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Autore: luceterea    02/01/2011    7 recensioni
Ciao a tutti..questa è la mia prima ff. Ho molto da imparare e spero che sappiate aiutarmi a migliorare :)
La storia è ambientata nel convento di Saverne, dove hanno trovato rifugio Jeanne Valois e suo marito; Oscar ha il compito di catturare Jeanne ma le cose non vanno come aveva previsto...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qua il secondo capitolo…
Come ho già detto è la mia prima ff e non sono molto esperta…spero comunque di essere riuscita a soddisfare le vostre aspettative.

Ciao!
 
La risata di Jeanne Valois, destò Oscar.
Sbatté le palpebre un paio di volte e mise a fuoco la stanza. La testa le doleva e respirava a fatica.
 
Vendendo Nicolas a cavalcioni su di lei che le stava sbottonando la camicia cercò di respingerlo, dimenandosi, e di allontanarlo da sé con le mani.
Ma quelle mani, così abili con il fioretto, erano pur sempre mani da donna.
Erano mani piccole, esili, curate.
Mani così diverse da quelle enormi e forti di Nicolas.
Così, divertito dall’irruenza della giovane, l’uomo non ebbe difficoltà a bloccargliele sopra la testa con una sola delle sue, mentre con l’altra continuava a spogliarla.
 
Sentendosi immobilizzata e impotente, Oscar aprì la bocca e chiamò
“Andrè! Andrè!”
 
Andrè.
Andrè per favore aiutami…
Ti prego, ho bisogno di te, in questo momento più che mai.
Andrè se puoi sentirmi…ti supplico trovami, liberami..
 
“Madamigella Oscar, ben svegliata.- la voce amabile di Jeanne si levò da un angolo della stanza- Spiacente ma il vostro caro Andrè non vi può aiutare questa volta. Come vedete, non è nelle condizioni adeguate per affrontare mio marito” e, dicendo ciò, indicò il corpo tramortito di Andrè ai suoi piedi.
 
Oscar si sentiva perduta..
 
Andrè..cosa ti hanno fatto?
Oh Andrè…mi dispiace…vorrei poter dire che questi maledetti la pagheranno.. ma sembra che gli unici a pagare qui dentro siamo io e te…
Andrè, tu mi hai sempre difesa e protetta ma in questo momento non puoi fare nulla per me…
Ma non è colpa tua…
Sono una sciocca, avrei dovuto prevedere una cosa del genere…non mi sarei dovuta distrarre…non avrei dovuto abbassare la guardia e distogliere gli occhi da Nicolas.
Mi pare di sentire i rimproveri di mio padre..”Mai perdere di vista un persona armata”….quante volte me lo ha ripetuto…
Tu comunque adesso sei qui con me, Andrè.
Tu sei venuto lo stesso, mi hai seguito qui dentro e mi hai trovata.
Hai comunque cercato di proteggermi.
Ma come hai fatto a sapere che avevo bisogno? Che ero in pericolo?
Forse…forse Andrè io e te siamo più legati di quello che credevamo…
Di quello che IO credevo…
Io, già, perché tu lo hai sempre saputo…tu sei sempre stato capace di capirmi, di leggermi l’anima anche solo con uno sguardo.
La colpa di quello che sta succedendo, Andrè, non è tua…è mia.
Solo mia.
 
Mentre pensava a queste cose, Oscar sentì gli occhi riempirsi di lacrime…
 
Cercò di gridare in un ultimo, disperato tentativo di chiamare in loro aiuto Girodel e i soldati, ma Nicolas prontamente, le tappò violentemente la bocca con la mano.
Oscar non riusciva quasi più a respirare, schiacciata dal peso di Nicolas che aveva nel frattempo terminato di slacciare le asole della camicia, quasi strappandole dalla stoffa, e che cominciava a svolgere le strette fasce che nascondevano le sue forme.
Jeanne osservava la scena compiaciuta, mentre per precauzione legava Andrè, sempre svenuto.
 
Nicolas ansimava per lo sforzo di tenere ferma Oscar …
 
Quella maledetta mi sta dando del filo da torcere…neanche sapendo di non potere niente contro di me, non smette di dibattersi. Anzi, si muove così tanto da impedirmi di fare alcunché.
 
Nicolas sentiva che presto avrebbe perso del tutto il controllo della situazione.
 
E sto anche cominciando ad averne abbastanza di questa donna che gioca a fare la dura.
 
Dopo alcuni minuti di quella lotta, l’uomo perse la pazienza e assestò ad Oscar un paio di schiaffi così forti da farle quasi perdere ancora conoscenza e, avvicinandosi al suo orecchio le ringhiò:
 
“Vuoi stare ferma, dannazione? Tanto non puoi farmi niente...il tuo servetto è nel mondo dei sogni e quei damerini impettiti che comandi sono fuori e hanno ordine di rimanerci.
Ti ritenevo più furba Oscar François de Jarjayes.
Avresti dovuto dire loro di attaccare se non ti avessero più visto tornare.
Invece hai specificato di farlo SOLO se avessero udito uno sparo.
Ma dovresti saperlo, sciocca comandante delle Guardie di sua Maestà, che esistono altre armi oltre ai fucili e alle pistole, armi che non fanno rumore, come i pugnali e le spade. Avrei potuto facilmente farti fuori con una di quelle, oppure ammazzarti con queste mie mani…
Ma la mia Jeanne è clemente e generosa e non ha voluto che ti uccidessi…
Quindi avresti anche dovuto pensare a questa opzione…avresti dovuto ricordarti che sei una donna e che io sono un uomo, un uomo che non si è fatto scrupoli a togliere di mezzo la cara marchesa di Branberry , quando Jeanne ha voluto che lo facessi.
Pensavi forse che nascosta in quella rigida uniforme da colonnello saresti stata al sicuro? Che io non ti avrei potuto toccare? Non te lo hanno mai detto che le fanciulle non dovrebbero andare in giro da sole la notte, o potrebbero fare brutti incontri? Eh?
Adesso ti spiegherò una cosa, che sembri non avere ancora afferrato: Io sono molto più forte di te, bellezza. Non hai scampo. E ti do anche un consiglio: se stai ferma e tranquilla sentirai meno dolore.”
 
Detto questo Nicolas scoppiò in una fragorosa risata.
 
 
Oscar ormai si muoveva debolmente, anzi, a fatica respirava. Si sentiva umiliata e abbandonata.
 
Nessuno mi aveva mai parlato così…nessuno mi aveva trattato con tanta durezza…nessuno mi aveva mai trattato come una donna.
Nemmeno mio padre. Lui mi ha educata come un maschio…se avessi ricevuto la stessa educazione delle mie sorelle probabilmente non avrei commesso quegli errori tanto sciocchi…
Quello che mi fa più male…è che le cose che questa bestia ha detto sono vere..
Sono solo una sciocca ragazza che finge di essere un uomo.
Io ero così ottusa da credere davvero di essere intoccabile con quell’uniforme addosso…
Andrè, Andrè…perché non ti ho dato retta il giorno in cui decisi di diventare capitano delle guardie?
Perché non ti ho ascoltato, quando mi gridasti di fermarmi e diventare una donna?
Adesso non sarei qui a subire una tale vergogna…non sarei qui a farmi violentare da Nicolas…
Ma che dico? Con il mio comportamento irresponsabile praticamente sono stata io a inoltrarmi nella tana del lupo…
Ma ormai non c’è più niente che io possa fare…
 
Calde lacrime cominciarono a bagnarle il viso.
  
Nicolas sciolse anche l’ultima benda e guardò sua moglie.
Jeanne, con un lampo di crudele malizia negli occhi, gli disse: “Avanti Nicolas, abbandonati ai tuoi istinti”.
Si sedette sulla poltrona e si versò un’abbondante dose di cognac nel bicchiere.

 
Continua…
 
Rieccomi..spero vi sia piaciuto. Se però avete dei consigli da darmi per migliorare la mia storia fatemeli sapere!
Ciao e grazie!
albazzurra
  
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