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Autore: OfeliaMontgomery    08/01/2011    4 recensioni
«Ti senti meglio?» Chiedo dolcemente, guardandola.
Hai i capelli neri tagliato a caschetto con la frangetta irregolare, più lunga sulla sinistra, occhi magnetici, con un fisico fantastico, cioè perfetta.
«Si grazie» mi sorride, ha un sorriso bellissimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi sveglio guardo l’ora e vedo che sono le otto passate mi alzo di colpo.
«Mamma perché non mi hai chiamato???!!» urlo uscendo dalla camera per andare giù in salotto.
«Ti ho chiamato un paio di volte!! E tu non rispondevi quindi non dare la colpa a me, chiama tua sorella è quasi pronto!»
«Si vado capo» dico prendendo un pomodorino che mia madre aveva lasciato sul tavolo della cucina.
Salgo le scale e mi dirigo in camera della peste. Eccola li che gioca con le sue bambole.
«Peste scendi è quasi pronto» dico appoggiandomi alla porta della sua stanzetta.
«Arrivo!»
Faccio ‘Ok’ con la mano, poi scendo di nuovo.
«Ha detto che arriva, papà quando torna?!» dico vedendo che ancora non è tornato.
«Ha detto che farà un po’ tardi e che noi possiamo mangiare tranquillamente»
«Ok» dico fredda.
Non che mi importi molto, con mio padre non faccio altro che litigare.
Pronta la cena ci sediamo a tavola e mangiamo, come al solito nessuno parla, cena muta, bella noia.
 
«Cecilia, congratulazioni aspetti un bel bambino» dice la ginecologa.
In quel momento il mio mondo mi crolla addosso, come farò a dirlo a Sam?!
«Ah, wow» dico scendendo dal lettino.
Esco dal ospedale insieme a mia sorella.
«Non sei felice sorellina? Diventerò zia» dice Marcella abbracciandomi.
«Si sono felice, ma non so come dirlo a Sam» abbasso lo sguardo.
«Dai andrà tutto bene» le sorride e io ricambio.
Prendo il cellulare e compongo il numero di Sam.
“Amore dobbiamo vederci ti devo parlare di una cosa importante”
“Certo arrivo tra un attimo”
"Grazie"
Torniamo a casa, Marcella inzia a preparare la cena.
Qualcuno bussa alla porta sarà Sam, infatti è lui.
«Marcy noi usciamo un attimo»
«Certo sorellina!» dice girando il sugo per la pasta.
«Allora di cosa dovevi parlarmi?»
Abbasso lo sguardo poi faccio un lungo respiro e glielo dico «Sono incinta!»
Lui non dice niente, «Beh a me non interessa, fai quello che vuoi» dice lui con un tono freddissimo.
Cerco di trattenere le lacrime.
«Sei un bastardo!!»
Lui ride «Mene vado troia! A mai più» e sene va.
Non voglio tornare a casa, così inizio a correre,ma non so per dove l'importante che mene vado via da li.
Arrivo al parco, mi siedo su una panchina ed inizio a piangere, come una bambina.
 
«Mamma io esco, i compiti gli ho finiti» dico mettendomi il giubbotto.
«Non fare tardi Cat» dice mia mamma premurosa
«Si mamma»
«Mamma voglio uscire anche io con Cat» dice Matilde aggrappandosi a me.
«Mamma io non la porto con me!!!» dico, mi sto arrabbiando giuro che se dice di si mene vado di casa.
«Matilde sei troppo piccola per uscire, vai in camera tua a giocare che è meglio»
«Ma..» dice con le lacrime agli occhi.
«Ti prometto che quando vengo a casa gioco con te va bene?» Matilde sorride e poi mi abbraccia.
Esco di casa, mi accendo una sigaretta, e mi incammino per il parco.
In quel momento vedo la ragazza di oggi pomeriggio seduta sulla panchina, sta piangendo, mi avvicino lentamente a lei.
«Ciao» dico sedendomi vicino a lei.
«Ciao» dice continuando a piangere.
«Come mai stai piangendo?» dico alzandogli il viso, ci guardiamo per pochi secondi negli occhi, poi lei abbassa lo sguardo.
«Sono incinta, e il mio ragazzo mi ha lasciata, non vuole saperne niente» dice piangendo
«Mi dispiace davvero» l’abbraccio e lei ricambia, che buon profumo che ha.
«Vieni andiamo a bere qualcosa in un bar, ti va?» dico sorridendo, lei alza lo sguardo, annuisce e poi mi sorride.
Ci alziamo dalla panchina e andiamo nel bar più vicino al parco.
Ci beviamo una cioccolata calda. Usciamo dal bar e ci dirigiamo verso la spiaggia, arrivati ci sediamo sulla sabbia.
«Grazie» dice sorridendomi.
«Di niente Cecilia» lo dico marcando il suo nome, lei sorride guardando le stelle.
«Posso sapere il tuo nome?» guarda sempre le stelle.
«Caterina, ma chiamami Cat, odio il mio nome» dico ridendo e passandomi una mano fra i capelli.
 
«Caterina che bel nome, a me piace molto invece» dico guardandola.
È proprio una bella ragazza, occhi verdi, verde speranza, capelli lunghi fino alle spalle biondi, alta e snella, sembra una bambola.
«Quanti anni hai?!» chiedo gentilmente
Non so perché ma arrossisce,«Ne ho 17, tu?!»
Rido, è piccolina. «Io ne ho 22» dico sorridendogli, lei spalanca gli occhi «Davvero?!»
«Si, perché credevi che ne avessi di più?» dico ridendo.
«No, pensavo ne avessi di meno»
Rido ancora.
 
Che bella risata che ha. Non ho proprio speranze, lei è molto più grande di me.
Di sicuro non gli interessano le ragazzine come me, e poi come posso pensare che sia omosessuale, lei stava con un ragazzo. Sbuffo.
«Sei già stanca?!» mi chiede guardandomi negli occhi, io distolgo lo sguardo.
Prendo in mano il cellulare e guardo l’ora, le 22.37.
«No, e che devo andare a casa, c’è mia madre che mi aspetta, scusa» dico abbassando lo sguardo.
«Certo tranquilla, ci si vede Caterina» mi saluta con la mano e poi la vedo andare dalla parte opposta alla mia.
Il mio nome detto da lei sembra fantastico.

  
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