Capitolo 7
Il mio cuore quasi si
fermò. Non era possibile, non poteva essere vero.
Quella figura mi stava
ipnotizzando, in una maniera orribile.
Sentivo anche Venere, ma
il mio cervello aveva chiuso le comunicazioni, ero pietrificata.
Ma il rumore delle sue
ali spezzò quella specie di incantesimo, e cosi ritornai al presente a un
momento veramente schifoso.
Mi spostai appena in
tempo per non essere presa dalla creatura, Venere si era già allontanata e
urlava, aveva paura, paura di morire. All’improvviso pensai anche io di avere
paura, paura di non rivedere più nessuno, di non poter salvare nessuno, ma mi
rassicurai in fretta, non sarei morta tanto facilmente.
-Venere stai lontana, non
può nuocerci troppo, è stordito, risente della vicinanza con la terra, e questo
ci permetterà di batterlo.-
-Non so, ma io rimango
qua.- disse con voce tremante.
-Tranquilla, ci penso
io.- dissi decisa e posizionandomi davanti al mostro.
Gracchiava, o meglio
urlava dal dolore, la terra lo stava facendo impazzire e da un lato fu un gran
sollievo, pensai sorridendo.
-Per la prima volta.-
dissi piano e abbassando la testa –Non ho paura di te.- alzai gli occhi e mi sentì diversa.
Una forza si impossessò
del mio cuore, del mio corpo, di me. E questa forza si insediò violentemente in
me e si aggrappò forte al mio cuore. E cosi mi venne fuori un urlo di dolore.
Non so manco io il perché, ma so che qualcosa che non era il Raven Moncher
cominciò a distruggermi dall’interno.
E poi ci fu il buio.
Era come se fossi morta, ma allo stesso tempo non lo ero, ero io, io c’ero ancora, ma qualcosa era cambiato, qualcosa che non avevo previsto.
Qualcosa di inaspettato.
E dopo riapparve la luce.
Ritornai io.
Quando aprì gli occhi mi sembrò di averlo
fatto per la prima volta, mi sembrò di essere nata una seconda volta. E la cosa
mi sconvolse.
Vidi il mostro fermo
davanti a me, stava in silenzio, ma quel silenzio nascondeva molto, riuscì a
percepire la sua paura, era forte, e molto e questa paura mi caricò ancora di
più.
Vidi Venere pietrificata
dietro l’angolo, mi guardava anche lei con paura, tremava forte e stavolta la
sua paura mi eccitò. Ero pronta.
Da quel momento in poi
tutto avvenne abbastanza velocemente.
Il mostro decise di
attaccare si era seccato aspettare e da un lato anche io non vedevo l’ora di
misurarmi con lui. Spiccò il volo verso di me.
Io rimasi ferma, con gli
occhi chiusi. Mi lascia guidare dai sensi. Mi lasciai guidare dalla terra. E in
lei trovai la via per attaccare.
Riaprì lentamente gli
occhi e li sentì diversi, li sentì potenti, pronti a esplodere, vidi il mostro
sempre più vicino e con un semplice gesto della mano creai una barriera di
terra e il mostro ci finì dentro.
Urlò appena si scontrò
con la terra e quelle urla alimentarono il mio odio verso Kalona, verso tutto
ciò che rappresentava, verso tutto quello che aveva distrutto, verso tutto
quello che mi aveva portato via…
E in quell’attimo di esitazione ritornò l’immagine Stark, l’immagine del suo primo giorno, l’immagine del suo bacio, della sua morte e mi cadde una lacrima, una dolce calda lacrima che si posò dolcemente sulle mie labbra.
Lentamente la toccai e
sentì le miei dita bagnarsi, e per un attimo ebbi la sensazione di essermi
persa, di aver smarrito il cammino.
Ma qualcosa, mi portò al presente, la forza di prima riprese il controllo lasciai stare la lacrima e mi concentrai a malincuore sul mostro.
Era in agonia ormai, imprigionato nella
barriera di terra, urlava, nella speranza che qualcuno lo venisse ad aiutare,
ma era inutile, nessuno sarebbe venuto pensai decisa.
Con un altro semplice
gesto della mano feci si che la terra si strinse intorno lui, sempre più forte, sempre di più, finche
le urla non cessarono e appena successe lascia che la terra tornasse tale,
lasciai andare l’elemento, ringraziandolo.
E qualcosa lasciò andare
a me, ma sapevo che non se n’era andata per sempre, era nascosta dentro di me,
pronta a uscire non appena ne avessi avuto bisogno e la cosa mi fece sentire
meglio, voleva dire che non ero più debole, ma che ero solo più forte.
Poi mi girai verso Venere
e la vidi sussultare, non aveva smesso di tremare.
-Hai paura di me?.-
chiesi avvicinandomi.
-Stammi lontana, ti
prego! I tuoi occhi, i tuoi occhi…- e scoppiò a piangere, correndo via.
-I miei occhi?.- ripetei.
Ripercorsi un minimo il
corridoio e trovai una pozza d’acqua. Mi avvicinai, fino a specchiarmi e capì
che cosa aveva terrorizzato Venere, capì perché i miei occhi.
Avevo l’intero occhio
verde, la pupilla era del tutto sparita e l’iride era diventato un tutt’uno con
il resto dell’occhio e i miei occhi che una volta erono marroni erono diventati
di un verde acceso.
Come la terra.
spazio autrice: come vi pare questo cap?? spero vi
sia piaciuto, fatemi sapere che cosa ne pensate, sono curiosa!! grazie
a tutte quelle che stanno seguendo la mia storia =) kiss =)