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Autore: Oscar_    01/01/2011    4 recensioni
Solo per una notte. Richiamato da chissà dove con chissà quale pensiero. Le rimase accanto solo per pochissimo tempo ma per lei fu splendido. Di lui conosceva assolutamente tutto. E ciò che desiderava maggiormente era che le stesse vicino, per quanto poco potesse.
(Dedicata a Lady Eleanor)
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claude Faustas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Only for a night
 
 
 
 
 
 
 
You
 
 
 
 
 
Si era appena coricata nel ristretto letto. Quella notte si prospettava gelida e buia ancor più delle precedenti.
 
"Ci sarà mai qualcuno come te?" Sussurrò la giovane Eleanor da sotto il morbido piumone. 
 
Ormai da giorni il suo pensiero non voleva cambiare rotta. Puntava sempre e solo ad un individuo. Erano settimane che non riusciva più a toglierselo dalla testa. Con la voce più che abbinata, gli occhi d'oro liquido, le mani grandi ed eleganti, il naso perfettamente dritto ed anche migliore delle raffigurazioni dei migliori scultori, i capelli corvini in costante disordine che avrebbe desiderato toccare più d'ogni altra cosa, la corporatura rassicurante e per quanto massiccia ugualmente splendida ed anzi ancora di più grazie a quel dettaglio: Il suo nome? Perfezione. No, non perfezione. Il suo nome, perfettamente combaciante col cognome: 
Claude Faustus.
 
La giovane si strinse ancor di più nell'abbraccio del piumone. Quanto avrebbe desiderato che fosse reale. Già sognava un loro incontro in ogni singolo particolare.
Dal nulla appariva lui, le si sedeva accanto, le regalava un sorriso come non regalava a nessuno e le parlava con dolcezza di tutto e di niente. 
 
Sorrise a quel pensiero e chiuse gli occhi rammentando il suo volto perfetto. Un demone. Lei credeva ai demoni. E soprattutto credeva fermamente a lui. Con quella luce proibita ed oscura che in ogni momento emanava inconsapevole era davvero meravigliosamente splendido in tutto il suo buio. 
 
Più di tutto avrebbe desiderato fosse suo. Solo suo. Quante cose gli avrebbe ordinato, non avrebbe di certo perso tempo in vendette o omicidi. No, no di certo. Sicuramente il suo primo desiderio sarebbe stato una cosa del genere:
 
"Quando ti rivolgi a me chiamami 'My sweet Lady' e in nessun altro modo".
 
Oppure le venivano in mente milioni e milioni di soprannomi adatti a lei medesima. Sicuramente ciò che non le mancava era l'autostima. Sperava sempre che lui l'avrebbe apprezzata come dote. 
 
Si voltò lentamente verso la finestra ed osservò il pallido chiarore lunare filtrare attarverso i vetri ed espandersi nella maggior parte della piccola camera. Avrebbe voluto che lui entrasse proprio lì, dalla piccola finestra della sua camera. Si sarebbe divertita a vedere come avrebbe fatto. Di certo lui avrebbe trovato il più comodo dei sistemi esistenti. Un sorriso malinconico gli marcò le labbra.
 
"Non succederà mai... Ti fai troppe illusioni..."
 
Chiuse i castani occhi e richiamò la sua figura. Era appena entrata nel dormiveglia quando un rumore le fece riaprire nuovamente gli occhi. Era come se qualcosa avesse bussato alla finestra. Un solo colpo. Appena udibile. Ma lei l'aveva sentito chiaramente. 
 
Richiamando tutta la lucidità mentale che il suo corpo le permetteva in quell'orario si mise seduta ed osservò attenta la finestra, attendendo un secondo segnale che le facesse capire che qualcosa c'era davvero. 
 
Per quasi sei minuti non successe più nulla. La giovane era sul punto di sdraiarsi nuovamente quando notò all'improvviso una leggera ombreggiatura sul vetro. Un'ombreggiatura che prima non c'era. Si alzò infilando le ciabatte di pail e si avvicinò alla finestra tenendo lo sguardo immutato su quell'ombreggiatura. Pochi passi dopo si rese conto che quel qualcosa si stava muovendo e non tardò a realizzare che non era nient'altro che un ragno. Un ragno estremamente grande per il luogo. Lungo quasi quanto il pollice largo come due dita. Aveva una linea dorata sul dorso ed inquietava parecchio. La giovane si trattenne dal prendere una delle sue ciabatte. 
 
"Non devo ucciderlo... Potrebbe essere Claude... E se lo fosse... Non voglio che se ne vada..."
 
Dopo aver ragionato sul da farsi decise fermamente di lasciare in pace il ragno e tornò al letto, a gambero, avendo paura che se si fosse voltata quell'animale enorme l'avrebbe assalita, facendole così capire che non era ciò che pensava. Dopo essersi nuovamente coperta continuò ad osservare i movimenti accurati e scelti dell'aracnide:
 
Non sembrava avere intenzione d'andarsene, anzi, sembrava starsi sistemando meglio in un angolo della finestra. Alla giovane saltò in mente che forse avrebbe trovato un altro ragno e si sarebbe riprodotto riempendole la camera di ragni giganteschi. 
 
"Ma che assurdità! Smettila!" 
 
Scacciò quel pensiero inquietante e tentò di rimanere sveglia. Non voleva che quell'animale, per quante possibilità ci fossero che fosse qualcuno, le si avvicinasse troppo. Gli insetti non è che le piacessero proprio, anzi. 
 
Ma poco dopo il sonno le chiuse le palpebre. 
 
Non durò al lungo. Passati alcuni minuti un altro rumore la fece trasalire. Un rumore più forte ed intenso del precedente. Era come un sussurro. E la voce le era familiare. Fin troppo. Mille e più volte aveva ascoltato quella voce. E l'avrebbe riconosciuta fra milioni. Si rizzò a sedere bruscamente e si guardò attorno speranzosa. La prima cosa che notò fu che il ragno era scomparso e ciò le provocò un brivido. 
 
"E adesso dov'è finito?" 
 
Continuò ad osservare la piccola stanza più di quanto non l'avesse già fatto troppe volte. Avvertì un tocco leggero come un capello sulla mano destra e si voltò a fissarla. Scattò in piedi terrorizzata e si trattenne dal gridare senza riguardi:
 
Fino ad un secondo prima sulla sua mano c'era il ragno della finestra. Ma l'aveva perso di vista con il movimento. S'infilò rapidamente le ciabatte e continuò a guardare la stanza. Poi un'ombra attirò la sua attenzione. Una delle tante ombre. Ad un occhio poco attento sarebbe sfuggita ma la giovane la notò:
 
Era un'ombra più intensa rispetto alle altre, era appena sotto il letto. Ma lei non osò avvicinarsi. Il ragno poteva essere lì in agguato, pronto a morderla e...
 
"E...?"
 
Cosa poteva farle un ragno? Beh, poteva essere velenoso. E ucciderla? No. Forse paralizzarla e farla a pezzi ma...
 
"Mi sto riempendo la testa di cavolate... Non può farmi niente!"
 
Si avvicinò cauta al letto e si chinò lievemente ad osservare ciò che era sotto il letto. Si ritrasse con uno scatto. Da lì sotto due occhi gialli la fissavano ininterrottamente. Non si mosse più e continuò a sostenere lo sguardo di quegli occhi. Prese a tremare involontariamente. Cosa diavolo era quello?
 
All'improvviso da sotto il letto, lentamente, cominciò ad apparire al chiarore lunare un volto che la giovane conosceva a memoria in ogni particolare. Le sembrava solo fantasia. Ma lei stava guardando Claude. Proprio lui. Stava guardando Claude che...
 
"... Che esce da sotto il mio letto?"
 
Sì. Claude stava uscendo da sotto il suo letto proprio in quell'istante. La giovane continuò a rimanere immobile fissando lo splendido corpo di Claude che esasperatamente lento si stava spostando da lì sotto. In un tempo indeterminato, che a lei parve infinito, la giovane si trovò dinnanzi alla persona che più desiderava incontrare da mesi. 
 
"Claude..."
 
Trasformò il pensiero in parola.
 
- Claude... - Sussurrò non staccando lo sguardo dall'uomo che in quel momento sedeva perfettamente fermo sul suo piccolo letto. Lui annuì con un cenno impercettibile osservandola. 
 
La giovane si rialzò e si avvicinò il più lentamente possibile all'uomo. Quando gli fu abbastanza vicina gli posò un dito su una guancia e lo ritrasse subito. Aveva toccato qualcosa di reale. Aveva sentito la pelle più liscia del mondo sotto il suo dito. Lo sguardo si posò sui suoi capelli neri, poi tornò ad osservare la sua espressione:
 
Non esprimeva nulla. Né un consenso né un divieto. 
 
Cosa doveva fare? Decise di seguire l'intuito. Con la mano tremante gli accarezzò un ciuffo di capelli. Erano morbidissimi, proprio come aveva immaginato. Stavolta non ritrasse la mano ma la trattenne lì. Guardò i suoi occhi d'oro. Dal vivo erano ancora più belli. Gli si sedette accanto ritraendo la mano dai capelli e lo osservò nonostante lo conoscesse a memoria. Lui era impassibile, la osservava ma non si sbilanciava d'un millimetro. 
 
Poi senza preavviso le prese il viso e la guardò negli occhi così vicino alle sue labbra che lei smise di respirare. Le sorrise. Per la giovane fu il sorriso più bello che qualcuno le avesse mai rivolto. E quel sorriso era per lei. Solo per lei. Anche ciò che accadde dopo fu solo per lei. Le loro labbra si unirono. Per poco, lievemente, ma si unirono. 
 
E come era apparso, dopo quel tocco svanì nel nulla. 
 
Ma lei non si sentiva più sola. Finalmente l'aveva incontrato. Nessuno le avrebbe mai creduto se l'avesse raccontato, ma ad ogni modo non l'avrebbe fatto. Quello era il loro segreto. Quell'incontro, quel tocco... Erano momenti solo loro. Nessun altro li avrebbe mai vissuti. Era stata un'esperienza unica, Eleanor lo sapeva. Un'esperienza unica che nella sua vita non avrebbe mai e poi mai vissuto una seconda volta. 
 
Da quel giorno non lo vide mai più, ma ci furono momenti in cui lo sentì proprio di fianco a lei. Ed erano momenti unici e splendidi come quella notte.
 
 
 
 
 
 
 
The end__
 
 
 
 
Okkeeeeei... Don't kill me, mettete via le armi >.<
Premetto che mi sono impegnata moltissimo in questa storia. L'ho scritta come regalo a Lady Eleanor, mia cara amica. Spero apprezzerà :)
 
Chi vuole può lasciare un parere.
 
Bye!
 
 
Oscar_
   
 
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