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Autore: Ginnever    07/01/2011    4 recensioni
Hermione stette in silenzio.
“Cosa vuoi da me Malfoy?”
“Quello che vuoi tu da me, Granger. Non credere di essere diversa.”
“Io non sono come te.”
“Come vuoi, non mi importa tanto."
Hermione guardò in basso.
Malfoy si avvicinò e con una mano le sfiorò il mento.
“Puoi provare a convincerti quanto ti pare, ma alla fine, dopotutto, noi due non siamo poi così diversi.”
*Salve a tutti! Spero d avervi incuriosito almeno un po'^^ spero che chi leggerà recensirà.. è la mia prima long fic con questo pairing e mi servirebbero consigli!^^ Grazie, Gin
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Come sono andate le vacanze? Le mie sono state a dir poco perfette! ^^

Ecco a voi l’aggiornamento post-natalizio! Spero vi piacerà. E’ un capitolo parecchio importante, quindi vi invito a leggerlo con attenzione.

Scusate per il disturbo, ora vi lascio alla lettura ^^

A presto,


GINNEVER






















Primo e Secondo bacio



































“Hermione?”

Ginny Weasley sussurrò appena il nome della sua migliore amica, ma la ragazza non potè evitare di sussultare.

“Ginny!”, esclamò, e tutti in biblioteca si voltarono a guardarla.
“Scusami, ma devo chiederti una cosa.”
Hermione sbuffò e ricominciò a scrivere, mentre gli occhi curiosi e infastiditi dei presenti caddero di nuovo sui libri.

“Dimmi.”
“Hai visto Blaise per caso?”

La mora aggrottò le sopracciglia per un momento, poi scosse il capo.

“No, mi dispiace. Perché?”
“Non lo vedo da ieri pomeriggio e non mi ha scritto nemmeno un biglietto.”
Hermione smise di scrivere e posò la penna.

“Ti consiglio di cercarlo. Magari è successo qualcosa.”
Ginny annuì, lo sguardo preoccupato.


















Erano freddi. Quei sotterranei erano freddi.
Ad ogni passo sentiva una scossa lungo la schiena, come se qualcosa l’avvertisse di stare sempre all’erta.

Dei passi che venivano dalla direzione opposta la fecero sobbalzare.
Attese qualche secondo, poi un viso bellissimo e bianco si mostrò, rivelando Pansy Parkinson.

“Weasley, come mai da queste parti?”
Ginny non rispose subito. La scrutò un momento, ma poi pensò che l’avrebbe saputo comunque.

“Cerco Blaise.”

La mora rimase impassibile. Semplicemente le si avvicinò sussurrando: “Sei l’ultima persona che vorrebbe vedere adesso, secondo me.”, e lasciandola lì, da sola, al freddo.

Che diavolo aveva voluto dire? E perché Blaise non avrebbe voluto vederla?

Deglutì e tentò di scaldarsi le braccia con le mani, quando finalmente il corridoio buio terminò e si ritrovò davanti a un serpente che attendeva la parola d’ordine.

“Scorpius”, disse, tremando, e la pietra si mosse, rivelando un passaggio piccolo ma visibile.

La Sala Comune dei Serpeverde era molto particolare: intanto, era completamente tinta di verde, e non solo le pareti, ma anche i cuscini, le sedie, le poltrone. Ogni cosa. Dava quasi la nausea. Era come se volessero ricordarsi in ogni momento di essere i soli e i magnifici Purosangue.

Ginny scosse il capo disapprovando, ma aveva ben altro per la testa.

Non appena entrata ricevette non pochi sguardi stupiti e schifati di vederla lì, ma lei non vi badò. Cercò con lo sguardo il bel moretto, che in effetti stava fumando allegramente stravaccato su una poltrona davanti a una finestra.

Gli si avvicinò lentamente, poi gli si sedette accanto.

“Te ne stai qua a fumare e non me ne offri nemmeno un po’?”

Blaise trasalì e quasi cadde dal divano.
“Ginny? Che cosa… cosa ci fai qui?”
“Non sei molto bravo a nascondere le cose.”, disse mostrandogli un biglietto rovinato con su scritto “Scorpius“.

Blaise notò il biglietto e fece schioccare le labbra.

“Già, hai ragione.”
Ginny gli mise una mano sul ginocchio, essendo seduta dalla parte in cui c’erano i suoi piedi.

“Come stai?”
Blaise fece l’ennesimo tiro.
“Na’ meraviglia.”

Ginny sbuffò.
“Perché sei sparito così, senza dirmi niente?”
“Ti sono mancato, dolcezza?”

Ginny ghignò.
“Hai poco da fare lo sbruffone, Zabini. Con me non funziona così.”
“Bene, io non ho niente da dirti.”

La rossa sentì una leggera fitta allo stomaco. Pansy aveva ragione?

“Ce l’hai con me, per caso?”
Blaise rise. Una risata sadica.
“Credi che tutto il mondo giri intorno a te, ma ti sbagli, Weasley.”

Ginny rimase a bocca aperta. Poi si alzò, leggermente scura in viso.
Si girò, pronta a levare le tende da quel postaccio, ma ci ripensò.
Alla fine lei non aveva fatto nulla di male e non si meritava un trattamento simile.

Prese coraggio, e anche un cuscino, e con violenza lo scagliò contro di lui, spegnendo la sigaretta che aveva in bocca e facendolo cadere per terra con un tonfo.

“Io… non ti ho fatto… niente!”, gridava tra una cuscinata e l’altra Ginny, con le lacrime agli occhi.

Gli diede un ultimo colpo alla nuca e poi buttò a terra il cuscino.
“Nessuno mi tratta così, Zabini.”


Si sistemò i capelli prima di andarsene, sotto gli occhi di tutti i Serpeverde che curiosi li avevano accerchiati.

Fece giusto qualche passo, però, prima che Blaise le afferrasse il polso fermandola e la stringesse a sé in un abbraccio intenso e forte come il legame che stava nascendo tra loro.



Restarono così almeno per 10 minuti.

La folla di curiosi si allontanò dopo appena due minuti dato che lo spettacolo era finito, rimanendo loro due soli in mezzo alla Sala Comune, abbracciati.



“Mi dispiace, Ginevra.”, le sussurrò il ragazzo dolcemente, depositandole baci lungo il collo caldo.
“Non… non dovevo trattarti così.”

La rossa si sciolse ad ogni contatto con le sue labbra, mentre lacrime leggere rigavano il suo viso arrossato.

Si riprese dopo pochi secondi e si voltò verso di lui.
“Che cosa ti succede, Blaise?”

Il moro le accarezzò il viso bagnato e bellissimo: decise in un attimo.
Le si avvicinò e posò le sue labbra su quelle di Ginny, che rispose al bacio con immensa dolcezza e tenerezza.


Si staccarono dopo minuti lunghi un’eternità, le iridi incatenate uno negli occhi dell’altra.
Ginny sorrise.

“Ti ascolto.”




























Un’ora più tardi.

Harry Potter non era mai stato un genio di Pozioni, perciò non c’era da scandalizzarsi se ogni venerdì prima della lezione andava nell’aula di Piton a prendere ingredienti nell’armadietto per esercitarsi con le Pozioni più difficili - sotto consiglio di Hermione, tra l’altro.

Anche quella sera, quindi, si ritrovò nell’aula più fredda e tetra della scuola a rubacchiare pustole di Drago e zanne di elefante.

Solo che quel venerdì non fu l’unico ad avere quell’idea.

Qualcuno fece luce con la bacchetta, spaventandolo.

“Potter?!”

Harry si voltò di scatto e la persona che poteva incontrare lì con meno probabilità della scuola, si rivelò davanti a lui.

“Parkinson…?”

La moretta scosse il capo.

“Non me lo sarei mai aspettato da te, Potter. - fece finta di pensarci un po’ su, poi scosse il capo - anzi no, sei proprio il tipo da queste cose.”

Il Grifondoro scosse il capo e, gli ingredienti in tasca, le si avvicinò.
“E tu, invece? Che ci fai qui? Sei una Serpe, non dovresti avere problemi con Piton.”

“Beh, sai, può aiutarmi quanto vuoi, ma i miracoli non può farli.”
“Sei proprio incapace.”
“Pensa per te, sfigato di un Potter.”

Harry ghignò e le andò a un palmo dal naso.

“Però lo sfigato qualche giorno fa non ti faceva così schifo, eh?”
“Sei un pervertito Grifondoro schifoso, non ho bisogno di te per allenare la lingua.”
“Ma io ho proprio bisogno di te. Potresti insegnarmi tante cose, dico bene?”

Pansy fissò le sue iridi color dei prati.

“No, non… credo, Potterino.”
“Ah no?”

Le sfiorò le labbra con la lingua. Pansy non si allontanò di un millimetro. Mossa molto eloquente.

La spinse al muro e cominciò a baciarla con foga.
Ci diedero dentro per parecchi minuti, finchè Harry, durante una breve pausa per respirare non notò una chioma rossa che spuntava dalla porta dell’aula e poi fuggiva.

Perfetto.




   
 
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