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Autore: bianfre    05/01/2011    2 recensioni
“Inverno!”“Pomodoro,mozzarella,radicchio e grana!”“Rustica!”“Pomodoro,mozzarella,tonno,cipolla,salamino piccante…e…..”“AH, FREGATO! Olive nere!”e detto ciò il biondo non tardò a fuggire mentre il bruno cercava invano di scagliarvisi contro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Romanoooo”
“mmmmmmhhhhhh”
“Romano sveglia sono le 6 del mattino! Dobbiamo uscire!”
“ancora cinque minuti…”
“daaaaiiiii non posso tornare a casa senza di teeee…”
A malincuore e con una buona dose d’improperi masticati, il moretto dovette abbandonare il caldo giaciglio che da ormai 3 ore lo intorpidiva amorevole nel suo calore. Senza badare al casino appresso, agguantò la maglietta da terra,  riallacciò  la cintura in vita e sorreggendosi a malapena al minore, neanche lui messo troppo bene, s’incamminarono sbronzi verso l’uscita del locale, sotto lo sguardo serio e leggermente preoccupato dei buttafuori.
Appena messo piede fuori un’ondata di gelo li investì da capo a piedi, facendoli rabbrividire.
“Che freddo Felicianoooo! D-d-dai vai a prendere la macchina!!!”
“Io non ho la macchina … cioè… siamo venuti a piedi… credo…”
“Dobbiam—“ buca nel tombino “cristo—non dirmi che dobbiamo farcela a piedi…”
Il minore non rispose. Completamente ubriaco e stanco, spingeva entrambi verso la loro dolce casetta. Neanche si stava chiedendo perché quel fastidioso dolore al fondoschiena.
Solo un unico desiderio.
Dormire.
 
 
 
Pip pip pip pip
 
Non un solo pensiero passò per la mente del povero meridionale, che senza cognizione alcuna, buttò fuori dalla finestra il cellulare, ricevendo di risposta un tonfo sordo, seguito da un guaire canino.
Si riaddormentò.
 
 
 
DIINNN DLOOOONNNNNN
 
 
Chi era ora che spaccava i coglioni?
Se aprire le palpebre fu un’impresa mastodontica, non esisteva termine per definire l’impossibile raggiungimento dell’uscio di casa.
Il tragitto fu compiuto interamente con l’ausilio del muro come appoggio. Si chiedeva ancora se stava dormendo o comunque dove si trovasse.
Senza accertarsi di chi fosse, aprì stancamente la porta, ritrovandosi davanti il giovane giapponese guardarlo preoccupato.
“Signor Romano si sente bene? Non ha una bella cera…”
“Fottiti Kiku” disse senza cattiveria alcuna e dandogli le spalle si buttò sul divano, riaddormentandosi prima che un conato di vomito potesse sopraggiungere.
 
 
Un piagnucolio interrotto destò il moretto dai suoi sogni, aprendo le palpebre e trovandosi il fratello minore avvinghiato sul suo addome travolto da un pianto di dolore. Sbuffò sonoramente, pensando che solo questo ci mancava.
“F-Feli sono a pezzi, si può sapere che succede?” disse a fatica, desiderando ardentemente un bicchiere d’acqua.
“sigh Roman—Sob…Lud… ieri sera… VVVVEEEEEHHHHH!” e strappandogli di poco la maglietta ripiombò a singhiozzare contro il suo petto. Romano di tutta risposta se lo staccò di dosso buttandolo di peso a terra, strisciando i piedi fino al lavandino e tracannando tutta l’acqua che potè. Nel mentre Feliciano era rimasto a terra, piangendo tra un ‘non è possibile’ e un ‘adesso che faccio?’. Lovino lo fissava incapace di capire fino a che livello potesse arrivare la sua stupidità.
“Si può sapere che è successo???” sbraitò infine, sedendosi su una sedia, ripulendosi le labbra col dorso della mano.
Il minore lo guardò titubante. “Prometti che non ti arrabbierai?”
“Mi arrabbio se non mi dici subito qual è il problema! Dai spara…”
“Io e Lud abbiamo fatto sesso”.
Fu una cosa così… veloce, detta in modo semplice, senza peli sulla lingua. Non ebbe neanche il tempo di metabolizzare il significato che stava già rispondendo di non preoccuparsi.
Sesso. Suo fratello. Con IL CRUCCO DI MERDA.
Stava per vomitare.
“Tu… cos…. Aspetta, dai, che cazzo stai dicendo?”
“E’ così Romano… ecco lo sapevo, ti stai arrabbiando!”
“No io.. cristo Feli è normale che… ma… porca puttana ma io dove cazzo ero—“
Un improvviso flash back gli provocò una violenta scossa. Rivedeva il locale, il vino, quelle luci colorate che sulle pareti e… le labbra e le mani di Antonio su di sé.
Deglutii, facendosi improvvisamente serio e sentendo sudare freddo. No lui, lui non aveva fatto ‘sesso’ però… i preliminari…
“Veeeh Romano?” chiese preoccupato il minore, visto lo stato catatonico in cui era caduto il meridionale. AL richiamo questo sembrò ridestarsi, cominciando a girovagare per la casa alla ricerca di qualcosa. “Dov’è, dov’è, dove cazzo l’ho messo?!??!”
“Romano che stai—“
“il cellulare FEli IL CELLLULARE!”
“Questa mattina è passato Kiku a casa nostra, dicendo di averlo trovato nel giardino all’entrata del condominio… non ho idea di come ci sia finito” disse indicando un mattoncino tutto ammaccato e rotto sopra la mensola della cucina. Romano rabbrividì. Come diamine ci era finito là?
“Feliciano, ora facciamo una bella cosa…” disse fintamente calmo mentre prendeva la giacca e cercava in un qualche modo d’indossarla “ora noi… andiamo da quei deficienti… e ci facciamo dire che cazzo è successo ieri..”
“Ma Roman”
“Niente ma!!! Andiamo!” e tirando il minore dal polso si chiuse la porta alle spalle, facendolo salire in macchina.
“R-Romano stai barcollando come pensi di riuscire a guidare?!?”
“Zitto non c’è tempo per queste cose!!” ma non fece neanche in tempo ad inserire la chiave che un certo spagnolo gli si parò di fronte al parabrezza, facendogli cenno di fermarsi.
 
 
Continua…
 
 
 
 
 
   
 
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