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Autore: Doll_    04/01/2011    10 recensioni
Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zac e Vic'
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 UN GIGOLO' IN AFFITTO – TI VOGLIO BENE

Buongiorno, bambolina...” Sentii sussurrarmi all'orecchio, il mattino dopo.

Mmm...” Ero stanca, innervosita dalla luce e, soprattutto, desiderosa di continuare a vivere il bel sogno che avevo fatto quella notte..

Ma poi mi riscossi.

Bello!? No, spaventoso, avrei dovuto dire! Il mio primo sogno erotico su... su Zac! Un sogno così vivido, reale, eccitante... Che fosse davvero in grado di fare le stesse cose che avevo sognato? Probabile. Ma, ovviamente, non lo avrei mai saputo. In quel sogno eravamo andati ben oltre i stuzzicamenti... E Zac era stato così... magnifico. Ed ora ce l'avevo esattamente alle mie spalle, con il petto completamente attaccato alla mia schiena e il suo bacino che sfiorava distintamente il mio sedere. Il cuore accelerò.. Cosa diavolo...?

Posso reputarla come una risposta?” Sentii dal tono della domanda, l'allargarsi delle sue labbra fino a formare un sorrisetto sghembo, quale era solito fare in certe situazioni.

Per me, dopotutto, era ancora un mistero come facesse quel ragazzo ad essere tanto euforico anche di prima mattina...

Che ore sono?” Chiesi, quindi, con voce impastata senza nemmeno voltarmi.

Le undici e mezza, dolcezza.” Fece, dandomi così una pacca leggera sul fianco che stava a significare esattamente ad un “E' ora di svegliarsi!!” e, non a caso, sentendolo anche alzarsi, mi prese velocemente una mano fino a trascinarmi in piedi dopo un grido spaventato e una vana reazione di protesta da parte mia... “Su, su, ti ho aspettata pure troppo!” Sorrise ancora, una volta che era riuscito a portarmi in piedi davanti a lui.

M-mi hai as-pettata?” Balbettai fra uno sbadiglio e l'altro, mentre mi stiracchiavo e strofinavo gli occhi per poi aprirli definitivamente e guardarlo.

Raggiante, come suo solito, con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro e sguardo maliziosamente divertito.

Ma poi.. Perchè avrebe dovuto aspettarmi? Cosa aveva fatto nel frattempo?

Dalle otto. Si erano tutti svegliati ma ho preferito lasciarti ancora un po' nel mondo dei sogni... A proposito, cos'hai sognato di tanto eccitante stanotte?” Mi sorprese, facendomi deglutire a vuoto e così quasi strozzare dalla sorpresa. Ogni ricordo, man mano, faceva capolino nella mia mente da ninfomane patentata.

Ehm.. Mmm... Nulla, perchè?” Sarei sembrata anche credibile se la mia voce non fosse uscita stridula e la mia espressione non fosse stata tanto incerta.

Gemevi, ansimavi e ti strusciavi contro di me come impossessata e, in più, borbottavi ogni tanto un “continua, non ti fermare” con voce roca e quasi sensuale... Insomma, non ci voleva un genio per capire cosa stavi sognando.” Mi sorrise sornione mentre io mi guardavo attorno per vedere se qualcuno stesse ascoltando la figura da demente che avevo fatto.

Intanto, Zac si stava divertendo ancora di più e questo m'innervosì non poco.

Oh.” Esclamai solo, però, senza saper e voler dire nient'altro.

Mmm.. Facciamo così, ti do' una mezz'oretta per riprenderti dal lungo letargo ma poi dovrai dirmi tutto, okay?” Fece ancora euforico, prendendomi il viso fra le mani e guardandomi in un modo tanto intenso e profondo nel quale mi persi per qualche attimo.

O-kay.” Niente da fare, quella mattina ero diventata improvvisamente dislessica.

Zac, come promesso, si era defilato subito dopo per dirigersi al piano di sotto a fare chissà cosa, mentre io tentavo di riprendermi lentamente e di riordinare le idee, al momento, vanamente.

Decisi quindi di farmi una passeggiata e così entrai in bagno per lavarmi e sistemarmi alla bell'è meglio.

Avrei detto davvero del sogno a Zac? No, assolutamente. Non avrebbe fatto altro che vantarsene e deridermi, oppure, ancora peggio, farsi strane idee credendo che, magari, io mi stavo innamorando di lui... Impossibile. Quella sarebbe stata proprio l'ultima cosa che sarebbe accaduta a noi, o meglio, a me.

Non volevo essere per lui come tutte le altre clienti con cui era stato che si erano invaghite dei suoi modi apparentemente gentili e premurosi da ragazzo a modo e con un cuore d'oro. Anche perchè con me, lui si era presentato in tutt'altra maniera.. Era stato sfacciato, scontroso, strafottente, odioso...

Non di certo amabile. Quindi era sicuro che non avrei mai provato nulla di più che affetto per lui. Non eravamo compatibili, era ovvio anche questo.

In più, col suo lavoro non sarebbe mai potuta andare avanti. Non potevo fidarmi fino in fondo di lui. Era imprevedibile e maledettamente lunatico dato che un minuto prima sorrideva felicemente e l'attimo dopo rispondeva a malapena alle domande che gli ponevo. Certo, io non ero da meno e questo non faceva altro che diminuire le possibilità di coppia fra noi due.

Come sarebbe mai potuta stare, una ragazza tanto anonima come me, con uno che, invece, era sempre abituato a trovarsi al centro di ogni attenzione di qualsiasi ragazza? Non sarei sopravvissuta con la gelosia perenne e avrei finito con il lasciarlo per disperazione.

..E questi erano alcuni dei punti per il quale non mi sarei mai potuta innamorare di Zac.

Mentre, pensando ai punti a favore...

Ad ogni suo bacio sentivo quasi le farfalle nello stomaco. Ogni suo tocco mi portava una strana sensazione di disagio, eccitazione e protezione, miste al senso di possessività che di conseguenza avevo su di lui.

E tutti già sapevano della nostra relazione.

Poi, essere per la prima volta considerata da qualcuno che si preoccupava, dopo tanto tempo di me, era sicuramente da non tralasciare. Con lui mi sentivo in grado di poter parlare di tutto, sentivo che non mi avrebbe mai delusa o tradita, che non mi avrebbe mai voltato le spalle e che ci sarebbe sempre stato ad ogni mio tentennamento. Era presente quando avevo pianto. Era presente quando gli avevo parlato delle mie sorelle, era sempre stato presente... E non si era mai lamentato delle mie inutili chiacchiere... In più, come ciliegina sulla torta, oltre ad essere, anche se a modo suo, un ragazzo simpatico e un bambinone poco cresciuto, era l'unico che credeva nelle mie capacità e ad essere convinto che non fossi semplicemente una buona a nulla come, invece, pensavano le mie stesse amiche...

Infine... Bé, lui mi aveva fatto conoscere la passione.. Una passione travolgente e a dir poco meravigliosa. Sono cose che non si possono dimenticare...

Ma, creare una famiglia con lui? Accidenti, non sarei stata neanche in grado di distinguerlo tra i miei figli, infantile com'era... Però quando giocava con Simone, il figlio di Maria, una strana sensazione si era insinuata in me tanto da farmi realmente immaginare come sarebbe potuto essere avere dei bambini ed essere la moglie di Zac: ogni giorno una litigata diversa, ma anche tanto divertimento e buon umore..

Lui era così. Quando sorrideva, di conseguenza, sorridevo anche io. Mi piaceva la luce che aveva negli occhi quando sul suo viso faceva capolino quel bel ghigno beffardo che tanto, segretamente, adoravo.

Perchè Zac era così.. Vivo.

Ma poi mi riscossi nuovamente in quella mattina.. Iniziai a pensare come mai tutte quelle idee malsane dopo, oltretutto, aver sognato proprio Zac mentre, bé...si era capito. Avrei dovuto riprendermi ed invece avevo solo peggiorato il mio stato di rincoglionimento acuto.

All'una, ancora non avevo ben connesso ma questo, a Zac, non importava più di tanto perchè proprio quando mi stavo dirigendo verso l'uscita per prendere un po' d'aria fresca, mi prese per i fianchi, facendomi dirigere insieme a lui completamente d'altra parte, dietro l'edificio al momento isolato.

Ma cosa...?” I suoi cambiamenti d'umore mi facevano innervosire. Poco prima a malapena mi aveva degnato di uno sguardo, preso com'era a parlare con le mie compagne di classe e invece ora mi aveva catapultato direttamente di fuori per restare solo con me.

Mmm... Nervosetta?” Mi schernì, facendo aderire il suo petto alla mia schiena per poi passare le sue labbra e il suo naso sul mio collo, sfiorandolo e facendomi rabbrividire al tocco.

I-io?” Chiusi gli occhi, completamente dipendente dalle coccole che Zac aveva appena iniziato a farmi, carezzandomi anche il ventre con le mani.

Ci sei solo tu con me.” Sorrise a contatto con la mia pelle.

Perchè siamo venuti qui?” Chiesi quindi, cambiando argomento; avevo la voce roca e sussurravo anche se non c'era nessuno.

Dovevamo concludere il discorso di sta mattina, ti sei svegliata abbastanza?” Continuò ad infastidirmi, anche se mentii annuendo.

Allora... Mi hai sognato?” Ancora con le carezze e con le labbra prima sulla mia spalla, poi sul mio collo fino ad arrivare al mento e così riscendere..

Presuntuoso come al solito, eh?” Biascicai, sussultando appena sentii una sua mano sfiorarmi un seno.

Non mi hai risposto.” Strinse la presa su questo, facendomi boccheggiare.

Mmm.. No.” Borbottai, mettendo in pratica le mie doti da attrice, anche se in quel momento non desideravo altro che mettere in pratica solo il sogno che avevo fatto quella notte.

No?” Non sembrava sorpreso o deluso, era sicuro che stessi mentendo.

No, Zac, non ho sognato..te.” Indugiai prima dell'ultima parola, facendolo quindi restare interdetto.

E chi hai sognato, allora?” Ci stava cascando, grazie a dio...

Segreto di Stato.” Sorrisi ad occhi chiusi, distaccandomi da lui anche se controvoglia, appena lo sentii alleggerire la presa.

Luca?” Più che una domanda, somigliava ad un ringhio, una minaccia.

Mmm... E a te che importa, infondo? Lui possiede il mio cuore, tu il mio corpo.” E con questa frecciatina me ne rientrai in classe.

Certo, non era stata un'ottima uscita dato che gli avevo appena detto che poteva fare di me tutto quello che voleva anche se con nessun coinvolgimento sentimentale... Comunque aveva libero accesso alle mie parti più intime...

Entrata in classe, trovai le mie compagne tutte riunite in cerchio e, subito dopo, aprì la porta anche Zac, facendole sussultare.

Vic, Zac, dov'eravate finiti?” Chiese Cris, alzandosi e prendendo entrambi a braccetto fino a farci sedere con loro.

Zac non mi guardava e la sua espressione era diventata accigliata e quasi... Delusa? Ecco, la prova che era maledettamente lunatico.

Cristina si mise in mezzo a noi ed entrambi incrociammo le gambe, pensierosi. Odiavo quella situazione. La mia era stata una sciocca provocazione, ma sembrava che lui l'avesse presa sul serio.

Stavamo parlando un po' di tutto, voi avete qualcosa d'interessante da dirci?” Chiese Cris e, chissà perchè, una sensazione mi disse che evidentemente erano solo i pettegolezzi su di noi che interessavano loro.

Uhm.. no, nulla.” Feci spallucce; Zac intanto, aveva cambiato posizione, allungando una gamba e piegando l'altra davanti a sé, poggiandosi con le mani ai lati e dietro alla schiena, mettendo ancora di più in bella mostra i suoi pettorali scolpiti, facendo così sospirare le solite civette.

Lui non rispose ma scosse leggermente il capo.

Proprio in quel momento entrò Jennifer in lacrime, sedendosi accanto a Zac e Cristina, allargando così la distanza fra me e lui, mettendoci quasi di fronte l'uno all'altra.

Cos'è successo, tesoro?” L'abbracciò subito la mia amica.

N-niente...” Biascicò, ancora in lacrime.

Lorenzo?” Chiese allora Jessica, che sembrava aver capito già tutto.

Jennifer annuì, scossa da tremiti e singhiozzi mentre si stringeva di più a Cristina.

Quel bas-tardo mi ha por-tata a letto, dicendo di a-marmi e p-poi non si è più f-fatto sentire...” Balbettò, tirando su col naso.

Da quanto vi frequentavate?” S'intromise improvvisamente nel discorso, apparendo freddo e distaccato, Zac, facendo voltare tutte a guardarlo incuriosite.

U-una set-timana...” Fece Jenny, staccandosi da Cris e rivolgendosi a lui.

Beh, allora è comprensibile.” Se ne uscì, stravolgendo tutte, lasciando me a bocca aperta e facendo piangere ancora di più Jenny.

ZAC!” Lo ripresi, indignata dalla sua mancanza di tatto; lui nemmeno mi guardò.

Jen.. Jennifer, giusto? Ecco, senti.. io sono un ragazzo e come tale posso dirti che se conosco una bella ragazza che dopo nemmeno una settimana mi fa capire che con solo qualche parolina dolce è disposta a venire subito a letto con me, non ci metto nulla ad accontentarla e, così, ad accontentare anche me.” Ancora con quel tono presuntuoso e quasi altezzoso.

Jennifer smise di singhiozzare e rimase immobile a fissarlo, immersa in quei ragionamenti.

Q-quindi.. Stai dicendo che è colpa mia perchè..”

Perchè gli hai fatto capire di essere una tipa facile.” La interruppe bruscamente, spiattellandole la realtà in faccia come nessuno prima di lui era riuscito a fare. Di certo, anche se ognuna lo pensava fra sé e sé, non si sarebbe mai permessa di dirgielo in tale modo.

Ma.. Io lo sentivo davvero in quel momento..” Cercò di spiegarsi.

Allora Zac riprese la posa iniziale con le gambe incrociate e con i gomiti poggiati ai ginocchi piegati, come se si stesse concentrando per affrontare quel discorso con tutte quelle ragazze mentre, piano piano, scorsi quella luce di vivacità nei suoi occhi che si era leggermente affievolita poco prima.

Non importa ciò che senti in quel momento. Tu sei una ragazza, una donna, una femmina e si sa che voi avete, o meglio, dovete avere dei principi più saldi degli uomini. Se lui ti dice già al primo appuntamento che sei fantastica vuol dire semplicemente che non vede l'ora di scoparti.” Fece, sempre impassibile ai sussulti di ogni ragazza. Io, dal canto mio, restavo ancora a bocca aperta ed incuriosita dalla semplicità e la franchezza con cui Zac si rivolgeva alle mie amiche.

Tobia al primo appuntamento mi ha detto che il mio sorriso gli ricordava molto quello di sua madre che, prutroppo era morta...” Ammise Jessica, invece.

Notai tutte le mie compagne animarsi ed entrare nel discorso, fin troppo prese e motivate.

Balle. Voleva farti credere di essere un ragazzo dolce così da conquistare più velocemente la tua fiducia per poi portarti direttamente a letto. Quando mai qualcuno, al primo incontro, si apre in tal modo con l'altra persona che a malapena conosce, su cose famigliari e tanto toccanti? Nessuno che vuole creare una storia vera.” Spiegò lui, seriamente. Jessica annuì, interessata.

Fabio mi aveva già sopramminato Principessa...” Intervenì Mara, quasi pensierosa.

Vede troppi film questo Fabio. Sa che le ragazze stile 3 metri sopra il Cielo, impazziscono per certi nomignoli umilianti.” Rispose, risoluto.

Beh, Bambolina non è poi tanto meglio.” M'intromisi io, facendolo zittire per un attimo per poi rigirarsi a guardarmi e rispondere: “Se sono soprannomi azzeccati, non ne vedo il problema.”

E' pur sempre un nomignolo sfacciato.” Lo punzecchiai ancora.

Comunque sempre meglio di cerbiatto bastonato, no?” Rispose a tono, facendo ridacchiare tutte ma senza un cenno di sorriso da parte di entrambi.

Allora, magari dovrei ricambiare anche io con un soprannome, non credi? Magari insensibile babbuino è più azzeccato, vero?” Sorrisi falsamente, innervosendolo ed imitando la sua arroganza.

L'importante è che ti faccia godere, giusto?” Mi diede il colpo finale, facendomi sussultare dalla strafottenza con cui lo disse.

Stronzo..” Biascicai, prima di andarmene sbattendo la porta e lasciando tutti i presenti, leggermente basiti.

 

Ero arrabbiata, delusa, ferita, confusa... Ero la reincarnazione della classica zitella acida che disprezza l'intero universo e a maggior ragione, la sua vita.

Eppure non avrei dovuto comportarmi in quel modo. Me ne sarei dovuta fregare come spesso facevo in certe situazioni e avrei dovuto affrontare direttamente il discorso con Zac che, però, sembrava farmi un effetto strano, ogni giorno di più... Lui era strano e si comportava in tal modo con me.

Odiavo i suoi cambiamenti d'umore, il suo prendersela per tutto e il suo atteggiamento da menopausa. Io ero lunatica, ma lui faceva quasi paura.

Era passata mezz'ora e non era ancora venuto. Non mi aveva raggiunta. Non ci aveva nemmeno provato... E perchè ne ero così rattristata? Cosa mi aspettavo da lui? Che venisse magicamente nello sgabuzzino, dove mi ero nascosta, come se sapesse davvero dove trovarmi, per inginocchiarsi e chiedermi umilmente scusa..?

Promemoria: Victoria.. guarda meno film.

Zac non era nemmeno il tipo da certe scenate. Se non fossi uscita, probabilmente, nessuno sarebbe venuto a cercarmi e sarei potuta anche morire... Mi avrebbero riscoperto minimo un mese dopo.

Ma, proprio quando stavo per alzarmi e aprire la porta della stanzetta, qualcuno mi precedette e mi catapultò nuovamente dentro, chiudendo a chiave e accendendo la lieve luce a soffitto che però pendeva a pochi metri da sopra la mia testa; in verità era solo una lampadina scrausa che si fingeva di essere una vera e propria luce da camera. Illusa...come me.

Oddio, stavo delirando; mi paragonavo anche ad una lampadina, adesso.

Vic, cosa ci facevi qui da sola?” La voce di Zac risuonò come musica nelle mie orecchie per troppo rimaste in assenza di alcun suono.

Mmm?” Biascicai, schiarendomi la gola e alzando lo sguardo per incrociarlo con quello di lui: intenso e penetrante.

Credevo te ne fossi andata...” Portò le sue mani sulle mie guance come se poco prima non avessimo bisticciato davanti a tutte le mie compagne.

E se l'avessi fatto? Che te ne sarebbe importato a te?” Non riuscivo neanche io a capire perchè dicevo certe cose; perchè sentivo quella forte delusione verso i comportamenti di Zac nei miei confronti: indifferenti e distaccati.

Ma che dici?” Chiese, giustamente confuso.

Niente. Cancella tutto... Mi dispiace per quello che è successo prima.” Abbassai il viso per guardarmi le punte dei piedi, imbarazzata per la vicinanza, l'intimità, i suoi occhi puntati su di me, le mie scuse...

Dispiace a me. Non so nemmeno io cosa mi sia preso.” Ammise, levando le mani dal mio volto, facendomi sentire improvvisamente freddo, tanto da farmi rabbrividire.

Hai freddo?” Mi domandò, accorgendosene anche lui.

Mmm.. Un po'.” Annuii “Ma conitnua a dire quello che stavi dicendo. Ti ascolto.” Volevo sapere il motivo vero della sua permalosità.

Sinceramente non so come spiegare la mia reazione. Faccio questo lavoro da molto tempo. Sono abituato ad..essere usato. O almeno dovrei.” Rivelò, facendomi sentire una perfetta cretina per come lo avevo attaccato la sera prima e quella mattina.

Per me non è così.” Me ne uscii, impacciata come sempre “Insomma, sì è vero, sei un gigolò, ma io non ti sto usando. Ormai siamo amici, no?” Cercai di etichettarci in qualche modo, tanto per risollevarmi un po'.

Lui riprese a guardarmi intensamente, prima di rispondere.

Amici?” Chiese, titubante.

Sì. Intendo.. Fra noi. Io mi sono aperta con te. Siamo stati molti giorni da soli insieme, senza finzioni, e siamo stati bene, cioè, almeno io...” Mi stavo impicciando, come mio solito ma, almeno ero anche riuscita a far ridacchiare Zac e nei suoi occhi si riavvivò totalmente la vivace luce che tanto agognavo.

Ho capito.. Beh, allora... Amici, no?” Mi sorrise, con un sorriso sincero.

Amici.”

Ma.. incosciamente, il mio cuore non sembrava aver apprezzato fino in fondo quella categoria. Beh, ineffetti gli amici non facevano ciò che facevamo noi...

Ora posso baciarti?” Mi spiazzò completamente con quella richiesta quasi retorica, tanto che rialzai di scatto la testa, guardandolo con occhi sgranati.

Ci eravamo appena definiti amici e lui se ne usciva così? Va bé, dovevo pur sempre impararmi a non stupirmi dei suoi comportamenti.

Zac..” Stavo per ribattere debolmente quando sentii le sue labbra sulle mie in un bacio inizialmente dolce ma successivamente possessivo, passionale, potente, disarmante... Ansimavo ogni volta che cercavamo di riprendere fiato ma alla fine mi rigettavo su di lui come se fosse la mia aria.

Ti.. voglio bene, Zac.” Sussurrai quando iniziò a dedicarsi al mio collo ed io insinuai le mie mani fra i suoi capelli mentre lui mi stringeva a sé, abbracciandomi la vita con le mani sul mio sedere.

A-anche io, Vic, anche io..” Ansimò lui, scendendo sul mio seno, facendomi sussultare; non eravamo mai arrivati a quel punto. Lui aveva toccato la mia intimità senza neanche vederla e, quindi, la questione era comunque meno imbarazzante ma.. il mio seno? Non lo aveva mai visto e poche volte lo aveva accarezzato o sfiorato. Ora invece sembrava intento a fare ben altro ed io ero sempre meno sicura di quella situazione. Lo sentivo che aveva voglia di toccarmi e farmi davvero impazzire, ma doveva anche ricordarsi che io non ero come tutte le altre con cui era stato: io avevo bisogno di sicurezza.

Z-zac...” Balbettai, ansante mentre baciava un punto poco più giù della scapola, “Io... Non...” Non riuscivo a parlare perchè altrimenti non riuscivo a respirare. Sentivo un nodo gigante nella gola ed un interno coscia fin troppo bagnato per poter protestare a parole, ma dovetti farmi forza almeno per i miei principi, così presi un grosso respiro e continuai: “Ho paura.” Ammisi, gemendo, racchiudendo così tutte le mie senzasioni del momento, in due semplici paroline che bloccarono immediatamente Zac che si alzò per guardarmi nuovamente negli occhi; i suoi erano lucidi, più chiari del solito e quasi elettrici. Sapevo di averlo fermato nel momento peggiore.. o migliore.

Ti sei mai toccata, di notte?” Mi sussurrò sul viso, con le labbra poco distanti dalle mie, in un modo così sensuale che mi fece rabbrividire nuovamente.

Spiegati meglio.” Deglutii a vuoto.

Ti sei mai toccata il seno come se lo stesse facendo un uomo?” Chiese allo stesso modo ma entrando di più nel dettaglio, scuotendomi come mai nessuno era riuscito a fare con una semplice frase.

N-no.” Dichiarai infine. Avevo desiderato che qualcuno lo facesse, in segreto, ma non avevo mai colmato quel desiderio..da sola.

Fallo ora.” Fece, con voce roca e spezzata dall'eccitazione che sentivo crescergli. Comunque quell'ordine non mi scioccò mai quanto quello che fece subito dopo, insinuando velocemente le mani sotto la mia maglietta e slacciandomi prontamente il reggiseno, aiutandomi silenziosamente a sfilarmelo, facendomi solo togliere le braccia dalla maglia senza levarla definitivamente. Restai così con la maglietta senza reggiseno sotto.

Sentivo ancora più adrenalina, eccitazione, agitazione e..paura. Sì, quella non se ne era andata.

D-dici sul serio?” Biascicai, paonazza. Mi stava chiedendo di toccarmi davanti a lui? Non ci sarei mai riuscita. Neanche da sola l'avevo mai fatto, figuriamoci di fronte a Zac che, per altro, era anche immensamente eccitato.

Se non ti senti ancora pronta per farmelo fare a me, allora fallo tu. Devi iniziare a prendere confidenza con il tuo corpo, Victoria.” Spiegò con risolutezza e, se non fosse stato ancora per la sua voce incrinata, probabilmente sarebbe somigliato ad un vero e proprio insegnante.

Ma.. mi vergogno.” Tentai ancora, facendolo sorridere. Dio, com'era bello quando sorrideva.. Gli si illuminava quel viso perfetto.

Non avere timore, bambolina. Sono solo io.” Esclamò, pensando di tranquillizzarmi ma, invece, agitandomi ancora di più.

Appunto!” Sbottai con voce stridula, facendo subito dopo una smorfia che fece ridacchiare ancora Zac.

Non è difficile, Vic.” Ritornò serio, subito dopo, facendo scorrere così le sue mani sotto la mia maglietta, alzandomela, per poi toccare per la prima volta i miei seni nudi e iper-sensibili.

Sussultai a quel contatto inaspettato e mi ritrovai ancora più accaldata ed emozionata di prima.

Prese a massaggiarmi con lentezza e devozione senza mai staccare gli occhi dai miei, in quella che sembrò la scena più sexy alla quale ero stata presente.

Fu un attimo che mi ritrovai attaccata alla parete, incastrata fra questa ed il corpo di Zac, la quale erezione premeva prepotentemente sul mio ventre, mentre lui mi baciava con tale passione e, nel frattempo, accarezzava i miei seni e sfiorava i miei capezzoli ormai turgidi.

Era strano, diverso, sentirsi in quel modo. Quasi trasportata da una grossa marea di sensazioni indescrivibili e apparentemente naturali e fantastiche.

..O forse era solo Zac a farmi sentire sempre così scossa.

Quando ci staccammo nuovamente, mi alzò definitivamente la maglietta, scoprendo i miei seni che sentirono subito il cambiamento d'ambiente, ricoprendosi di pelle d'oca. Non feci neanche in tempo a sentirmi a disagio che Zac si fiondò su queste, prendendo a baciarle, stuzziacarle, morderle e succhiarle... Sentivo vampate sempre più grandi che mi facevano tremare di piacere e, senza volere che si staccasse da me smettendo di fare ciò che stava facendo, gli misi nuovamente le mani dietro la testa, fra i capelli, tirandoli o giocandoci inconsapevolmente, mentre prendeva a leccarmi i capezzoli.

Si poteva venire solo per questo? Una volta lessi un libro in cui accadeva davvero... Allora era possibile? Si poteva scoprire solo in prima persona, giusto? Bene, allora sì, era possibile, anche perchè in quel momento accadde proprio a me. Mi sentivo così stravolta che alla fine scoppiai in uno degli orgasmi più lievi ma intensi che ebbi mai avuto e, mentre stavo per venire, Zac se ne accorse dalla presa immediatamente ferrea sulla sua testa e quella che poi ebbi sulle sue spalle quasi graffiandole e riducendo la stoffa della maglietta in un ammasso indefinito, alzando così lo sguardo come per imprimersi nella mente la mia espressione mentre godevo dal piacere che solo lui era stato in grado di farmi provare.

Dio, sei bellissima.” Esclamò, ansimante, baciandomi poi delicatamente le labbra; ero stravolta e compresi a malapena quella frase, pensando solo a ciò che era appena accaduto. Sentivo ancora la sua eccitazione premere e in quel momento mi dispiacque veramente di non essere un'esperta nel campo per potergli offrire lo stesso piacere con cui mi aveva fatto venire lui.

Mi dispiace...” Biascicai, esternando i miei pensieri; la stanchezza mi aveva fatto perdere il senno della ragione.

Io ti dico che sei bellissima e tu ti scusi?” Mi chiese, stupito.

Sì, cioè, no.. E' solo che... Sono così ignorante nel campo..” Cercai di spiegarmi e, grazie a dio, mi comprese al volo.

Non ti preoccupare, bambolina, ogni cosa a suo tempo.”

 

Quella stessa sera ritornammo sfiniti a casa, rinchiudendoci così ognuno nelle proprie stanze per poi andarsi a fare una bella doccia calda e rilassare così i nervi tesi. Sotto il getto dell'acqua, sfortunatamente riaprii la mente, e ripassai attimo dopo attimo, ogni momento di quella giornata passato con Zac. Avevo detto di volergli bene, avevo ammesso di essermi irrimediabilmente affezionata a lui e Zac aveva risposto allo stesso modo. Ma..che fosse stato solo il riflesso della passione? In quell'istante, dopotutto, non avrebbe mai potuto essere tanto lucido come se glielo avessi detto in questo momento. Quella consapevolezza, comunque, mi rese stranamente triste. Insomma, ormai era ovvio che tenevo a quel babbuino... Gli volevo bene come se fosse..un amico.

Ancora quella fitta al cuore...

Ma cosa mi stava accadendo, diamine? Ogni volta che lo vedevo con un'altra mi infastidiva, ogni volta che mi sfiorava, mi veniva la pelle d'oca, ogni volta che lo denominavo “amico”, il mio cuore ne soffriva e, soprattutto, ogni volta che era lontano, sia il mio fisico che la mia mente ne risentivano. Che mi stessi illudendo un po' troppo? Zac stava diventando più pericoloso di quanto avrei mai creduto possibile.

Sei silenziosa, Victoria, qualcosa non va?” La voce di mio padre, a cena, mi riscosse dai pensieri che non mi avevano abbandonata dalla doccia.

Strano che, per una volta, si fosse accorto del mio umore.

Mmm... Non ho molta fame.” Cercai di deviare l'argomento. Cosa avrei potuto dire a mio padre, poi? Sembrava che con Zac avesse un ottimo rapporto, a quanto avevo notato dall'espressione che aveva Zac ogni volta che parlavamo di mio padre. Si incontravano di rado ma ogni volta parlavano di qualsiasi argomento, neanche fossero padre e figlio... Quel tipo di figlio che non ero riuscita ad essere io.

Questo fine settimana tornano le vostre sorelle, ricordate?” Sorrise lui, brutalizzando ulteriormente il mio cattivo umore.

Ma poi..da cos'era dovuta tutta quella felicità?

Sophia e Giada?” Chiese Mattia, “E a che ora vengono?” Continuò, quasi a non crederci.

Per Marco e Mattia, Giada e Sophia non erano come sorelle. Erano come lontane amiche di famiglia che venivano ogni tanto a farci visita e che portavano a loro dei regalini divertenti, continuando però a rovinare la vita a me...

Verso mezzogiorno saranno a casa. Andrò a prenderle io stesso all'aereoporto.” Fece ancora in quel tono così stranamente euforico.

Prendono l'aereo per arrivare da Milano?” Domandai incredula. Io una volta che ero dovuta andare a Torino mi ero sorbita sei ore di treno e loro, che nemmeno avevano un lavoro fisso e con i soldi che guadagnavano si pagavano gli studi all'università e l'alloggio, potevano permettersi un viaggio in aereo?

Ho pagato io i loro biglietti.” Rispose prontamente, mio padre.

Ottimo..” Finto umorismo. Quello che ci serviva...

Ma quella sera mio padre sembrava fin troppo attento alle mie reazione e, quindi, mio malgrado si accorse anche del mio tono poco entusiasta.

Vic, so che non vai d'amore e d'accordo con le tue sorelle ma si tratta solo di un week-end. Cerca di essere gentile.” Fece lui, cercando di apparire apprensivo come mai era stato. Ma poi, cosa gli diceva la testa? Forse aveva rimosso tutte le cattiverie che le mie sorelle mi avevano riservato ogni volta che ci ritrovavamo in famiglia o davanti ai miei amici o compaesani, giusto per mettermi maggiormente in ridicolo mentre io tentavo di mantenere i nervi saldi e mi fingevo felice di ogni loro malsana idea... In quei pochi giorni che le dovevo avere accanto, lui era semplicemente ignaro di tutto quello che dovevo patire.

Io sono sempre stata gentile con loro.” Risposi, stizzita, allontanando il piatto come se fosse arrosto di topo morto. Bleah...

E allora qual'è il problema!?” Chiese lui, buttando quasi le posate sul tavolo e asciugandosi la bocca col tovagliolo in uno dei suoi movimenti nervosi; aveva leggermente alzato la voce, tanto da far sussultare sia me che i miei fratelli.

N-nessuno..” Sì, brava Vic, fai la codarda, abbassa lo sguardo, borbotta la tua menzogna.

Io non ce la faccio più con te, Victoria.” Ammise mio padre, alzando le braccia in segno di resa e gelandomi il sangue nelle vene.

N-non capisco..” Biascicai, ancora, alzando lo sguardo per incrociare i suoi occhi tristi e pieni di delusione.

Marco, Mattia, andate in camera vostra, io devo parlare con vostra sorrella.” Ordinò con un tono autoritario che non accettava repliche.

I miei fratellini obbedirono e così ci lasciarono, sfortunatamente soli.

Chissà com'è, ma avevo l'impressione che quella sera sarebbe stata la più lunga di tutta la mia vita...

Non ci vediamo quasi mai Victoria, e quelle poche volte che accade, tu ti chiudi nel tuo guscio senza nemmeno rivolgermi la parola. Non so più cosa devo inventarmi per entrare nel tuo mondo. So che non hai affrontato bene la questione di tua madre...” Stava per continuare risoluto, ma a quell'ultima parola m'irrigidii, interrompendolo con un brusco: “Non provare a nominarla.” Guardandolo rudemente, come mai mi ero azzardata a fare.

A quell'ammonimento, mio padre sospirò, poggiandosi allo schienale della sedia come se fosse spazientito.

Quello che stavo cercando di dirti è che.. Dovresti aprirti, Victoria.” Riprese senza perdersi d'animo ma a quella frase il mio cervello si era completamente disconnesso. Erano cose che avevo già sentito, cose già dette..da Zac.

Ma certo, traditore! Ogni tassello piano piano si ricongiungeva. Zac parlava con mio padre e capitava che il discorso andasse a finire su di me ed il mio finto fidanzato si era lasciato scappare dei consigli che io ero ormai stufa di sentirmi dire... Mi sembrava troppo strano che mio padre si fosse accorto di me ma, dire che la colpa era la mia e che fra noi due l'unica che non rivolgeva la parola all'altro, ero io, era fin troppo esagerato anche per mio padre!

Avevo già i nervi a fior di pelle quando se ne accorse..

Sono pur sempre tuo padre, no?” Cambiò tono, diventando più leggero e dolce. Peccato che non era un bravo attore..

Mio padre? Sai almeno cosa significa? Un padre è colui che ti cresce, non solo che ti crea. TU non ci sei mai. TU non mi parli mai. TU te ne freghi di ogni mio respiro, sempre! Non ti azzardare a dire che sono IO quella che non si apre perchè fra me e te, papà, quello più scorbutico e indifferente, sei TU!” Ero scoppiata. Non ce la facevo più a sentirmi dire sempre le solite cose. Ad annuire fingendomi d'accordo, a restare in silenzio quando avrei voluto parlare, urlare... Ora ci ero riuscita. Ora stavo finalmente riversando tutto il mio rancore a mio padre, inerme e sbalordito dal mio improvviso carattere del quale lui non era mai stato a conoscenza. Non sapeva cosa dire.. Logico. Lui non sapeva nulla di me. Non poteva sapere nemmeno come avrei reagito... Credeva fossi la classica figlia obbediente, ma anche io avevo un cuore ed ero stufa che venisse sempre spezzato, insieme al mio orgoglio che invece, veniva continuamente calpestato...

Io non ti ho mai detto nulla di me, papà, semplicemente perchè tu non me l'hai mai chiesto.” Le lacrime erano prepotenti e spingevano per uscire, causandomi la voce incrinata e gli occhi lucidi. Decisi così di alzarmi alla svelta per non guardarlo più in viso o in quegli occhi pieni di dolore, ma volli finire comunque il mio monologo.

Ho sempre cercato di essere la figlia perfetta, ma ovviamente Sophia e Giada erano sempre al primo posto. Ma ho capito il motivo da me, tranquillo, papà. So che somigliano a mamma. Lo vedo anche io... Guardarle fa uno strano effetto anche a me ma..l'unica cosa che ti chiedo è solo di ricordarti che esisto anche io, però. Che anche io studio, che anche io posso essere in grado fare qualcosa... Non sai quant'è stato difficile per tutto questo tempo, vivere all'ombra, senza mai sentirti dire di essere orgoglioso di me per gli sforzi che faccio ogni giorno, papà.” Avevo finito, e le lacrime mi avevano seguita. Tirai su col naso ma non resistetti ancora e allora mi defilai in camera mia...

Ricordo solo che l'ultima immagine che avevo nella mente, in quel momento, erano gli occhi feriti e delusi di mio padre...

 

   
 
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