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Autore: missteacakes    29/12/2010    1 recensioni
Quando Patroclo uccide accidentalmente un amico in un litigio, lui e suo padre sono costretti a fuggire a Ftia, la cui regina si dice essere una dea. Al ragazzo viene chiesto di prendersi cura del suo figlioletto, non immaginando le conseguenze di quella serie di eventi destinata a cambiare il mondo per sempre. {Patroclo/Achille}
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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«In All but Blood»

Una passeggiata sulla spiaggia
- Capitolo 32° -

"Non sono mai stato su una nave mercantile. Hanno una parte superiore e una inferiore, giusto?"

"Sì, più o meno. C'è un piano sopra lo scafo, e una porta che si apre per metterci dentro delle cose. Anche lo scafo è molto profondo, ed ancora più spazioso. Devono essere spaziosi, dato che portiamo anche i cavalli."

Achille e Patroclo stavano camminando attraverso le rocce sulla spiaggi, non molto lontani dalla montagna. Il cielo, prima limpido, adesso era attraversato da bianche nubi che gettavano ombre sulle montagne e sul mare. Il vento si era alzato, facendo capovolgere le foglie sugli alberi sopra di loro.

"Quante pensi che ce ne servano?" chiese Achille.

"Non molte," disse Patroclo. "Una per ogni cinque navi da guerra, direi, dipende da quanto sono grandi. Io preferirei delle navi da guerra più grandi, se sono meno è più facile tenersi in contatto."

"Dire 'grandi' è relativo.." disse Achille. Patroclo si fermò improvvisamente, Achille si voltò e lo guardò con una strana espressione. "Cosa c'è?"

"Niente," disse Patroclo, avvicinandosi al suo amante. "...sei davvero cresciuto, tutto qui."

"È una buona cosa, no?" chiese Achille.

Patroclo lo baciò dolcemente e disse, "Non sono interessato ai bambini."

"C'è qualcosa che continua a tormentarmi," disse Achille, quando ripresero a camminare. "Dovrei guidare tutti questi uomini in battaglia con un'esperienza pari a zero. Non ho nemmeno una cintura per la spada."

Patroclo rise e disse, "A cosa pensi che siano serviti tutti quegli anni con Chirone?"

"Patroclo..."

"Non ti preoccupare. Per la cintura si può rimediare--"

"Non voglio riceverla prima del tempo," rispose Achille bruscamente. "È una cosa importante."

"Non te la farò avere prima del tempo," disse Patroclo. "Ma qui tra le montagne può essere pericoloso, con tutti i banditi che ci sono. Sono sicuro che troverai una possibilità. E per quanto riguarda il guidare gli uomini in battaglia, tu tecnicamente non li guidi. Siamo sotto Agamennone, ricordi?" Patroclo sorrise al suono di disgusto di Achille. "E poi, avrai sempre me. In realtà, quando eravamo da Chirone, tu e Medeo eravate molto più bravi di me in questo genere di cose."

"Hai mai guidato degli uomini?" chiese Achille.

"Sì," disse Patroclo, il suo sorriso scomparve. "Me la cavo, ma non sono bravo. Discreto, almeno per gli standard dei Mirmidoni."

"Cosa ti rende solo discreto?"

Patroclo riflettè un attimo, poi disse, "Non mi piace combattere. Lo so fare. Non sono un codardo. Non scappo, nè sono tanto vile da non uscire allo scoperto. Ma preferisco ottenere le cose senza le guerre."

"Mi piace questo di te," disse Achille. "Sei troppo buono. Non come me. Se tutti gli uomini fossero come te, non ci sarebbero guerre."

"Tu brami la guerra?" disse Patroclo, accigliandosi lievemente.

Achille aprì la bocca per parlare, poi si fermò a pensare. Con qualche esitazione, rispose, "Io bramo la gloria che porta. Non è qualcosa che arriva standosene lì seduti."

"Ma la guerra è l'unico modo? Una persona non dovrebbe ricevere la gloria per risparmiare le vite, invece di distruggerle?"

Achille disse, "Non è distruzione, ma il mostrare forza e onore. E io non sarei mai soddisfatto se stessi in un posto solo, ne ho abbastanza. Mi sembra che le uniche persone che riescono a vedere il mondo sono i mendicanti, con niente per cui restare, e i re che hanno i mezzi per andare e tornare. I mendicanti possono entrare nelle terre di un altro uomo e girare liberamente senza essere fermati, ma l'unico modo per un re di muoversi liberamente è attraverso la forza."

"Il fine giustifica i mezzi," disse Patroclo. La sua voce non mostrava nè disapprovazione, nè incoraggiamento, solo un riscontro. Achille non sapeva se essere felice la mancanza del primo, o deluso dalla mancanza del secondo. Era frustrato, però; Patroclo era cambiato, e non sapeva più come interpretarlo.

Avevano camminato abbastanza da aver raggiunto un punto dove si poteva vedere il villaggio. C'erano anche delle navi sulla spiaggia, altre erano in costruzione. Non sembravano chissà cosa, ma Achille era comunque eccitato. La realtà lo stava raggiungendo piano piano.

Fece un ampio sorriso e si voltò verso Patroclo. "Vediamo chi arriva prima a quelle navi laggiù."

Prima che potesse partire a razzo, Patroclo lo prese per il braccio e disse, "O no. Non penserai mica di barare?"

Achille ebbe appena il tempo di accigliarsi che Patroclo aveva già iniziato a correre. Con un urlo, si fiondò dietro di lui. Patroclo poteva anche essere più alto di lui, ma Achille era ancora il più veloce. Lo raggiunse molto presto e lo superò. Appena raggiunse le navi, salì a bordo di una. Una volta sopra, si voltò indietro. Patroclo aveva appena raggiunto la barca e stava salendo.

"E adesso chi ha barato?" disse Achille. "E ti ho battuto comunque."

Patroclo lo afferrò per la vita e lo buttò a terra su una delle banchine.

"Proprio quando ti avevo detto che eri cresciuto, fai una cosa così infantile," disse Patroclo, ridendo.

"Non ho visto nessuna obiezione da parte tua."

Patroclo affondò il viso tra i capelli di Achille, poi iniziò a baciarlo lungo il collo. "Solo perchè ti amo così tanto," rispose indistintamente.

"Non dirmi queste stronzate," disse Achille, voltandosi per guardare il suo amante. "Ti sei divertito quanto me. Hai solo troppo contegno per ammetterlo."

"Mm."

Con le mani e le labbra di Patroclo che si muovevano sulla sua pelle, Achille si rese improvvisamente conto degli operai che stavano costruendo le navi. Scivolò in braccio a Patroclo, cercando qualcosa da dire.

"È abbastanza grande, no?" commentò. Patroclo emise un suono di approvazione. "Più o meno quanto quella di Giasone, direi."

Patroclo si bloccò, irrigidendosi. Sollevò la testa e pronunciò un tagliente, "Cosa?!"

"Ventidue banchine per ogni lato," disse Achille. "Farebbero cinquanta uomini, no?"

Patroclo appoggiò la testa sulla spalla di Achille. Disse, "Sei incredibile. Prima passi attraverso un sacco di problemi per avermi, e adesso che sto venendo io da te, mi ignori completamente. Non dovresti provocare così, o ti ritroverai con qualche problema un giorno."

"Non è così," disse Achille, con la faccia in fiamme. "È solo che non siamo esattamente soli, e..."

Patroclo lo guardò, esterrefatto, e disse, "Non stavamo facendo niente. Non avrai mica pensato che stessi per stuprarti davanti alla città intera."

"No...è solo che...è strano," concluse Achille debolmente.

"Come?"

Achille sospirò. "È solo che... Sono appena tornato da un posto dove non potevo neanche parlare in pubblico. Per cinque anni le uniche persone che mi hanno visto nudo sono state un servo e Fenice. È difficile abituarsi a fare queste cose in pubblico."

"Dovrai abituartici prima o poi," disse Patroclo. Achille trasalì al tono infastidito della sua voce.

"Lo so."

"E un'altra cosa," aggiunse. "La prossima volta assicurati che io sappia di cosa stai parlando. Stavo per partire per Sciro per trovare questo Giasone e decapitarlo."

Achille rise e gli diede un bacio leggero. "Non te lo permetterei. Diventeresti un fuorilegge e mi lasceresti, e io cosa farei?"

Patroclo disse, "Bè, potresti seguirmi, o passare il resto della tua vita a consolarti con le tue sole mani. Ucciderei chiunque ti abbia."

"Sai, non eri così possessivo quando eravamo piccoli," disse Achille con un altro bacio.

"Solo perchè ti comportavi come se io fossi l'unica persona sulla faccia della terra," disse Patroclo. "Avevo ben poco di cui essere geloso..."

"Sono felice che tu sia così. Adesso sai come mi sono sentito per tutta la vita."

"Non ti preoccupare."

Achille lo spinse via e disse, "In realtà, c'è qualcosa che mi chiedo da molto tempo."

"Cosa?"

"Cos'hai fatto negli ultimi tempi," rispose Achille serio. "O meglio, chi ti sei fatto."

Patroclo allentò la presa, le sue mani appoggiavano solo sulla vita e sulla gamba di Achille. Per un attimo rimase fermo a fissarle, poi sospirò. Alzò lo sguardo, direttamente negli occhi di Achille.

"Non ora," disse.

"Quando?"

"Presto, lo prometto. Devo pensarci su. Domani forse. E non sto mentendo, te lo prometto."

Achille diede un forte sospiro e disse, "D'accordo. Solo... va bene."

"Ti amo," disse Patroclo, "Non fraintendere questo."

"Lo so." rimasero seduti in silenzio per un po', Achille si stava maledicendo per aver rovinato l'atmosfera. Si morse il labbro, poi disse, "Andiamo a nuotare."

"Tu sei davvero un tormento," disse Patroclo ridendo. Ad ogni modo, si alzò e scese giù dalla barca con Achille che lo seguiva.

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Nota della traduttrice: Ho rallentato di molto la pubblicazione dei capitoli sia perchè il tempo scarseggia sempre più, sia perchè l'autrice non aggiorna da molto tempo. La raggiungeremo comunque, immagino, però non vorrei abbandonare la fanfiction per mesi e mesi e lasciarvi con la suspence per un sacco di tempo XD Da questo capitolo mancano 10 capitoli per raggiungere l'autrice; se ne pubblico uno al mese per ottobre ci siamo e magari lei ne aggiunge uno o due <3 

@Bibby: Splendida recensione e splendido avatar ;) Ti ringrazio davvero per i complimenti, soprattutto per quello sulla traduzione, che mi hai lasciato proprio sul capitolo che meno mi era piaciuto per come l'avevo tradotto. Grazie davvero <3

Patroclo e Achille sono abbastanza conosciuti e amati, ma credo che la lunghezza della fanfiction faccia un po' desistere i lettori ;) 

Un bacione, alla prossima :)


   
 
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