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Autore: OfeliaMontgomery    07/01/2011    4 recensioni
«Ti senti meglio?» Chiedo dolcemente, guardandola.
Hai i capelli neri tagliato a caschetto con la frangetta irregolare, più lunga sulla sinistra, occhi magnetici, con un fisico fantastico, cioè perfetta.
«Si grazie» mi sorride, ha un sorriso bellissimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi dirigo verso casa dopo una giornata di studio in biblioteca.
Il tempo non promette niente di buono, il cielo è già coperto da molte nuvole, sta per scoppiare uno di quei temporali che in questo periodo sono rari ma potenti.
Passo per il parco, dato che la mia casa è li vicino, quando noto una ragazza svenuta vicino ad un albero, non c’è anima viva solo lei. Mi avvicino, le prendo un braccio e cerco di tirarla su per appoggiarla ad una panchina li vicino, ma si sveglia.
«Do..dove sono?!» si gira verso di me e mi guarda negli occhi, io sorrido.
Che occhi magnifici, azzurri come il cielo, che purtroppo stasera non si vede.
«Ti ho trovato svenuta qui per terra» è ancora appoggiata a me.
L’aiuto ad alzarsi, poi pian piano la faccio sedere sulla panchina.
«Ti senti meglio?» Chiedo dolcemente, guardandola.
Hai i capelli neri tagliato a caschetto con la frangetta irregolare, più lunga sulla sinistra, occhi magnetici, con un fisico fantastico, cioè perfetta.
«Si grazie» mi sorride, ha un sorriso bellissimo.
«Cecilia!!Cecilia dove sei??!» arriva una ragazza un po’ bassotta con i capelli castani e occhi nocciola.
Deve essere una sua amica.
«Scusa devo andare»mi sorride
«Muoviti dobbiamo andare, hai la visita dal ginecologo» dice la ragazza avvicinandosi, la prende per un braccio e la porta via, si gira, io sorrido invece lei mi guarda male.
Che gente strana, io l’aiuto e l’amica mi guarda male.
Ginecologo?! Sarà incinta quindi io non ho proprio speranze, sbuffo e torno a casa.
Entro in casa, butto il giubbotto sul divano e vado in camera mia, mi butto sul letto. Sospiro.
Ah la mia camera, il mio rifugio, l’unico posto dove posso stare tranquilla.
In quel momento entra la mia sorellina urlando.
«Matilde esci da qui!!» dico arrabbiandomi.
Si posso stare tranquilla o quasi.
Matilde ha 7 anni ed è già una peste, io alla sua età ero tranquilla, beh anche adesso che ne ho 17 sono tranquilla non come lei.
«Mammaa! Matilde sta usando le tue scarpe!» dico cercando di prendere mia
sorella che corre su e giù per le scale.
Sale mia madre, donna di 38 anni, bella alta e snella, tutta arrabbiata con il mestolo in mano.
«Matilde togliti le mie scarpe e rimettile al suo posto, e tu –mi indica- cerca di essere più carina con tua sorella»
«Tzè, come no» entro in camera mia sbattendo la porta.
«Caterina qui comando io, quindi cerca di fare la brava!!» dice dando due colpi alla porta della mia stanza.
Da quando ha saputo che sono omosessuale mi tratta sempre male, non capisco i genitori, prima vogliono che ti confidi con loro, poi quando ti confidi ti insultando se le cose a loro non vanno bene.
Chiudo la porta a chiave.
Caterina qui comando io, tzè come no, io faccio quello che voglio.
Caterina?! Che nome insulso che mi hanno dato, lo odio, è stupido.
Prendo il mio i-pod dalla borsa e mi butto sul letto ad ascoltare un po’ di musica.
La ricerca l’avrei finita più tardi, ora voglio solo rilassarmi.

  
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