3. My Reasons
Arrivo a casa, dopo una giornata
infernale. Chiudo gli occhi con un sospiro, dopo aver posato il trench
all’appendi panni accanto alla porta. Lei è sempre lì. Cazzo.
-Sono a casa, Astoria!- urlo, verso mia
moglie.
Mi guardo in giro nella casa in cui siamo
andati a vivere dopo il nostro matrimonio. Regalo di papà Greengrass.
Una piccola casa di cattivo gusto sequestrata al fratello maggiore di mio
suocero perché usata come camera di tortura a Babbani
e Sanguesporco durante la Seconda Guerra Magica e riottenuta grazie ad una
lauta donazione di suddetto papà Greengrass in favore
di una qualche opera di ‘beneficienza’. Posto che non sono mai riuscito a
chiamare veramente casa. Prigione di un matrimonio forzato. Posto che mi
ricorda tutto quello che ho fatto di sbagliato in tutta la mia vita.
Sospiro, scuotendo la testa, mentre mi
siedo sul divano del salotto. Non posso permettermi di pensare queste cose. Non
è giusto, non posso farlo. È dannatamente poco etico anche per me, cazzo. Passo
una mano sugli occhi, e agito di nuovo la testa, provando a dimenticare. Sento
il rumore di una doccia, a quanto pare usata da Astoria in questo momento.
Dovrebbe essere invitante, dovrebbe farmi venire voglia di togliermi i vestiti
strada facendo, di aprire la porta di botto ed entrare nel piccolo box doccia
con la ragazza che ho sposato, ma non mi va. Riesco solo a pensare al fatto che
Astoria avrebbe potuto fare la doccia prima, perché sono così stanco, almeno
psicologicamente, che vorrei solo dormire e non pensare più a niente.
Ma non posso non pensare a niente. Perché penso solo a lei. Lei che dovrei
odiare, lei a cui non dovrei pensare, lei che mi ha fottuto come se fossi un
ragazzino in preda agli ormoni. Lei che, nonostante tutto, è la donna che
aspetto da tutta la vita.
*Inizio flashback*
-Andromeda,
mi dispiace così tanto!- dice Narcissa Black in Malfoy a mia zia, Andromeda
Black in Tonks.
La guerra è appena finita. Lo Sfregiato ha
appena sconfitto
Faccia di Serpente, con mio grande sollievo. E adesso siamo qui, a provare a
rimediare a tutto il male che ha fatto la mia famiglia negli anni passati. Sono
qui a provare a rimediare alle mancanze dei primi diciotto anni della mia vita.
Sono qui per provare a crescere e diventare un essere umano degno di portare
questo nome. Sono qui per provare a essere Draco, e non un Malfoy.
-Oh, Cissy! Mi
sei mancata così tanto!- dice mia zia, abbracciando mia madre di slancio.
Provo a trattenere un sorriso ma non ci
riesco. Da quando la guerra è finita mia madre è diventata un’altra persona.
Non ha più quell’aria perennemente stanca che aveva prima. Non prova più a
reprimere le sue emozioni, non ha più paura di rispondere in modo sarcastico a
mio padre, nemmeno quando siamo in pubblico. E mi piace. È lei la persona che
mi ha cresciuto. È lei che quando ero bambino mi portava in giro per le giostre
babbane, di nascosto da Lucius. La persona che andava
in giro per il Manor negli ultimi tempi era solo il fantasma della persona meravigliosa
che è Narcissa Black.
-Vieni, Andromeda. Voglio presentarti una
persona.- dice mia madre, staccandosi dalla sorella. -Lui è Draco, tuo nipote.-
-Ciao, zia.-
dico, torturandomi le mani.
Ricordo l’ultima volta che ho conosciuto
una mia zia.
Bellatrix aveva fatto un cenno del capo e mi aveva solo detto di essere troppo
magro e debole. Non che ci fosse qualcosa da aspettarsi da lei. Bellatrix era
stata già in gioventù una pazza con manie di grandezza, ma Azkaban non aveva di
certo giovato alla sua salute mentale. Durante il periodo di permanenza di
Faccia di Serpente a casa mia, io ero costretto ad andare a chiamarla in caso
di riunioni. Una volta l’avevo trovata con le braccia sospese in aria mentre
canticchiava una nenia, come avesse un neonato tra le braccia. La cruciatus non è decisamente una maledizione piacevole, ma
quella volta lo era stata ancora meno…
-Draco!
Da quanto tempo volevo conoscerti!- dice, con un sorriso felice e gli occhi
velati di lacrime.
Lei si slancia verso di me e io accolgo
l’abbraccio con uno strano calore nel petto. È l’abbraccio di una madre. Caldo
e affettuoso e tenero e amorevole. Poi ricordo. Mia cugina Ninfadora
e suo marito, il mio ex-professore di Difesa contro le Arti Oscure, Remus Lupin, sono morti. Uccisi da due Mangiamorte durante
la Battaglia di Hogwarts. Bellatrix Lestrange ha ucciso la sua stessa nipote
solo perché figlia di un Nato Babbano e moglie di un
licantropo. Chiudo le mani a pugno, perché mai prima di adesso ho provato una tale
sensazione di disgusto.
Poi la sento irrigidirsi e mi stacco leggermente
da lei, confuso. Sento mia madre afferrarmi un polso e spingermi indietro.
-Oh, Merlino! Draco, vieni qui. Sta per
pronunciare una profezia!- esclama, mettendo una sedia dietro la sorella.
-Cosa? È una veggente?- chiedo, scioccato.
-Noi Black siamo bravi a mantenere i
segreti.- risponde, annuendo.
-Il figlio di un diavolo e un angelo amerà
Lui non ci crede nemmeno ma lo farà
L’amata i poteri celati e nascosti avrà
Ma lui per senso del dovere li sbloccherà!
Il suo cuore freddo e insensibile diverrà
Ma al suo primo sguardo a cedere pronto
sarà.
Ad una Nata-Babbana
la sua vita dedicherà…-
*Fine flashback*
Scuoto la testa, rassegnato. La profezia
si è avverata. Per uno stupido scherzo del destino, la mia vita dai diciotto
anni in poi era dipesa da una stupida profezia. O almeno la credevo stupida. Ma
quello era il mio vecchio io. Il vecchio io che non credeva nei sentimenti. Il
vecchio io che non era pronto ad aver una relazione. Il vecchio io che
piuttosto che rinunciare alle storie di una notte, si sarebbe fatto volentieri
togliere un braccio. Perciò, quando zia Andromeda mi aveva detto che mi sarei
innamorato di una Nata-Babbana con i poteri bloccati,
le avevo riso in faccia. Io non volevo niente del genere. Se ci fosse stata una
scappatoia alla profezia, io l’avrei presa senza pensarci due volte. E l’ho
presa. Quando mio padre ha organizzato il matrimonio con Astoria, ho accettato
subito, senza lamentarmi più di tanto, ma nemmeno con tanto entusiasmo. Non
avevo prospettive. Non credevo di potere amare. Ma lei, la mia lei, era
diversa. Era pura. Ed era bella, bella come Astoria, in sette anni di
matrimonio, non mi era sembrata mai.
*Inizio Flashback*
-Ron, Herm, vi prego, ne ho bisogno! Ho bisogno di mandare
qualcuno che la ragazza possa riconoscere! Ve lo sto chiedendo come favore
personale, non ve lo sto nemmeno assegnando come missione!- sento parlare lo
Sfregiato da fuori la porta.
-Harry,
non possiamo lasciare i piccoli da soli! Perché non vai tu con Ginny? Ti riconoscerebbe subito! Basterebbe…-
dice la Sanguesporco Granger.
-Farle vedere la cicatrice. Harry, non
possiamo, davvero! Ci sono decine di Auror che in questo momento non stanno
facendo niente, chiedi a loro! Io non posso abbandonare la mia squadra così. E
poi Hermione non è nemmeno Auror, non puoi darle ordini!- dice la Donnola.
-Ragazzi, vi prego…-
dice Harry, e io evito di sfregarmi le mani, anche se devo ammetterlo,
nonostante sia passato un sacco di tempo, godo ancora nel vedere Potty disperato.
-No,
Harry, ragazzi niente. Non dovrebbe essere nemmeno di nostra competenza. Ci
occupiamo di maghi pericolosi, non di cose del genere. Quindi mi dispiace, ma
non possiamo andare, Harry.- ribatte Ron.
Vedo uscire Ron ed Hermione dall’ufficio
del Bambino Sopravvissuto Per Tormentarmi, e mi accorgo che il suddetto
flagello della mia esistenza affonda la testa sulle braccia incrociate posate
sulla scrivania, sconfitto. Decido di entrare nell’ufficio, volendomi godere la
sua sensazione di sconforto. Lui alza la testa, infastidito dal mio arrivo.
-Malferrett,
oggi non è giornata, quindi dì quello che devi dire e vattene!- dice,
sospirando.
-Ah-ah, Potty. Divertente. Dove volevi mandare la Donnola e la Granger?- chiedo, facendo finta di non sentire l’insulto.
In fondo io gliene dico di peggio.
-Non t’interessa, Malefico.- mi risponde,
chiudendo gli occhi.
-Scordatelo! Stavi coinvolgendo Weasley, il che significa che puoi coinvolgere anche me.
Caposquadra è lui e caposquadra sono io. Niente nepotismo, favoritismi o
raccomandazioni. Di cosa si tratta?- chiedo, alzando un sopracciglio,
sospettoso.
-Il fatto è che…
non so se sei il più adatto, Draco.- dice, raddrizzandosi sulla sedia e
passandosi una mano tra i capelli, scombinandoli ancora di più.
-Di cosa si tratta, Harry?- gli chiedo,
sedendomi di fronte a lui.
Perché si, ho capito che, quando
quest’uomo entra in modalità seria, bisogna ascoltarlo. Per me resta un idiota,
ma se il Cappello Parlante voleva smistarlo a Serpeverde un motivo c’è. Quindi
una volta l’anno gli do la possibilità di parlarmi senza ricevere insulti in
risposta. Spero che sfrutti bene la possibilità di quest’anno…
-C’è una ragazza in Italia con i poteri
bloccati. Non voglio sconvolgerla, ma vorrei che capisse subito chi ha davanti.
Pensavo che magari, mandando Ron e Hermione, sarebbe stato più facile, in
fondo, li riconoscono quasi tutti. E, invece, non so dove sbattere la testa,
perché loro non vogliono andare e io non posso muovermi da qui. Se manco ad
un’altra cena di famiglia, Ginny chiederà il divorzio.-
dice, prendendosi la testa fra le mani. –Ci vorrebbe solo qualcuno disposto ad andare…-
*Fine Flashback*
Ok, lo ammetto, mi era mancato il respiro.
E ok, lo ammetto, volevo venire per dirmi: ‘Hey,
Draco! Visto? Non sei in grado di amare, quindi sbloccale i poteri e torna a
vivere una vita senza senso a Londra!’. Speranze vane, ovviamente. Perché la
ragazza si era rivelata molto di più di un semplice nome su un fascicolo
dimenticato al Ministero o il possibile oggetto di una profezia.
Perché Asia è.. è perfetta. È bellissima.
Non di quella bellezza travolgente, non di quella bellezza che attira gli
sguardi degli uomini al suo passaggio, per fortuna. Asia è bellissima nella sua
semplicità, nella sua timidezza, nella sua schiettezza. È bella nei suoi
capelli castani lunghi e boccolosi. E adoro la luce
che ha nei suoi occhi cangianti, castani a prima vista, dorati quando la guardi
negli occhi attentamente, verdi quando una luce forte svela la vera essenza di
questi occhi così profondi e gentili attraverso cui potresti leggere la sua
anima. Occhi che mi hanno fatto cedere al primo sguardo, come ha detto mia zia
tanti anni fa.
Già, Asia è dolce, bella, gentile. Ma
dietro la sua gentilezza nasconde un potere che farebbe impallidire Tom Riddle e Silente messi insieme. Le ho sbloccato i
poteri solo stamattina e nel giro di un paio di secondi è stata capace di
provocare talmente tanti di quei fenomeni da scatenare la curiosità dei media.
Non che m’importi. Non ho tempo di pensare
a queste cose adesso, che se ne occupino gli Obliviatori.
In fondo il Ministero li paga per una ragione. No, l’unica cosa di cui
m’importa è lei. Lei che mi ha dato il permesso di chiamarla Asia, non
Anastasia. Lei che si fida di me, nonostante non ci avrei scommesso nemmeno uno
zellino. E il suo sguardo quando me l’ha detto… avrei voluto restare. Avrei voluto chiederle di restare. Avrei voluto
abbracciarla, stringerla tra le mie braccia ancora e ancora, fino a sembrare
una persona sola, fino a farla sentire parte di me. Avrei voluto restare e non
lasciarla allontanare mai più.
Ma.
C’è sempre un ma, quando tutto intorno sembra
splendere.
È così piccola. Così giovane. Ha 12 anni
in meno di me. E io… ho già una moglie. Senza contare
mio padre. Lucius Malfoy mi avrebbe ucciso. O mi
avrebbe chiuso in una camera da letto piena di lingerie commestibile da fare
indossare ad Astoria e farle concepire finalmente il tanto atteso nipotino. A
mia madre non avrebbe importato, anzi ne sarebbe stata felice. Aveva litigato
con mio padre, quando questo mi aveva costretto a sposarmi con una Purosangue.
Avevano litigato come non litigavano da tempo, solo perché non ero stato
abbastanza coraggioso da dire a mio padre che volevo aspettare quella giusta.
Ma non posso più cambiare le cose. E
questo mi fa imprecare sotto voce, perché non riesco a pensare al fatto che
Asia sarà sempre la persona giusta arrivata, anzi, trovata al momento sbagliato,
e non è giusto. Non è giusto che, dopo tutto quello che ho passato nella mia
vita, io sia costretto a dover sopportare anche questo.
-Oh, ciao, Draco. Sei già qui.- sento dire
da Astoria, alle mie spalle.
Mi giro verso di lei e la guardo. Indossa
solo un asciugamano che la copre a malapena. La guardo negli occhi, scrutando
poi la sua intera figura. So cosa dovrei fare. Dovrei…
Merlino, dovrei saltarle addosso. È carina, in fondo. Non bella, non per me. La
pelle chiara, i capelli biondo grano gli occhi azzurri.. i suoi tratti
aristocratici. È sexy. È attraente. Ma non è quello che voglio. Non è chi voglio.
Lei si avvicina a me e mi bacia
leggermente sulla bocca, facendo scintillare gli occhi dopo il bacio. Mi alzo
dal divano, portando entrambe le mani ai suoi fianchi, che si scontrano con i
miei. La bacio di nuovo, e lei mi morde leggermente il labbro inferiore,
approfondendo quel contatto. E rispondo con forza, come se questa fosse una
situazione da botta e via, dove in una notte si esaurisce il desiderio. Il
bacio si sposta dalla bocca alla sua mandibola, fino al suo collo, e spero
davvero che la mia punizione all’inferno non sarà poi così dura. Perché lo sto
facendo solo perché voglio dimenticare lei,
e non è giusto, per nessuna delle due. Perché nonostante l’indifferenza
reciproca, lei non mi ha mai rifiutato. Intreccia le mani con le mie, facendo
cadere l’asciugamano corto che la copriva, mentre mi spinge verso la camera da
letto. Io la fermo un secondo, aprendo gli occhi piano.
E trattengo un urlo, perché la persona che
ho visto era Asia e non Astoria. Mi stacco da lei bruscamente, passando una
mano sulla bocca, mentre lei riprende l’asciugamano da terra, per coprirsi.
-Mi dispiace, Tory.
Sono stanco. E.. devo andare da Harry.- le dico, aggiustandomi la camicia.
-Ok.-
dice in tono freddo.
Tono freddo che sinceramente non capisco.
È vero, non l’ho mai rifiutata. Ma non c’è attaccamento sentimentale, siamo
meno di amici con benefici, e… lei non è Asia. Asia è
e sempre sarà l’unica persona che non rifiuterò mai, e anche se mi sento un
verme, non posso fare altro che pensare a lei e come avrei voluto che fosse lei
ad essere venuta da me.
Scuoto la testa per liberarla da questi
pensieri e, dopo un breve saluto, riprendo il cappotto. Mi smaterializzo nel
mio ufficio al Ministero, a Londra. Esco da lì e vado verso l’ufficio di Potter,
entrando senza bussare, ovviamente.
-Salve, Sfregiato. Come va?- dico,
accendendomi una sigaretta.
-Salve, Malefico. Bene. Cosa ti porta
qui?- dice, col mio stesso tono di voce sarcastico e pungente.
-Oggi ho sbloccato i poteri ad Asia,
Anastasia.- dico, correggendomi.
-Asia? Malferrett… che hai fatto? Come mai la chiami Asia?-
chiede, scettico.
Ha tutta la ragione di questo mondo se
vuole uccidermi e, davvero, non credo lo fermerei se mi puntasse la bacchetta
alla testa, al momento. Ma almeno spero che lo farà dopo averle detto che… mi sto innamorando di lei. Perché non posso andarmene
prima che lei sappia quanto tengo a lei.
-Harry…
oggi le ho sbloccato i poteri. Non hai idea di quanto sia potente. È una Tempestae Dominatrix. Ed ha una
potenza magica che non ti dico. Era… palpabile quasi.
Ha quasi scatenato un terremoto, dopo il vento. Dopodiché ha fatto nevicare.-
dico, provando a sviare il discorso. –Ha attirato pure la stampa babbana.-
-Wow.-
dice, alzando un sopracciglio, sorpreso. -Be’, questo spiega perché le hanno
bloccato i poteri. Non potevano lasciarle i poteri da piccola. Non avrebbe
piovuto mai, i bambini sono sempre felici. Comunque.. Perché la chiami Asia?-
Maledettissimo Grifondoro! Perché non si
fa gli affari suoi ogni tanto?
-Mi ha detto che i suoi amici la chiamano
così. È… be’, si fida di
me. Almeno credo.- gli dico, distogliendo lo sguardo.
-Oh, no. Draco, dimmi che non è vero!-
dice, balzando in piedi.
-Cosa?- dico, guardandolo storto
-Ti avevo chiesto una cosa, Malfoy, una sola!
Ti avevo chiesto di non innamorarti di lei, di non provarci, di non guardarla
nemmeno come una possibile scappatella! Ma che diavolo ti viene in testa? Ha 18
anni, cavolo, come puoi anche solo pensare di…-
sbraita.
-Vaffanculo,
Harry, tu non sai niente!!- sbotto, passandomi una mano tra i capelli.
-E cosa c’è da sapere? Hai dodici
fottutissimi anni più di lei, tecnicamente sei un suo insegnante, e dovevi
andare lì solo per sbloccarle i poteri, non per irretirla! Che diamine ti passa
per il cervello?- mi chiede, furibondo.
-Niente, perché ovviamente io posso solo
avere doppi fini per tutto quello che faccio, no?- celio, con una risata secca.
–Sai, non mentirò. Avevo davvero un secondo fine con lei. Avevo bisogno di
sapere una cosa. L’ho saputa, fine dei giochi. E non provare a giudicare,
Sfregiato.-
-Malfoy,
di cosa cazzo stai parlando?- mi chiede, confuso.
-Sto parlando del fatto che siamo
destinati, idiota! E, si, mi piace e forse mi sto innamorando di lei, ma prova
a dirlo a qualcuno e giuro che ti mando a fare compagnia a Voldemort, Potty!-
-Cosa? Che vuol dire che siete destinati?-
chiede confuso, sedendosi di nuovo, una smorfia disgustata sul volto.
-Vuol dire quello che hai capito.- dico,
prendendo un respiro profondo. -Sai, quando è finita la guerra…
quando tu hai ucciso Riddle… be’,
mia madre mi fece conoscere mia zia Andromeda. Come ormai sai, lei è una
veggente, e nella profezia disse che mi sarei innamorato di una Nata-Babbana con i poteri bloccati che avrei dovuto
sbloccare io. E che io nell’attesa sarei diventato un blocchetto di ghiaccio. E
quando l’ho incontrata.. Harry, ho capito che era lei! Era lei quella giusta,
era lei quella che aspettavo da una vita!-
Lui mi guarda in modo strano, tra il
confuso e l’ammirato, e allora distolgo lo sguardo, perché qui la situazione è
diventata davvero imbarazzante.
-Furetto, cosa sei venuto a fare qui?-
chiede, abbassando gli occhi. –Le giustificazioni non servono a molto. Non
cambia niente questo per me. Capisco la situazione, ma è comunque pericoloso.
Se lo venissero a sapere nei piani alti, potrebbero anche chiedere il tuo
congedo, sai?-
-Si.-
rispondo, annuendo.
-E sei disposto a rischiare il posto per
cui hai lottato tanto duramente… per una ragazzina?- domana, un sopracciglio alzato per la sorpresa, però con
sarcasmo.
-Si. Te l’ho detto, non m’importa. Posso
anche vivere di rendita, poi.- dico, alzando le spalle.
-Be’, ammiro il tuo coraggio, Malefico.-
mi risponde Harry, alzando gli occhi al cielo.
-Wow. Questo si che è qualcosa che mai mi
sarei aspettato di sentirmi dire da te.- celio, con
un sospiro.
-Va a farti fracassare il cranio da un troll.-
mi risponde, soave. –Ripeto, che sei venuto a fare qui?-
-Voglio un permesso per starle vicino più
a lungo. Ha bisogno di una mano, non possiamo sbloccarle i poteri e lasciarla
nel mondo Babbano come se nulla fosse. Ha bisogno di
qualcuno
che la accompagni a Diagon Alley,
che la aiuti nelle materie e qualcuno che le insegni a controllarsi. Ha un
potere immenso, e anche se so che una ragazza assennata come non ne vedevo da
un sacco di tempo, voglio aiutarla. E poi, ammettilo, come insegnante migliore
di me potrebbe avere solo la Granger. E la Granger se n’è lavata le mani, quindi…
resto io.- dico con tranquillità.
-E che scusa dovrei dare per la tua
assenza? Sei un Caposquadra…- mi dice, serio.
-Mettimi in aspettativa. Posso continuare
a dare una mano qui, ma per adesso è lei la mia priorità.- ribatto, annuendo.
-Promettimi solo che lo fai davvero solo
per aiutarla e non per conquistarla.- dice, rassegnato.
-Ok. Ma se fosse lei a provarci..- dico,
speranzoso.
-Scordatelo. Non ti coprirò le spalle,
Draco. Perciò, non osare, ok?- dice, ora con un lieve accenno di minaccia nella
voce.
-Uffa, ok! Ci vediamo Potty!-
dico, uscendo dal suo ufficio.
-Spero di vederti tra più tempo possibile,
Malferrett!!- urla, dall’altro lato della porta che
gli ho sbattuto un faccia.
Non posso mantenere la promessa che ho
fatto a Harry. Purtroppo questo lo so già. Ma, come ho già detto, per lei
sono disposto a tutto. Anche a lasciare il posto di Auror per cui ho lottato
tanto duramente. Ma non m’importa. Perché ho fatto tutto per lei, ho lottato,
sono diventato una persona, spero, migliore per lei. Per essere degno di lei.
Perciò farò tutto il necessario.
Spero
di convincerti, Asia. Perché senza di te, nulla di tutto questo avrebbe più
senso.
Spazio Autrice: Salve! Benvenuti nella versione corretta di
questo capitolo. Be’, devo ammetterlo, questo è uno dei miei capitoli
preferiti. Non l’ho cambiato molto, ho solo inserito un paio di dettagli qua e
là, però, a mio parere, è molto meglio rispetto la sua versione originale. È proprio
vero: practice makes perfect. Quindi… ah, la profezia… scritta di getto durante un’ora di matematica al
liceo particolarmente noiosa, con la mia compagna di banco che a poco mi
uccideva perché ero in crisi. ;_; E invece… è proprio da qui che parte il sequel. I misteri
della vita. Ora mi eclisso.
A presto,
Micaela.