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Autore: Strega_Mogana    14/12/2005    4 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era sola, in una foresta, camminava veloce a piedi scalzi, poteva sentire il muschio sulla pelle e gli aghi dei pini che si infilavano sotto le unghie, sentiva l’odore pungente del bosco, l’umidità della natura e dei deboli rumori in lontananza.

Avanzava piano, superando le radici che uscivano dal terreno, graffiandosi con i cespugli di more, cercando di non inciampare, di non cadere… ed improvvisamente lo sentì: un rametto che si spezzava qualche metro dietro di lei.

Qualcuno la stava inseguendo.

Si voltò cercando di vedere qualcuno o qualcosa, ma era buio, neppure la luna spelndeva, era nascosta dalle nubi che minacciavano pioggia.

Presa dal panico iniziò a correre mentre sentiva chiaramente i passi di un uomo dietro di lei, un fulmine spezzò il cielo nero e un tuono rimbombò pochi attimi dopo. Usagi urlò spaventata e cercò di correre più forte ma i suoi piedi erano così pesanti e lei era così dannatamente stanca…

Un fulmine illuminò per qualche istante la foresta e la ragazza si trovò davanti a tre figure nere, ombre notturne che la fissavano e mormoravano strane parole, un altro lampo e le figure si fecero più vicine.

Tremante Usagi iniziò a camminare indietro cercando un nascondiglio attorno a se ma c’erano solo alberi e sassi, la radice sporgente di una quercia la face inciampare all’indietro, cadde con un tonfo sordo e un altro lampo squarciò il cielo plumbeo… ormai quelle ombre minacciose erano troppo vicine… una di loro si scagliò su di lei e le afferrò un braccio.

Usagi urlò cercando di liberarsi da quella stretta ghiacciata, un fulmine cadde a terra incendiando un albero poco distante… e lei si svegliò.

Usagi scattò a sedere col fiato corto, matita di sudore freddo e con il cuore che batteva all’impazzata.

- Ancora…- mormorò piano portando una mano all’altezza del cuore.

Un tuono, questa volta vero, le fece fare un salto sul materasso, Usagi alzò lo sguardo verso la finestra aperta per far entrare un po’ di frescura, arrivava un’aria frizzante, le tende bianche si muovevano veloci e le pioggia batteva forte contro la tapparella abbassata.

- C’è un temporale…- fece scostando il lenzuolo e scendendo dal letto – vuol dire che non dormirò per il resto della nottata.

 

Mamoru si girò nel letto prossimo al risveglio, mentre apriva gli occhi sentiva che qualcuno era seduto accanto a lui. Aprì del tutto gli occhi e mise a fuoco la figura che aveva di fianco. Inizialmente pensò che fosse Yaten che aveva rinunciato al futon e che si era sdraiato accanto a lui dopo essersi accertato che dormisse realmente.

Ma non era Yaten e neppure Taiki… era Usagi.

- Usagi? – fece stupito mettendosi a sedere – Cosa ci fai qui?

- Non riuscivo a dormire. – fece solamente l’altra con un sorriso dolce.

Mamoru allungò una mano accarezzandole una guancia rosea, era umida… aveva pianto.

- Usagi.. perché piangi?- chiese dolcemente avvicinandosi ancora di più.

La ragazza alzò le spalle come per indicare che non aveva nulla di particolare.

- Non si piange senza motivo. – precisò lui avvicinandosi ancora si più – Le lacrime sono preziose, non vanno sprecate.

Usagi si morse un labbro e si buttò tra le sue braccia.

- Mamoru!- singhiozzò iniziando un pianto liberatorio.

Il mago sorrise abbracciandola e accarezzandole la schiena attraverso quel pigiama blu dal tessuto così leggero da sembrare quasi impalpabile.

- Tranquilla…- cercò di rassicurarla- ci sono qui io… ti proteggerò io…

La ragazza alzò il volto e gli sorrise.

Mamoru non capì più nulla e scese per darle un bacio.

Lungo, caldo e passionale.

Aveva aspettato troppo, non ce la faceva più e Usagi sembrava rispondere a quel bacio.

Lentamente Mamoru la fece sdraiare sotto di lui e iniziò ad accarezzarle la pelle sotto la maglia del pigiama, continuando però a baciala con foga.

- Mamo-Chan…- mormorò lei quando le labbra si separarono per alcuni istanti prima di tornare a fondersi come se fossero un’unica cosa.

- Piccola Usako,- gemette lui togliendole la casacca del pigiama – mi fai perdere il lume della ragione.

In quel preciso istante la sensazione che aveva sotto le sue mani cambiò… non stava più toccando la pelle morbida di Usagi ma una più ruvida e, decisamente, meno femminile. Alzò gli occhi e quello cha stava abbracciando non era più Usagi ma Yaten!

Con un urlò scattò indietro e cadde dal letto.

Fu solo allora che si svegliò.

Mamoru aprì gli occhi e si mise a sedere… un sogno… aveva fatto solo un sogno, uno stupidissimo sogno.

Il sogno più bello che avesse fatto nell’ultimo periodo, tolta la parte dell’apparizione di Yaten ovviamente.

Sospirò passandosi una mano tra i capelli… era chiaro che provava qualcosa per quella ragazza.

Il russare sommesso di Taiki lo svegliò del tutto, scese dal letto e, oltrepassando i tre che dormivano nei futon, uscì dalla stanza per andare in cucina a prendere un bicchiere d’acqua e per far capire al suo corpo che il sogno era finito.

Scese le scale cercando di fare il meno rumore possibile, non voleva svegliare nessuno ma non si aspettò di trovare una debole luce provenire dal salotto.

Fece caolino oltre la porta, seduta sul divano, con le gambe rannicchiate contro il petto, illuminata solo dalla debole fiamma di una candela, c’era Usagi che fissava un punto del pavimento. Ma era palese che i suoi pensieri non erano rivolti al parquet.

Usagi sentì la presenza di qualcuno e alzò lentamente lo sguardo continuando a tenere il mento sulle ginocchia, quando incrociò lo sguardo di Mamoru fece un dolcissimo sorriso che sciolse il cuore del mago.

- Non volevo svegliarti. – si scusò con un esile sussurro.

- Cosa ci fai sveglia? – domandò lui avvicinandosi un poco.

- I temporali mi mettono sempre a disagio…- precisò la ragazza – mi angosciano. E’ come se la mia mente cercasse di ricordare qualcosa ma non riesce a superare gli ostacoli.

- Mi dispiace. – fece sedendosi accanto a lei e facendo scivolare un braccio sulle sue spalle.

Immediatamente il suo stupido corpo gli ricordò il sogno.

Si morse un labbro e cercò di non pensarci.

- Anch’io da piccolo avevo paura del temporali. – sorrise cercando di darle un po’ di conforto.

- Credevo che tu non fossi mai stato piccolo. – scherzò lei avvicinandosi e poggiando la testa sul suo torace.

- Non è solo il temporale vero?

La ragazza scosse il capo ma non rispose.

- Parla con me… confidati…

- Mi mancherai. – disse tutto d’un fiato imbarazzata – Ti potrà sembrare stupido Mamoru… ma mi marcherai da morire.

- Mi mancherai anche tu Usagi. – rispose Mamoru chiudendo gli occhi e resistendo all’imminente impulso di baciala – Ma ti ho promesso che tornerò presto.

- Lo so… ma… ho come l’impressione che se ti lascio andare tutto finirà. Io tornerò ad esser sola e non ti vedrò mai più.

Un tuono molto forte face fare un balzo alla ragazza che finì tra le braccia del mago, mago che non negò quel dolce abbraccio a quella creatura così fragile e delicata.

- Mi vedrai… ti stresserò la vita…

Usagi rise debolmente e alzò il viso incontrando lo sguardo luminoso del ragazzo.

- Lo credo impossibile.

Quel sorriso dolce, il suo profumo, la sua pelle così morbida sotto le sue mani, i suoi occhi così luminosi e resi ancora più misteriosi dalla luce della candela lo fecero letteralmente impazzire.

Le prese il viso tra le mani e scese per darle un bacio ma Usagi lo bloccò mettendogli due dita sulle labbra.

- No. – mormorò mortificata.

Mamoru sussultò… forse lei non voleva…

- Scusa…- si giustificò imbarazzato – ma io credevo che…

- Credevi bene Mamoru,- lo interruppe lei – ma se ora mi baci, il tuo ricordo diventerà doloroso.

- Ma io volevo solo renderlo più piacevole. – e cercò di baciarla di nuovo ma Usagi lo fermò ancora.

- Se mi baci il sogno diventerà un incubo Mamoru,- sembrava quasi che lo stesse supplicando – non riuscirò a farti andare via e starò male. Tu non vuoi farmi soffrire vero?

Il mago scosse la testa.

- Allora, ti prego, non farlo stasera.

Sospirò rassegnato e si alzò dal divano.

- Va bene…- mormorò porgendole una mano – ma ora a letto. Domani mattina partirò presto e voglio vedere un tuo ultimo sorriso prima di tornare al castello.

Usagi annuì e gli prese la mano alzandosi a sua volta.

- E comunque, - fece lei lievemente rossa in volto – se la prossima volta vorrai darmi ancora quel bacio io non ti fermerò più.

Mamoru sorrise e le prese una mano:

- Allora farò in modo che accada molto presto.

   
 
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