Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: hermypotter    14/12/2005    6 recensioni
La mia prima fan fiction a più capitoli dedicata interamente a una coppia, Draco/Ginny. Anche se ci sarà il tempo per una Ginny/Harry, e una bellissima e dolcissima Ron/Hermione! Quinto anno per lei, sesto per lui. Bè, leggete e commentate!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo VII

Capitolo VII

I don’t mind spending everyday

 

 

 

 

-Ora capisco tutte le tue indecisioni, la tua “insicurezza”… Era il compromesso che ci muoveva, non c’è mai stato nulla tra di noi… Puttanella. Non c’è mai stato nulla tra di noi… Non c’è mai stato nulla tra di noi…

E mentre la figura di Harry si moltiplicava, fino a riempire tutto il suo campo visivo, Ginny sentì i brividi percorrerle il corpo addormentato. Era un sogno, doveva svegliarsi… Svegliarsi…

-Sveglia, Ginny, svegliati… -disse dolcemente una voce.

La ragazza si alzò di scatto sul letto, con il fiatone. Si guardò intorno, e vide Hermione, che la osservava preoccupata. Ginny spinse la frangia dietro l’orecchio, e sentì la fronte imperlata di sudore freddo. La mano le tremava, e aveva freddo.

-Herm, mi sento male… -disse flebilmente, sdraiandosi nuovamente sul letto. Poggiò la testa sul cuscino morbido, e cercò a tentoni la coperta. Hermione la aiutò a ricoprirsi, poi le mise una mano sulla fronte.

-Non credo sia una ricaduta –sospirò l’amica, scostandosi i fitti riccioli castani dal viso, mentre si alzava in piedi, lasciando il letto di Ginny libero. –Che avresti alle prime ore?

-Pozioni e Erbologia… Ti giuro che non sto cercando di saltare la lezione di Piton! –esclamò disperata Ginny. Hermione rise, poi le accarezzò dolcemente il viso, le diede un bacio sulla guancia e uscì dalla stanza. Ginny sorrise tra sé, poi si voltò su un fianco e cominciò a piangere.

 

 

 

Adam si sedette sul letto, coperto da un piumino verde, e si rialzò subito. Camminò delicatamente per la stanza fredda e grigia, cercando di non svegliare Draco e i suoi compagni che ancora dormivano. Accese una candela, che uno spiffero aveva fatto spegnere. Si passò una mano sulla guancia, dove solo il giorno prima Potter aveva sfogato la sua rabbia. Si sedette di nuovo, ma si rialzò subito. Andò verso una piccola finestrella, posta molto in alto, da cui a malapena si scorgeva il giardino. Il sole, per quanto poco si vedesse  a causa dell’umidità che aveva creato una fitta nebbia, stava per spuntare da dietro due colline: doveva essere molto presto. Non era riuscito a dormire tutta la notte, tormentato dal viso triste e bagnato di lacrime di Ginny, e dal pensiero di ciò che avrebbe dovuto, o forse non avrebbe dovuto, dire a Draco quando si sarebbe svegliato. Si vestì lentamente, senza fretta, talvolta guardando attraverso il vetro della finestra. Nessun miglioramento, nel tempo, anzi: aveva cominciato a piovere forte. Le gocce che pulivano i vetri e spezzavano la superficie piatta del lago non avevano nulla a che fare con quelle che erano cadute il pomeriggio precedente, e avevano indotto lui e Ginny a cercare riparo sotto un salice piangente. Erano molto più pesanti, e presagivano un peggioramento. Adam uscì dalla stanza, lasciando i compagni dormire. Osservò l’orologio che portava al polso sinistro: le sei. Sarebbe stato il primo ad andare in Sala Grande per fare colazione. Salì le scale, e si ritrovò nel corridoio che portava al Salone d’Ingresso. Solo il giorno prima, lui e Ginny si erano incontrati lì. Cercò di rimettere a fuoco l’immagine della ragazza, con i jeans a vita bassa, probabilmente utilizzati l’estate per confondersi con i Babbani, quel giubbotto nero e i capelli rossi, che volavano da una parte all’altra mentre muoveva la testa parlando. Entrò, quasi senza rendersene conto, nella Sala Grande. I quattro lunghi tavoli erano vuoti, e la sala era grigia e buia. Adam si sedette al tavolo in fondo a destra, il tavolo della sua Casata, e cominciò a mangiare, senza smettere di pensare a Ginny, a cosa si erano detti il giorno prima, cosa aveva detto, come lui le aveva risposto.

 

 

 

Hermione scese le scale, e trovò la Sala Comune vuota, erano solo le sei. Si sedette su un divanetto, ma non riuscì a prendere sonno. Si era svegliata quando aveva sentito Ginny lamentarsi, soffrire persino in sogno. Si era sentita spiazzata, senza sapere cosa fare per aiutare l’amica: non era qualcosa che si poteva trovare scritto in un libro. Aveva svegliato Ginny, sperando di liberarla dal dolore di quel sogno, ma l’aveva semplicemente riportata a un dolore più reale, e, mentre usciva dalla stanza, l’aveva sentita piangere. Non sapendo che fare, tirò fuori dalla tracolla un libro, e cominciò a leggere. D’un tratto sentì un rumore che la indusse ad alzare lo sguardo dal libro, una porta dietro di lei si aprì, rimase aperta per qualche secondo, poi si richiuse. Hermione si girò, e vide Ron, insonnolito, sbadigliare, ancora in pigiama. Gli sorrise, e il ragazzo la baciò e abbracciò.

-Che ci fai, già, sveglia, a leggere? –le chiese, tenendola ben stretta tra le braccia. Si sedette accanto a lei, e prese il libro che stava leggendo.

-Non mi perdere il segno –si raccomandò Hermione, -Lo devo finire entro domani, per Aritmanzia.

Ron sorrise, poi posò il libro sul divano e si voltò verso il fuoco, perdendo lo sguardo in quelle fiamme danzanti e luminose. Sentì una mano, la mano di Hermione, sfiorargli il braccio.

-Cosa c’è che non va, Ron?- chiese Hermione.

-Niente –rispose lui, mentendo persino a sé stesso, cercando di convincersi che non c’era nulla che non andava.

-Ti conosco troppo bene. Da quasi sei anni, se ci pensi! Davvero troppi, chissà come faccio a sopportare ancora te e Harry –sorrise la ragazza, abbracciando Ron. –Insomma, cosa c’è che non va?

-Sono preoccupato per Ginny. È così diversa, e Harry non mi ha voluto dire nulla. Sta crescendo troppo in fretta…

-No, non sta crescendo troppo in fretta. Sta crescendo normalmente, come ogni altra ragazza di quindici anni con una cotta. E tu non ti devi preoccupare, perché tu le sei vicino, e le sono vicina anche io. E se Harry non le è più vicino, troverà qualcun altro in grado di amarla. Anche se non è un’impresa facile, tu e tua sorella siete proprio della stessa famiglia… -sussurrò Hermione, ravviando dolcemente i capelli a Ron.

-Ti prego, stalle vicino… -bisbigliò il ragazzo ad Hermione, abbracciandola. Hermione annuì, poi si alzò in piedi e prese Ron per le mani. –Ora alzati, vatti a vestire e andiamo a fare colazione. Ginny stamattina non viene, ha una piccola ricaduta. E ti proibisco di oltrepassare quella porta! –esclamò Hermione, spingendo il ragazzo verso il dormitorio maschile, dato che aveva dimostrato un orientamento verso il dormitorio di Ginny.

-Neanche un salutino?

-Fila a vestirti!

 

 

 

Ginny alzò la testa dal cuscino, e osservò l’orologio che aveva sul comodino. Le dieci meno un quarto. Si sentì un po’ meglio, anche se sapeva benissimo che ciò che aveva causato quell’incubo, quella spossatezza, non era una ricaduta causata dai virus dell’influenza di qualche settimana prima, e non bastava saltare due ore per dormire un po’ di più, per far passare il dolore. Si alzò lentamente, e cominciò a vestirsi. Ormai li aveva persi tutti e due: Harry e Draco... Draco. Non lo vedeva solo dal giorno prima, ma già le mancava. Provò una dolcissima stretta al cuore, a pensare a quel Serpeverde, anche se l’aveva perso. L’aveva visto, mentre il giorno prima Harry la portava in Sala Comune, lontano dall’allegra confusione della Sala Grande. L’aveva guardata tristemente, poi si era voltato verso Pansy Parkinson, che cercava disperatamente la sua mano, e aveva lasciato che le loro dita si intrecciassero senza dire nulla. Naturalmente, sapevano tutti del matrimonio di convenienza tra la famiglia Malfoy e quella Parkinson, come sapevano tutti che Draco odiava Pansy. Per questo, nel vedere Draco non reagire alle fusa di Pansy, aveva capito di averlo perso. Quando le lacrime cominciarono a scendere per le guance, si sentì stanca e arrabbiata. Stanca di dover sempre piangere, perché doveva essere così debole? Tra l’altro, ormai tutti sapevano ciò che era successo il giorno prima tra lei e Harry, e le avrebbero sicuramente attribuito aggettivi che non pensava le si addicessero. Spazzolò i lunghi capelli, proprio quelli che l’avevano fatta “scoprire” nella sua piccola passeggiata innocente con Adam. Se non li avesse avuti così lunghi da attrarre ogni sprazzo di luce e rifletterlo con mille diverse sfumature, lei non sarebbe stata in quello stato d’animo, tutti gli studenti di Hogwarts non avrebbero conosciuto una moltitudine di versione, sicuramente tutte sbagliate, di quella piccola e innocente passeggiata in riva al lago e lei sarebbe stata alla lezione di Erbologia, come tutti i venerdì, spensierata e allegra, impaziente di arrivare all’ora di pranzo per vedere suo fratello, Hermione e… Harry? No, Harry non gli era mai piaciuto davvero, lo capì solo in quell’istante. Lei era innamorata di Draco, e ora l’aveva perso, pensò tristemente, posando la spazzola sul comodino e passandosi la matita nera sulla parte inferiore degli occhi. Prese la borsa, se la mise su una spalla e uscì dal dormitorio, lasciando dietro di sé una fragranza frizzante. La Sala Comune era vuota, e, per un istante, Ginny si sentì sola.

Osservò il cielo, fuori dalla finestra, plumbeo e nuvoloso. La pioggia aveva bagnato tutto, quindi doveva cadere da un bel po’ di tempo, e sembrava non accennare a smettere, per quanto riguardava la giornata. E di sicuro era in arrivo un periodo piovoso. Scorse, mentre stava per uscire, un bigliettino sul tavolino davanti alla poltrona che amavano occupare Ron e Hermione, accoccolati ed abbracciati. Il bigliettino era piegato in modo preciso, in quel modo che Hermione aveva insegnato a tutta la Sala Comune, così Ginny, senza più dubbi, si sedette sulla poltrona e prese il biglietto. Riconobbe subito la scrittura pulita e ordinata di Hermione, accompagnata a tratti da quella caotica di Ron:

 

Ciao piccolina,

va un po’ meglio? Io volevo venire a salutarti, ma Herm non mi ha fatto salire!

Ginny, appena ci vediamo digli che va meglio, altrimenti non la finisce più di rompere. Sì, e mi spieghi anche che è successo con Harry… Naturalmente se ti va, vero, Ron? Certo, e vedi di farti venire la voglia di raccontarmi tutto. Ron!

Piccolina, ci vediamo dopo, se Ron si riesce a controllare. Fatti venire la voglia di dirmi tutto! A dopo, piccolina, ti vogliamo tanto bene! Fatti venire la voglia! Ti voglio bene.

Ron     Hermione

 

Ginny alzò lo sguardo dal bigliettino, con gli occhi pieni di lacrime e un sorriso sul volto. No, non era sola, e non lo sarebbe stata mai.

 

 

 

Quando la classe di Storia della Magia si riunì, c’era un chiacchiericcio diffuso, cosa estremamente rara, dato che tutti, di solito, erano troppo impegnati ad essere sconfortati per i cinquanta minuti seguenti, in cui avrebbero sentito solo la voce estremamente soporifera del professor Ruf.

Il motivo di tale eccitazione, naturalmente, riguardava ciò che era successo il pomeriggio prima tra Harry, Adam e Ginny. I due diretti interessati, Harry e Adam, sedevano ai due angoli opposti della classe, silenziosi, consapevoli di avere tutti gli sguardi puntati addosso. Draco, seduto accanto all’amico, continuava a farsi ripetere ciò che si erano detti il pomeriggio prima l’amico e Ginny.

-E lei ti ha detto…

-Che non crede che Harry le piaccia davvero, ma che non vuole ferirlo. –rispose Adam al biondino, consapevole di aver detto la stessa cosa circa sei volte.

-E di…?

-E di te non mi ha detto nulla, Draco. –disse con voce piatta Adam, mandando un chiaro segnale a Draco.

-Ok, afferrato il concetto. La pianto. –disse imbarazzato Draco. Adam non disse nulla, ma dopo circa un quarto d’ora di lezione, quando ormai i tre quarti della classe erano addormentati, si voltò verso il biondino e gli picchiettò con le dita su una spalla. Draco si voltò, con gli occhi semichiusi.

-Cosa pensi di fare, ora?

Draco sbatté le palpebre e lo guardò.

-Prego?

Adam sbuffò e scosse la testa. –Secondo te?? Intendo con Ginny. Ora lei non sta più con Harry, e lui, molto probabilmente, non ne vuole più sapere di lei, quanto lei non ne vuole più sapere di lui. Quindi cosa intendi fare?

Draco sospirò, come a cominciare un discorso molto lungo, che probabilmente aveva già detto a sé stesso molte e molte volte, ma che, nonostante tutto, era difficile da formulare.

-Molto probabilmente lei non ne vuole sapere di me. Vedi, io l’ha baciata, sul treno, e lei si è arrabbiata… Molto. Mi ha fatto capire che non poteva stare con me, perché pensava io l’avrei presa solo in giro, e…

Adam interruppe l’amico. –E tu falle capire che non la prenderai in giro!

Draco scosse la testa. –No, non la voglio far soffrire.

-Ma non è detto che tu la debba fare soffrire.

-Adam, i miei genitori non lo permetterebbero, e… Non funzionerebbe. Deve vivere una storia con un ragazzo normale, senza troppe pretese. Non con un ragazzo che l’anno prossimo diventerà un Mangiamorte e che non potrà mai avere una ragazza che ama, ma solo una di cui apprezza il patrimonio che ha alla Gringott. Non lo merita.

-Ma… -fece per dire Adam, ma Draco lo zittì, e si voltò dall’altra parte. Adam scosse la testa, spazientito dalla testa dura dell’amico. Voltò lo sguardo verso Pansy, e subito si rigirò. Dio santo, bisognava davvero compatire Draco: avrebbe passato il resto della vita con Pansy Parkinson, come aveva deciso il padre. Povero lui.

A vederla così, sembrava davvero non ci fosse alcuna possibilità, per quella fiamma che era spuntata tra il suo amico e Ginny, ma non riusciva a pensarci. Come avrebbe potuto fare? Bah, non ci poteva davvero pensare in quel momento… Doveva convincere Maggie Nash a passargli gli appunti, impresa facile: tanto era innamorata di lui dal primo anno.

 

 

 

Dall’altra parte della stanza, Harry continuava a mormorare:-Lo odio. Che pezzo di merda. Guarda come sta là, tutto tranquillo.

Ron, dal canto suo, si era addormentato da un bel pezzo, mano nella mano con Hermione, che una volta tanto non era impegnata a prendere appunti. Infatti, essendo, in parte, protagonista di ciò che era accaduto il pomeriggio prima riguardo il “triangolo di fuoco Harry – Ginny – Adam”, come già era stato nominato, era sommersa di bigliettini da un sacco di ragazze, avide di pettegolezzi. Persino le ragazze Serpeverde, quando avevano visto che Adam non sembrava propenso a esporre particolari su quanto era successo, si erano “abbassate” al livello di una Grifondoro mezzosangue, mandandole biglietti per sapere più particolari, da manipolare a proprio piacimento, per avere la possibilità di dare a Ginny attributi fastidiosi.

Hermione non scrisse nulla che non fosse:”Non ti darò nessun elemento per giudicare in modo spiacevole la mia amica. Quando crescerete?”. Naturalmente, tutte le Serpeverde rimasero di stucco, e cominciarono a sussurrare su come sicuramente anche Hermione c’entrasse in quel triangolo di fuoco, ormai diventato un quadrato, e per questo non volesse parlarne.

Quando Harry sussurrò nuovamente ”Lo odio”, Hermione si voltò e chiese:-Ma di chi parli? –sospettosa che Harry avesse scoperto dell’attrazione di Ginny per Draco, e viceversa.

-Di Adam. Guarda, sta là tranquillo, e fa finta di niente, quando ieri mi ha fatto questo livido. Guarda! –esclamò Harry, mostrando nuovamente la macchia viola che aveva sullo zigomo. Solo a sfiorarla, provò un dolore acuto.

-Ma non sei stato tu a colpirlo per primo? –domandò scettica Hermione.

-Bè… -mormorò Harry, arrossendo. Farfugliò qualcosa, poi cambiò discorso.

-Ginny dov’è? –chiese, cercando di non dimostrarsi interessato. Hermione sorrise tra sé e sé: lo conosceva troppo bene!

-Ha avuto una piccola ricaduta, dovrebbe essere andata alla terza ora.

Ron si svegliò all’improvviso. –Ginny! Speriamo si sia fatta venire voglia di dirmi tutto. Andiamo, Herm!

Si alzò di scatto, prese Hermione per mano e farfugliando qualche scusa in fretta, indirizzate probabilmente al professor Ruf, uscì dalla classe, trascinandosi dietro un’interdetta Hermione, anche se troppo sconvolta dall’improvviso risveglio di Ron per protestare.

Il professor Ruf alzò lo sguardo dagli appunti che stava consultando, prima di riprendere la lezione, e con sguardo perso e interrogativo, domandò:-Che è successo?

La classe alzò gli occhi al cielo, e Harry mise insieme due parole di spiegazione, su come Ron si stesse sentendo male e dovesse andare al bagno. Ovviamente questo attirò parecchie battutine, del tipo:”Naturalmente Hermione può aiutarlo a farlo sentire meglio…”, che fortunatamente non arrivarono alle orecchie del professore, che non si curò più di tanto dell’assenza di due studenti, e continuò la sua lezione.

 

 

 

-Dove stiamo andando? –domandò con il fiatone Hermione, visto che Ron la stava trascinando e facendo correre.

-Secondo te? Al terzo piano, Ginny a quest’ora ha Difesa. –rispose il ragazzo senza voltarsi, e senza smettere di correre.

-Ron!! –urlò Hermione, trattenendolo per un braccio. Il rosso si voltò, con aria interrogativa. –Spiegami perché stai correndo.

Ron scoppiò a ridere, diede un bacio sulla guancia a Hermione e continuò a camminare, fianco a fianco con lei, a un’andatura regolare.

-Evita di saltarle addosso per sentire se ha la febbre, non la ossessionare, fatti dire tutto solo se ha voglia…

-Herm…

-Non la costringere, non essere troppo aggressivo…

-Herm…

-Non mettere troppo in mezzo Harry, non costringerla a farli tornare insieme…

-Herm! –gridò Ron. Hermione si fermò nei suoi farfugli, rivolti più che altro a sé stessa.

-Ho capito –sorrise Ron, cingendole la vita con un braccio, e bussando alla porta di Difesa contro le Arti Oscure. Si sentì un “avanti” confuso, pronunciato da molte persone in tempi diversi. Ron e Hermione entrarono nell’aula, mano nella mano.

-Ciao T… -fece per dire Ron, ma Hermione gli diede una gomitata nella pancia e continuò il discorso iniziato dal ragazzo. –Buongiorno professoressa. Scusi se interrompiamo la lezione, ma può uscire un attimo Ginny Weasley?

Tonks, che, in tutto il discorso dei due ragazzi, aveva trattenuto a stento una risata, con un sorrisino sulle labbra fece un cenno d’assenso con la testa. Ginny si alzò dal suo posto e uscì dall’aula con il fratello e l’amica.

-Ciao piccolina –sorrise Ron, dandole un bacio sulla guancia, insieme a Hermione.

-Hai letto il biglietto? –chiese la ragazza. Ginny annuì, ricordando che era ancora nella tasca del giubbotto. Ron sembrava si stesse trattenendo a fatica, ma dopo due minuti di imbarazzante silenzio, non ce la fece più.

-Allora? Ti… E’ venuta la voglia? –balbettò, non più così impavido e sicuro. Non voleva vederla piangere nuovamente, non avrebbe resistito.

Ginny sorrise e annuì. –Ieri pomeriggio ero andata a fare un giro nei Giardini con Adam…

-Questo lo sanno tutti –disse impazientemente il fratello. Poi la guardò. –Ma tu che ci facevi a fare una passeggiatina con Warrington?

-Siamo amici, tutto qua. Mentre invece, quello che sanno tutti, o che almeno pensano, è che io tradissi Harry con Adam, e che ieri pomeriggio fosse semplicemente un’altra “scappatella di fuoco”, come ormai la chiamano. Invece eravamo semplicemente andati a parlare. Poi ha cominciato a piovere, e ci siamo riparati sotto quel grande salice piangente in riva al lago. Harry stava guardando fuori dalla finestra, e ha visto il riflesso dei… Dei miei capelli… -pronunciò le ultime parole con rabbia, quasi disgusto.

Ron notò che aveva i capelli raccolti, cosa molto rara per lei: adorava sentirli sulle spalle, vedere i giochi di luce che provocavano sui muri delle aule, accarezzarli.

-Insomma, è sceso, e ha pensato che io lo stessi tradendo con Adam, ma… Non è vero! Io volevo bene a Harry…

-Ma non lo hai mai amato –sorrise Ron, felice che la sorella gli stesse facendo capire la verità. Ginny annuì, poi mostrò il leggero alone rosso e viola che aveva sulla guancia sinistra.

-Mi ha dato uno schiaffo, e ha detto che sono una… -non riuscì a pronunciare le parole di Harry, ma, con grande orgoglio, non sentì quel dolore in gola, accompagnato dalle lacrime. Non stava piangendo! C’era riuscita.

Ron rimase interdetto, e non disse nulla. Pensava a come il suo migliore amico, il suo fratello.. Erano cresciuti insieme! Potesse essersi rivolto con attributi del genere, assolutamente gratuiti, a sua sorella. Scosse la testa, ma si riprese. L’avrebbe risolta in seguito, con Harry. A modo suo.

 

 

 

Ginny rientrò nell’aula, e subito, nella parte dell’aula occupata dalle ragazze Serpeverde, si sollevò un sibilo.

-Silenzio! Ragazze, zitte! –esclamò Tonks, e osservò attentamente Ginny: si era riseduta accanto all’amica, che le aveva chiesto qualcosa. Ginny aveva sorriso, aveva fatto un segno, come a dire:”Te lo scrivo” e aveva aperto il quaderno. L’insegnate ricominciò la lezione, facendo finta di nulla.

Intanto, Ginny stava ripensando a come aveva preso la notizia suo fratello. Aveva un brutto presentimento, era stato troppo calmo… Non era nel suo carattere. Non ci pensò più di tanto, sapeva già che fare.

Strappò un pezzettino di carta, e scrisse due righe all’amica. Per fortuna, le sue amiche l’avevano capita, e creduta quando diceva che non tradiva Harry con Adam. O almeno sperava… Poi strappò un pezzo di foglio un po’ più grande e cominciò a scrivere, con le parole già in testa.

 

 

 

Dopo Trasfigurazione, passata anche questa sommerso da bisbigli e domande sul triangolo di fuoco, e Incantesimi, ora nella quale tutte le ragazze avevano insistito per fare a coppia con lui durante l’esercitazione pratica per farsi dire qualche particolare scottante, Adam scese nella Sala Grande, seguito da Draco.

-Non ne posso più! –sospirò Adam, sedendosi al tavolo Serpeverde, ben lontano dal gruppo di ragazze del suo anno, che non si erano date per vinte nel fargli domande sul pomeriggio prima. Draco non gli stava quasi dando ascolto.

-Possibile che non… Ehi, Draco? –Adam si era improvvisamente reso conto che l’amico non lo stava più ascoltando, e anche da un pezzo. Individuò ciò che stava osservando, e scosse la testa mentre Ginny Weasley passava accanto a loro, scuotendo i lunghi capelli rossi. Sorrise ad Adam, e gli diede una piccola spinta, facendo una risatina. Poi guardò timidamente Draco, e subito abbassò gli occhi, con un sorriso timoroso sulle labbra. Si diresse verso il tavolo Grifondoro e si sedette accanto al fratello e a Hermione.

Adam non stava più guardando: era troppo preso a leggere il bigliettino che la ragazza gli aveva messo in mano, approfittando della spinta che gli aveva dato.

 

Ho trovato in te un vero amico, e mi dispiace di averti messo in mezzo a questa storia del “triangolo di fuoco”(assurdo…). Grazie per preoccuparti sempre per me, e di sprecare tutto il tuo tempo ad ascoltare i capricci e i lamenti di una piccola Grifondoro… Grazie =) Ti voglio bene!

Ginny                          

 

Adam alzò lo sguardo verso il tavolo a cui sedeva la ragazza, che ora rideva e scherzava. Sembrava aver dimenticato il pomeriggio prima, anche se il ragazzo sapeva benissimo che non era così. Senza perdere tempo, prese un avanzo di pergamena che aveva trovato sul fondo della borsa e cominciò a scrivere.

 

Scherzi? Non ti devi preoccupare. Non mi importerebbe nulla di sprecare il mio tempo, anche se dovessi spendere ogni giorno ad ascoltarti, perché so che ne varrebbe davvero la pena. Sei una ragazza davvero speciale, e Draco è davvero fortunato ;) Ti voglio tanto bene anche io! Buona lezione di Trasfigurazione, divertiti anche per me con la McGranitt :D

Adam                          

 

Draco lo stava osservando, e naturalmente stava cercando di leggere ciò che la penna d‘oca raffinata aveva lasciato scritto sulla pergamena, ma Adam mise una mano sopra il foglietto.

-Mi spiace, top secret –scherzò, poi si alzò e dopo aver mormorato un “Tienimi il posto e del cibo”, si diresse verso il primo piano, entrò nell’aula di Trasfigurazione e, dopo aver riconosciuto il banco di Ginny, lasciò il bigliettino sotto una margherita ancora bagnata di pioggia.

 

 

Dopo una mezz’oretta, la classe di Trasfigurazione si riunì nell’aula al primo piano. Ginny subito si diresse verso il suo banco, accompagnata dall’amica. Quando vide una piccola margherita di un colore bianco, candido e puro, sentì il cuore batterle forte. Sotto vide un bigliettino, lo aprì in fretta e lo lesse con le mani che tremavano. Quando finì di leggere, volse lo sguardo fuori dalla finestra, dove si potevano vedere delle lunghe e basse finestre che davano luce alla classe di Pozioni, consapevole che là sotto si trovava Adam, probabilmente seduto accanto a Draco.

-Grazie…

 

 

 

Allora, rieccoci qua^^ Che ne dite di questo capitolino? Penso che non vi abbia chiarito molto le idee XD Se siete in astinenza da Draco/Ginny(perché non se ne vedrà molta ^^’’) rileggetevi il 3° capitolo, “Wound up at your door”, e tiratevi un po’ su… XD

ginny88: Ma quel “puttanella” innesca una serie di conseguenze… Vedrete. Comunque sì, è stato un insulto abbastanza gratuito -_- Da te, Harry, non me l’aspettavo! XD Adam si è trattenuto soltanto per Ginny, comunque... Altrimenti le botte che ci prendeva Potterino!! XD Purtroppo lo so, sembra Harry/Ginny, ma don’t worry. Con questo capitolo è finito tutto quello che ci poteva essere tra i due, quindi tra un po’… Spazio a Draco ^____^ Baci

MiaBlack: Lo sapeeeevo… Sapevo sarebbe arrivato un punto della storia in cui Adam e Hermione sarebbero stati troppo bene insieme, ma cercherò di far stare ANCORA MEGLIO INSIEME Ron e Hermione, così non vi verranno brutte idee… >.< Bacini ^.-

Hachi: E’ questo il dramma, Harry è innamorato e Ginny no^^ Comunque toglietevi assolutamente dalla testa Adam/Hermione è.é Tra i numerosissimi “baci per sbaglio” che incontrerete in questa storia non ce ne sarà neanche uno tra Adam e Hermione! (v.il primo bacio “per sbaglio” è in un certo senso quello tra Ginny e Draco nel 3° capitolo… ^^) Baciottini

Romen Evans: Ve l’avevo detto, questi capitoli non chiariscono per niente le idee XD

Al prossimo capitolo! Bacini

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: hermypotter