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Autore: Vampire93    06/01/2011    1 recensioni
Bella è costretta ad abbandonare i propri cari per non compromettere la loro felicità. Vittima del proprio passato, vive i suoi giorni sorvegliando i figli e il marito che tanto ama ma dal quale non vorrebbe mai farsi vedere perchè timorosa del suo giudizio. Riuscirà Bella a tornare dai Cullen? Oppure preferirà vedere il proprio marito felice assieme ad un'altra vampira?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Salve a tutti quanti! scusate il tremendo ritardo ma son felice di comunicarvi che l'ispirazione è finalmente tornata a farmi visita e così mi sono messa subito all'opera, come potete vedere. Il capitolo è stato scritto di getto quindi non so quanto potrà essere di vostro gradimento! già che ci sono vi chiedo se qualcuno sarebbe gentilmente disposto a farmi da beta perchè ogni tanto ho qualche dubbio sull'esposizione e mi farebbe proprio comodo avere un aiutino! colgo l'occasione per ringraziare coloro che hanno gentilmente recensito lo scorso capitolo e vi prometto che farò di tutto per essere un pò più frequente con il postare nuovi capitoli intanto spero che questo sia di vostro gradimento per quanto noioso possa essere! Un bacione e scusate ancora !

TILL THE DAY I DIE

Alice POV. Ci aprì la porta una donna sulla quarantina dallo sguardo triste ma cordiale. Io e la mia famiglia al completo entrammo con passo cadenzato, fino ad una sala comune provvista di alcuni divanetti appostati a semicerchio diretti verso un grosso televisore. Ad attenderci, seduti con le spalle curve vi erano Charlie e Reneè entrambi con le lacrime agli occhi. La morte precoce della loro unica figlia aveva tolto loro anni e anni di vita facendo apparire il volto vecchio e stanco, privo di vitalità. Un volta salutati, ci sedemmo sui divanetti attendendo con tristezza l’accendersi del televisore. Avevamo deciso di cremare mia sorella per una ragione semplicissima: il corpo era praticamente impossibile da ricomporre e solo grazie a mio padre-che a stento vi ci riuscì- avevamo potuto riunire il cadavere della mia amata sorella. Un vampiro l’aveva sbranata e privata quasi completamente del sangue, richiamato dalla furente sete che l’aveva impossessato. Dedussi che per aver ridotto in quel modo mia sorella doveva trattarsi per forza d’un vampiro neonato. Stavamo soffrendo tutti in famiglia, nessuno escluso, ma colei che soffriva più di tutti assieme al padre fu senz’altro Nessie, colei che aveva assistito all’uccisione della propria madre in modo tanto brutale. Ricordo che quando io e i miei fratelli arrivammo alla radura dove fu avvenuto l’assassinio,  ritrovammo la bambina in ginocchio, fissare insistentemente il cadavere irriconoscibile della madre. Era piena di profondi tagli, le braccia erano spezzate e il corpo nudo e freddo, colmo di sangue. Per una bambina della sua età vedere una scena di questo tipo, dev’esser stato senz’altro scioccante e traumatico. Infatti la piccola non parlò da quel triste giorno. Chissà cos’era realmente accaduto in quel pomeriggio…

Dei bambini, ora che Bella era venuta a mancare, se ne occupava principalmente mia madre che con le sue premure non gli faceva mancare nulla. In casa alleggiava un’atmosfera tetra e ricca di parole non dette, di lacrime non versate.  I miei fratelli parevano esser svuotati, soprattutto Edward, il quale non si dava pace per non esser riuscito ad arrivare in tempo per salvare sua moglie. Incolpava se stesso come mai aveva fatto prima d’ora. Dei bambini non gliene importava nulla ed io avevo più volte cercato di convincerlo a comportarsi da padre e stare al fianco dei propri figli che avevano bisogno di lui soprattutto in un periodo come quello. Ma niente sembrava smuovere la sua anima (sempre se ne avesse ancora una). Ogni giorno avevo visioni su di lui, in Italia, che tentava di scatenare l’ira dei Volturi per congiungersi definitivamente con l’amata moglie. E tutte le volte gli ripetevo che aveva dei figli da crescere e che Bella non avrebbe mai approvato un simile comportamento. Ma lui si limitava a sospirare con sguardo vacuo. Pensai che se l’assassino di Bella non fosse stato ucciso già dai licantropi, niente l’avrebbe fermato per cercarlo e attuare la sua vendetta. Durante le giornate sfogliava le foto scattate assieme a lei come se non volesse dimenticare il suo timido e sereno volto. Quel giorno per riuscire a convincerlo ad uscire di casa ce ne volle di tempo, ma ora era lì, seduto in quel divanetto di fronte al televisore, adesso acceso, che trasmetteva l’immagine della bara di Bella circondata dalle fiamme. I miei famigliari piansero senza versare una lacrima al contrario dei genitori di Bella i quali, se possibile, piansero ancora più forte ripetendo il nome della figlia come un mantra. I gemelli, che fino a quel momento dormivano beati, si svegliarono e si unirono coi nonni al pianto percependo i sentimenti che in quel momento collettivamente provammo. Al termine della cerimonia, presi Nessie in braccio e la portai con me verso l’auto accompagnata dagli altri. Mi sentivo assai debole cosa assai insolita per un vampiro, ma fu come se all’improvviso mi riuscisse difficile anche solamente fingere di vivere e potei affermare con certezza che la stessa cosa valeva anche per Nessie. Non la sentì parlare mai più, non la vidi sorridere neanche una volta, nemmeno alle battute di Emmett che cercava sempre di rallegrare tutti con la sua spontaneità. Sembrava come se si fosse coperta di una spessa corazza che la divideva dal mondo esterno. Crescendo, notammo che preferiva stare spesso da sola anche a scuola era solita farlo al contrario dei fratelli, spesso allegri ma molto composti. Sapevano a grandi linee la triste storia che aveva visto protagonista la madre e anche se erano a conoscenza di chi fossero realmente i figli, consideravano come genitori Esme e Carlisle mentre Edward come un conoscente col quale scambiavano un semplice “ciao” quelle poche volte che si vedevano per casa.  Di anni adesso ne erano passati ben nove e i gemelli dimostravano la mia età come Nessie che da qualche anno a sta parte aveva completato la sua crescita. Avevamo fatto molti trasferimenti per evitare di insospettire il vicinato con la crescita rapida dei bambini. Nonostante gli anni passati la situazione famigliare non era migliorata per niente idem per Charlie il quale aveva avuto un arresto cardiaco dopo poco tempo la morte della figlia. Ricordo che andammo al suo funerale. Ci andammo tutti tranne Edward: diceva che non voleva andare nello stesso cimitero dove era custodita anche la sua reliquia. Adesso abitavamo in Alaska in una villetta simile a quella di Forks nascosta tra gli alberi. I Denali s’erano trasferiti da qualche anno in una zona remota del Brasile e vi ci sarebbero stati per altrettanti anni. Io e i miei fratelli assieme ai nostri nipoti, frequentavamo le superiori e ovviamente, cosa che a noi non importava minimamente, eravamo i ragazzi più ambiti della scuola, soprattutto Nessie che con il suo sguardo serie e imperturbabile incantava miriadi di ragazzi.  A occhio esterno parevamo sereni e contenti ma in realtà dentro di noi, custodivamo una tristezza mai provata dovuta alla mancanza della nostra amata sorella. Mi ripromisi che avrei fatto di tutto pur di riportare la serenità nella mia famiglia e di riuscire a trasformare il triste ricordo dell’umana che aveva conquistato i nostri cuori spenti in un ricordo piacevole… ma ero perfettamente conscia del fatto che non ci sarei mai riuscita.

  
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