Capitolo VII
I don’t mind spending everyday
-Ora
capisco tutte le tue indecisioni, la tua “insicurezza”… Era il compromesso che
ci muoveva, non c’è mai stato nulla tra di noi… Puttanella. Non c’è mai stato nulla tra di noi… Non c’è
mai stato nulla tra di noi…
E mentre la
figura di Harry si moltiplicava, fino a riempire tutto il suo campo visivo,
Ginny sentì i brividi percorrerle il corpo addormentato. Era un sogno, doveva
svegliarsi… Svegliarsi…
-Sveglia,
Ginny, svegliati… -disse dolcemente una voce.
La ragazza
si alzò di scatto sul letto, con il fiatone. Si guardò intorno, e vide
Hermione, che la osservava preoccupata. Ginny spinse la frangia dietro
l’orecchio, e sentì la fronte imperlata di sudore freddo. La mano le tremava, e
aveva freddo.
-Herm, mi
sento male… -disse flebilmente, sdraiandosi nuovamente sul letto. Poggiò la
testa sul cuscino morbido, e cercò a tentoni la coperta. Hermione la aiutò a
ricoprirsi, poi le mise una mano sulla fronte.
-Non credo
sia una ricaduta –sospirò l’amica, scostandosi i fitti riccioli castani dal
viso, mentre si alzava in piedi, lasciando il letto di Ginny libero. –Che
avresti alle prime ore?
-Pozioni e Erbologia… Ti giuro che non sto cercando di saltare la
lezione di Piton! –esclamò disperata Ginny. Hermione rise, poi le accarezzò
dolcemente il viso, le diede un bacio sulla guancia e uscì dalla stanza. Ginny
sorrise tra sé, poi si voltò su un fianco e cominciò a piangere.
Adam si
sedette sul letto, coperto da un piumino verde, e si rialzò subito. Camminò
delicatamente per la stanza fredda e grigia, cercando di non svegliare Draco e
i suoi compagni che ancora dormivano. Accese una candela, che uno spiffero
aveva fatto spegnere. Si passò una mano sulla guancia, dove solo il giorno
prima Potter aveva sfogato la sua rabbia. Si sedette di nuovo, ma si rialzò
subito. Andò verso una piccola finestrella, posta molto in alto, da cui a
malapena si scorgeva il giardino. Il sole, per quanto poco si
vedesse a causa dell’umidità che aveva
creato una fitta nebbia, stava per spuntare da dietro due colline: doveva
essere molto presto. Non era riuscito a dormire tutta la notte,
tormentato dal viso triste e bagnato di lacrime di Ginny, e dal pensiero di ciò
che avrebbe dovuto, o forse non avrebbe dovuto, dire a Draco quando si sarebbe
svegliato. Si vestì lentamente, senza fretta, talvolta guardando attraverso il
vetro della finestra. Nessun miglioramento, nel tempo, anzi: aveva cominciato a
piovere forte. Le gocce che pulivano i vetri e spezzavano la superficie piatta
del lago non avevano nulla a che fare con quelle che erano cadute il pomeriggio
precedente, e avevano indotto lui e Ginny a cercare riparo sotto un salice
piangente. Erano molto più pesanti, e presagivano un peggioramento. Adam uscì
dalla stanza, lasciando i compagni dormire. Osservò l’orologio che portava al
polso sinistro: le sei. Sarebbe stato il primo ad andare in Sala Grande per
fare colazione. Salì le scale, e si ritrovò nel corridoio che portava al Salone
d’Ingresso. Solo il giorno prima, lui e Ginny si erano incontrati lì. Cercò di
rimettere a fuoco l’immagine della ragazza, con i
jeans a vita bassa, probabilmente utilizzati l’estate per confondersi con i
Babbani, quel giubbotto nero e i capelli rossi, che volavano da una parte
all’altra mentre muoveva la testa parlando. Entrò, quasi senza rendersene
conto, nella Sala Grande. I quattro lunghi tavoli erano vuoti, e la sala era
grigia e buia. Adam si sedette al tavolo in fondo a destra, il tavolo della sua
Casata, e cominciò a mangiare, senza smettere di pensare a Ginny, a cosa si
erano detti il giorno prima, cosa aveva detto, come
lui le aveva risposto.
Hermione
scese le scale, e trovò la Sala Comune vuota, erano solo le sei. Si sedette su
un divanetto, ma non riuscì a prendere sonno. Si era svegliata quando aveva sentito
Ginny lamentarsi, soffrire persino in sogno. Si era sentita spiazzata, senza
sapere cosa fare per aiutare l’amica: non era qualcosa che si poteva trovare
scritto in un libro. Aveva svegliato Ginny, sperando di liberarla dal dolore di
quel sogno, ma l’aveva semplicemente riportata a un
dolore più reale, e, mentre usciva dalla stanza, l’aveva sentita piangere. Non
sapendo che fare, tirò fuori dalla tracolla un libro,
e cominciò a leggere. D’un tratto sentì un rumore che
la indusse ad alzare lo sguardo dal libro, una porta dietro di lei si aprì,
rimase aperta per qualche secondo, poi si richiuse. Hermione si girò, e vide
Ron, insonnolito, sbadigliare, ancora in pigiama. Gli sorrise,
e il ragazzo la baciò e abbracciò.
-Che ci
fai, già, sveglia, a leggere? –le chiese, tenendola ben stretta tra le braccia.
Si sedette accanto a lei, e prese il libro che stava leggendo.
-Non mi
perdere il segno –si raccomandò Hermione, -Lo devo
finire entro domani, per Aritmanzia.
Ron
sorrise, poi posò il libro sul divano e si voltò verso il fuoco, perdendo lo
sguardo in quelle fiamme danzanti e luminose. Sentì una mano, la mano di
Hermione, sfiorargli il braccio.
-Cosa c’è
che non va, Ron?- chiese Hermione.
-Niente
–rispose lui, mentendo persino a sé stesso, cercando di convincersi che non
c’era nulla che non andava.
-Ti conosco
troppo bene. Da quasi sei anni, se ci pensi! Davvero troppi,
chissà come faccio a sopportare ancora te e Harry –sorrise la ragazza,
abbracciando Ron. –Insomma, cosa c’è che non va?
-Sono preoccupato per Ginny. È così diversa, e Harry non mi ha voluto dire nulla. Sta
crescendo troppo in fretta…
-No, non
sta crescendo troppo in fretta. Sta crescendo normalmente, come ogni altra
ragazza di quindici anni con una cotta. E tu non ti
devi preoccupare, perché tu le sei vicino, e le sono vicina anche io. E se Harry non le è più vicino, troverà qualcun altro in
grado di amarla. Anche se non è un’impresa facile, tu e tua sorella siete proprio della stessa famiglia… -sussurrò Hermione,
ravviando dolcemente i capelli a Ron.
-Ti prego,
stalle vicino… -bisbigliò il ragazzo ad Hermione,
abbracciandola. Hermione annuì, poi si alzò in piedi e
prese Ron per le mani. –Ora alzati, vatti a vestire e andiamo a fare colazione.
Ginny stamattina non viene, ha una piccola ricaduta. E ti proibisco di oltrepassare quella porta! –esclamò
Hermione, spingendo il ragazzo verso il dormitorio maschile, dato
che aveva dimostrato un orientamento verso il dormitorio di Ginny.
-Neanche un
salutino?
-Fila a
vestirti!
Ginny alzò
la testa dal cuscino, e osservò l’orologio che aveva sul comodino. Le dieci
meno un quarto. Si sentì un po’ meglio, anche se sapeva benissimo che ciò che
aveva causato quell’incubo, quella spossatezza, non era una ricaduta causata
dai virus dell’influenza di qualche settimana prima, e non bastava saltare due
ore per dormire un po’ di più, per far passare il dolore. Si alzò lentamente, e
cominciò a vestirsi. Ormai li aveva persi tutti e due:
Harry e Draco... Draco. Non lo vedeva solo dal giorno prima,
ma già le mancava. Provò una dolcissima stretta al cuore, a pensare a quel
Serpeverde, anche se l’aveva perso. L’aveva visto,
mentre il giorno prima Harry la portava in Sala Comune, lontano dall’allegra
confusione della Sala Grande. L’aveva guardata tristemente, poi si era voltato
verso Pansy Parkinson, che cercava disperatamente la sua mano, e aveva lasciato
che le loro dita si intrecciassero senza dire nulla.
Naturalmente, sapevano tutti del matrimonio di convenienza tra la famiglia
Malfoy e quella Parkinson, come sapevano tutti che Draco odiava
Pansy. Per questo, nel vedere Draco non reagire alle fusa di Pansy, aveva
capito di averlo perso. Quando le lacrime cominciarono
a scendere per le guance, si sentì stanca e arrabbiata. Stanca di dover sempre
piangere, perché doveva essere così debole? Tra l’altro, ormai tutti sapevano ciò
che era successo il giorno prima tra lei e Harry, e le
avrebbero sicuramente attribuito aggettivi che non pensava le si addicessero.
Spazzolò i lunghi capelli, proprio quelli che l’avevano fatta “scoprire” nella
sua piccola passeggiata innocente con Adam. Se non li avesse avuti così lunghi
da attrarre ogni sprazzo di luce e rifletterlo con mille diverse sfumature, lei
non sarebbe stata in quello stato d’animo, tutti gli studenti di Hogwarts non
avrebbero conosciuto una moltitudine di versione, sicuramente tutte sbagliate, di quella piccola e innocente passeggiata in riva
al lago e lei sarebbe stata alla lezione di Erbologia, come tutti i venerdì,
spensierata e allegra, impaziente di arrivare all’ora di pranzo per vedere suo
fratello, Hermione e… Harry? No, Harry non gli era mai
piaciuto davvero, lo capì solo in quell’istante. Lei era innamorata di Draco, e
ora l’aveva perso, pensò tristemente, posando la spazzola sul comodino e
passandosi la matita nera sulla parte inferiore degli occhi. Prese
la borsa, se la mise su una spalla e uscì dal dormitorio, lasciando dietro di
sé una fragranza frizzante. La Sala Comune era vuota,
e, per un istante, Ginny si sentì sola.
Osservò il
cielo, fuori dalla finestra, plumbeo e nuvoloso. La
pioggia aveva bagnato tutto, quindi doveva cadere da un bel po’ di tempo, e
sembrava non accennare a smettere, per quanto riguardava la giornata. E di sicuro era in arrivo un periodo piovoso. Scorse, mentre
stava per uscire, un bigliettino sul tavolino davanti alla poltrona che amavano
occupare Ron e Hermione, accoccolati ed abbracciati. Il bigliettino era piegato
in modo preciso, in quel modo che Hermione aveva insegnato a tutta la Sala
Comune, così Ginny, senza più dubbi, si sedette sulla poltrona e prese il
biglietto. Riconobbe subito la scrittura pulita e ordinata di Hermione,
accompagnata a tratti da quella caotica di Ron:
Ciao piccolina,
va un po’ meglio? Io volevo venire a salutarti, ma
Herm non mi ha fatto salire!
Ginny, appena ci vediamo digli che
va meglio, altrimenti non la finisce più di rompere. Sì, e mi spieghi anche che è successo con Harry… Naturalmente se ti va, vero, Ron? Certo, e vedi di farti
venire la voglia di raccontarmi tutto. Ron!
Piccolina, ci vediamo dopo, se Ron
si riesce a controllare. Fatti venire la voglia
di dirmi tutto! A dopo, piccolina, ti vogliamo tanto
bene! Fatti venire la voglia! Ti voglio bene.
Ron Hermione
Ginny alzò
lo sguardo dal bigliettino, con gli occhi pieni di lacrime e un sorriso sul
volto. No, non era sola, e non lo sarebbe stata mai.
Quando la
classe di Storia della Magia si riunì, c’era un chiacchiericcio diffuso, cosa estremamente rara, dato che tutti, di solito, erano troppo
impegnati ad essere sconfortati per i cinquanta minuti seguenti, in cui
avrebbero sentito solo la voce estremamente soporifera del professor Ruf.
Il motivo
di tale eccitazione, naturalmente, riguardava ciò che
era successo il pomeriggio prima tra Harry, Adam e Ginny. I due diretti
interessati, Harry e Adam, sedevano ai due angoli opposti della classe,
silenziosi, consapevoli di avere tutti gli sguardi puntati addosso. Draco,
seduto accanto all’amico, continuava a farsi ripetere ciò che si erano detti il pomeriggio prima l’amico e Ginny.
-E lei ti
ha detto…
-Che non crede che Harry le piaccia davvero, ma che non vuole ferirlo. –rispose Adam al biondino,
consapevole di aver detto la stessa cosa circa sei volte.
-E di…?
-E di te
non mi ha detto nulla, Draco. –disse con voce piatta Adam, mandando un chiaro
segnale a Draco.
-Ok,
afferrato il concetto. La pianto. –disse imbarazzato Draco. Adam non disse
nulla, ma dopo circa un quarto d’ora di lezione, quando ormai i tre quarti
della classe erano addormentati, si voltò verso il biondino e gli picchiettò
con le dita su una spalla. Draco si voltò, con gli occhi semichiusi.
-Cosa pensi
di fare, ora?
Draco
sbatté le palpebre e lo guardò.
-Prego?
Adam sbuffò
e scosse la testa. –Secondo te?? Intendo con Ginny. Ora lei non sta più con
Harry, e lui, molto probabilmente, non ne vuole più sapere di lei, quanto lei
non ne vuole più sapere di lui. Quindi cosa intendi
fare?
Draco
sospirò, come a cominciare un discorso molto lungo, che probabilmente aveva già
detto a sé stesso molte e molte volte, ma che, nonostante tutto, era difficile
da formulare.
-Molto
probabilmente lei non ne vuole sapere di me. Vedi, io l’ha
baciata, sul treno, e lei si è arrabbiata… Molto. Mi ha fatto capire che non
poteva stare con me, perché pensava io l’avrei presa
solo in giro, e…
Adam
interruppe l’amico. –E tu falle capire che non la
prenderai in giro!
Draco
scosse la testa. –No, non la voglio far soffrire.
-Ma non è
detto che tu la debba fare soffrire.
-Adam, i
miei genitori non lo permetterebbero, e… Non funzionerebbe. Deve vivere una
storia con un ragazzo normale, senza troppe pretese. Non con
un ragazzo che l’anno prossimo diventerà un Mangiamorte e che non potrà mai
avere una ragazza che ama, ma solo una di cui apprezza il patrimonio che ha
alla Gringott. Non lo merita.
-Ma…
-fece per dire Adam, ma Draco lo zittì, e si voltò dall’altra parte. Adam
scosse la testa, spazientito dalla testa dura dell’amico. Voltò lo sguardo
verso Pansy, e subito si rigirò. Dio santo, bisognava davvero compatire Draco:
avrebbe passato il resto della vita con Pansy Parkinson, come aveva deciso il
padre. Povero lui.
A vederla
così, sembrava davvero non ci fosse alcuna
possibilità, per quella fiamma che era spuntata tra il suo amico e Ginny, ma
non riusciva a pensarci. Come avrebbe potuto fare? Bah, non ci poteva davvero
pensare in quel momento… Doveva convincere Maggie Nash a passargli gli appunti,
impresa facile: tanto era innamorata di lui dal primo anno.
Dall’altra
parte della stanza, Harry continuava a mormorare:-Lo
odio. Che pezzo di merda. Guarda come sta là, tutto
tranquillo.
Ron, dal
canto suo, si era addormentato da un bel pezzo, mano nella mano con Hermione,
che una volta tanto non era impegnata a prendere appunti. Infatti, essendo, in
parte, protagonista di ciò che era accaduto il pomeriggio prima riguardo il “triangolo di fuoco Harry – Ginny – Adam”, come già era
stato nominato, era sommersa di bigliettini da un sacco di ragazze, avide di
pettegolezzi. Persino le ragazze Serpeverde, quando avevano visto che Adam non
sembrava propenso a esporre particolari su quanto era
successo, si erano “abbassate” al livello di una Grifondoro mezzosangue,
mandandole biglietti per sapere più particolari, da manipolare a proprio
piacimento, per avere la possibilità di dare a Ginny attributi fastidiosi.
Hermione
non scrisse nulla che non fosse:”Non ti darò nessun
elemento per giudicare in modo spiacevole la mia amica. Quando
crescerete?”. Naturalmente, tutte le Serpeverde rimasero di stucco, e
cominciarono a sussurrare su come sicuramente anche Hermione c’entrasse in quel
triangolo di fuoco, ormai diventato un quadrato, e per questo non volesse parlarne.
Quando
Harry sussurrò nuovamente ”Lo odio”, Hermione si voltò
e chiese:-Ma di chi parli? –sospettosa che Harry avesse
scoperto dell’attrazione di Ginny per Draco, e viceversa.
-Di Adam.
Guarda, sta là tranquillo, e fa finta di niente, quando ieri mi ha fatto questo
livido. Guarda! –esclamò Harry, mostrando nuovamente la macchia viola che aveva
sullo zigomo. Solo a sfiorarla, provò un dolore acuto.
-Ma non
sei stato tu a colpirlo per primo? –domandò scettica Hermione.
-Bè…
-mormorò Harry, arrossendo. Farfugliò qualcosa, poi cambiò
discorso.
-Ginny
dov’è? –chiese, cercando di non dimostrarsi interessato. Hermione sorrise tra
sé e sé: lo conosceva troppo bene!
-Ha avuto una piccola ricaduta, dovrebbe essere andata alla terza ora.
Ron si
svegliò all’improvviso. –Ginny! Speriamo si sia fatta venire voglia di dirmi
tutto. Andiamo, Herm!
Si alzò di scatto, prese Hermione per mano e farfugliando qualche
scusa in fretta, indirizzate probabilmente al professor Ruf, uscì dalla
classe, trascinandosi dietro un’interdetta Hermione, anche se troppo sconvolta
dall’improvviso risveglio di Ron per protestare.
Il
professor Ruf alzò lo sguardo dagli appunti che stava consultando, prima di riprendere
la lezione, e con sguardo perso e interrogativo, domandò:-Che
è successo?
La classe
alzò gli occhi al cielo, e Harry mise insieme due parole di spiegazione, su
come Ron si stesse sentendo male e dovesse andare al
bagno. Ovviamente questo attirò parecchie battutine, del tipo:”Naturalmente
Hermione può aiutarlo a farlo sentire meglio…”, che fortunatamente non
arrivarono alle orecchie del professore, che non si curò più di tanto
dell’assenza di due studenti, e continuò la sua lezione.
-Dove
stiamo andando? –domandò con il fiatone Hermione, visto che Ron la stava
trascinando e facendo correre.
-Secondo
te? Al terzo piano, Ginny a quest’ora ha Difesa. –rispose il ragazzo senza
voltarsi, e senza smettere di correre.
-Ron!!
–urlò Hermione, trattenendolo per un braccio. Il rosso si voltò, con aria
interrogativa. –Spiegami perché stai correndo.
Ron scoppiò
a ridere, diede un bacio sulla guancia a Hermione e continuò a camminare,
fianco a fianco con lei, a un’andatura regolare.
-Evita di
saltarle addosso per sentire se ha la febbre, non la ossessionare, fatti dire
tutto solo se ha voglia…
-Herm…
-Non la
costringere, non essere troppo aggressivo…
-Herm…
-Non mettere troppo in mezzo Harry, non costringerla a farli tornare
insieme…
-Herm!
–gridò Ron. Hermione si fermò nei suoi farfugli,
rivolti più che altro a sé stessa.
-Ho capito
–sorrise Ron, cingendole la vita con un braccio, e bussando alla porta di
Difesa contro le Arti Oscure. Si sentì un “avanti” confuso, pronunciato da
molte persone in tempi diversi. Ron e Hermione entrarono nell’aula, mano nella
mano.
-Ciao T…
-fece per dire Ron, ma Hermione gli diede una gomitata nella pancia e continuò
il discorso iniziato dal ragazzo. –Buongiorno professoressa. Scusi se
interrompiamo la lezione, ma può uscire un attimo Ginny Weasley?
Tonks, che,
in tutto il discorso dei due ragazzi, aveva trattenuto a stento una risata, con
un sorrisino sulle labbra fece un cenno d’assenso con la testa. Ginny si alzò
dal suo posto e uscì dall’aula con il fratello e l’amica.
-Ciao piccolina –sorrise Ron, dandole un bacio sulla guancia, insieme a Hermione.
-Hai letto
il biglietto? –chiese la ragazza. Ginny annuì, ricordando che era ancora nella
tasca del giubbotto. Ron sembrava si stesse trattenendo a fatica, ma dopo due
minuti di imbarazzante silenzio, non ce la fece più.
-Allora?
Ti… E’ venuta la voglia? –balbettò, non più così impavido e sicuro. Non voleva vederla piangere nuovamente, non avrebbe resistito.
Ginny
sorrise e annuì. –Ieri pomeriggio ero andata a fare un giro nei Giardini con
Adam…
-Questo lo sanno tutti –disse impazientemente il fratello. Poi la
guardò. –Ma tu che ci facevi a fare una passeggiatina
con Warrington?
-Siamo
amici, tutto qua. Mentre invece, quello che sanno tutti, o che almeno pensano,
è che io tradissi Harry con Adam, e che ieri
pomeriggio fosse semplicemente un’altra “scappatella di fuoco”, come ormai la
chiamano. Invece eravamo semplicemente andati a
parlare. Poi ha cominciato a piovere, e ci siamo riparati sotto quel grande salice piangente in riva al lago. Harry stava
guardando fuori dalla finestra, e ha visto il riflesso
dei… Dei miei capelli… -pronunciò le ultime parole con rabbia, quasi disgusto.
Ron notò
che aveva i capelli raccolti, cosa molto rara per lei: adorava sentirli sulle
spalle, vedere i giochi di luce che provocavano sui muri delle aule,
accarezzarli.
-Insomma, è
sceso, e ha pensato che io lo stessi tradendo con Adam, ma… Non è vero! Io volevo bene a Harry…
-Ma non
lo hai mai amato –sorrise Ron, felice che la sorella gli stesse facendo capire
la verità. Ginny annuì, poi mostrò il leggero alone rosso e viola che aveva
sulla guancia sinistra.
-Mi ha dato
uno schiaffo, e ha detto che sono una… -non riuscì a
pronunciare le parole di Harry, ma, con grande orgoglio, non sentì quel dolore
in gola, accompagnato dalle lacrime. Non stava piangendo! C’era riuscita.
Ron rimase
interdetto, e non disse nulla. Pensava a come il suo migliore amico, il suo fratello.. Erano cresciuti insieme! Potesse essersi rivolto con attributi del genere,
assolutamente gratuiti, a sua sorella. Scosse la testa, ma si riprese.
L’avrebbe risolta in seguito, con Harry. A modo suo.
Ginny rientrò nell’aula, e subito, nella parte dell’aula occupata dalle
ragazze Serpeverde, si sollevò un sibilo.
-Silenzio!
Ragazze, zitte! –esclamò Tonks, e osservò attentamente Ginny: si era riseduta
accanto all’amica, che le aveva chiesto qualcosa.
Ginny aveva sorriso, aveva fatto un segno, come a dire:”Te
lo scrivo” e aveva aperto il quaderno. L’insegnate ricominciò
la lezione, facendo finta di nulla.
Intanto,
Ginny stava ripensando a come aveva preso la notizia suo fratello. Aveva un brutto presentimento, era stato troppo calmo… Non
era nel suo carattere. Non ci pensò più di tanto, sapeva
già che fare.
Strappò un
pezzettino di carta, e scrisse due righe all’amica. Per
fortuna, le sue amiche l’avevano capita, e creduta quando diceva che non
tradiva Harry con Adam. O almeno sperava… Poi
strappò un pezzo di foglio un po’ più grande e cominciò a scrivere, con le
parole già in testa.
Dopo Trasfigurazione,
passata anche questa sommerso da bisbigli e domande sul triangolo di fuoco, e
Incantesimi, ora nella quale tutte le ragazze avevano insistito per fare a
coppia con lui durante l’esercitazione pratica per farsi dire qualche
particolare scottante, Adam scese nella Sala Grande,
seguito da Draco.
-Non ne
posso più! –sospirò Adam, sedendosi al tavolo Serpeverde, ben lontano dal
gruppo di ragazze del suo anno, che non si erano date
per vinte nel fargli domande sul pomeriggio prima. Draco non gli stava quasi
dando ascolto.
-Possibile
che non… Ehi, Draco? –Adam si era improvvisamente reso conto che l’amico non lo
stava più ascoltando, e anche da un pezzo. Individuò ciò che stava osservando,
e scosse la testa mentre Ginny Weasley passava accanto a loro, scuotendo i
lunghi capelli rossi. Sorrise ad Adam, e gli diede una
piccola spinta, facendo una risatina. Poi guardò timidamente Draco, e subito
abbassò gli occhi, con un sorriso timoroso sulle labbra. Si diresse verso il
tavolo Grifondoro e si sedette accanto al fratello e a Hermione.
Adam non
stava più guardando: era troppo preso a leggere il bigliettino che la ragazza
gli aveva messo in mano, approfittando della spinta
che gli aveva dato.
Ho trovato in te un vero amico, e mi
dispiace di averti messo in mezzo a questa storia del “triangolo di
fuoco”(assurdo…). Grazie per preoccuparti sempre per me, e di sprecare tutto il
tuo tempo ad ascoltare i capricci e i lamenti di una piccola Grifondoro… Grazie
=) Ti voglio bene!
Ginny
Adam alzò
lo sguardo verso il tavolo a cui sedeva la ragazza, che ora rideva e scherzava.
Sembrava aver dimenticato il pomeriggio prima, anche
se il ragazzo sapeva benissimo che non era così. Senza perdere tempo, prese un
avanzo di pergamena che aveva trovato sul fondo della borsa e cominciò a
scrivere.
Scherzi? Non ti devi preoccupare.
Non mi importerebbe nulla di sprecare il mio tempo,
anche se dovessi spendere ogni giorno ad ascoltarti, perché so che ne varrebbe
davvero la pena. Sei una ragazza davvero speciale, e Draco è davvero fortunato ;) Ti voglio tanto bene anche io! Buona lezione di
Trasfigurazione, divertiti anche per me con la McGranitt :D
Adam
Draco lo
stava osservando, e naturalmente stava cercando di leggere ciò che la penna
d‘oca raffinata aveva lasciato scritto sulla pergamena, ma Adam mise una mano
sopra il foglietto.
-Mi spiace,
top secret –scherzò, poi si alzò e dopo aver mormorato
un “Tienimi il posto e del cibo”, si diresse verso il primo piano, entrò
nell’aula di Trasfigurazione e, dopo aver riconosciuto il banco di Ginny,
lasciò il bigliettino sotto una margherita ancora bagnata di pioggia.
Dopo una
mezz’oretta, la classe di Trasfigurazione si riunì nell’aula al primo piano.
Ginny subito si diresse verso il suo banco, accompagnata dall’amica. Quando vide una piccola margherita di un colore bianco,
candido e puro, sentì il cuore batterle forte. Sotto vide un bigliettino, lo
aprì in fretta e lo lesse con le mani che tremavano. Quando finì di leggere,
volse lo sguardo fuori dalla finestra, dove si
potevano vedere delle lunghe e basse finestre che davano luce alla classe di
Pozioni, consapevole che là sotto si trovava Adam, probabilmente seduto accanto
a Draco.
-Grazie…
Allora, rieccoci
qua^^ Che ne dite di questo capitolino? Penso che non vi abbia chiarito molto
le idee XD Se siete in astinenza da Draco/Ginny(perché non se ne
vedrà molta ^^’’) rileggetevi il 3° capitolo, “Wound
up at your door”, e
tiratevi un po’ su… XD
ginny88: Ma quel “puttanella”
innesca una serie di conseguenze… Vedrete. Comunque
sì, è stato un insulto abbastanza gratuito -_- Da te, Harry,
non me l’aspettavo! XD Adam si è trattenuto soltanto per Ginny,
comunque... Altrimenti le botte che ci prendeva Potterino!! XD Purtroppo lo so, sembra
Harry/Ginny, ma don’t worry. Con questo capitolo
è finito tutto quello che ci poteva essere tra i due, quindi tra un po’… Spazio
a Draco ^____^ Baci
MiaBlack: Lo sapeeeevo…
Sapevo sarebbe arrivato un punto della storia in cui Adam e Hermione
sarebbero stati troppo bene insieme, ma cercherò di far stare ANCORA MEGLIO
INSIEME Ron e Hermione,
così non vi verranno brutte idee… >.< Bacini ^.-
Hachi: E’ questo il dramma, Harry è innamorato e Ginny no^^ Comunque toglietevi assolutamente dalla testa Adam/Hermione è.é Tra i numerosissimi “baci
per sbaglio” che incontrerete in questa storia non ce ne sarà neanche uno tra
Adam e Hermione! (v.il
primo bacio “per sbaglio” è in un certo senso quello tra Ginny
e Draco nel 3° capitolo… ^^) Baciottini
Romen Evans: Ve l’avevo detto,
questi capitoli non chiariscono per niente le idee XD
Al prossimo capitolo! Bacini