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Autore: Guessstar    04/01/2011    12 recensioni
"Come credi che stia?"
"Edward..."
"Rispondi. Come credi che stia?"
"Uno schifo..."
"Bene, non abbiamo più nulla da dirci".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 EPILOGO

10 anni dopo

 

POV BELLA

«… alle dieci ha un appuntamento con quel famoso avvocato… Edward Cullen, in 5th avenue, numero 3, piano 19, alle undici in punto hai un appuntamento con il redattore del giornale, alle dodici hai un pranzo con una certa… Wendy, poi hai un’ora buca per…»

«Okay Maria, mi detterai i programmi del pomeriggio dopo il pranzo» sorrisi alla mia segretaria, che uscì dal mio ufficio ticchettando nei suoi odiosi tacchi dodici.

Da esattamente sei anni mi ero laureata alla Columbia con il massimo dei voti e da quattro anni lavoravo al Wall Street Journal, il quotidiano più importante di tutti gli Stati Uniti. Era stato Phil a raccomandarmi al redattore che, a sua volta, aveva parlato con il preside dell’università, ricevendo solo ottime raccomandazioni, da quel momento era iniziata la mia ascesa come famosa giornalista.  Avevo subito conquistato il cuore di Gerry, il capo del giornale, dopo pochi mesi di ottimo lavoro mi aveva promosso a responsabile del settore politico, un vero onore per me.

Da circa sei anni non avevo visto più Edward, avevo sue notizie dal fatto che fosse diventato un noto avvocato e spesso me lo ritrovavo in tv, di lui non sapevo nient’altro se non che dopo la sua laurea si era sposato con Jenny e che avevano avuto un bambino. Buon per lui.

Io mi ero completamente dedicata alla mia carriera, e non mi stavo pentendo di nulla, ero cambiata, forse proprio perché da circa dieci anni non avevo più avuto niente a che fare con gli uomini.

Il trillo del telefono mi ridestò dai miei pensieri «Bella c’è una chiamata per te da parte di Mark Jaston», mi ero dimenticata di lui. Avevamo mantenuto ottimi rapporti, era diventato il mio migliore amico.

«Passamelo»

Il bip del telefono interruppe la conversazione con Maria e mi mise in linea con Mark «Ehi, Mark! Tutto bene?»

«Ciao piccola, va tutto bene, che fai stasera?»

«Andrò a casa e mi scolerò una bella bottiglia di vodka in compagnia di qualche modello che mi mandi a fuoco» scherzai.

«é l’ultimo dell’anno, Bella. Dovresti passarlo con dei parenti o con degli amici» il suo tono di voce si fece serio.

«Sai benissimo che non mi piace festeggiare Capodanno, non sono dell’umore adatto» mi sdraiai sullo schienale della poltrona in pelle e poggiai i piedi sul tavolino.

«è da undici anni che non sei dell’umore adatto per festeggiare. Non m’importa nulla, stasera vieni con me e la mia famiglia» il suo tono di voce non ammetteva repliche.

«Mark…» mi lamentai.

«Aspetta un minuto» riattaccò il telefono.

Cominciai a ridere, poiché sapevo benissimo cosa stava per fare, e infatti me lo ritrovai cinque minuti dopo davanti la mia scrivania, i palmi delle mani poggiate sulla scrivania e il suo volto a pochi palmi dal mio «stasera vieni con me» sbraitò scherzosamente. Lavoravamo nelle stessa rivista, ci separavano solamente pochissimi piani che lui sicuramente si era fatto a piedi.

Poggiai di nuovo i piedi per terra e mi rimisi le scarpe «Sono le nove Mark, tra un’ora devo essere a 5th avenue, non voglio perdere tempo. Ti faccio sapere tra qualche ora, okay?» gli dissi sbuffando e alzandomi dalla poltrona.

«Chi devi intervistare?»

«Edward Cullen»

«In bocca a lupo, piccola, so che farai come sempre del tuo meglio» mi sorrise  mi abbracciò, lasciandomi quasi senza fiato.

«Mark… non respiro» cercai di scostarmi dalla sua presa.

«Ops, scusa»

«Ci vediamo più tardi» dissi, lasciandolo solo nel mio ufficio.

 

*******************************************************************************************

 

«Wow Bella! Non dimostri proprio di avere ventott’anni, sei la stessa ragazzina di sempre», Jenny mi accolse in casa con non poca sorpresa e felicità. Mi guardai intorno, era molto più bella di casa mia, adatta per mantenerci un esercito di bambini. Tutto era sulla tonalità del bianco, l’enorme vetrata che contornava tutto l’appartamento rendeva quella casa meravigliosa.

«Anche tu sei fantastica Jenny, e anche la tua casa» risposi osservandomi intorno. Ogni cosa era al suo posto, non vi era un briciolo di polvere.

«Oh, non è niente, grazie. Vieni in salotto, Edward si sta preparando»

Chissà come sarebbe stato rivederlo, se mi sarei accorta che lo amavo ancora, sicuramente ero riuscita a dimenticarlo col passare degli anni e a farmene una ragione, noi non eravamo mai stati fatti per stare insieme, ci eravamo ostinati, quasi obbligati, ma il nostro amore non era mai stato naturale.

Mi accomodai su uno dei due divani in quello splendido salotto.

«Vuoi che ti porti qualcosa?»

«Un bicchiere d’acqua per favore» risposi, prendendo dalla mia borsa il nastro per la registrazione e il block notes delle domande.

«Buongiorno…» sentii la voce di Edward bloccarsi quando si accorse di me.

«Ciao Edward» risposi, alzandomi dal divano e stringendogli la mano.

«E tu che ci fai qui?»

«Sono qui per il mio articolo» gli risposi garbatamente, sorridendogli.

«Ecco a te Bella. Oh amore, hai visto che bella sorpresa?» Jenny mi porse l’acqua e poi andò ad abbracciare il marito.

Edward serrò la mascella, guardandomi duramente «già, proprio una bellissima sorpresa» sussurrò, non distogliendo nemmeno un attimo gli occhi dai miei.

«Bene, penso sia meglio lasciarvi soli» detto questo uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.

«Allora, vogliamo iniziare?» Edward si aggiustò la cravatta e si mise a sedere sulla poltrona davanti a me, sistemandosi la giacca in modo molto elegante.

«Sì» mi sedetti anche io, prendendo le mie domande e dando il via al nastro «Allora signor Cullen, come ben sa è l’avvocato più in vista di tutta New York ultimamente, cosa l’ha reso così ricercato e ben voluto dai suoi clienti?» mantenni un tono freddo, distaccato, come se non lo avessi mai conosciuto.

Anche lui fece lo stesso «Beh, credo sia il fatto che quando credo una persona sia innocente, faccio di tutto per dimostrarlo e cerco di rassicurarla in tutti i modi, e poi decisamente non so cosa mi ha reso così cercato, io faccio solamente il mio lavoro».

«Ha sempre sognato di essere un bravo avvocato?»

«è sempre stato il mio sogno, sin da quando avevo cinque anni»

«Ma perché proprio un avvocato, cosa l’ha indotta a voler diventare un difensore della giustizia?»

«Proprio la voglia di giustizia. Credo che ormai in questo mondo ci sia poca giustizia e così pochi avvocati in grado di difenderla a tutti i costi… abbiamo una società cresciuta sulla menzogna e su falsi valori, è stato questo ad attrarmi principalmente, anche perché ho avuto molte esperienze personali riguardo questi due campi» rispose in tono provocatorio.

«Vuole raccontarci?»

«non credo sia tanto importante» scherzò, poggiando le braccia sui braccioli e accavallando le gambe, come un perfetto uomo d’affari.

«Su, ci dica signor Cullen, siamo curiosi» lo guardai ridendo.

«No, non voglio parlarne» socchiuse gli occhi e si soffermò sul nastro acceso che in quel momento si trovava sul tavolo tra di noi.

Posai il mio block notes e poggiai il mento sul palmo della mia mano «delusioni amorose?»

«Solo una» disse di getto.

Si stava chiaramente riferendo a me.

«Beh, ha una bella compagna accanto, e so che ha anche un bel bambino» le nostre voci non erano più indifferenti e distaccate, ma la conversazione si era fatta piuttosto amichevole, dolce, come due veri amici che si rivedevano dopo tanto tempo.

«Una bambina» mi corresse, accarezzandosi il mento «Marley, come Bob» sorrise involontariamente al nome di sua figlia, percepivo chiaramente tutto il bene che trasmetteva la dolcezza nell’aver pronunciato quel nome.

«Il cantante?» sorrisi anch’io, guardandolo incuriosita.

«Sì, come il cantante, mia moglie lo adorava, così l’abbiamo chiamata Marley»

«Da quanto tempo state insieme, lei e sua moglie?»

«Stiamo insieme da undici anni circa, le ho chiesto di sposarmi dopo solo tre mesi dall’inizio del nostro rapporto» rise, guardando un punto indefinito della stanza.

«A soli tre mesi? Molto precoci» scherzai.

«Già, ma mi ero accorto di amarla talmente tanto da volerla sposare, ma abbiamo voluto tempo, ci siamo sposati solo dopo quattro anni, subito dopo la mia laurea» disse, indicando con gli occhi una foto di lui e lei abbracciati, lei in abito bianco, lui nel suo impeccabile vestito nero :erano una bellissima coppia «dopo un anno dal nostro matrimonio è nata Marley, per me è stato un dono meraviglioso, ho amato quella bambina subito dopo aver saputo che Jennifer era incinta, per me la famiglia è molto importante. È una piccola comunità dove si impara a crescere insieme e a rispettarsi, è alla base della costituzione americana, rispettare il prossimo e dargli la stessa libertà che hai tu, si cominciano a praticare questi concetti dalla famiglia» fece spallucce, alzandosi e dirigendosi verso il tavolino degli alcolici  «vuole un po’ di Brandy?» mi disse, indicandomi la bottiglia.

«Solo un goccio, grazie»

Si risedette di fronte a me e mi porse il mio bicchiere.

«Adesso l’ultima domanda, signor Cullen. Se potesse ritornare indietro, cosa non farebbe e, invece, cosa farebbe per migliorare o peggiorare la sua situazione?» ero davvero curiosa a quella domanda, ero sicura avrebbe alluso al nostro rapporto, che non avrebbe voluto più commettere uno sbaglio del genere.

«Nulla, non cambierei assolutamente nulla. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto perché volevo veramente, e non c’è niente che vorrei aggiustare o rovinare, tutti gli errori che ho fatto, mi hanno portato qui, ad essere l’uomo che sono» la sua risposta mi stupì.

Spensi il registratore e mi alzai dalla poltrona, lui fece lo stesso. Raccolsi tutte le mie cose e poi mi rivolsi a lui.

«è stato un piacere rivederti, Edward, e grazie del tempo che mi hai concesso» gli sorrisi involontariamente, stringendogli nuovamente la mano.

«Anche per me, non credevo potesse essere così facile rivederti» ammise, sorridendomi di rimando.

Uscimmo dal salotto «vorrei salutare Jenny prima di andare» dissi, voltandomi verso di lui.

«Oh, certo. Aspetta un attimo, vado a chiamarla» sbarrò un attimo gli occhi e si passò la mano tra i capelli, adesso un po’ più corti rispetto a come li portava quando era un ragazzo. Sparì dalla mia vista per poi ritornare con Jenny che teneva in braccio la bambina, Marley.

Mi stupì la sua bellezza. Aveva gli stessi occhi di Edward, uguali sia nella forma che nel colore, mentre i capelli erano quelli di Jenny con i riccioli del padre. Le labbra erano piene, quello inferiore leggermente più grosso di quello superiore, formavano una piccola o. era una bambina stupenda.

«Oh, Bella. Già vai via?»

«Sì, devo andare a scrivere l’articolo, deve essere pronto per domani» dissi, continuando a osservare la bambina.

Entrambi i genitori si accorsero del mio sguardo meravigliato, questa volta fu Edward a parlare «Marley, amore. Saluta Bella, è una vecchia amica di mamma e papà» disse dolcemente, con lo stesso tono di voce con cui mi parlava quando era ancora innamorato di me.

«Ciao Bella» la bambina mi sorrise, alzando la mano e scuotendola.

«Ciao piccola» dissi ricambiando il sorriso «Scusate ma adesso devo andare. Sono felice di avervi rivisti» ammisi, allontanandomi leggermente e osservandoli da lontano. Erano la famiglia perfetta, tutti bellissimi e meravigliosamente perfetti.

«Ciao Bella» mi salutarono entrambi, chiudendosi la porta dietro di loro.

Chiamai subito Mark.

«Pronto?» sicuramente stava facendo qualcosa d’importante, perché aveva un tono distratto.

«Mark, sono Bella» ero sollevata, dannatamente sollevata «l’ho dimenticato! Vederlo non mi ha fatto nessun effetto» esclamai, saltellando sul posto.

«Sono felice per te»

«Stasera festeggio con te, grazie» cominciai a girare attorno a me stessa con gli occhi al cielo.

«Okay, chiamo mia madre e le dico che abbiamo un ospite in più»

Staccai la chiamata e cominciai a camminare alla ricerca di un taxi.

Credevo di non averlo dimenticato, di amarlo ancora. Invece rivederlo era stata la cosa più bella negli ultimi dieci anni, mi ero finalmente accorta che non lo amavo più, che non mi faceva più soffrire la sua lontananza.

Finalmente, dopo molto tempo, potevo ricominciare la mia vita senza di lui, non potevo essere più che felice.

 

 

 

 

1 gennaio 2017

 

POV EDWARD.

«tutti gli errori che ho fatto, mi hanno portato qui, a essere l’uomo che sono» afferma sorridendo dolcemente, come un bambino a cui è appena stato fatto un bel complimento. Beh, non c’è nulla da dire, se non che il sig. Edward Cullen merita tutta la stima di questo mondo, poiché è un uomo che ha lottato per i suoi ideali senza soffermarsi sui pregiudizi della gente. Bravo Cullen, continua così.

Isabella Swan.

 

Lessi l’articolo con il sorriso sulle labbra, Jenny mi guardava fiera con gli occhi che le brillavano. Quella mattina era euforica, non riuscivo proprio a calmarla, come del resto Marley, si era svegliata a mi era saltata addosso.

Dovevo ammetterlo, a volte Bella mi mancava, ma amavo la mia famiglia, amavo Jenny molto più di quanto avevo amato Bella molti anni prima, e con lei avevo avuto una figlia stupenda.

Il giorno prima, durante l’intervista, mi ero accorto che non era più la persona che ricordavo, era diversa, forse più matura. Mi faceva piacere, ma avevo perso totalmente l’interesse e l’amore che avevo nei suoi confronti, adesso la consideravo solamente una vecchia amica.

«Amore sono davvero felice, hai fatto un’intervista meravigliosa» Jennifer si avvicinò a me e mi diede un bacio sulle labbra, porgendomi poi il mio caffè «vado a preparare Marley, alle dodici in punto dobbiamo essere a pranzo con la tua famiglia, non fare tardi» mi scompigliò i capelli e prese in braccio la bambina, lasciandomi da solo in salotto.

Non mi ero mai pentito di averla sposata, di aver scelto la sicurezza a Bella, col tempo avevo imparato ad amare Jenny come lei amava me, nemmeno una volta avevo pensato di cercare la ragazza che aveva tentato di rovinarmi la vita, non ero mai stato un così totale masochista.

Amavo la mia famiglia, tanto. Era il prototipo di famiglia perfetta, lei una famosa scrittrice, io un avvocato,  la nostra Marley, invece, voleva fare l’astronauta, aveva da sempre avuto una passione per le stelle, gliel’avevo trasmessa io, quando da piccola la portavo sempre sulla veranda e le mostravo il cielo, dicendole che era il nostro posto sicuro.

Stava crescendo, non mi sembrava nemmeno vero che fossero passati cinque anni e mezzo da quando Jenny mi aveva annunciato di essere incinta, invece la nostra piccola era cresciuta e il prossimo anno sarebbe già andata alle elementari.

Incredibile come il tempo sia passato così velocemente, dieci anni prima non avrei immaginato nulla se non di avere accanto Bella, ero quasi sicuro di averla conquistata, invece mi ero ritrovato a mani vuote.

Ma l’avevo ringraziata ugualmente.

L’avevo ringraziata perché, se non mi avesse lasciato, non avrei mai incontrato la donna della mia vita, rendendomi conto che Bella per me era solo un’ossessione.

Adesso ero sereno, senza di lei, con Jenny e Marley, le uniche due donne che non avrebbero mai voluto niente che il bene per me, le uniche due donne che mi avrebbero amato per la vita.

Ero felice? sì, sì che lo ero.

 

*ANGOLINO GUESS*

Eccoci qui arrivati all'ultimo capitolo di questa storia. Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato, per le critiche costruttive, per le recensioni positive, senza di voi non avrei mai completato questa storia. Mi dispiace che alcuni non ne gradiranno la fine, ma ho ritenuto più giusto terminare la storia così, per essre coerente con il carattere dei personaggi. Spero abbiate apprezzato ugualmente il mio lavoro =).

Spero di rincontrarvi nuovamente in altre mie storie, e iniziare con voi un nuovo cammino =)

Grazie di tutto, cari lettori, rimarrete sempre nel mio cuore.

 

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