La finestra è aperta, la porta chiusa a chiave: non voglio che vedano.
E' inverno e fa freddo, ma non voglio che la stanza prenda quell'odore.
Prendo una boccata e espiro fuori il veleno da cui non voglio diventare dipendente.
La mia inesperienza non mi permette di spiegare a parole cosa provo in quei momenti.
La paura di essere scoperta, l'eccitazione di fare qualcosa in segreto, qualcosa che non si dovrebbe.
Tutto questo o forse soltanto le sostanze dentro quel minuscolo cartoncino arrotolato rendono le cose diverse, mi fanno sentire diversa.
Spengo in fretta il mozzicone morente sul davanzale e lo getto via, come se niente fosse accaduto.
Spruzzo in giro per la camera un deodorante per ambienti e su di me del leggero profumo alla vaniglia,
mi sciolgo i capelli, precendentemente legati per non essere avvolti dal fumo, e mangio una caramella.
Infine nascondo gli strumenti lontano da occhi e mani curiose: non deve rimanere nulla di ciò che è accaduto.
Torna la bambina infantile e giocosa, ignara del pericoli del mondo, amante del divertimento.
Tiro ancor più su le persiane, il buio della sera mi avvolge, prendo un respiro pulito d'aria fresca.
Apro la porta e la richiudo alla mie spalle.
Niente è successo. E' tutto come prima.