopra un orecchio.

 

Sentivo strani rumori…trapanate,colpi di martello,di saldatrice…

 

Roba da far venire i brividi…

 

Cosa vorrà mai fare quel uomo?

 

Ho paura.

 

Vorrei tanto fuggire,come stavamo per fare anni fa.

 

 

Ma fuggire…dove?

 

Dove potrei mai andare,ora che i miei genitori non ci sono più?

Cosa potrei mai fare,da sola?

 

Mi sento persa…

Sebbene io abbia con me “lui” e mio fratello,mi sento sola.

 

 

 

Io continuo ad aspettarlo,sai,caro diario?

 

Il principe.

La mamma me lo aveva detto,quindi io aspetto.

 

 

Un giorno lo troverò.

 

Mi salverà,e mi porterà fuori di qui.

 

Spero sia solo questione di tempo.

 

Ci credo…

 

 

 

Il mio corpo,frattanto,si è abituato ai maltrattamenti.

 

Le cinghiate che prendo quando disobbedisco,non fanno più male.

Altre ferite stanno sparendo…

 

 

Ma ultimamente,nell’orco,c’è qualcosa di diverso.

 

Le sue cinghiate sono più leggere.

 

Anche il suo sguardo,rivolto a me,è cambiato.

 

Ha un qualcosa di languido…ambiguo…negli occhi.

 

Una cosa davvero strana,credimi.

 

 

Mi ha perfino fatto i complimenti. Ma la cosa non mi ha fatto per nulla piacere…

 

 

 

Immagino che se qualcuno leggerà queste righe,si metterà a ridere.

 

Pensare “che stupida” magari…

 

Ma io scrivo ancora.

 

Aspetto che il tempo passi.

 

Nella speranza di andarmene…

 

 

 

 

“Ehi?Sei sveglia?”

 

Domandò una voce oltre la porta di ferro.

Una voce familiare.

Era la voce di 17.

Ora che era cresciuto,la sua voce iniziava a diventare più profonda e rauca.

Il suo tono era diventato inconfondibile.

 

“Sì. Ora vengo…”

 

Rispose la persona dentro la camera.

La sua voce era anch’essa cambiata.

Rimaneva sempre dolce e delicata,ma con un tono più deciso.

 

 

Che strano,crescere…

 

Stava cambiando tutto,in loro.

Il corpo.

La voce.

Il modo di pensare.

 

Stavano lentamente crescendo…per divenire adulti.

 

“Allora ti aspetto,18.” concluse lui,allontanandosi.

 

 

Da dentro la stanza,18 si alzò dal tavolo.

 

Posò su di esso un diario sporco,ma con le pagine ancora candide,

e la penna che scriveva a malapena.

 


Non era più una bambina.

Il suo corpo era divenuto snello e abbastanza alto,a differenza di come era da bimba.

I fianchi erano perfetti,e le mani avevano le dita lunghe,senza la minima

imperfezione.

I seni erano cresciuti,raggiungendo una misura discreta,ma senza stonare minimamente su quel corpo grazioso.

I capelli erano lunghi e setosi, pettinati con cura e con la riga su un lato.

Tra le ciocche lucenti,si vedeva quello splendido viso.

 

Non più il viso di una bimba.

Non ancora il viso di una donna.

Ma un viso  che era a metà strada tra le due vie.

Era splendido,dai lineamenti delicati e dagli occhi grandi e azzurri.

 

 

18 era divenuta una bellissima fanciulla.

 

Alzatasi in piedi,uscì dalla sua camera,per raggiungere il fratello.

Il laboratorio di Gero era aumentato di dimensioni.

Vi erano almeno quattro stanze in più.

 

Vide 17,seduto sul tavolo.

 

Anche lui era cambiato.

Era alto come lei,e aveva capelli corvini lunghi come la sorella.

Il fisico era medio,ne magro ne robusto,e non aveva nulla di imperfetto.

Il suo viso era davvero bello.

I suoi occhi splendevano di un azzurro chiaro,quasi glaciale.

I lineamenti erano delicati,ma non effeminati.

 

Sarebbe divenuto un bellissimo uomo,una volta adulto…

 

“Ciao.” la salutò lui,alzandosi in piedi. “Fai colazione?”

 

Lei si limitò a annuire,per poi sedersi a tavola.

Era così tutte le mattine.

Prima i gemelli si svegliavano con calma,poi,dopo aver fatto colazione,

l’orco entrava nella stanza e li mandava a correre.

Sarebbe accaduto anche oggi.

La porta della stanza dell’orco si spalancò e colui che era al suo interno uscì

con calma e molto lentamente.

 

Il suo aspetto era cambiato,ma era sempre lui:

I suoi lunghi capelli ora andavano schiarendo,segno inconfondibile del tempo che passa;

Il suo volto,la sua espressione,era solcata anch’essa dal tempo,e sulle pieghe del viso ora vi erano alcune rughe.

Si era fatto crescere un paio di baffi,che carezzava quando qualcosa gli piaceva.

Ma gli occhi rimanevano tali e quali.

Lo specchio della sua anima era rimasto inalterato:

quegli occhi cerulei,quasi di vetro,non avevano mai perso un attimo la loro crudeltà.

Come suo solito fare,si avvicinò ai due,sorridendo.

Poi,posò la mano sulla spalla di 17.

 

“Allora,ragazzi…andate a correre.”

I fratelli non persero un minuto di tempo,e fecero per uscire.

18 afferrò una fetta di pane,che aveva un sapore simile alla muffa,

e seguì il gemello,dopo averla messa tra i denti.

I due uscirono dal rifugio,e iniziarono la loro corsa giornaliera.

Facendo attenzione a non cadere dai massi,saltellarono da una sporgenza all’altra,

ormai abili e agili come caprioli.

Si erano rimessi gli orecchini,costretti con la forza dall’orco.

Così non potevano più tentare la fuga.

Il tempo aveva trasformato quegli arnesi,e ora sia 17 che 18 li indossavano con perfetta disinvoltura,come fossero comuni gioielli.

 

Il perché Gero li facesse correre non era chiaro,ma a loro non interessava:

il fatto di stargli lontano bastava e avanzava.

 

 

18 si fermò dopo un poco,e assieme a lei il fratello.

“Beh,18…cosa c’è?” domandò 17,avvicinandosi.

La ragazza all’inizio stette zitta ,ma poi accennò un sorriso.

“Senti,17…mi puoi coprire?”

Il fratello non capì subito ma poi annuì.

“Vado a trovare 6. Se Gero ti domanda,digli che ho dimenticato una cosa per strada…intesi?”

17 non aggiunse altro,e,dando una pacca sulla spalla alla sorella,

si rimise a correre.

In breve,la sua figura sparì all’orizzonte.

18 si era fermata su uno spiazzo nella montagna,e ora stava guardando in alto,

verso chissà dove.

Con un salto,si aggrappò ad una parete di fronte a se,e con movimenti

molto lenti,prese a scalarla.


Era abituata a questo.

Quasi ogni giorno percorreva quella strada,e quasi ogni giorno aveva quella

splendida emozione…

 

Rivederlo…

 

Posando un piede presso la cima della vetta,la ragazza si tirò su e piano piano

si alzò in piedi.

Davanti a lei vi era un altro buco,scavato nella roccia.

Sotto di lei,circa una ventina di metri più in basso,il rifugio dell’orco.

Il buco era sigillato da una porta di ferro,come riparo dal freddo notturno.

Era il posto dove lui stava…

 

18 posò una mano sulla porta,e spinse con delicatezza.

I cardini striderono un attimo,mentre piano la luce entrava nella stanza

all’interno della grotta:

Era una piccola stanza,di circa dieci metri per dieci.

Non aveva altro se non una branda al suo centro,e questa era vecchia e sporca.

 

C’era proprio lui su quel letto:

Il tempo non aveva per niente mutato quel suo sguardo,ne il suo bel viso.

I capelli,ora più lunghi,luccicavano di riflessi argentati,mentre lentamente

il sole faceva capolino verso di lui.

Teneva le braccia posate sul grembo,a mani unite,quasi pregasse…

Ma questa volta le sue braccia non erano fredde,e di color metallico:

al posto del ferro,ora vi era una sorta di gomma,che rendeva gli arti

perfettamente identici a delle vere braccia.

Non aveva nemmeno più dei pezzi di metallo saldati sul corpo;

Tutto era stato sostituito da quella pelle.

 


Sembrava davvero un umano ora

Alzò il volto.

La fibra ottica del suo occhio meccanico si contrasse,mentre il sole

quasi lo accecava. Quell’occhio azzurro la guardò negli occhi,mentre entrava.

 

“Ciao,6…come stai?” domandò 18,mentre sul suo volto appariva un sorriso.

 

L’androide sorrise a sua volta.

Sei venuta anche oggi…piccola testarda…”.

Così dicendo,allungò un braccio e la carezzò sulla testa.

“Mi vieni a trovare nonostante Gero ce lo abbia impedito,vero?”

 

Da quando erano fuggiti,l’orco aveva segregato 6 in quel buco,

senza dargli più la possibilità di vedere i gemelli.

Inoltre,con l’aiuto di Ghiller,che era rimasto vivo,aveva ricostruito le sue braccia.

Ma stavolta,le sue braccia erano prive di armi;

Altro non erano,se non delle protesi meccaniche,che riproducevano gli arti umani.

Sia nella pelle,che nella loro debolezza,le sue mani ora erano quasi umane.

6 non aveva più potuto attaccare Gero:era disarmato…

 

“Lo so che sono testarda…” replicò 18 ridacchiando

Ma che ci vuoi fare…sono fatta così!”

 

L’androide fece un sorriso malinconico,e si alzò in piedi.

“17?”

“Gli ho chiesto di coprirmi,quindi non lo verrà a sapere l’orco,non ti preoccupare…”

 

18 si sedette per terra,a gambe incrociate,e tirò fuori il pezzo di pane avanzato.

Fece per mangiarlo,ma poi lo porse a lui.

“Vuoi,6?”

 

L’androide stette un attimo ad osservare quella cibaria,ma poi scrollò la testa.

“18…dovresti sapere che io non mangio…”

 

La ragazza divenne rossa per l’imbarazzo,e tirò indietro il braccio,

abbassando la testa per la vergogna.

“Scusami,6!!!Non ci avevo pensato!!!Scusa!!!”

La sua mente in quel momento parve rimproverarla

---Scema,come puoi dimenticarti di una cosa del genere??!---

 

Ma la reazione di 6 fu diversa, da come se l’immaginava.

Si mise a ridere,mollandole un buffetto sulla guancia.

“Non preoccuparti,18…apprezzo in ogni caso la tua gentilezza.

Comunque non importa,mangialo tu!”

 

Senza fiatare,la ragazza cominciò a dar piccoli morsi al pane,

e al contempo,stava assorta ad osservare il suo amico:

Si era di nuovo seduto,e aveva posato lo sguardo a terra.


Aveva sempre lo stesso sguardo triste…

 

La ragazza provava una strana sensazione a guardarlo:

non era lo stupore e l’ammirazione che provava da piccola…

qualcosa di inspiegabile…

 


…Perché arrossiva quando lui la guardava?...

 

 

6 la riportò a terra incrociando il suo sguardo.

“Che c’è 18?Qualcosa non va?” domandò,con tono sorpreso.

La ragazza staccò immediatamente gli occhi da lui,e guardò da un'altra parte.

“Niente…è che sembri triste,ecco tutto!”

 

L’androide rimase in perfetto silenzio.

Poi,iniziò a parlare in tono remissivo.

 

“Stavo pensando a come poter fuggire…ci penso di continuo,18!”

 

La ragazza smise di masticare,e posò a terra il cibo.

“Ancora ci stai pensando…?”

Lui la guardò con un sorriso. Non si capiva bene se malinconico o no…

“Certo…anche se sono passati 10 anni,io non mi arrendo. Non lo pensi anche tu,18?Vuoi andartene di qui,vero?”

Lei annuì senza esitare. Lo voleva da sempre,per quanto impossibile.

“Resisti,18…ci siamo fatti una promessa noi tre,vero?

Vi avrei portato fuori di qui…lo farò!”

 

Certo che lei si ricordava la promessa.

Quel giorno,per consolidarla,6 aveva dato ai due un nastro color rosso.

Rosso sangue.

Quando lei si coglieva i capelli,il colore di quel nastro le ricordava tutto.

E anche ora teneva legato al polso quell’oggetto.

 

Un silenzio scese sui due.

6 aveva lo stesso sguardo triste. 18 non sapeva che dire…

Stringeva con l’altra mano il prezioso nastro.

 

All’improvviso,un rumore.

La porta si aprì di più,e una figura entrò di corsa nella stanza.

“Ciao,17…” disse con tranquillità 6,mentre 18 lo guardava sorpreso.

“Ma che succede?Si deve già tornare??” domandò lei,al fratello trafelato.

 

“Sta arrivando Ghiller!Dobbiamo andar subito a casa!!!

 

18,senza esitare,si alzò in piedi,con un leggero rimorso.

Era una vera rottura di scatole…


Il fratello era già corso via,senza nemmeno salutare 6.

Aveva troppa fretta,se ne era dimenticato.

 

Mentre anche 18 stava per andarsene,la voce di 6 la fermò.

“Aspetta un attimo,18…”

Lei si girò,sorpresa.

L’androide tirò fuori da una tasca un piccolo pezzo di carta,e glielo porse.

Senza tradire la minima emozione,le disse:

“Leggilo quando sei da sola,mi raccomando…”

 

La ragazza lo prese e se lo infilò sotto il nastro legato al polso.

Non ci aveva ancora riflettuto,su quello che le aveva detto…

aveva troppa fretta di tornare.

 

Però,quando sfiorò la mano del suo amico,ebbe come un fremito…

 

“Che strano…” pensò,mentre lentamente si voltava e andava via.

 

La caverna dove Roku abitava stava divenendo sempre più piccola,man mano

che i gemelli si allontanavano,scendendo nel loro rifugio.

“Sbrighiamoci” mormorò 17 alla sorella,arrivandole di fianco.

Lei si limitò ad annuire,e ,con un salto azzardato,atterrò sul piccolo spazio che

era l’entrata della grotta,seguita dal fratello.

La porta era aperta. Voleva dire che lui era già arrivato.

 

17 deglutì.

Afferrando per la mano la sorella,camminò lentamente verso l’interno

della base,con una strizza nascosta a stento.

Una voce familiare li salutò.

E quella voce,così orgogliosa e insolente,era quella di Ghiller.

 

“Salve,ragazzini…vedo che vi allenate,eh?”

 

Anche quella persona che avevano davanti,era stata cambiata dal tempo:

Non più un ragazzo,ma bensì un uomo.

I capelli erano sempre di quel bianco candido,come la pelle,ma erano lunghi

fino alla fine della schiena,e pettinati con cura maniacale.

Quei famigerati occhi rossi erano celati dietro ad un paio d’occhiali da vista,

che rendeva la sua espressione molto intellettuale.

La sua giacca era lunga fino alle ginocchia,e portava il classico stemma “RR” sul petto.

Come era solito fare,indossava un paio di guanti chiari,anche se il motivo per cui li metteva non era mai stato chiaro,ai due.

 

Con quella sua aria seria ed intelligente,Ghiller pareva davvero un bel ragazzo.

Anzi,era davvero un bel ragazzo…

 

Se non fosse che 17 e 18 avevano sempre avuto paura di lui…quasi quanto l’orco.

 

Non si capiva mai cosa pensava,mentre con il suo sguardo ti scrutava per bene.

Delle volte,quegli occhi di quel curioso colore,assumevano un espressione tutt’altro che rassicurante…

Avevano sempre timore di lui.

Eppure non li aveva mai toccati con un dito.

 

“Certo,avete una bella voglia…sapete quanto freddo fa fuori?

Dovreste coprirvi meglio,non siamo in piena estate…

Non vorrete mica ammalarvi,vero?”proseguì lui,avvicinandosi.

 

Il suo andamento era leggermente zoppicante,e ondeggiava,seppur quasi in modo impercettibile,verso un fianco.

 

Era per via della ferita al fegato che 6 gli aveva fatto.

 

“Stiamo benissimo” rispose 18,cercando di evitare il suo sguardo.

Gero,che stava alle spalle del ragazzo,parve sorridere.

“Molto bene…allora,visto che sta benissimo,mi permetti di prendere in custodia tuo fratello…vero,18?”chiese Ghiller,posando una mano sulla spalla del ragazzo.

17 rimase immobile.

18 non poté rifiutare,quindi mollò la presa,e lo lasciò andare.

Era normale,ultimamente:Ghiller veniva da loro,prendeva in custodia 17,e lo portava,assieme a Gero,nel laboratorio.

Faceva delle strane visite,le aveva raccontato lui.

 

“Non ti preoccupare” sembrò dire il volto di lei,guardando il fratello allontanarsi.

A sua volta,ci fu un altro sguardo tranquillizzante da parte di lui.

 

Ormai,i fratelli potevano capirsi solo con lo sguardo…

 

“Allora,grazie,cara.” disse Ghiller,voltandole le spalle.

“Non gli farai del male,vero?” domandò 18,quasi istintivamente.

“Non mi permetterei mai…” rispose questi,con un tono abbastanza serio.

 

E così fu.

Come spesso accadeva,17 spariva dietro la porta del laboratorio.

Andava a farsi visitare da quei due scienziati.

E 18 rimaneva sola nella stanza,in attesa di risposte…

 

 

In quel momento,dal polso di 18 cadde qualcosa.

Raccogliendola,18 ricordò il biglietto scritto da Roku.

Se l’era messo dentro il nastro,senza nemmeno pensarci troppo,e se ne era quasi dimenticata. Si ricordava le parole del suo caro amico:

 

“Leggilo quando sei sola…”

 

Cosa poteva esserci scritto,per fargli dire questo?

La curiosità iniziava a farsi sentire.

Era da sola.

Poteva leggere…

La mano che teneva stretto il biglietto iniziava a tremolare.

Ogni tanto le capitava questo,e non solo con 6.

Anche quando l’orco la picchiava,o Ghiller le parlava,si sentiva tremolare.

Ma stavolta,questo fremito era tutt’altro che spiacevole:

Era semplicemente curiosa,ansiosa di sapere che c’era scritto.

 

Strinse ancora di più la mano,e con calma si avviò verso

la porta della loro camera.

Mentre le sue dita sottili aprivano con lentezza quel piccolo pezzo di carta,

si era accorta che il palmo della mano era tutto sudato.

 

Mentre si apprestava a leggere,si fermò a pensare solo un attimo.

 

---Ma come mai questo mi succede solo con 6?---

 

Frattanto,il foglietto recava questa semplice frase:

 

Vediamoci domani. Se vuoi,puoi portare 17,

ma sarebbe meglio se venissi da sola…

 

 

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Eliechan87:Hesooo!!!!Sono come sempre entusiasta che ti piaccia la fiction!Vedrai,sono stata una notte sveglia con mia cugina

                   (anche lei spasimante per questa ff)^_^ e abbiamo tracciato in due tutta la storia. Vedrai,non ne rimarrai delusa!

                So quanto vuoi bene a Gero e L’albino scemo,anche questo mi fa piacere °__°. Vedrò come posso “dimostrargli il tuo affetto!”

                    Ho quasi finito il nuovo cap dell’af (blocco dello scrittore ç_ç) e di AFK. Ne vedrai delle belle,mon capitain!!!

                    HESOOOOO!!!!!^0^

MalkContent:Grazie infinite di avermi messo tra i tuoi preferiti!!!!^0^ Vedo che anche a te piace Gero @______@#

                           Io lo trovo adorabile [Me assieme ad eliechan prende una mazza chiodata e lo pesta] ^=^######

                           Spero tu segua ancora la fiction,ne sarei molto felice ed onorata!!!

                           Alla prossima!

  
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