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Autore: Oxis    05/01/2011    1 recensioni
Vedo solo buio e polvere. Nient'altro.
Il mio corpo giace desolato sul duro pavimento di legno della mia camera.
Qualcuno urla fuori dalla porta, la gattaiola cigola. Non mi muovo.
Perche' sono qui?
Perche' sono una dannata.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbagliata


Prologo - Darkness


Vedo solo buio e polvere. Nient'altro. Solo una fredda coltre di nebbia davanti ai miei occhi socchiusi, avidi di luce. Respiro la polvere, tossisco, cercando la luce.

Il mio corpo giace desolato sul duro pavimento di legno della mia camera.

Ho freddo, ma non c'e' possibilita' di scaldarsi.

E non e' un incubo. E' realta'.

Qualcuno urla fuori dalla porta, la gattaiola cigola. Non mi muovo.

Solo quando non sento piu' le urla, costringo il mio corpo a voltarsi lentamente e comincio a strisciare sul pavimento.

Ecco come sono ridotta.

Arrivo alla porta, sul pavimento intravedo un piatto e un bicchiere d'acqua.

Afferro quello che c'e' sopra e senza neanche chiedermi cosa stia mangiando lo ingurgito.

E' pane secco. Davvero secco. Tossisco e mi bagno facendo inclinare troppo il bicchiere.

Mi cade dalle mani, ormai troppo deboli per reggere anche solo una penna e cade sul pavimento.

Le schegge esplodono con uno schianto che alle mie orecchie suona come un martello pneumatico.

Un dolore acuto e penetrante e sento qualcosa di caldo gocciolare dal mio labbro inferiore.

La mia mano scatta, a sparpagliare in un impeto di rabbia i frantumi del bicchiere, provocandomi altri graffi.

Cado faccia in giu' sul pavimento freddo e non mi muovo piu'.


E' strano come sia impossibile abituarsi a qualcosa. Si dice che dopo pochi giorni in una nuova casa, citta' o paese, le abitudine vecchie si dissolvano e tu riesci ad adattarti alla nuova realta', ai suoi tempi.

E' strano come per me tutto questo risulti impossibile. Vivo in questa stanza da cinque anni, ormai e ancora non riesco ad abituarmi a questa penombra sinistra costante, alla polvere e al freddo che aleggiano sempre, in ogni istante del giorno e della notte.

Alle tende di damasco scuro che fanno da sipario al mondo reale. Chissa' come e' la fuori.

Chissa' se e' ancora come lo ricordo. Ricordi confusi, pieno di una nostalgia mista a terrore e impotenza che non ha eguali.

Ogni giorno prego di morire e ogni giorno la mia speranza vacilla sempre piu' violenta.

Sono sull'orlo di un baratro e non so se riusciro' mai a rialzarmi.

Perche' sono qui?

Perche' sono una dannata.

   
 
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