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Autore: OttoNoveTre    04/01/2011    7 recensioni
In quel di Volterra, con budget un pochino più pingui di quelli dei comuni mortali, i nostri vampiri preferiti vanno in cerca del regalo perfetto. Raccolta di storielle molto brevi e non particolarmente serie.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Caius, Marcus, Sulpicia, Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vento focoso e passionale sotto le magnolie'
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Globetrotter

Quando Gianna aveva chiesto ad Aro quale fosse il budget con cui Jane e Alec potevano comprarsi i regali di Natale, il suo capo si era limitato a rispondere:
- Considera solamente che la luna è difficile da impacchettare.-
Così non aveva trovato per nulla fuori luogo che Jane le avesse ordinato di accompagnarli al loro aeroporto privato perché voleva fare un salto in Giappone, poi se riuscivano anche un giretto sulla 5th Avenue non le sarebbe dispiaciuto.
Arrivati ad Haneda, Jane tirò fuori il suo nuovo cellulare, in cui aveva caricato una mappa delle città.
- Bene, prima tappa Omotesando.-
Li portò dentro un grande magazzino il cui piano terra era pieno di vestitini sweet-goth-lolita, e se ne prese una quindicina da portare in camerino. Gianna notò che si era concentrata su uno stile vittoriano-dandy. Aspettando che la ragazzina finisse la prova, guardò con occhio critico un coniglio di pezza con una benda nera sull'occhio e un cilindro frufru, completo di fioccone di raso e piume.
- Perfetto!-
Jane glielo prese di mano e si guardò allo specchio con soddisfazione.
- Alec voglio questi, me li regali?-
- Tutto quello che vuoi.-
L'idea era che ciascuno sceglieva i suoi regali, e li faceva pagare al gemello (tecnicamente, le carte di credito le teneva Gianna), così che fossero "regalati" reciprocamente. Un ottimo metodo per non rischiare di trovarsi cose sgradite, in effetti. Jane era di nuovo scomparsa tra le trine e i merletti, e ne sbucò con un cerchietto infiocchettato. Propose ad Alec un cappotto nero con bottoni a forma di testa di lupo, ma il gemello non pareva molto convinto. Jane decise di acquistarlo lo stesso per Aro, assieme ad un bastone con il pomello d'argento e una camicia dall'esuberante jabot.
Completò il giro con altri trenta vestiti, una quarantina di cerchietti, cappellini, scarpe e calze. Volle uscire dal negozio con una coroncina d'argento in testa, il coniglio di prima (già ribattezzato Gregoire) in braccio, e un vestito di raso ricoperto di pizzo ricamato a rose.
Gianna spiegò alla commessa come tutti i pacchi dovessero essere portati all'aeroporto e caricati sull'aereo con una grossa "V" gotica sulla carlinga.
Appena appena era riuscita a mettere in mano il loro biglietto da visita alla commessa, che Jane la trascinò fuori. Li aspettava già una macchina che li avrebbe condotti a Kyoto. Lì Alec controllò se il giardino della loro villa in stile tradizionale era tenuto bene, voleva che fosse pronta per mostrarla a Marcus durante il periodo di fioritura dei ciliegi.
Fecero un ultimo giretto a Shibuya, dove sempre Alec si prese la discografia completa dei "Maximum the Hormone".
Se la sorella era nel periodo goth, lui era decisamente entrato in quello metallaro.
Considerò tra se e se come fosse strano che uno capace di annullare le percezioni delle persone amasse una musica così casinista. La sorella assecondava con fin troppo trasporto le nuove passioni del gemello: aveva quasi staccato la testa ad un commesso perché non avevano una maglietta degli Apocalyptica più piccola della XXL.
Prima di risalire sul jet, presero un Nintendo DS a testa per ammazzare il tempo.
Atterrati a New York, Gianna cominciava a sentire i morsi della fame. Sul jet privato c'era un frigobar pieno di sacche di sangue, ma di cibo umano nemmeno a parlarne. Aveva guardato con desiderio dei Takoyaki mentre correvano verso il negozio di dischi, ma Jane l'aveva chiamata a pagare prima che potesse anche solo avvicinarsi. Frugò disperata nella borsetta, ma ne venne fuori solo una scatola di mentine, che cacciò in gola in un colpo solo.
In città Jane accontentò il suo lato adulto con una sosta in ogni singolo negozio della 5th Avenue. Gianna aveva adocchiato un baracchino di hot dog poco distante da Hermes. Jane era entrata a guardarsi le borse, Alec l'avevano lasciato a Central Park per una passeggiata. Stava per dare il primo morso, quando notò dalla vetrina che Jane aveva assunto l'espressione di calma innaturale che precedeva lo scoppio del suo potere. Si precipitò all'interno, mollando il povero hot dog al primo passante.
- Mi scusi, Jane sta creando qualche problema?-
- Oh, bene! Le è la madre, vero? Mi scusi ma stiamo lavorando, e non è il posto migliore per giocare questo.-
A Jane tremava leggermente la mano destra, stretta a pugno: pessimo segno.
- Che cosa ha fatto?-
- Mi ha chiesto in quanti colori e modelli fosse uscita la Birkin quest'anno, e alla mia risposta mi ha detto semplicemente " Allora me li dia tutti."-
Gianna tirò fuori la carta di credito.
- Sicura? Hai detto che la pelle di coccodrillo non ti piaceva.-
- Se mi stufo te la regalo.-
- Bene.-
Porse la carta di credito e l biglietto da visita alla commessa.
- Una Birkin per modello, per piacere. Da spedire a questo indirizzo.-
- Signora, non mi faccia…-
- Ma insomma! E' un negozio, no? Lei mi venda 'ste borse e non ne parliamo più.-
La commessa strisciò la carta di credito e prese nota dell'indirizzo, il tutto guardando basita Jane, che considerava se prendersi anche un portafoglio dalla vetrina.
Quando furono finalmente sull'aereo, Alec aveva radunato gli strumenti necessari per un banda di otto elementi e qualche pila di cd. Jane si stava provando tutte le Birkin allo specchio.
Gianna cominciò a convincersi che il sangue non doveva essere poi così cattivo. L'alternativa era l'imbottitura dei sedili…
Verso metà volo, però, Jane le si sedette accanto e le buttò in grembo la Birkin a pelle di coccodrillo.
- Hai ragione, non mi piace. Prendila pure.-
Alec si sedette accanto alla sorella, e si tolse per un attimo le cuffie nuove. I due si guardarono un attimo, poi guardarono lei.
- Beh, noi i nostri regali li abbiamo trovati. Ci chiedevamo… c'è qualche posto in cui vuoi andare tu?-
Gli occhi di Gianna si riempirono di lacrime di gratitudine.

- Allora, te me fai una piadina cotto salsiccia fontina sottaceti maionese. Ma senza cipolline, che me spusse l'alito…-
Jane e Alec guardavano alternativamente il paninaro unto dalla faccia poco raccomandabile e Gianna che divorava una roba colante grasso, con un sorriso beato. La loro segretaria finì la piadina e inspirò a pieni polmoni l'aria salmastra.
- Aha, che ben fioi! Famene n'altra, va…-
In quel momento il cellulare di Gianna squillò.
- Signor Aro! Si, siamo appena tornati in Italia… no, adesso ripartiamo per Volterra, ci siamo fermati a Chioggia… sa, una piadina dal Giorgio Sporco…-
- Ou, sporca sarà to mare!-
Jane sentì che il paninaro le faceva paura.






Ed ecco i gemelli! Io me li immagino in preda ad una perpetua adolescenza, sempre in bilico tra l'aspetto da dodicenni e la loro vera età. Quindi, anche i regali di Natale oscillano tra l'ultimo videogioco e un completo di Valentino (ovviamente su misura). Sta di fatto che due dodicenni in giro a spendere migliaia di euri sono sospetti, quindi Gianna si occupa di accompagnarli.
(nota nella nota: so che c'è chi pensa a loro come quindicenni, però io per vari motivi ritengo più plausibile che di anni ne abbiano dodici. Hanno tutti i motivi per essere cattivi, poveracci, intrappolati per sempre nel periodo ormonella XD )
I due non hanno più un concetto dei ritmi umani, quindi per la povera segretaria è sempre un tour de force quando vanno a scegliere i regali.
Haneda è il nome di uno dei due aeroporti di Tokyo, Omotesando e Shibuya sono due quartieri di Tokyo, il primo chic-alternativo, il secondo più truzzo e ggiovane. La 5th Avenue è la via chic di New York.
Gianna, per la precisione Gianna Boscolo Meneguolo, è chioggiotta perché sì. Se c'è qualche chioggiotto all'ascolto e vedono che ho violentato il loro dialetto, me lo dicano, sono andata a memoria^^
Il paninaro esiste davvero, credo ci sia anche un gruppo fan su facebook… Tutti lo conoscono come Giorgio Sporco (per ovvie ragioni), ma non ditelo davanti a lui che si arrabbia!
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, spacchettamenti generali.
Benvenuti nel 2011!
   
 
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