Ennesima
storiella inutile dedicata alla mogliaH
per il semplice fatto che esiste ù_ù
Non sai quanto conti per me la tua opinione, cara.
Ti amo <3
L’Afghanistan
è sempre troppo vicino
Lo vede là, seduto sul divano, di qualche centimetro
sotto lo smile dipinto sulla parete, che fissa il vuoto rincorrendo i suoi
pensieri e - anche se non può vederlo – sa che sul suo avambraccio al momento
ci sono tre cerotti alla nicotina, perché quello è un caso difficile.
E lo bacia.
Ignaro di ogni cosa che accade intorno a lui, ignaro di Mrs. Hudson che
potrebbe salire da un momento all’altro per ricordargli ancora una volta che non è la loro governante. Ignora il
fatto che là fuori ci sarà sicuramente un altro pazzo psicopatico che sta
uccidendo seguendo un ordine preciso, ignora la pioggia battente sui vetri ed
il cellulare di Sherlock che squilla avvisando dell’ennesima chiamata di
Mycroft.
Non riesce a fermarsi, brama le sue labbra, le mani sul suo corpo a stringerlo,
non farlo andare via e chiudersi in camera con lui a fare l’amore per tutta la
notte.
Desiderava quella sensazione di calore dal suo ritorno in Afghanistan, dal suo
primo incubo dopo cui si era svegliato e non aveva trovato nessuno accanto a
lui per proteggerlo dal male del mondo che l’aveva stancato così tanto mentre
era in guerra.
Desiderava Sherlock da quando l’aveva incontrato, desiderio che si era fatto
insostenibile quando aveva visto la preoccupazione assurda che affondava nei
suoi occhi mentre lo liberava della bomba che Moriarty gli aveva piazzato
addosso. Da quando gli si era avventato contro, folle, per togliergli il più
velocemente possibile quell’aggeggio infernale che avrebbe potuto lasciare un
buco a forma di John nel mondo e dentro di lui.
Non si rende conto dei suoi polpastrelli che navigano sulla sua camicia,
creando e distendendo pieghe sul tessuto, non si accorge delle mani di Sherlock
tra i suoi capelli finchè questi non lo trascina sotto di sé e prende a
sfilargli il maglione.
Bramosia.
Ecco quello che avverte nei suoi tocchi.
Bramosia ed un desiderio infinito di sentire i muscoli tendersi sotto le sue
dita.
Non arrivano in camera da letto, ritrovandosi nudi sul divano, di nuovo ignari
- o forse noncuranti – di Mrs. Hudson
al piano di sotto, di Lestrade in un taxi a qualche centinaio di metri da loro,
diretto esattamente al 221B di Baker Street.
E quando John avverte Sherlock affondare dentro di lui, si ritrova in balia
delle onde, ma rincuorato dal fatto che ci sia qualcuno a tenerlo al sicuro, al
caldo, pronto a salvarlo dai suoi incubi sempre troppo vividi sull’Afghanistan.
Non sono tanto normale, ma un
angolino devo pur averlo anche io:
Che cosa ci
volete fare, quando mi prende la malinconia – ebbene si, prende anche gli
organismi altamente imbecilli come la sottoscritta – devo scrivere cosucce come
questa – che, sinceramente parlando, mi piace anche parecchio *la coccola* e,
visto il numero molto scarso di storie da me scritte che apprezzo, direi che è
un bel traguardo – e ammorbarvi tutti quanti ù_ù
Va bene, bando alle ciance, volevo scrivere su John e gli incubi sull’Afghanistan
da un po’, anche se la scena me la immaginavo abbastanza diversa e conteneva
sempre troppo miele per essere reale ù_ù
Basta, la smetto qui e me ne vado.
A presto, care ^^
- J