Fanfic su artisti musicali > Avril Lavigne
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Autore: GiuUnderground    29/12/2010    0 recensioni
La mia prima Fan Fiction che vede protagonista la mia eroina: Avril Lavigne. Lei è un modello da imitare ed è fonte di ispirazione per me.
In questa storia, Avril dovrà fare i conti con il suo passato. Un passato che non le lascia tregua e che la riduce in un penoso stato di impotenza. Come sarà cambiata Maggie Stradford in tutti questi anni?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I giorni dopo passarono veloci.

I sensi di colpa che l'avevano assillata stavano pian piano svanendo, sembrava che tutto stesse ritornando come di consueto, ma era più che convinta che sarebbero ritornati.

Intanto aveva deciso di non dire nulla ad Evan, non voleva che lui sapesse.

Forse per vergogna o forse perché non amava sbandierare ai quattro venti i suoi affari privati. Quando si vedeva con lui faceva finta di niente, come se quello che fosse successo in realtà non fosse mai accaduto. A volte sperava di svegliarsi e dire a se stessa che era stato tutto un brutto sogno.

Ma come scappare ormai? Era stata proprio lei a voler creare questa società, la responsabilità era solo sua e adesso aveva paura di reagire alla stessa maniera nel momento in cui giornalisti le avrebbero fatto delle domande riguardo La [I]Avril Lavigne Foundation[/I]. Ma non voleva tirarsi indietro, questo no. Erano quasi due anni che meditava su questo progetto e ne andava fiera, ne era proprio orgogliosa.

Doveva solamente fingere. Fingere di fronte ai giornalisti di essere forte e imperturbabile e che, al di là della magnanimità, non ci fosse nient'altro.

 

“Vi prego lasciatemi! Non fatemi del male!

Aiuto!” Una ragazza mingherlina era stesa per terra con un labbro sbucciato ed il naso sanguinante ed implorava aiuto. Delle ragazze più grandi e di corporatura robusta la circondavano e poi buio totale.

Avril si rialzò di soprassalto, si passò una mano sulla fronte e si accorse di essere fradicia di sudore. Da quando aveva fondato la [I]Avril Lavigne Foundation[/I] faceva spesso questo sogno. Sapeva a cosa si riferiva e si chiedeva per quanto tempo ancora le cose sarebbero andate avanti così.

Scese dal letto scalza, si diresse in bagno, si sciacquò la faccia e visto che era stata scossa da quel sogno, decise di andare a fare colazione. Erano le 7.30 del mattino.

Dopo aver consumato una tazza di latte con i cereali al mais, si vestì.

Quel giorno si sentiva un po’ ribelle, perciò si infilò una minigonna rossa e nera, calze a righe, cintura con borchie, camicetta bianca e una cravatta nera, che non guasta mai.

Indugiò alcuni minuti nel suo salotto della casa di Los Angeles, poi si decise.

Prese il telefono e digitò il numero.

“Pronto?”

“Puoi farmi un favore?”

“Avril?”

“Sì, sorellina sono io. Non ti ricordi più di me?” Chiese scherzosa.

“No infatti. Non chiami mai a casa per sentire come stiamo e per farti sentire.” Disse scocciata.

“Miche, dai! Lo sai che c’è tanto da lavorare. Comunque ho bisogno del tuoi aiuto.”

“Sentiamo”

“Cerca nell’elenco telefonico Maggie Stradford e poi richiamami.”

“Eh? Perché?”

Riattaccò.

Stava facendo qualcosa che avrebbe dovuto fare 10 anni fa.

[I]Meglio tardi che mai[/I], pensò.

Magari una volta per tutte quei rimorsi sarebbero finiti definitivamente.

Lo sperava.

  
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