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Autore: Nami_Loves_Ruki    28/12/2010    4 recensioni
A me, come sempre, nessuno ha chiesto il parere. Non che io sia contrario, anzi, però gradirei avere voce in capitolo, dato che la casa è anche la mia e Takanori non è esattamente quello che si può definire un tranquillo e docile inquilino. Ma credo che dopo aver sopportato Aoi per ogni singolo giorno degli ultimi quattro anni, sarei pronto a tutto. Anche ad avere un petulante Ruki che scodinzola per casa.
Genere: Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Uruha-

[Thought]

 

Oggi è strano. Sì, ok, so bene che cosa sia successo stanotte, però… è pensieroso. Ruki… lui, generalmente, non pensa. Cioè, non così tanto. Ma oramai, penso di aver capito. Non c’è bisogno che continui a cercare di trovare un altro motivo.

È così e basta.

Da qualche minuto sta fissando il cellulare, so a che sta pensando.

<< Taka, come ti senti oggi? >> si volta verso di me alla mia domanda, ma non sembra avermi ascoltato.

<< Cosa, scusa? >> appunto.

Sospiro << Smettila >>

Corruga la fronte e torna per un attimo a contemplare il cellulare che passivo se ne sta sul tavolino del salotto. Poi si accomoda ancora di più sul divano << Scusa >>

<< Non devi chiedermi scusa. Io lo dico per te >> annuncio, accarezzandogli una guancia. Bollente. Ha ancora la febbre.

<< Dove vai? >>

<< A prenderti l’antibiotico >>

Mi allontano dalla sala per entrare in cucina. Inizio a pensare che forse non avrei dovuto farlo. Non ieri sera. Non con Taka ubriaco. Non con lui che, lo so, sta pensando a Reita.

Il mio cellulare squilla nella tasca << Pronto? >>

<< Come sta? >>

<< Perché non chiami lui?! >> sbotto all’interlocutore.

<< …Pensavo fosse a letto >> effettivamente, di solito il nostro vocalist se la dorme che è un piacere, appena può.

<< Io non penso che stia bene, Ryo >>

Sento che sbuffa << Lo sa che tra tre giorni ci sono le prove?! Digli che se prende ancora fred- >>

<< NO! Non sta male in quel senso! >> annuncio, cercando di moderare il tono della voce << Perché non l’hai chiamato? È di là che sta aspettando che il cellulare squilli >>

Per qualche secondo non sento più nessun rumore provenire dall’altro capo del telefono.

Poi un sospiro << Ci vediamo lunedì, Uruha >> e il tu-tu di fine chiamata.

Ma… << Ruki >> lo chiamo, mettendo la testa fuori dalla cucina << Ma… gli altri non lo sanno che tu hai l’influenza, vero? >> chiedo per cercare di capire.

<< No, io non l’ho detto a nessuno… perché? >>

Perché? Perché Reita lo sa.

Riempio un bicchiere di acqua e prendo la pastiglia tristemente bianca che Takanori deve assumere.

<< Beh? Perché, allora? >> mi domanda, appena rimetto piede in salotto.

Gli porgo la sua medicina e mi siedo al suo fianco << Su, non stare a crogiolarti… tra tre giorni lo vedrai e… ti chiederà se va tutto bene… poi tornerai a casa con lui e- >>

<< Io non ci voglio tornare a casa con lui >> sibila, acido.

Dio, è veramente irato.

Inizio a pensare che non sia stata una buona idea accettare di farlo stare qua per un suo stupido capriccio… Dopotutto, era solamente un capriccio, un modo per capire quanto Ryo pensi a lui. È Reita che vuole, non di certo me…

Per quanto lui mi sia… indispensabile per sentirmi bene, non credo che questo tipo di rapporto tra noi due sia giusto.

Mi bastava… Come era prima, mi bastava.

 

-Ruki-

[Going out]

 

<< Voglio uscire >> esordisco, dopo attimi di silenzio in cui ho osservato un Uruha con lo sguardo perso nel vuoto << Sono stufo di stare in casa a fare niente >>

<< Ad aspettare, vorrai dire >> sputa, quasi seccato << Comunque, non puoi uscire >>

No. Non può obbligarmi a stare qua a marcire sul divano di casa sua a rimuginare sul fatto che quel brutto decerebrato non mi consideri minimamente.

<< Sì, invece. Esco. Vado da qualche parte a… >>

<< Non hai un valido motivo per uscire >> si alza di scatto e mi punta il dito contro << Perciò, come tuo compagno di band, mi sento in dovere di trattenerti per evitare che la tua condizione fisica peggiori e ciò comporterebbe a… >>

<< Smettila >> mi ha fatto venire il mal di testa.

Ho bisogno di uscire, di… di fare shopping, ecco. È una delle poche cose che mi libera da tutti gli altri pensieri.

<< Vado a comprare il regalo per Aoi >> potrebbe essere una buona scusa.

Ma io non ho la patente.

E non ho nessuno che mi possa accompagnare. Tranne l’unica persona che non mi accompagnerebbe per nulla al mondo… ma tentar non nuoce << Urupon… >>

<< No, scordatelo >>

Rimane lì, in piedi, a fissarmi con lo sguardo serio, accusatore. Quasi come se tutt’ad un tratto non gli andassi più a genio. Forse, non gli sono mai andato a genio.

Ora, capisco la sua premurosità -che è ben accetta- ma tenermi segregato in casa mi sembra eccessivo. Ho solo un po’ di influenza, prendere una boccata d’aria all’aperto non mi farà di certo male.

<< Va bene >> enuncia all’improvviso << però io non ti accompagno da nessuna parte >>

<< Non c’è problema, vado da s- >>

<< NO! Da solo non vai da nessuna parte! >>

Ah, e quindi?

Sbuffo, in attesa della sua sentenza. Mi protendo verso di lui, ma non dice niente. Solamente, afferra il cellulare e sembra intenzionato a chiamare qualcuno. La cosa non mi piace affatto.

Porta il telefono all’orecchio. L’espressione apatica del volto non mi suggerisce nulla di buono.

<< Ho una cosa da farti fare, fatti trovare da me tra mezz’ora >> ordina alla persona dall’altro capo.

E poi la conversazione termina.

<< Vatti a vestire. E copriti per bene >>

<< Sì, MAMMA >>

Mi trascino in camera, abbandonando la coperta -compagna di queste lunghe e noiose giornate- a terra, a metà corridoio. Apro una delle mie valige e per la prima volta ci tiro fuori qualcosa che assomiglia a dei vestiti per uscire di casa, perché fino ad ora ho tirato avanti con pigiami, pigiamini, pigiamoni, tute e felpe giganti di Kouyou.

Indosso quello che ho scelto e mi barrico in bagno, per cercare di assumere un aspetto decente e presentabile.

Il tempo concessomi passa forse un po’ troppo in fretta. Qualcuno suona il campanello di casa e Uruha ci mette ben poco ad aprire cancelletto e porta.

<< Ben arrivato >>

<< Che avevi bisogno? >>

Questa voce è l’ultima che avrei pensato di sentire.

Però, probabilmente, l’unica che speravo.

 

 

 

*************************

Note dell’autrice:

è normale che non vi ricordiate di questa ficcy, tranquilli. Sono io che l’ho abbandonata. Sì, lo ammetto: l’ho abbandonata.

Però oggi mi è venuto l’impulso di riprenderla tra le mie braccia e cercare di fare del mio meglio per risanarla e portarla avanti. Infondo, è anche questa una mia bimba e non posso lasciarla così, a marcire.

Spero che abbiate apprezzato questo capitolo benché misero… Fatemi sapere che ne pensate *e perdonate questa povera idiota che non trova mai tempo per le sue bimbe u_u*

Un bacione a tutti.

[Kisu, atashi no ai!]

^^Nami loves u^^

   
 
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