"Un ospedale?" pensai notando che ero in una camera d'ospedale

"Scusi, dove mi trovo? Cosa ci faccio qui?" chiesi all'infermiera che era nella stanza

"Oh mio Dio!" esclamò lei e corse fuori, poi ritornò con un dottore che mi fece vari esami

"Non è possibile" disse quel dottore

"Qualcuno mi vuole spiegare che sta succedendo?" chiesi io abbastanza scocciata, poi sentii la voce di mia madre

"La voglio vedere!" disse e appena entrò mi abbracciò

"Grazie a Dio ti sei svegliata!" io continuavo a non capire

"Mamma, dov'è Nick?" le chiesi io non vedendolo

"Chi è Nick?" mi chiese lei, un brivido di terrore mi attraversò tutta la colonna vertebrale

"Da quanto tempo sono qui?"

"Circa due anni" due anni, esattamente il tempo che avevo passato stando con i Jonas

"No! Non è possibile, non può essere stato soltanto un sogno!" iniziai a piangere e a gridare

"Meglio che esca adesso, deve riposarsi" disse il dottore conducendo fuori mia madre

"Chiama Martina, per favore, devo parlarle" dissi io prima che uscisse. Pochi minuti dopo Martina entrò nella mia stanza, io ero sconvolta con gli occhi gonfi di lacrime

"Amore! Grazie a Dio stai bene!" disse lei abbracciandomi

"Cosa mi è successo? Perché sono qui?" le chiesi io

"Circa due anni fa hai avuto un brutto incidente con la macchina e tu sei entrata in coma, i dottori dicevano che non ti saresti risvegliata, ma nessuno di noi ha perso la speranza"

"Voglio ritornare in coma!" lei mi guardò stranita

"Non dire stupidaggini! Perché vorresti ritornarci?" io le raccontai tutto quello che avevo sognato

"Ora capisco" disse lei con un espressione triste

"Che ne dici se quando ti rimettono ci andiamo a fare un viaggetto in America? Non si sa mai che succede ancora" mi chiese lei

"Ma sei impazzita? Costa un casino di soldi!"

"Lo so, ma mia zia conosce un tipo che lavora in aeroporto e potrebbe farci uno sconticino" io annuì e l'abbracciai di nuovo

"Non so cosa farei senza di te!"

"Lo so, lo so, sono mitica" ci mettemmo a ridere, poi si fece tardi e lei se ne dovette andare.

Qualche giorno dopo mi rimisero dall'ospedale, passai un po' di giorni a casa con la mia famiglia, poi io e Martina decidemmo di partire.

All'aeroporto, esattamente come nel sogno, facemmo ritardo e cominciammo a correre, mi scontrai con un ragazzo che mi fece cadere il contenuto della borsa, mi abbassai per raccogliere le mie cose e vidi quelle All Stars nere e bianche, le sue All Stars

"Can I help you?" mi chiese.

Tutto stava ricominciando, tutto quanto, fino alla fine. Il sogno della mia vita si stava realizzando e questa volta per davvero.