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Autore: micht82    01/01/2011    3 recensioni
La famiglia Cullen si sta preparando per festeggiare la piccola Renesmee che compie un anno di vita. ma una visione di Alice fa preoccupare tutti, il vampiro della visione di Alice cosa vorrà da loro? in quale modo sconvolgerà le loro vite? Riusciranno ad affrontare i nuovi pericoli che si troveranno difronte?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Questo è l'ultimo capitolo della storia compreso di epilogo. grazie a tutte le persone che hanno letto la mia storia è hanno apprezzato che hanno commentato. questa era la mia prima ff e per uno che non sa scrivere penso di essemerla cavata almeno un pò. Ringrazio Imaginary82 per avermi corretto la metà dei capitoli dagli errori di grammatica,
Spero vi piaccia come finisce la storia. Buona Lettura.

Capitolo 17

 
Istinto materno
 
(Pov di Bella)
 
Quando sentii aprirsi il portone d’ingresso, estesi il mio scudo sulla mia famiglia e al resto della compagnia.
Ero pronta a qualsiasi loro attacco improvviso, questa volta non mi avrebbero colta impreparata.
La mia concentrazione vacillò nel momento in cui vidi la mia bambina che camminava affianco di Juliet tenendola per mano: sembrava che stesse bene. Dovetti fare un grande sforzo per non andare verso quella vampira e riprendermi mia figlia.
In bocca sentivo il sapore metallico del veleno per la rabbia che provavo nei confronti di tutti quei vampiri. Quando mi sentii stringere la mano sapevo che era Edward, non avevo bisogno di guardarlo per sapere che era lui, e il suo gesto ebbe l’effetto di calmarmi all’istante. Non era il caso di liberare i miei istinti omicidi.
“Ce la faremo Bella, dobbiamo stare concentrati per Nessie” mi disse con voce determinata.
“Alexander, niente scherzi! Una mossa sbagliata e siamo finiti” disse Alexios preoccupato.
“Non ti allarmare, ho aspettato per secoli questo momento e non intendo correre rischi” disse Alexander con uno sguardo truce rivolto verso i Varen.
“Cosa succede?” chiese Jasper disorientato forse dalle emozioni di Alexander.
“La vampira bionda, uscita per ultima, è Anthia la nostra creatrice; secondo me c’è anche il suo zampino in questa storia” disse Alexios riflessivo.
“Bella…  lo scudo è attivo?” mi chiese Edward spaventato.
“Sì, ho il controllo totale su di esso, cosa succede Edward?” la sua espressione era terrorizzata.
“Anthia ha il potere di cancellare i ricordi di una persona. Ho sentito dire che a volte lasciava alle sue vittime solo i ricordi più dolorosi e umilianti; alcuni di loro hanno perso il senno a causa sua. Solo il tuo scudo può salvarci da Anthia e da Juliet: i loro poteri combinati insieme sono micidiali” disse Alexios malinconico.
“Pensi che sia stata lei a cancellare i ricordi di Robert?” chiese Francesca con un tono di voce apparentemente normale, ma stringendo i pugni per la rabbia.
“Ne sono sicuro! E poi Juliet ha messo dei falsi ricordi nella sua mente” disse Alexios mentre digrignava i denti per la collera.
Avevano fatto una cosa orribile a un bambino innocente, e un pensiero doloroso mi colpì all’istante: e se avessero cancellato la memoria anche a Renesmee?
Non riuscivo a immaginare la scena di lei che mi guardava senza riconoscermi.
“Edward…” mi misi di fronte a lui, senza però riuscire a esternare a parole le mie paure, dirlo ad alta voce mi faceva male.
“Bella non ti preoccupare, la memoria di Nessie è salva, perciò andiamo a riprenderci nostra figlia” mi disse dolcemente con uno sguardo determinato.
Era diventato bravo a leggermi il pensiero, guardando solamente il mio volto. Ci stringemmo in un forte abbraccio, pieno di significato.
“Avete tutti le armi?” domandò Alexios determinato.
Un coro di affermazioni positive e determinate gli rispose.
A quel punto Alexios partì a passo lento e noi tutti lo seguimmo, per andare incontro al nostro destino. Tutti avevamo paura di morire, bastava poco affinchè il piano fallisse, ma non potevamo tirarci indietro, ognuno di noi aveva una ragione per lottare: chi per vendicarsi di aver perduto una persona amata, chi per riprendersi un membro del proprio Clan, io per riprendermi ciò che mi era stato ingiustamente tolto: mia figlia.
Uscimmo dal fitto bosco a passo lento, sembrava che ci stessero aspettando. Mi chiedevo come avessero fatto a individuarci, eravamo stati attenti a non lasciare la più piccola traccia per essere individuati.
Mentre avanzavamo, il mio sguardo era rivolto a Nessie che quando mi vide sorrise e gli occhi le si inumidirono. Mi domandavo quanto avesse sofferto la mia piccolina, ero così vicina a lei eppure non potevo ancora stringerla a me per il momento. Avrei fatto come aveva detto Alexios, mi sarei concentrata unicamente su di lei.
“Benvenuti nella nostra incantevole dimora, signori e signore” disse Kaeso con un sorriso falso dipinto in volto.
“Chi non muore si rivede. Ho potuto constatare che la vostra ambizione non ha limiti, siete caduti molto in basso e diventati così meschini da dover utilizzare dei bambini innocenti per raggiungere i vostri scopi” il volto di Alexios era una maschera di pietra.
“Alexios e Alexander… due delle mie creazioni più riuscite” disse Anthia ridendo freddamente “Il potere lo si conquista con ogni mezzo!” anche se la sua era una voce melodiosa, le sue parole erano gelide come il ghiaccio.
“Io e te abbiamo un conto in sospeso Anthia, oggi in un modo o in un altro avrò la mia vendetta” disse Alexander muovendo un passo avanti e con una voce carica di rancore.
La tensione che alleggiava fra i due schieramenti era palpabile. Ci sovrastavano come numero, in cuor mio speravo che il piano di Alexios funzionasse o per noi sarebbe stata la fine.
“Penso che tutti voi siate qui per la bambina” disse Kaeso indicandola con superficialità, era così vicino a lei che arrivò a sfiorarla con un dito, al che un ringhio proruppe dalla mia gola e lui abbassò la mano sorridendo malignamente, guardandomi con aria di superiorità.
“Se volete riavere questa mezza-vampira, voi dovete fare quello che vi chiediamo. Dovete aiutarci a sconfiggere i Volturi. Se vi rifiutate la bambina diventerà un guscio vuoto e non riconoscerà più nessuno di voi, anzi, le verrà ordinato di attaccarvi”. Aveva un tono di voce tranquillo, come se stesse parlando del tempo, invece ci minacciava con la paura più terribile che un genitore possa ricevere; non credo sarei mai riuscita a sopportare il non essere riconosciuta dalla mia piccola brontolona. Lei mi ha voluto bene ancor prima di uscire dal mio ventre.
Guardai immediatamente Renesmee che aveva le guancie rigate dalle lacrime e negli occhi uno sguardo di terrore.
Fremevo dalla rabbia, perché non sopportavo più di non poter far nulla per salvare mia figlia,  volevo smembrare quel vampiro che la minacciava.
“Ho una controproposta per te, Kaeso” cominciò a dire Alexios avanzando di un passo.
“Vediamocela tra noi come ai vecchi tempi, un combattimento deciderà la sorte di questa disputa: chi vince detterà le condizioni di resa” con la sua esperienza Alexios riusciva a non tradire nessuna emozione.
“Perché dovrei accettare? Sono in posizione di vantaggio” disse Kaeso serafico.
“Non vuoi stabilire chi di noi due è il più forte? Non ti piacerebbe provare il brivido di staccarmi la testa dal collo? Avere la meglio sul tuo maestro? Oppure i tuoi poteri si sono indeboliti nel corso degli anni?” Alexios stava cercando di stuzzicare il suo enorme ego.
“Non mi sottovalutare Alexios, io sono in grado di sconfiggerti quando voglio!” disse Kaeso che aveva abbandonato la sua tranquillità.
“Dimostramelo con i fatti!” disse Alexios sorridendo sarcasticamente.
“Va bene, detteremo le condizioni adesso, prima dello scontro” disse Kaeso toccato nell’orgoglio dalle parole di  Alexios.
“Sei impazzito? Attieniti al piano” disse Juliet stupita.
“Non fare l’idiota, Kaeso. Non cadere nella sua trappola” disse Anthia arrabbiata.
“My Lord, non dobbiamo perdere il vantaggio tattico” disse Zhao alle sue spalle preoccupato per la piega che aveva preso il discorso.
“TACETE! So quello che sto per fare, lo sconfiggerò e gli staccherò la testa con queste mani” disse mostrandole a tutti “Appenderò su una lancia, nel mio studio, la sua testa come monito a coloro che mi vorranno sfidare in futuro. Dopo di che, tutti coloro che sono con lui giureranno eterna obbedienza al glorioso Clan Varen!” aveva il volto trasfigurato dalla brama di potere.
“Queste sono le tue condizioni, d’accordo. Le nostre sono il rilascio immediato di Renesmee e quello di Amun e Kebi e dovrete arrendervi ai Volturi, saranno loro a decidere della vostra sorte” Alexios non aveva perso la sua tranquillità e la sua determinazione.
“E sia, che il combattimento cominci!” disse Kaeso agitando le mani in modo teatrale, dopo di che si tolse il mantello che gli scendeva lungo le spalle.
I due contendenti avanzarono di alcuni passi, finchè non si trovarono a una decina di metri l’uno dall’altro. Si guardavano entrambi con aria di sfida, ognuno di loro determinato a prevalere sull’altro per ragioni diverse, l’aria che si respirava intorno era carica di elettricità.
“Vinca il migliore” disse Alexios senza alcuna inflessione della voce.
“Grazie, vincerò sicuramente!” rispose sarcastico Kaeso.
Prima che lo scontro avesse inizio, mi assicurai che Alexios fosse protetto completamente dal mio scudo che avrebbe seguito la sua aura ad ogni spostamento.
Con molta cura allungai il tessuto elastico del mio scudo, fino ad arrivare a Renesmee; sentire la sua presenza sotto il mio campo protettivo mi fece ritrovare un po’ di serenità. Mi girai verso Edward e mimai con le labbra “E' al sicuro” e lui accennò un sorriso, come se si fosse tolto un peso dallo stomaco.
“Sono proprio curioso di vedere come farai a penetrare la mia difesa invulnerabile” disse Kaeso ridendo malignamente “Tu ci sei riuscito una volta, ma allora non controllavo bene il mio potere.
Oggi ti sarà impossibile uccidermi!” disse guardandolo con uno sguardo altezzoso.
“Vediamo se riesco a sorprenderti” disse Alexios già concentrato sulla battaglia.
Iniziò subito a tendere le mani in avanti muovendole agilmente verso il suo nemico.
Anche se lo scudo era trasparente, l’effetto che provocavano i colpi inferti da Alexios, si riuscivano a scorgere osservando con attenzione la figura di Kaeso. Per ogni colpo che veniva inflitto, una serie di cerchi concentrici partiva da un punto per poi propagarsi lungo la superficie a cupola dello scudo, come quando si getta un sasso nello stagno. Questa reazione ci permetteva di misurare la grandezza della difesa, che aveva una circonferenza di cinque metri.
Da come rideva Kaeso, sembrava che i colpi di Alexios, anche se aumentati d’intensità, non riuscissero neanche a ridimensionare le proporzioni dello scudo.
Alexios si fermò di colpo e si girò dando le spalle al suo nemico. Il suo viso era concentrato e sembrava che guardasse in direzione del bosco; allungò le mani e i suoi pugni sembravano stringere qualcosa. Poi d’improvviso sentii uno strano rumore e girando la testa vidi, con mio grande stupore, due enormi tronchi d’albero che si stavano staccando dal terreno, per poi passarmi sopra la testa e un po’ di terriccio si riversò su di noi. Non potei fare a meno di aprire la bocca per lo stupore, solo nei film avevo visto una scena simile.
Ripresami dalla sorpresa, vidi Alexios che guardava di nuovo il suo nemico e usando i due alberi come arieti, cominciò a tempestare di colpi il campo protettivo del suo avversario.
I colpi erano di una violenza inaudita, i cerchi avevano assunto una circonferenza maggiore, ma la cosa più importante era che lo scudo si stava rimpicciolendo a vista d’occhio. Kaeso aveva smesso di ridere, anzi era diventato teso e concentrato.
“Forza Alexios, non mollare!!!” urlò Francesca in modo concitato.
“Continua così!” disse Garrett eccitato dallo scontro.
Alexios era concentrato totalmente sulla lotta e vedendolo combattere al massimo delle sue forze, capivo perché fosse temuto anche dai Volturi.
I due alberi erano quasi sfasciati per tutti i colpi che avevano inferto, ma lo scudo era ormai aderente al corpo di Kaeso. Non riuscivo a capire appieno la tattica di Alexios, ancora mi chiedevo come avrebbe fatto a sconfiggere Kaeso. Mi voltai nuovamente verso Edward con un espressione dubbiosa in volto, ma il suo viso esprimeva fiducia; naturalmente lui conosceva il piano di Alexios e vederlo sorridere mi fece sentire meglio.
“A che ti serve avermi fatto arretrare lo scudo?” chiese Kaeso con fare sprezzante, con gli alberi che si abbattevano ad un centimetro dal suo volto.
“Mi serviva per fare questo!” disse Alexios trionfante.
E vidi i resti dei due alberi crollare a terra e rotolare ai lati di Kaeso, non più animati dal potere della psicocinesi.
La mano di Alexios si strinse a pugno e il corpo di Kaeso divenne rigido come se qualcosa lo  avesse costretto in quella postura; intuii subito che era Alexios a tenerlo in quella posizione.
“E adesso vediamo se ti arrendi!” disse Alexios determinato.
In quel momento capii il piano di Alexios, che non potendo penetrare lo scudo, aveva fatto in modo che esso aderisse al corpo di Kaeso: in questo modo era in grado di manovrarlo come se fosse stato una bambola di plastica.
“Ti prego non lo fare” la voce di Kaeso era quasi una supplica, mentre la testa cominciava a ruotare in una posa innaturale.
“Arrenditi e io ti farò grazia della vita” disse Alexios serio, ormai c’è l’aveva in pugno e non per modo di dire.
“Mi arrendo” disse Kaeso a denti stretti schiumando di rabbia, mentre la sua testa continuava a girare anche se in modo esiguo.
“Sul tuo onore e ad alta voce, in modo che i membri del tuo Clan sentano bene” disse Alexios con voce ferma.
“Mi arrendo! Lo giuro sul mio onore!” disse ad alta voce Kaeso con la paura negli occhi, dopo un altro impercettibile movimento della testa.
Il corpo di Kaeso venne liberato dalla morsa in cui era costretto, aveva dipinto sul viso la vergogna per essere stato battuto. A testa bassa tornò indietro verso Nessie. Non potevo credere che tutto si fosse risolto così facilmente.
Kaeso era di fronte a Juliet, alzò lo sguardo e incontrò il suo; nei suoi occhi si leggeva l’incredulità per la sconfitta di Kaeso.
“Maledetto!” sbottò d’improvviso Edward.
Kaeso prese il braccio di Nessie, strappandolo alla sua compagna in malo modo e tirò fuori l’arma di distruzione dei vampiri.
La disperazione prese possesso di me alla vista della mia bambina a un passo della morte. Agendo solo d’istinto mi mossi per andare a prenderla, ma due robuste braccia mi presero la vita tenendomi ferma.
“Edward… lasciami!” gridai disperata.
“Io mantengo i patti… infatti vi ridarò la vostra mezza-vampira, ma avrete solo le sue ceneri!” disse Kaeso con occhi folli.
Mi girai furibonda verso Edward e lo vidi assorto, probabilmente stava ascoltando i pensieri di Kaeso, ma come poteva rimanere impassibile mentre nostra figlia rischiava di morire? Cercai di  divincolarmi con tutte le mie forze, ma era troppo forte per liberarmi, dopo tutto non ero più una neonata e non ero più la vampira più forte della famiglia.
“Aspetta… guarda!” mi disse ansioso.
“Kaeso, non puoi farlo!” disse Juliet mettendosi davanti a lui.
“Lei pagherà per la mia umiliazione” disse mettendo l’arma sul petto di Renesmee che era terrorizzata e tremava dalla paura.
“Non posso permetterlo… lei no!” disse Juliet combattuta e improvvisamente Kaeso abbassò l’arma, con in viso uno sguardo incredulo.
“Juliet, perché?” era un lamento il suo, probabilmente non si aspettava che la sua compagnia usasse il suo potere su di lui.
“Lei è importante per me” disse Juliet decisa.
Le sue parole mi sorpresero non poco, sembrava che tenesse molto a Renesmee.
“Nessie!” gridai vedendola libera.
La mia bambina sembrò risvegliarsi da quello stato di shock e approfittò di quella situazione per scappare da Kaeso. Guidata dall’istinto mi liberai dalla presa di Edward, che aveva allentato la presa e mi precipitai incontro a mia figlia per riabbracciarla.
Mentre correvo in modo disperato verso di lei mi accorsi che anche Juliet insieme a una vampira dai capelli rossi, avevano lasciato il gruppo per prendere Renesmee. Erano in vantaggio su di me, dubitavo che sarei riuscita ad arrivare prima di loro, ma non mi persi d’animo, le avrei affrontate e sconfitte se si fosse reso necessario.
La rossa dette una spinta a Nessie che la fece ruzzolare a terra per qualche metro, la raggiunse e si preparò a colpirla con la sua arma. Un ringhio proruppe dalla mia gola, prima di saltare per fermarla nel momento esatto in cui abbassava l’arma verso il suolo.
Dopo averla abbattuta a terra, mi rialzai e mi accorsi che non aveva più l’arma in mano. Piena di paura e angoscia mi girai e vidi l’arma conficcata nella schiena di Juliet che sorrideva a mia figlia prima di diventare cenere e disperdesi nel vento.
Ancora scioccata per l’accaduto mi sentii sollevare da terra e fui trasportata verso la mia famiglia. Era stato Alexios, che mi aveva adagiato cautamente vicino ad Edward, e subito dopo mi mise Renesmee in grembo. Finalmente potevo stringere tra le mie braccia la mia piccola e adorata figlia, la sentii singhiozzare contro il mio petto, mentre mi abbracciava in modo stretto, sentivo le sue calde lacrime bagnarmi i vestiti. Non potevo fare altro che accarezzarle i lunghi capelli rossicci e cullarla dolcemente per calmarla.
Edward ci guardava con uno sguardo d’amore purissimo e abbracciò entrambe, dando un bacio in fronte alla piccola che racchiudeva il grande amore che provava per lei, la quale lo guardò con tanta adorazione.
Anche gli altri sorridevano, ma non si fecero distrarre, dopotutto eravamo ancora nel mezzo di una battaglia.
“Uccideteli tutti! Non deve sopravvivere nessuno di loro!” disse Kaeso accecato dall’ira per la perdita di Juliet.
“Stiamo uniti e non perdiamo la testa” disse Jasper sicuro di sé.
I Varen ci stavano accerchiando, per poi sferrare il colpo finale, probabilmente saremmo morti.
Jacob avanzò fino a noi per rivedere Nessie e con la punta del muso richiamò la sua attenzione. Lei si girò per vedere cosa l’avesse colpita e il suo viso s’illuminò e mentre sorrideva felice, accarezzò felice la testa del suo lupo che aveva gli occhi lucidi dall’emozione. Come era successo all’inizio dell’anno, misi la mia bambina sulla groppa di Jacob, guardai intensamente il mio più caro amico e dal cenno affermativo che mi rivolse capii che aveva compreso cosa volevo da lui. Doveva approfittare della prima occasione e scappare insieme a lei. Mi permisi un' ultima carezza alla persona più importante che avevo prima che lei gettasse il viso nel manto del suo lupo.
Mi misi accanto ad Edward e guardandoci negli occhi ci prendemmo per mano ancora un' ultima volta, come a sottolineare l’appartenenza reciproca.
Ormai lo scontro era inevitabile, i membri del loro Clan stavano aspettando l’ultimo ordine prima di scatenare il conflitto.
“Era ora che arrivassero!” sentì esclamare a bassa voce Edward.
Tra le file dei Varen vidi che Anthia si stava defilando dal gruppo senza farsi notare dai suoi alleati, mi girai verso Alexander che guardava la scena con un senso d’impotenza e di rabbia.
Dal bosco a un tratto vidi uscire una strana nebbia, la stessa che a inizio anno aveva tentato di renderci inoffensivi; questo voleva dire che i Volturi erano arrivati.
Il potere di Alec stava avvolgendo tutti i componenti del Clan Varen, il mio gruppo era immune grazie al mio potere.
Il panico stava serpeggiando tra le file dei nostri nemici, privati dei sensi. Mentre noi stavamo aspettando l’ingresso dei Volturi che non tardò ad arrivare, i soldati della Guardia formavano uno schieramento che avanzava all’unisono.
Ben presto la Guardia circondò i Varen e rimasero immobili in attesa di ordini.
“Vedo che siamo arrivati giusto in tempo” disse Aro sorridendo, mentre avanzava lentamente insieme agli altri Volturi; insieme a loro c’erano Renata, alle sue spalle, e a suoi lati Alec, Jane, Demetri e Felix.
“Avete per caso trovato traffico?” gli rispose sarcastico Alexios.
“Dovevamo valutare appieno il problema” disse Aro assorto nei suoi pensieri.
“Aro, noi vorremmo solo tornare a casa e riprendere le nostre vite di prima. Consentici di lasciare questo luogo in pace” disse Carlisle con la sua solita calma.
“Ma certo mio caro amico, mentre noi giudicheremo l’operato di questo Clan, tu potrai andare in pace con la tua famiglia e i tuoi amici, Carlisle” disse Aro tranquillo.
Alexios aprì un varco tra i nemici, che non potevano reagire a causa della loro momentanea cecità, la guardia si spostò di lato per lasciarci passare. Mentre passavo abbracciata ad Edward continuavo a temere per la nostra vita, non mi fidavo dei Volturi.
“Tutto e bene ciò che finisce bene, ma avremo ancora modo di incontrarci. Dopo tutto dobbiamo tenere sotto controllo la bambina” disse Aro con una luce strana negli occhi.
Avrei voluto correre via il più velocemente possibile, ma m’imposi di mantenere la calma, il contatto con Edward mi aiutava a mantenermi tranquilla.
“Se non vi dispiace Amun e Kebi vengono con noi” disse Alexios rivolto ai Volturi e mentre lo diceva, usò il suo potere per far arrivare nel nostro gruppo i due membri del Clan egiziano.
Jane che di solito aveva uno sguardo di superiorità e irriverente, questa volta aveva la testa bassa e non era da lei.
Mi girai un' ultima volta verso quello che era stato il terreno di scontro e vidi che i tre fratelli parlottavano, e se Aro e Marcus erano rilassati, non si poteva dire lo stesso di Caius che era alquanto nervoso, ma poi non mi curai più di loro e mi concentrai su mia figlia che mi si lanciò addosso, sorridendo e con gli occhi lucidi, dalla groppa di Jacob. La strinsi forte a me, sussurrando il suo nome tra i capelli.
 
Eravamo all’aeroporto di Firenze. La mia famiglia ed io e il Clan di Denali, stavamo aspettando l’aereo che ci avrebbe riportato a casa, mentre i Clan delle amazzoni e quello egizio erano già partiti. Zafrina aveva salutato con trasporto Nessie, ribadendo l’invito a venire a trovarla nella giungla; insieme ad Edward decidemmo di partire entro la fine dell’anno.
Renesmee era ancora tra le mie braccia e con la sua manina mi stava mostrando tutto quello che le era successo. Adoravo quel contatto che mi schiudeva i pensieri, le immagini, le sensazioni e le emozioni che mia figlia provava, però questa volta le sue erano visioni dolorose e tristi provocate dalla vampira rossa, che scoprii chiamarsi Sadira. Aveva trattato la mia piccolina in modo orribile, era un bene che non l’avessi saputo prima, altrimenti l’avrei dilaniata.
Ma c’era anche l’amore che Juliet provava per lei, impossibile non notarlo. Nei suoi gesti affettuosi e nei suoi occhi amorevoli.
“Amici… devo dirvi una cosa prima che ognuno di noi ritorni alla propria vita” disse Alexios portandoci in una zona dell’aeroporto dove potevamo parlare liberamente.
“Adesso le nostre strade si divideranno. Io devo andare con Alexander per scovare Anthia, ma questo non è un addio, se vi occorresse il mio aiuto Francesca e Leonardo sapranno rintracciarmi”.
“Alexios… ma noi veniamo con te” disse Francesca stupita.
“No, mia cara. E' tempo per voi di ritornare ad un' esistenza più serena, dove potrete finalmente vivere in pace” rispose tranquillamente.
“No! Io non so come si fa! Non puoi farmi questo” disse Francesca disperata.
“E' per questo che ho chiesto ai Cullen se potevano tenervi con loro per qualche tempo. Alice e Jasper hanno accettato con entusiasmo”
“Francesca, vedrai ci divertiremo, e non devi essere preoccupata per lui, mi concentrerò spesso sulle sue decisioni in modo da dirti come sta” disse Alice con il suo solito modo di fare allegro, ma anche sensibile.
“Vedrai che sarai felice con loro” disse Alexios cercando di essere convincente.
“Perché non mi vuoi con te? Non mi vuoi più bene?” disse arrabbiata.
“Certo che ti voglio bene! Ed è proprio per questo, voglio che tu possa ritornare a fare tutte le cose che non hai più potuto fare in questi anni” gli disse dolcemente Alexios appoggiandole le mani sulle spalle. “Non ho idea di quanto durerà la caccia, ma sappi che se mi vorrai parlare o vedere io ci sarò” le disse guardandola dritta negli occhi, per poi abbracciarla e accarezzarle la schiena, come un padre farebbe con la figlia. “Adesso voglio vedere il tuo splendido sorriso prima di andarmene, quello che mi regalavi sempre dopo una lezione storia”
“Va bene, ma cerca di farti trovare da me, oppure verrò a cercarti, è una promessa” disse sorridendo minacciosa.
La faccia di Leonardo mi diceva che era contento per la decisione presa da Alexios, forse non tanto per lui, quanto per la sorella.
“Alice ti prego abbine cura, è molto importante per me” disse Alexios apprensivo.
“Non ti preoccupare, la porterò a fare shopping! Finalmente avrò una persona che condivide la mia stessa passione. Bella è come una sorella per me, ma è veramente un caso disperato” disse Alice con un tono divertito nella voce.
“Alice, sai che io non sono sofisticata come te, mi piace la semplicità” dissi facendo finta di essere offesa.
“Noi dobbiamo andare, Anthia è una preda molto pericolosa e difficile da catturare” disse Alexios tornando serio.
“Se fossi in voi proverei a Parigi, Londra e Mosca, purtroppo non posso essere precisa, non ha ancora scelto la sua destinazione” disse Alice con la sua aria sbarazzina.
“Ti ringrazio di tutto Alice” disse Alexios mettendole una mano sulla spalla.
Vidi scomparire i due vampiri millenari dietro le porte scorrevoli dell’aeroporto. Come aveva detto Alexios questo non era un addio, perché sicuramente li avrei rivisti. Qualcosa dentro di me mi dava questa certezza.
 
Sull’aereo che ci riportava a casa, lasciai che Nessie venisse contesa a turno da Jacob e Rosalie che continuavano a battibeccare lanciandosi sguardi di fuoco per avere l’esclusiva su Renesmee.
L’avrei voluta tenere stretta con me per tutto il tempo, ma sapevo che anche gli altri volevano avere un momento con lei. E lei voleva stare con loro, i disegni che aveva fatto ne erano una prova evidente, aveva bisogno dell’affetto di tutta la sua famiglia.
Presi la mano di mio marito nella mia e la strinsi forte e avvicinai la testa al suo petto roccioso.
“A cosa stai pensando Bella?” chiese dopo un momento.
“A Juliet, non riesco ancora a credere che si sia sacrificata per salvare nostra figlia” dissi alzando la testa per guardare i suoi occhi color topazio.
“Da quel poco che sono riuscito a leggere, ho capito che si riteneva in parte responsabile per la morte di Robert. Per tutto il tempo della battaglia ha pensato a tutti i momenti passati con lui, fino al giorno della sua morte. Ha compreso che avrebbe potuto fare di più per salvarlo. Perciò quando Kaeso ha minacciato Nessie, il suo istinto materno ha preso il sopravvento e ha deciso che sarebbe morta piuttosto di rivivere la stessa esperienza che l’ha tormentata in tutti questi secoli” disse Edward con una nota dolente nella voce.
“Mi dispiace per lei, voleva essere una madre” dissi sconfortata.
“Bella, quella vampira voleva nostra figlia per sé” disse sorpreso.
“Lo so, ma non riesco a togliermi dalla mente il sorriso che ha rivolto a Nessie prima di morire, si è sacrificata per amore, meritava un po’ di felicità” dissi stringendomi di più a lui, che mi accarezzava il viso con la sua mano morbida, provocandomi come sempre brividi di piacere.
“Ora è tutto finito, anche se…”
“Cosa vuoi dire?” domandai un po’ allarmata.
“I Volturi sono ancora intenzionati a vendicarsi. Purtroppo non ho potuto leggere cos’ hanno in mente, ma dovremmo stare molto attenti” disse serio.
“Non ti preoccupare Edward sapremmo affrontarli” disse Alice che era la personificazione dell’ottimismo.
“Bella, c’è tuo padre in linea e vorrebbe salutarti” disse  con un sorrisino da folletto malefico in volto porgendomi il suo cellulare, mi chiedevo cosa avesse in mente. Adesso che avevo il telefono in mano mi erano venuti i sensi di colpa per non averci pensato io ad avvisare Charlie.
“Pronto, Papà”
“Bells… sono contento di sentirti, Alice mi ha detto che state tutti bene”
“Si papà stiamo tornando e la piccola sta benissimo”
“Non vedo l’ora di avervi tutti qui”
“Anch’io non vedo l’ora di vederti”
“Beh vi aspetto con impazienza”
“A dopo papà”
Ripassai il telefono ad Alice, che se ne stava andando tutta saltellando e felice per il corridoio dell’aereo per raggiungere Jasper.
“Tu sai cos' ha in mente, vero?” dissi sospettosa ad Edward.
“Non so di cosa parli, Bella” disse mentre mi metteva una mano sotto il mento avvicinando le mie labbra alle sue.
Era un bacio tenero e appassionato, capace come al solito di farmi smettere di ragionare, ma fu interrotto dal ghignare incontrollato di Emmett, che mi fece emettere un basso sibilo.
“Che paura!” disse Emmett sfrontato.
“Allora mi dici cosa ha preparato Alice?” gli dissi prima che mi facesse di nuovo perdere la voglia di scoprirlo con un suo bacio da maestro.
“Non è niente di cui ti debba preoccupare è solo che vuole festeggiare il compleanno di Nessie; credo che una festa sia il modo migliore per scacciare i brutti momenti che ha trascorso nostra figlia” disse Edward sereno.
“Si , credo proprio che ne abbia bisogno” e il mio sguardo andò verso di lei che sorrideva beata nel vedere Jacob e Rosalie fare a gara a chi la faceva divertire di più.
 
Era ormai pomeriggio inoltrato e il sole ormai non inondava più il paesaggio boscoso con i suoi caldi raggi, quando arrivammo a Forks.
Renesmee aveva dormito tutta la notte e il suo sonno era stato privo di incubi. La mia speranza era che gli ultimi giorni vissuti non tornassero mai a tormentarla.
Viaggiavamo veloci sulla Aston Martin di Edward e appena arrivati in prossimità della casa vidi che era tutta illuminata a festa. Mi chiedevo chi fosse stato a organizzare tutto. Pensavo che avremmo festeggiato l’indomani e che stasera avremmo organizzato tutto.
Una volta scesi dalla macchina presi Renesmee per la mano e ci incamminammo verso la villa.
Ad accoglierci era uscito Charlie che sorrise alla piccola, mentre allargava le braccia. Lei si liberò della mia mano e corse incontro a suo nonno abbracciandolo e baciandolo sulla guancia.
“Nessie, sono contento di rivederti” disse Charlie che stava a stento trattenendo le lacrime dalla gioia.
“Anch’io nonnino!” disse lei mostrando il suo sorriso accecante.
“Alice, spero che tutto sia come lo desideravi, abbiamo lavorato sodo” le disse guardandola con un po’ di timore, come se volesse la sua approvazione.
“Charlie… tu e i ragazzi della riserva avete fatto un lavoro splendido e vedo che anche Sue vi ha dato una mano” disse tutta contenta, vedendo Sue comparire affianco a Charlie per salutare Renesmee, per poi correre ad abbracciare Seth e Leah.
Appena entrata in casa notai subito l’enorme striscione appeso che recitava – AUGURI A NESSIE E BELLA- e rimasi spiazzata; questa doveva essere la festa di Renesmee, non capivo cosa centrassi io in tutto questo.
“Bella, fai la brava e non fare scenate, non vorrai rovinare il primo compleanno di Nessie, vero?” mi disse Alice con aria sodisfatta.
Non sapevo se ucciderla o abbracciarla, scelsi la seconda opzione, dopo averla vista sorridere come una bambina. Con Alice era impossibile arrabbiarsi.
“Perché non riesco ad odiarti?” le dissi in un soffio al suo orecchio.
“Perché ci vogliamo troppo bene, Bella” mi disse ricambiando l’abbraccio.
La serata proseguì in maniera assolutamente perfetta. Renesmee continuava ad aprire i suoi regali (non dissi niente sul numero spropositato, quella sera andava bene tutto) e rideva spensierata come se fosse una normale bambina.
Davanti alla gioia di quel momento, promisi a me stessa che avrei fatto di tutto affinchè la paura e la violenza non tornassero a invadere la sua vita come era successo nei giorni precedenti.
 
EPILOGO
 
Camminavo lungo i corridoi di marmo bianco del palazzo e intorno a me si sentiva solo l’eco dei miei passi lenti ma decisi.
Mi stavo dirigendo verso la sala dei troni, perché volevo avere una conferma sulle voci che giravano tra la guardia.
Aprii la pesante anta del portone, con un tocco leggero della mia mano bianca e proseguii verso i Volturi, dove Caius era fuori di sé dalla rabbia, ma interruppe il suo fiume di parole appena mi vide entrare.
“Jane, mia cara, a cosa dobbiamo questa tua visita inaspettata?” domandò Aro con circospezione, sul suo viso si leggeva una punta d’irritazione per la mia entrata senza preavviso.
E fu in quel momento che vidi la mantella nera, così simile alla mia, sulle spalle di Kaeso svolazzare su di lui, ed ebbi conferma delle voci che serpeggiavano dentro il palazzo. Avevo capito che ci sarebbero state nuove acquisizioni per la guardia, dopo aver visto Aro leggere i pensieri del loro capo.
Furono giustiziati tutti tranne cinque membri, che ora vedevo davanti a me: dovevano avere qualche capacità o poteri straordinari per essere riusciti ad ottenere la grazia.
Senza fermarmi andai verso il mio maestro affinchè leggesse la domanda che continuava a tormentarmi, non appena le voci erano arrivate alla portata delle mie orecchie.
Dopo aver ascoltato la mia muta richiesta, mi sorrise bonario e ordinò ai nuovi membri di andarsene e di prendere possesso dei loro nuovi alloggi.
“Jane, mia discepola preferita, non darti pena per il fatto che Kaeso è un tuo pari adesso, ha solo riavuto ciò che prima aveva avuto in dono. Ma tu mia diletta non devi temere, conosco la tua devozione per Il Clan e niente e nessuno potrà metterla in discussione” mi disse rassicurandomi dai miei timori.
Credo che abbia letto dentro di me anche la paura che provavo per Alexios, un' emozione che da quando ero diventata un immortale, non aveva mai fatto breccia nel mio corpo, troppo letale il mio potere per temere qualcuno.
Le sue parole mi rassicuravano anche sul fatto di non aver perso credibilità ai suoi occhi e finalmente riuscii a rilassarmi.
“Aro, per tornare alla nostra discussione, vuoi dirmi perché hai voluto risparmiare la vita ai Cullen e ad Alexios? Potevamo farli decimare dai Varen e poi finirli definitivamente, almeno ci saremmo vendicati delle offese subite” tuonò Caius agitandosi più del solito.
In questo ero perfettamente d’accordo con lui, non capivo il motivo che aveva spinto Aro a salvarli.
“Fratello, non potevo permettere che gli straordinari poteri che erano concentrati in quel bosco andassero perduti” disse Aro tranquillamente.
“Non credi di esagerare con questa tua mania di collezionare talenti? Quando ci ricapiterà un'altra occasione come quella di oggi?” domandò Caius sempre più irascibile.  
“Caius, come te anch’io voglio vendicarmi per le offese subite, ma il nostro deve essere un piano studiato nei minimi dettagli e non frutto del caso”
“Ma bisogna approfittare delle occasioni quando si presentano” Caius si era leggermente calmato.
“Occasioni dici? No fratello, quella non era un' opportunità favorevole per noi. Dopo quello che è successo a Forks ho capito che non basta avere la possibilità per vincere, bisogna avere la certezza assoluta della vittoria e tessere una trama intricata e perfetta in ogni suo punto, anche se ci volessero anni. Dopo tutto non è il tempo che manca a noi esseri immortali” disse sorridendo soddisfatto per la linea di condotta che aveva tracciato.
“Come avete potuto notare, ho risparmiato i vampiri che potevano esserci di qualche utilità, loro sono un primo tassello che ci consentirà di avere la meglio su di loro” vedevo nei suoi occhi freddi la lucidità della sua visione.
Il mio maestro era una grande guida, per questo lo ammiravo come nessun altro e dopo le sue parole la mia bocca si aprì in un sorriso di gioia, perché prima o poi avrei avuto la mia rivincita su quegli insopportabili occhi gialli.
 
   
 
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