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Autore: yliean    06/01/2011    3 recensioni
È nel mio magico mondo di Alagaesia che nacque una ragazza dai colorati capelli arcobaleno e dai profondi occhi castani, unica superstite di una razza sterminata.
Visse nascosta alla società per 16 anni.
Il suo casuale incotro con Eragon sconvolgerà le sorti di Alagaesia.
La sua venuta scatenerà forze occulte e farà sbocciare amori, il tutto per la brama di scoprire la vera natura di sè stessi.
* Ecco la mia prima ff!! Spero vivamente che vi piaccia!! Entrate e leggete e scoprirete la mia Alagaesia!!*
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Nasuada, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Cap 1                           L’  INCONTRO

Notai nel ragazzo caratteristiche che facevano barcollare seriamente la mia osservazione. Come già detto, gli occhi erano ben diversi da quelli elfici. Mia madre me ne narrava sempre dei colori splendidi dei loro occhi turchini, argentei o dorati. Raramente poteva capitare, che nascesse, in un’annata speciale, anche un bambino con gli occhi arcobaleno, come mio padre. Ma mai mi erano giunte voci di elfi con gli occhi marroni o scuri. Le iridi stupende di quel ragazzo erano profonde, come pozzi, venate di mille striature e tonalità diverse di marrone. Il secondo motivo riguardava la sua espressione: non aveva la più pallida idea di chi io potessi essere. I giovani elfi avrebbero sicuramente studiato e appreso la storia del massacro del mio popolo causato dai loro avi. Poteva essere anche un ottimo mito da raccontare ai più piccoli, per insegnare loro la potenza degli elfi e il loro predominio universale. Oppure non ne andavano fieri e avevano cercato di dimenticare quella storia per loro vergognosa. Sarebbe comunque risultato impossibile cancellare la storia dello sterminio del mio popolo: un avvenimento così cruento è molto difficile da dimenticare. E la loro ultima azione criminale è molto recente, appena 12 anni, e gli elfi vivono per secoli e secoli. Il ragazzo che mi ero trovata davanti appariva poco più che ventenne, ma impossibile capire l’età di un elfo basandosi sull’aspetto esteriore   (dimostrano 30 anni ma ne hanno trecento!), motivo per cui avrebbe dovuto sapere chi ero e a che razza appartenevo. E se invece, fosse appartenuto a quella razza infame, e non mi avesse riconosciuto, significava che avevo ancora la possibilità di salvarmi la vita.
Chi era quel ragazzo? Era un elfo? Era schierato con i Varden? Probabilmente sì, a giudicare dall’espressione dura che aveva acquisito alla vista del mio ciondolo.  Intanto, i suoi occhi si spostavano velocemente dalla mia catenina ai mie capelli, poi, si posarono sul mio viso. Improvvisamente si fermarono nei miei occhi e li perforarono, con la forza di un uragano.
<< Chi sei? >> mi chiese quasi cattivo
<< Chi sei tu!!?? >> ebbi il coraggio di ribattere, dopo essermi ripresa dallo sguardo ipnotico dei suoi occhi. Se era un elfo non avrei certamente potuto rivelare la mia identità.
<< Mi chiamo Eragon, figlio di Brom, cavaliere dei draghi .>> quelle sole parole fecero scaturire nella mia testa un sacco di domande, dubbi e ricordi.
Era stato un certo Brom a rivelare agli elfi la posizione del mio villaggio, l’ultimo della mia stirpe, in cui io ho vissuto felice per quattro anni insieme ai miei genitori.
Era forse quel Brom che aveva distrutto la mia famiglia? Il ragazzo che avevo davanti era suo figlio? Un moto di odio e di rabbia mi salì al petto, trapassandomi il cuore come una spada. Possibile che il probabile figlio di colui che mi aveva distrutto la vita fosse un cavaliere dei draghi? L’ultimo, quello di cui parlavano le voci sparse dalle ninfe? Ma le ultime tre uova non erano in possesso di Galbatorix?
<< Chi sei? >> mi domandò di nuovo, più nervoso e cattivo di prima. Ma io non potevo rivelarmi, non sapevo ancora se mi potevo fidare. E soprattutto se era il figlio di quel Brom non gli avrei certo detto chi ero.
<< Ti ho fatto una domanda!! >>disse insistente, quasi urlando. Io rimasi muta, con le labbra serrate, per diversi minuti.
Infine il ragazzo si stancò e la rabbia gli salì al cervello:<< Bhè, visto che non vuoi collaborare ti porterò all’accampamento. Forse lì troverai un motivo per parlare! >> All’accampamento??!! La paura mi invase.
<< Di chi??! >> urlai, quasi disperata. Fece un sorrisetto sbieco e malizioso:<< Dei Varden. >>
Eragon portava una camicia bianca sotto una sottile corazza di cuoio borchiata e un paio di pantaloni di pelle, stretti in una cintura, da cui pendeva il fodero di una spada dall’impugnatura meravigliosa. L’arco a tracolla e la faretra confermavano che quel ragazzo era un cacciatore e aveva posizionato la trappola, in cui ero caduta, per catturare un animale enorme. Il cavaliere, allora, da cacciatore esperto, prese un pugnale dalla cintura, tagliò i nodi alti delle corde e le catturò velocemente con la mano sinistra. Intanto con la destra estrasse dalla cintura delle manette di metallo di fortuna, lasciò le corde e si diresse verso di me, legandomi i polsi. Mi fece alzare, tirandomi a forza, maleducatamente e sgarbatamente.( La rete, che mi aveva catturato rimase abbandonata per terra. ) Mi girava un po’ la testa a causa del tempo che avevo trascorso a testa in giù e lui tirandomi in quel modo mi faceva male. Alla fine caddi, ma i suoi modi cattivi non cessarono. << Non sono un animale!! >> sbottai infine. Ma il ragazzo rimase impassibile e dopo poco ci fermammo in una radura circolare, tra gli alberi. Quel luogo lo conoscevo fin troppo bene, sicuramente meglio di quel cavaliere. Avevo la possibilità di fuggire, correre lontano, quando dal cielo si calò, volando in circolo, un drago. Le mie intenzioni si sgretolarono e io non ricordai più niente. Ero semplicemente bloccata a osservare quell’essere meraviglioso, mitico e potete, che si era fermato davanti a noi. Il drago mi guardava, con i suoi grandi occhi gialli intelligenti. Le sue squame erano di un blu meraviglioso, che sfumavano in tante tonalità diverse, a seconda della luce e del posto in cui si trovavano. Il drago chiuse le ali e mi si avvicinò. Per una frazione di secondo provai paura, poi osservandolo mi sentii a mio agio, quasi rilassata. Quando fui quasi per sfiorare le sue squame con il viso << Sei bellissimo >> mi scappò detto. Lui emise un rumore gutturale, rimbombante. E vidi Eragon che stava sorridendo malizioso.
Mamma non mi aveva mai parlato molto dei draghi. Aveva accennato alla loro bellezza , maestosità e intelligenza. Diceva che chi parlava con un drago era una persona speciale, ma, più che altro si era soffermata sulle ultime tre uova di drago purtroppo nelle mani di Galbatorix. Diceva anche che i draghi sono i capolavori della natura, decimati da quel mostro di Galbatorix, che ne pretende persino il possesso. Un uovo, fortunatamente, doveva essere uscito dal palazzo del tiranno a Uru’baen e finito nelle mani di quel giovane dalla parte dei Varden.
<< Non è un lui, è una lei. Si chiama Saphira e per tua sfortuna è molto permalosa. >> disse un po’ più rilassato, rispetto a prima, il cavaliere. Sembrava che il ragazzo facesse di tutto per mettermi paura: un drago arrabbiato sarebbe stato uno spettacolo raccapricciante. Compresi poi che il rumore gutturale di Saphira doveva essere una specie di ristata, quindi non si era arrabbiata ma l’aveva presa sul ridere.
<< Scusami Saphira >> le dissi dolcemente.
Sentivo che di lei potevo fidarmi, ma non ero altrettanto sicura riguardo al suo cavaliere. Mia madre mi raccontava che i draghi avevano una specie di contatto telepatico con i propri cavalieri, perciò dire qualcosa a Saphira significava rivelarlo anche a Eragon.
Dopo questo breve scambio di battute in un’atmosfera abbastanza rilassata, Eragon, più a suo agio, disse: << Andiamo, devi salire su Saphira. >> Il tono della sua voce  era meno duro e cattivo, forse iniziava a capire che io non stavo dalla parte di quel mostro.
Salire sul dorso di Saphira si rivelò un’azione alquanto complessa. Non era semplice salire sulla sua enorme schiena senza usare le mani, ancora legate. Eragon salì dietro di me, per slegarmi, quando fossimo saliti tra le nuvole e reggermi a lui e alla sella.
Infine la dragonessa spiccò il volo. Ben presto rimasi incantata a osservare il panorama: dall’altezza a cui ci trovavamo si poteva scorgere l’intera area coperta dalla mia foresta,i villaggi e le città lontane, i campi coltivati che apparivano di mille colori, i fiumi, i laghi, la grande dorsale e l’orizzonte che correva infinito sul mare. Per quegli istanti sentii i nervi sciogliersi, tra le braccia di Eragon e sul dorso di Saphira mi sentivo al sicuro. Fu in quel momento che sentii una  presenza entrare nella mia coscienza e una sensazione di calore mi avvolse.
<< Eih, ragazza! Sai che hai una mente impenetrabile!? >> sentii rimbombarmi nella testa. Era una voce femminile. Il mio cuore si riempii di gioia, quando mi resi conto che era Saphira.
<< Davvero? >>risposi laconica. Non sapevo neanche che cosa significava avere “una mente impenetrabile!”
<< Mi dici come ti chiami? Almeno non dovrò più chiamarti “ragazza!” >>
Ci pensai sopra.
<< Ti puoi fidare, tranquilla! >>
Non sarei stata in pericolo rivelandole il mio nome.
<< Kiara >> le dissi sicura.
<< Che bel nome melodico! >>
<< Grazie! Anche Saphira è bello! Te lo ha dato Eragon? >>
<< Già…ma anche lui mi aveva scambiato per un maschio…poi tutti i nomi femminili che mi suggeriva erano terribili! Finché finalmente, l’ultimo nome, fu perfetto! Non senti come suona bene? S-A-P-H-I-R-A… >>
<< Sì!! >>confermai e mi misi a ridere… Il mio scoppio di ilarità destò Eragon dai suoi pensieri, e il cavaliere mi guardò cupo.
<< Non sembra che il tuo cavaliere sia molto gioioso, lo sono io che sto andando al macello!! >> mi feci sfuggire mentalmente.
<< Non stai andando al macello!! I Varden sono ottime persone! >> disse irritata. Poi aggiunse:<< Eragon ha altri pensieri, adesso. E uno di questi sei tu! Inoltre ha paura di ciò che potrei dirti sul suo conto. Non sono solo io quella permalosa! >> disse in tono scherzoso e inizialmente un po’ accusatorio, che mi irritò.
<< Tra poco saremo dai Varden >> disse Eragon, rinsavito dai propri pensieri.
La sua affermazione mi fece tornare alla realtà. Ad un certo punto non sentii neanche più il dolce calore della coscienza di Saphira. Avevamo rotto il contatto.
L’accampamento era sempre più vicino. Potevo vedere bene le tende e il posto in cui saremo dovuti atterrare. Era ghermito di gente. Presto mi sarei ritrovata in mezzo ai Varden.

 
N.D.A.
Grazie mille per le vostre  recensioni!! Spero in futuro di riceverne di più ^^.
Mi scuso per l’html del prologo ma non sono molto brava ad utilizzarlo…L
Mi scuso per aver modificato un po’ la trama  di Paolini, a  chi non fosse piaciuta l’idea. L
Mi scuso anche per il nome della mia protagonista, certo un nome comune, ma devo confessare che mi piace tanto!! L
Mi scuso per il ritardo con cui ho pubblicato il primo capitolo; ma devo avvertirvi, con molto dispiacere, che non posterò un capitolo ogni 10 giorni. Questo sarà il minimo lasso di tempo, poiché tra poco inizia anche la scuola. L
CHIEDO VENIA E PERDONO PER QUESTA NOTIZIA!! :D
Sono un po’ lenta a scrivere un capitolo, anche corto, ma non preoccupatevi perché ho già scritto un lungo abbozzo per la trama. Vi voglio comunicare inoltre che i capitoli diventeranno più lunghi…XD
Eh be’, devo confessare che sono ancora molto emozionata per la pubblicazione della mia ff. Un po’ titubante ma emozionantissima.
Baci,
Yliean
  
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