Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Colours_    31/12/2010    4 recensioni
I My Chemical Romance un paio di anni fa dissero che la Parata nera a cui loro avevano dato vita era morta. Ma se ci fosse stata un'altra parata? Un'altra vera parata,campeggiata da anime di dannati che ogni giorno accoglievano e traghettavano le anime dall'altra parte?
Hollow è una ragazza senza una precedente vita ,ma che vuole conoscere il suo passato;insieme al suo amico e Comandante Avarice, ritorna nel mondo dei vivi per adempiere le sue due missione: sapere chi era e bloccare i Corruttori,che cercano di impossessarsi delle anime che vagano sulla terra,per costituire un esercito con cui contrastare la Parata e portare l'aldilà nel eterno caos. Ma quanto questa missione sarebbe ardua se ci fossero di mezzo i sentimenti? Sentimenti per lo stravagante creatore della finta Parata, il cantante Gerard Way,leader dei My Chemical Romance, sempre pronto ad innamorarsi della persona sbagliata?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
address>Oggi è capodanno e il nostro tempo materiale è notevolmente diminuito,perciò non potremo farvi i ringraziamenti una per una... Chi ci ha posto delle domanda avrà,probabilmente entro domani, delle risposte.
E' dovuto informarvi che questo capitolo ha preso spunto dal libro "Resta anche domani" di Gayle Foreman,mantre il titolo proviene dal romanzo da cui è stato tratto il film "Into the Wild". La felicità è autentica solo se condivisa.
Speriamo sia per voi un augurio e un insegnamento per il nuovo anno.
Siete grandiose!
 
xoxo
Dawn & Mary

 

Happiness only real when shared

 

Allacciai anche l'ultimo bottone del colletto della divisa e fissai il mio riflesso allo specchio. Lisciai con le mani il gonnellino. E rimasi in silenzio, contemplando la mia figura. Mi sentivo terribilmente a disagio con quei vestiti, in quel momento. Sentivo che non mi appartenevano più e che loro non potevano appartenere a me, per il momento. Sospirai ed uscii dalla mia stanza per andare da Avarice. Non gli avevo ancora chiesto scusa e non mi andava morire prima di averlo fatto, perciò, lentamente, camminai fino alla parte opposta della casa,dove vi era la sua camera. Non ero mai entrata in quella camera, a dirla tutta. Non avevo neppure mai capito perchè la evitavo come la peste. Ma non era il momento di mettermi sotto esame.
L'atroce silenzio della casa mi provocava un senso di vuoto, di dolore. Di lì a pochi minuti sarei ritornata a "casa", per combattere. Probabilmente sarei morta, ma l'avevo accettato. Morire un'altra volta, per me, non sarebbe poi stato un gran problema, dopotutto. Certo, non sarei più esistita, non avrei mai più incontrato lo sguardo paterno di Avarice, la figura presuntuosa di Envy, Gerard, Mikey, Frank, Ray e le loro mogli, ma prima o poi ci avrei fatto il callo.
Sospirai ancora ed alzai il braccio, pronto a bussare.
-Non posso farlo...- sussurrai.
Passi pesanti, accompagnati dal loro furioso possessore entrarono nella mia visuale. Neppure un secondo dopo mi ritrovai a ruzzolare in terra, accompagnata da un ringhio molto simile ad un -Levati!-
-Hey!- dissi stizzita alla porta chiusa.
Sbuffai frustrata e mi alzai dal pavimento, lisciandomi il gonnellino tutto stropicciato. Non sarei certamente morta in disordine.
 
 
 
 
-No, Gerard! Ora si va tutti insieme a chiederle spiegazioni- la voce furiosa di Mikey riecheggiava nell'abitacolo della macchina della mamma, perchè si, mi ero trasferito da lei, in New Jersey.
-Ma...- mugugnai, prima di essere interrotto dalla voce petulante di Frank.
-Niente ma, Gerard. Adesso tu vai da lei e le chiedi una spiegazione. O di cosa si è fatta per partorire una scusa del genere- ridacchiò.
Avrei tanto voluto fuggire,ma, per mia sfortuna (o per grande fortuna di Mikey, dipende dai punti di vista) mia madre aveva una macchina a tre porte, e quindi a meno che non volessi buttarmi giù dal finestrino, decisamente troppo stretto per me, non avevo più vie di fuga.
-Dirti che è morta!- strillò nero dalla rabbia -Se la prendo...- continuò brandendo il pugno per aria.
-Santo cielo Mikey!- fece Ray rimettendogli la mano sul volante -Se continui così ci fai fuori tutti!-
-Mmpf-
Il viaggio continuò tra gli sbuffi frustrati e i miei “Riportami dalla mamma se non vuoi che faccia un fratricidio” che non sortirono l'effetto desiderato, anzi ,fecero aumentare i risolini acuti di Frank, che stava proprio al mio fianco, e che quindi si sentiva in dovere di rendermi sordo.

-Questa casa è... Wow- sussurrò Frank meravigliato.
-Già- annuì Ray.
-Bene! Adesso che abbiamo fatto il giro turistico, possiamo ritornarcene a casa- feci mentre entravo in macchina.
-Dove vai tu?- disse despotico Mikey afferrandomi per il colletto del giubbotto e tirandomi fuori dall'auto.
-Così mi strangoli!-lo rimproverai allibito.
-Cammina- mi ordinò spingendomi in avanti e tirandomi un calcio nel sedere.
-Non sono un animale!-
-Allora non capisci proprio, eh?- si avvicinò a passo di marcia e mi prese per un orecchio, trascinandomi fino alla porta d'ingresso incurante delle mie proteste. Premette il campanello ed aspettò che la porta si aprisse.
Due secondi dopo un volto ne fece capolino
-Salve, cosa posso fare per voi- ci chiese cordiale il maggiordomo.
-Cerchiamo Olivia- fece Mikey incolore.
L'uomo ci fissò con occhi tristi.
-Non può venire al momento- spiego in modo sommesso.
-E' urgente- ringhiò Mikey.
-Mi dispiace, ma non posso- fece serio -E vi chiedo, cortesemente, di andarvene-
-Non mi sposterò di un millimetro da qui finchè non ci farà incontrare Olivia- continuò imperterrito a denti stretti.
-Va bene- fece il maggiordomo alzando le spalle e chiudendoci la porta.
-Fermo- sussurrai mettendo il piede sullo stipite della porta -Voglio vedere Hollow-
Lo fissai negl'occhi,determinato a non demordere e lui ricambiò. Ci fissammo così per un'eternità; poi, la porta si riaprii lentamente con un cigolio e lui ci fece spazio per passare.
-Grazie- mormorai mesto abbassando la testa ed entrando dentro casa.
-Prego.- mi rispose con gl'occhi che mandavano scintille per poi sparire su per le scale. Il suoi passi rimbombarono nel silenzio tombale della casa. Lo sentii distintamente bussare alla porta e parlottare con una persona. Poi sentii passi concitati si avvicinarono per mostrarci due figure ben distinte al di sopra delle scale. Avevano una divisa simile a quella che avevo usato per The Black Parade. Ne rimasi sconvolto. Era,forse, uno scherzo?
-Signor Way...- mi salutò frettolosamente il fratello di Olivia -Cosa vi porta qui?- sembrava un vampiro sul punto di azzannarci e farci fuori.
Scese lentamente le scale accompagnato da quello che riconobbi come Irial, che, sghignazzando si appollaiò sulle scale.
-Salve. Cercavo...- mi interruppi ponderando bene ciò che volevo dire -Hollow- dissi fissandolo negl'occhi.
Nello sguardo di Irial passo per un momento un lampo di stupore, tramutatasi subito in compassione. Mi fissò tristemente, invitandomi a salire.
-Noi possiamo aspettare massimo due minuti...- affermò mentre salivo le scale -Quindi goditeli al massimo perchè non ci saranno più poi-
-In che senso?- gli chiesi mentre entravo nello stato di ansia e panico più totale.
-Se Holly ti ha detto quello che penso capirai-  mi spiegò alzando le spalle e alzando il sopracciglio.
-Io... io volevo chiederle spiegazioni- mi uscì dalla bocca in preda all'ansia.
-Siamo morti Gerard- disse delicatamente Avery -Nulla di più.-
-Finitela!- urlò Mikey -Smettela di prenderlo in giro!-
Con una velocità disumana Irial si avvicinò a mio fratello con aria demoniaca, facendolo sbiancare dalla paura.
-Non contraddirmi. Ho 300 anni più di te. Porta rispetto- gli sussurrò a denti stretti.
-Irial calmati- lo richiamò Avery, teso.
-E tu che ci fai ancora qua!- mi ringhiò contrò il biondo -Vai che non abbiamo tempo da perdere!-
Non me lo feci ripetere due volte. Iniziai a correre a per di fiato sulle scale, senza neppure accorgermi di non sapere dove andare.
-A destra. Ultima stanza- sentii l'urlo provvidenziale di Irial.
Lo ringraziai mentalmente e mi diressi verso l'unica stanza aperta, in fondo al corridoio, pregando tutti i santi di trovarla. Arrivato e ansimante mi affacciai alla porta e rimasi a contemplarla seminascosto dallo stipite della porta. Lei si stava specchiando nell'enorme specchio ovale,contornato da rose nere in ferro battuto.Aveva una divisa nera, come quella degl'altri due,ma era diversa. Il giacchetto le copriva solo metà della schiena e da cui sotto usciva una lunga maglietta nera, che finiva dentro il cinturino della gonnellina che le copriva metà coscia da cui sotto potevo notare dei pantaloncini corti. Portava due lunghi anfibi neri che le coprivano metà gamba.
Perso nella contemplazione della sua figura non mi accorsi che lei mi aveva notato.
-Gee- sussurrò, fissandomi attraverso il riflesso dello specchio.
Mi nascosi dietro il muro e la sentii passi frettolosi avvicinarsi alla porta. Un secondo dopo i suoi occhi viola mi fissarono tristi ed io mi sciolsi. Diamine mi ero innamorato come uno sciocco.
-Perché sei...?-
-Ti credo- proclamai interrompendola- Non mi mentiresti mai. Lo so.- continuai vedendo che la sua espressione cambiava in un misto di gioia e stupore.
-Tu...?- cercò di dire.
-Si... Non ho mai dubitato di te. E mai lo farò se t'interessa- le spiegai sorridendo, finalmente felice che tutto si stesse risolvendo per il meglio.
-Io devo andarmene mi spiegò tristemente, sull'orlo delle lacrime.
-Se è per la storia che sei morta- deglutii -Non m'interessa-
-Gerard...-
-No zitta!- la interruppi di nuovo -Penso di non aver mai trovato una persona come te. Sei perfetta. In ogni tuo singolo difetto. Sei petulante, sei dolce, sei stupida, sei ...tutto. Ti voglio bene. Bene da morire e non ti lascerò scappare. Capito?-
-Gerard... Ti sto facendo del male- sussurrò piangendo.
-Scherzi?- chiesi stupefatto alzando la voce di alcuni decibel.
-No, Gerard... Sto andando a morire...-c onfessò tristemente abbassando il capo.
Scossi la testa. Il mio viso si contorse dal dolore ,nel mio intento di cercare di capire, di comprendere ciò che stava realmente dicendo.
-Cosa? -sussurrai basito -Non puoi... cioè... sei già morta- balbettai confuso.
-Ma posso morire... dall'altra parte io posso morire!-
-Ma... ma le anime... Non sono immortali?-
-No. Possiamo morire come puoi morire tu, ma...- si fermò e fissò il tramonto al di fuori della finestra -con la differenza che non esisteremo mai più-
Feci un respiro brusco e sgranai gl'occhi.
-Non voglio- le sussurrai accarezzandole la guancia col pollice.
Lei alzò lo sguardo e mi fissò, per poi rinchiudere lentamente gl'occhi.
-Non voglio dimenticarti- continuai imperterrito,non disposto a demordere.
-Holly-
La figura di Avery apparve davanti alla porta. Aveva il volto sciupato e l'aria di uno che era sul punto di crollare.
-Non verrai- le disse ricomponendosi.
L'espressione di Hollow cambiò. Si fece dura e seria.
-E' un mio dovere- il suo tono di voce era intriso dall'orgoglio e la sua espressione era seria e dura al pari del fratello.
-No che non lo è! Tu sei viva! Non è tuo dovere combattere al nostro fianco-
Viva?
-Come osi!- urlò avventandosi su di lui -Come osi dire che non è mio dovere combattere al vostro fianco- lo fissò seria, dritto negl'occhi -Al tuo fianco-
Con lentezza disarmante si staccò da lui, che la fissava con occhi tristi e paterni. Si fissarono e il loro sguardò illuminò tutta la stanza.
-Hai fatto di me la persona che sono. Ti devo tutto Avarice- mormorò a voce bassa -Anche la mia stessa vita-
Lui l'abbracciò.
-Promettimi che se le cose si metteranno male te ne andrai- le sussurrò fra i capelli.
-Moriremo fianco a fianco allora-
Le loro espressioni si fecero serie e cupe, entrambe consapevoli di ciò che stava accadendo. Di ciò che andavano a fare.
-Sono confuso- mormorò Irial comparso davanti alla porta -In ogni caso dobbiamo andare. Cancellategli la memoria- continuò indicandomi -Io mi occupo degl'altri làggiù-
-Cosa?-sussurrò Frank,seguito da Ray e mio fratello,che basiti fissavano Irial.
-Oh non guardatemi così- fece lui con aria annoiata -E' la prassi-
-Io non voglio dimenticare- affermai serio -Io voglio venire con voi-
Irial scoppiò in una risata isterica.
-Smettila, non stiamo andando a giocare su un finto carro con dietro una parata di fantocci. Stiamo andando a combattere. Non ad urlare per una manica di ragazzini depressi che non vedono l'ora di togliersi di mezzo-
-Ma come ti permetti!- lo sgridò Frank paonazzo dalla rabbia -Noi ogni giorno lottiamo per noi e per gl'altri! Per andare avanti. Per credere in qualcosa che non sia lo schifo che c'è in giro! Non doniamo speranza a chi la vuole accettare. Ogni giorno combattiamo una guerra contro l'apatia disarmante che c'è in questo mondo.-
-Tu non sai neppure che cosa sia l'apatia- lo rimbeccò Irial con disprezzo
-Ah non lo so?- sibilò frustrato il mio chitarrista.
-No!- continuò Irial lanciando saette dagl'occhi -Stupido umano che...-
-Basta!- li interruppe Avery con voce stanca massaggiandosi le tempie -Dobbiamo andare-
Nella stanza calò il silenzio. Potevo sentire il cuore pulsarmi nelle orecchie e la rabbia sormontarmi, ma dovevo trattenermi. Lei se ne sarebbe andata in ogni caso; ma io, questa volta, l'avrei seguita,anche sotto una pioggia di proiettili. La fissai, cercando di farle comprendere che cosa provavo per lei... che cosa volevo che facesse, ma lei si limitò a fissarmi di rimando, con uno strano sguardo vacuo accompagnato dagl'occhi vitrei che mi fissavano incolori. Al momento capii subito quello che voleva dirmi. Lei sapeva, lo sapeva quasi con una certezza disarmante che non ne sarebbe uscita viva, e nonostante tutto l'aveva accettato. Aveva abbracciato la morte come una cosa naturale, una cosa che c'è dopo. Ma a volte, si può scegliere come morire.
 
 
 
 
Avarice mi cinse la spalla con fare paterno, scortandomi fino alla porta che dava accesso all'altro mondo. Dietro di noi sentivo riecheggiare i passi della processione che ci accompagnava alla fine, e non potei non paragonarlo ad un funerale.
Prima di sapere che fossi viva avevo pensato spesso a com'era stato il mio funerale. Probabilmente pieno zeppo di persone che non avevo mai visto,pieno di parenti che mi avevano visto solo una volta, magari quand'ero ancora dentro la pancia di mia madre. Mi ero sempre immaginata un'enorme navata ricoperta di rose bianche, il simbolo della purezza, e l'aria intrisa da un forte odore di incenso. Pensare al proprio funerale, mi dicevo, era sinonimo di creatività.
-Puoi ancora decidere di rimanere qua- mi sussurrò mestamente all'orecchio Avarice -Capiremo tutti se lo facessi-
-No- gli sussurrai a mia volta -Questa è anche una mia battaglia.-
Mi fissò tristemente ma non disse nulla, spalancò la porta e i passi dietro di noi cessarono in un batter d'occhio.
-Arrivederci- li salutò candidamente Avarice -E' stato un piacere-
Nessuno rispose e io non mi voltai. Non volevo piangere in faccia a nessuno. Non volevo più piangere.
Avarice oltrepassò la porta e sparì. Subito dopo toccò ad Envy, che salutò tutti con un cenno ed oltrepassò la porta a passo di carica.
Infine rimasi io, sempre rivolta verso la porta. Non volevo guardarmi alle spalle e vedere cosa stavo lasciando su questo mondo, sarebbe stato solo un rimorso in più...
-Holly...?- mi chiamò Ray.
Presi un respiro e decisi di voltarmi, lentamente. Appena ebbi la loro completa visuale sentii una morsa che mi stringeva il cuore. Frank si buttò fra le mie braccia e mi strinse forte. Un po' stordita ricambiai la stretta.
-Non mi far preoccupare- mi sussurrò per non farsi sentire dagl'altri.
-Tranquillo!- ci scherzai su per sollevare il morale a loro e agl'altri -Ho la pellaccia dura!-
Gli diedi qualche amorevole pacca sulla schiena e lui si staccò, molto più tranquillo. Fu poi il turno di Ray. Quasi soffocai tra i suoi afro, e quando glielo feci notare si mise a ridere, ma senza gioia. Lui, nonostante tutto era il più maturo di tutti e capiva che era inutile trattenermi.
-Se devi andare vai...- mi disse con un sorrisino triste, ma con un tono comprensivo. -La scelta è unicamente tua.-
E dopo un abbraccio silenzioso da parte di Mikey capii, capii che la scelta, solo ed esclusivamente mia, avrebbe ferito altre persone. La morsa sul mio cuore si fece poi più stretta quando Gerard mi abbracciò forte fra le lacrime. Singhiozzava talmente forte che ero sul punto di tapparmi le orecchie con le mani e chiudere forte gl'occhi.
-Non andare- rantolò fra una tirata di naso e l'altra -Per me sei importante-
Affondò di nuovo la testa nell'incavo del mio collo e continuò a singhiozzare. Passai distrattamente le mani fra i suoi capelli rosso fuoco.
-Su, su!- cercai di dire, ma mi si chiuse la gola.
-Non andare!- continuò piangendo -Non lasciarmi da solo. Non sono certo di voler camminare in questo mondo da solo...-
Con uno scatto lo allontanai da me per fissarlo negl'occhi arrabbiata.
-Smettila di fare il bambino!- lo rimproverai.
Lui si asciugò le lacrime copiose con il dorso della mano e tirò su col naso.
-Ritornerò- gli spiegai sorridendogli dolcemente -Mica mi posso perdere il nuovo fantastico cd dei My Chemical Romance!-
Lui ridacchiò e mi mostrò i suoi denti incredibilmente piccoli in un sorriso.
-Falli fuori tutti!- mi raccomandò Frank.
-Stanne certo, gnomo- ironizzai alzando il pollice.
-Portami un souvenir!- continuò Ray scuotendo la mano.
-Sicuro!-
Mi misi davanti allo stipite della porta, rivolsi a tutti un sorriso ed entrai.
Sarei morta, ma lo avrei fatto con un sorriso.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Colours_