Fanfic su attori > Orlando Bloom
Segui la storia  |       
Autore: Moon    05/01/2004    5 recensioni
Fan fic su Orlando Bloom. Un amore finito senza spiegazioni. Uno scherzo del destino riporta il passato alla luce. Vendetta, passione e rimpianto investiranno i protagonisti che dovranno fare i conti con i loro sentimenti....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia è stata scritta per divertimento

Capitolo 20: EPILOGO

 

 

Un anno dopo.

 

Elisabeth era sul volo Londra-Los Angeles, era molto stanca, ma anche molto felice. Il suo studio di architetto le stava dando delle grandi soddisfazioni. Ultimamente aveva acquisito come cliente, niente meno che un duca di York. Era per questo motivo, che si trovava sola su quel volo. Quel giorno era il compleanno di Willie, che era a Los Angeles già da una settimana. Era partito con Ingrid, la tata che si occupava di lui. Era stato necessario per Elisabeth procurarsene una, sia per il suo lavoro, sia per i frequenti spostamenti che avevano dovuto fare in quell'ultimo anno. Non ce l'avrebbe mai fatta a fare tutto da sola e sua madre cominciava ad avere una certa età, non poteva certo obbligarla ad un simile stress. E poi c'era Willie, che da principio era molto riluttante ad andare in America, ma poi una volta vista Los Angeles, aveva scalpitato per ritornarci, e si inventava pure dei pretesti molto fantasiosi per poterlo fare. La tata era stata scelta con estrema cura da Elisabeth: era una signora grassoccia sulla cinquantina, Non si sa mai, aveva pensato Liz, visto che doveva passare del tempo anche accanto ad Orlando era meglio premunirsi e non fornirgli nessuna tentazione di nessun genere. Elisabeth rise tra sé e sé della sua gelosia, ma del resto chi non lo sarebbe stata al suo posto?

 

Arrivò al Los Angeles International Airport, con un ritardo notevole, ed era un po’ rammaricata per questo, ma aveva avvertito Orlando, il quale nonostante tutto aveva accettato la cosa di buon grado. A dire il vero aveva fatto un po’ il misterioso al riguardo di dove si sarebbe svolta la festa di compleanno di Willie, aveva vagamente accennato ad una sorpresa…. Elisabeth era curiosa.

La macchina che Orlando le aveva mandato era già lì ad aspettarla.

Neanche dall'autista ci fu verso di sapere dove stessero andando, Elisabeth non dovette attendere molto per scoprirlo, la macchina si fermò davanti all'entrata di Disneyland.

Appena scesa si rese conto che c'era una folla enorme ed era tutto transennato, prontamente una guardia del corpo le si fece incontro. “Venga signorina Barlow, da questa parte” le disse l'uomo. Lei lo seguì sentendo su di se lo sguardo di disapprovazione di tutta quella gente. Avrebbe dovuto esserci abituata ormai alle folle, alle fan di Orlando che avrebbero voluto vederla sparire o anche peggio, ma per quanto si sforzasse, quel genere di situazione la faceva sentire ancora a disagio.

“Ma dai!!!! Ma fateci entrare, solo per pochi minuti…. Giusto per farci fare un' autografo! Per favore!” stava letteralmente pregando una ragazzina appoggiata alle transenne.

“Ragazze, per favore, siate brave, davvero non si può entrare oggi E' in corso una festa privata”.

Fu sentendo questo scambio di battute, che Elisabeth si rese conto che Orlando aveva affittato l'intero parco di divertimenti per festeggiare il compleanno di Willie.

Appena dentro, fu accolta da una insolita ed agitatissima Ingrid  “Oh! Signora, ma lei è già qui?” chiese alquanto imbarazzata.

Elisabeth la guardò con aria interrogativa “Che c'è Ingrid? Come mai sei così agitata?” le chiese senza tanti preamboli.

“Ma niente signora, si figuri” poi prendendola per un braccio tentò di portala verso una caffetteria “Ma venga con me e si prenda una buona tazza di caffè caldo, sarà stanca immagino!”.

Elisabeth cominciò ad insospettirsi e visto che Ingrid sembrava volesse a tutti i costi sviarla, si rivolse ad una delle guardie del corpo e gli chiese “Tommy, ma dove sono Orlando e mio figlio?”.

Lui molto candidamente le rispose “E' da circa quaranta minuti che sono sulle montagne russe” poi indicandole la parte dove era collocata l'attrazione, aggiunse “ Ecco vede, se lei segue questo vialetto e svolta a sinistra, li troverà immediatamente” concluse l'uomo con un sorriso.

Elisabeth non gli rispose nemmeno e a passo di marcia si diresse verso di loro.

“Questa volta, faccio una strage! Prima strozzo uno e poi strozzo anche quell'altro! Mi faranno venire un infarto uno di questi giorni!” disse a voce alta. Ingrid la seguiva, certa che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno d lavoro.

Sentì prima gli urli, tutti e due parevano divertirsi un mondo, poi li vide in cima a quella struttura enorme, pronti a fare una discesa a tutta velocità e per giunta con le mani alzate. Fu troppo e si coprì gli occhi, in preda all'angoscia.

Orlando e Willie erano al loro dodicesimo giro.

“Papy ne facciamo un altro?” chiese il bambino eccitatissimo.

 Orlando che scioglieva letteralmente quando si sentiva chiamare Papy da suo figlio, s'impose di non cascare nel tranello dell'astuto pargolo, anche perché sapeva di avergli fatto fare una cosa non molto adatta ad un bambino di soli cinque anni. Lo prese in collo e con aria ferma, ma tranquilla gli disse:

“No, ora basta, anche perché dovrebbe arrivare tua madre e se ci trova qui …”

William  lo tirò per maglia e gli disse “Papy guarda, la mamma è già qui!”.

Ad Orlando venne un colpo. Si girò sfoderando uno dei sorrisi più ammalianti che riuscisse a fare e andandole incontro le disse “Amore ma sei già qui?”. Quindi fece scendere Willie che si precipitò tra le braccia della madre che prima lo baciò e poi lo rimproverò. Subito, Ingrid prontamente prese il bimbo per mano e con la scusa di fargli mangiare l'ennesimo gelato li lasciò soli.

Elisabeth guardò Orlando con una tale disapprovazione che a lui venne voglia di scappare.

“Non ti ammazzo giusto perché abbiamo un figlio da allevare! Ma come ti viene in mente di fare queste bravate? Sei un …. un ….”

Ma non fece in tempo a finire perché lui l'aveva presa e la stava baciando.

“Anche io sono felice di rivederti Beth” le disse appena si staccò da lei.

 

Bene o male, in qualche modo, Orlando riuscì a calmarla.

Passarono la giornata al parco poi la sera prima di cena, ritornarono tutti a casa. Stranamente Ingrid e Willie si eclissarono quasi subito.

Orlando, prese Elisabeth per una mano e la portò fuori.

“Ho una sorpresa anche per te”, le disse sorridendo soddisfatto, mentre per mano la portava verso una delle tre piscine della villa.

Elisabeth vide che c'erano candele che illuminavano tutta la zona antistante la piscina più piccola, quella che lui, aveva fatto appositamente costruire per Willie. Sul lato destro notò che tra l'erba s'intravedeva una tovaglia bianca con il necessario per la cena, tutto disposto in maniera impeccabile e sempre illuminato da candele. Era tutto molto bello, Elisabeth rimase piacevolmente sorpresa.

“Ti piace?” le chiese lui.

“Molto” rispose sorridendogli a sua volta Liz.

“Ho pensato di fare una specie di pic nic. Mi sto sforzando di essere molto romantico”.

Lei si girò e le sfioro le labbra con bacio

“Grazie, lo apprezzo davvero tanto” disse Elisabeth che era molto colpita da quel gesto.

Si fermarono e lui le prese entrambi le mani, poi si frugò in tasca ed estrasse un astuccio rettangolare piuttosto lungo.

“Questo è per te” le disse porgendoglielo.

 Elisabeth lo guardo un po’ interdetta e poi lo aprì, dentro c'era un piccolo mazzo di chiavi. Le prese in mano e le guardò con aria interrogativa.

“Sono le chiavi del tuo nuovo studio, qui a Los Angeles, l'ho comprato subito dopo che sei ripartita, esattamente trentasette giorni sei ore e quarantadue minuti fa” le spiegò lui.

Liz fece per aprire bocca e rispondere ma lui, le poggiò un dito sulle labbra.

“Prima di dirmi di no, fammi parlare un attimo. Non ho intenzione di farti chiudere l'altro studio a Londra, vorrei almeno solo che tu provassi a vivere qui, con me. Poi, se proprio la cosa non va, mi trasferirò io a Londra. Davvero non ce la faccio più a fare e a farti fare avanti e indietro. E poi sarebbe anche l'ora che stessimo tutti e tre insieme un po’ più a lungo di quindici giorni o una settimana alla volta!”.

Lei era un po’ frastornata, questo non se lo aspettava, anche se a dire il vero, ultimamente ci aveva pensato un bel po’ su, ad una simile evenienza.

“Appena avrò sistemato il duca di York prenderò una lunga vacanza e verrò a trovarti. Mi tratterrò un po’ più a lungo di soli quindici giorni. Vedremo come vanno le cose, ma niente fretta intesi? Poi eventualmente, insieme decideremo che cosa sarà meglio fare” le rispose lei circondandogli il collo con le braccia. Ad Orlando bastò che lei non le avesse detto un no categorico, quindi euforico, l'afferrò per la vita e disse “Allora festeggiamo a dovere!” e sollevandola la tirò giù, e con un gran tonfo finirono entrambi in piscina.

“Ma allora sei davvero sempre più scemo!” disse lei annaspando.

“Il fatto è che mi era rimasta una gran voglia di farlo in acqua dall'ultima volta che eravamo a mollo!” rispose lui ridacchiando ed attirandola a se.

“Ma la cena non si raffredderà? E poi potrebbero vederci e…”

“Ho pensato a tutto io! La cena è già  di per se una cena fredda, e ho dato serie disposizioni, di divieto assoluto di avvicinarsi al parco a chiunque. Pena il licenziamento in tronco!” ripose mentre stava già armeggiando per toglierle la camicetta.

 Lei lo guardò con un'aria molto maliziosa e gli disse “Sei veramente un pessimo elemento, lo sai?”.

“Ora basta con le chiacchere” ripose lui fissandola e avvicinandosi alla sue labbra le disse in un sussurro “Perché non mi dimostri quanto ti sono mancato?”.

Elisabeth non se lo fece ripetere due volte. Con una mano lo attirò a sé, facendolo aderire al suo corpo, poi si fermò per restituirgli lo stesso sguardo pieno di passione con cui la stava guadando. E senza altri indugi lo baciò con tutta l'intensità dell'amore che sentiva per lui.

 

*FINE*

  

-LA SCELTA DI ELISABETH-

 

Sgangherata opera prima di Moon (pseudonimo di cui non vi riveleremo GIAMMAI l'identità!)

 

Dedicata con tutto il mio affetto a Mandy, senza le nostre telefonate, chissà cosa avrei mai fatto nei momenti di crisi mistica da fiction! Ti voglio bene!

A mami che ha dato il via e che mi è stata preziosa consigliera e beta reader (ma si dice così??) fino al capitolo 8 ( e si vede direte voi!    Sigh … rispondo io, ma mi sto impegnando!). Grazie mami, ma soprattutto sono felice di esserti amica!

A Lorella perché mi ha ridato la voglia di scrivere, oltre che molto altro ancora!

A Diva per il solo semplice fatto di esistere e di essere quello che è! Perché mi ha fatto leggere un infinità di libri e perchè le voglio un mondo di bene!

Per ultimo la vorrei dedicare ad Oralando …. Opssssssss…….. ad Orlando che con quella faccia " Un po’ così" è stato il protagonista ideale, gli auguro ogni bene nonché una vita sentimentale felice, ma indubbiamente molto meno complicata di quella che mi sono inventata io! …..

…… Anche se forse se la meriterebbe???? ^______^

 

Grazie anche a tutte voi che l'avete letta e recensita, vorrei scrivere tutti i nomi, ma poi rischio di fare un capitolo solo per i ringraziamenti e non mi pare proprio il caso! Sappiate comunque che ho apprezzato molto il vostro supporto e che siete tutte magnifiche.

 

Sì, si, tranquilli, questa volta ho veramente finito!

Moon

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: Moon