Chapter 12
Giunse la sera, e
Minerva aveva appena finito di prepararsi poco prima delle 8. Si diresse dalla
camera al salotto, dove Albus la stava aspettando.
Stava indossando
l’abito di Rolanda. I capelli erano legati in uno chignon ornato con dei
piccoli fiori rossi, ma poche ciocche controllate uscivano dalla pettinatura e
le raddolcivano i lineamenti.
Silente si alzò
quando vide che la donna stava entrando, per poi rimanere a bocca aperta.
“Minerva, riesci a
togliere le parole di bocca ad un mago che non è mai rimasto senza” si
complimentò Albus. La donna arrossì, ma scacciò il complimento con un gesto
della mano.
“Se continui ad
adularmi finirò per crederti, Albus” lo rimproverò scherzosa.
Silente non
rispose, temendo di tradirsi.
“Be’, andiamo?” lo
esortò la professoressa.
“Hm, dove?” chiese
lui un po’ spiazzato. Lei rispose con un sospiro esasperato.
“Al ballo, Albus,
al ballo! Non penserai che ci vada senza te? Tu sei la causa di questo tormento
e tu lo subisci insieme a me!”
“Ma…”
“Niente ma! Vieni
con me!” lo interruppe con il suo tono da insegnante, ma con un luccichio negli
occhi, Minerva. Silente alzò le mani in gesto di arresa.
Con gli occhi
azzurri profondi che splendevano più del solito, e le sue vesti blu con le
stelle che li facevano risaltare ancora di più, Minerva non poté esimersi dal
pensare che era, nonostante l’età, ancora incredibilmente bello. Scuotendo
leggermente la testa per reprimere il pensiero, si rimproverò silenziosamente.
Albus le tenne la
porta aperta, e lei uscì. Il sorriso non aveva mai abbandonato il suo volto. Non
avrebbe mai pensato che fosse possibile essere così contenta. Soprattutto non avrebbe mai pensato
di poterlo essere da quel giorno di due anni prima.
Mentre camminavano
fianco a fianco verso la Sala Grande, Minerva si trovò a ridere come era certa
non avrebbe mai più fatto. Albus, d’altra parte, con gli occhi che
scintillavano più del solito, godeva del vederla per una volta così priva di
preoccupazioni, più vicina alla donna che era stata quando l’aveva conosciuta
che a quella che era diventata durante le guerre.
Pochi passi prima
della Sala Grande, la McGranitt si fermò esitante. Silente sembrò comprendere
la sua incertezza, perché appoggiò una mano delicatamente una mano sulla sua
schiena, e le sussurrò:
“Sono sempre
accanto a te”.
La donna sorrise
ed entrò più confidente nella Sala Grande. Per un attimo tutti tacquero. Non
solo la Preside era vestita in maniera completamente inusuale, e aveva i
capelli più liberi del solito, ma stava anche sorridendo! Chi avrebbe mai
immaginato che potesse essere una donna così bella?
A un cenno della
professoressa tutti ripresero a ballare e a chiacchierare, ma avevano ancora
uno sguardo un po’ scioccato sul volto.
“Minerva!” la accolse Rolanda con braccia
aperte. “Chi avrebbe mai detto che potessi essere così affascinante? Che ti ha
fatto questo povero mondo per nascondergli così te stessa?” chiese.
La donna alzò gli
occhi al cielo. Albus ridacchiò.
“Ascolta una cosa,
Rolanda. Solo perché sono venuta – non è necessario specificare che mi hai
costretta – a questo ballo, ciò non significa assolutamente che io debba
restare. Chiaro?” fece presente.
“Oh, per favore,
Minerva, non iniziare con questa scusa del mal di testa!” la pregò Rolanda –
anche se forse pregare non era il termine più esatto.
La McGranitt
rimase con la bocca aperta. Il piano A era fallito già prima di cominciare.
Silente rise, guadagnandosi un’occhiataccia dalla donna.
Dopo un paio di
balli con membri maschili dello staff, Minerva decise che era venuto il tempo
di andarsene, ma una mano la fermò.
Si lasciò guidare
da Albus verso l’uscita della Sala Grande, verso un’aula lì accanto, da cui si
poteva ancora udire la musica che risuonava per le pareti della Sala. Si
sentiva stranamente leggera e – possibile? – un po’ frivola.
“Mi concedi questo
ballo?”
Minerva era
convinta che non avrebbe più potuto riprendere a respirare. Se il suo cuore non
fosse scoppiato in quel momento dalla gioia, non l’avrebbe più fatto, ne era
certa. Annuì sorridente.
Iniziarono a
volteggiare leggeri per l’aula (avevano ammassato i banchi ai lati della
stanza), sulle note della musica. Avevano ballato insieme in occasioni
precedenti, ed avevano avuto l’abitudine di parlare insieme. Quella sera no, le
parole erano superflue e ininfluenti.
Gli occhi di
smeraldo della donna erano legati profondamente in quelli di zaffiro dell’uomo.
La musica rallentò
prima di giungere alla fine. I due si avvicinarono ancora di più l’uno all’altro.
Quando le note cessarono, si trovarono leggermente ansimanti con il viso a
pochi centimetri l’uno dall’altro.
Lentamente –
Minerva avrebbe giurato che fosse durato ore – i loro volti si avvicinarono, e
le labbra di Albus coprirono dolcemente quelle di Minerva. Il bacio era dolce,
ma appassionato; aveva il dolce sentore del primo bacio, ma sembrava che i loro
corpi si conoscessero da secoli – erano completamente compatibili l’uno con
l’altro.
“Miseriaccia!”
“Ron sta’ zitto!”
I due si voltarono
e videro che sulla soglia si trovavano un’estasiata Hermione, un imbarazzato
Harry e uno scioccatissimo Ron.
“Ehm… noi ce ne
andiamo subito, eh?” disse Harry impacciato. Poi sembrò rendersi conto
improvvisamente di qualcosa e si fermò di botto.
“Professor Silente?
Com’è possibile?” Su tutti e tre i volti si leggeva lo stesso interrogativo.
“Riuscite a
vedermi, dunque?” chiese interessato il mago, con tono pacato, non diverso dal
suo solito. Minerva era leggermente imbarazzata, e il volto era più rosso del
solito, ma stava riacquistando il controllo.
“Certo”
confermarono i tre.
“Interessante.”
Commentò Silente. “Molto interessante. Che ne dici, mia cara, andiamo in Sala
Grande per vedere se anche gli altri riescono a vedere?”
La McGranitt non
si fidava abbastanza della sua voce per far altro che annuire. Silente le prese
la mano destra e vi pose un delicato bacio, poi la tenne nella sua mentre andava verso il luogo prefissato.
Mentre passavano
per la Sala Grande, Minerva sentì gli sguardi di tutti su di sé, ma soprattutto
su di Silente, il che era un bellissimo cambiamento. Ogni dubbio riguardo alla
sanità mentale della donna sembrava essersi improvvisamente dissolto. Tutti gli studenti
trattenevano il fiato in aspettativa; gli insegnanti non erano meno sorpresi.
“Chiudi la bocca,
Rolanda” sussurrò Minerva con gioia vendicativa, passando davanti alla donna. Riservò
un sorriso speciale per le sue amiche di sempre – Poppy, Pomona, Aurora.
Finalmente
giunsero alla fine della Sala. Silente aprì le braccia come faceva sempre prima
di iniziare un discorso, come se volesse abbracciare tutti i suoi ascoltatori. La
McGranitt dovette trattenere una lacrima al gesto così familiare, che le era
mancato tanto.
“Salve ragazzi,
ragazze e Professori” esordì. “È bellissimo essere di nuovo qui con voi. Non so
dirvi con precisione per quale motivo io sia di nuovo qui, anche se ho una vaga
idea.” Minerva gli scoccò un’occhiata interrogativa, ma lui continuò. “In
realtà sono stato fra voi gli ultimi giorni, ma sembra che solo la ma stimata
collega” indicò la vicepreside accanto a lui “potesse vedermi, così è stata
tanto paziente da sopportarmi per tutto questo tempo” Qui Minerva alzò gli
occhi al cielo, ma continuò a sorridere. “Tuttavia, adesso che sembra tutti
possiate vedermi, sono lieto di potervi salutare di nuovo tutti. Minerva mi ha
raccontato del coraggio che tutti voi avete mostrato da quando me ne sono
andato, e sono molto orgoglioso di ognuno di voi.”
La sua capacità di
far sentire tutti amati e di coinvolgerli era una delle caratteristiche che
Minerva aveva sempre amato di lui. Oh, ma chi voleva prendere in giro, lei
amava tutto, assolutamente tutto di lui. Sorrise ricordandosi che un miracolo
era avvenuto e anche lui la ricambiava.
“Il periodo di
terrore è finito e non dobbiamo più nasconderci. Lasciate che festeggiamo
insieme!”
Levò le braccia
verso l’alto e un applauso scrosciante iniziò.
Minerva notò che
in quella frase c’era più di quello che gli altri riconoscevano.
Si ricordava
distintamente cosa le aveva detto, un tempo che era stato ferito durante la
battaglia con Grindelwald. Lei era ancora giovane; l’aveva trovato ferito e gli
aveva donato buona parte della sua energia vitale, rischiando di morire a sua
volta, per salvarlo, creando uno dei legami più forti che esistessero all’interno
del mondo magico.
Durante il periodo
di guarigione erano diventati amici e lui le aveva detto che non avrebbe mai
potuto legarsi ad una persona, perché i suoi nemici avrebbero potuto usarla
contro di lui. Le ci era voluto tanto tempo per convincerlo ad accettarla comunque
come sua amica, ma da quel momento aveva saputo che se anche ci fosse stata la
minima possibilità che lui l’amasse, non avrebbero mai potuto perseguire una
relazione di tipo romantica.
Ma con quella
frase, con quelle poche parole, Albus aveva detto tutto quello che serviva per
sanare e rassicurare il suo animo: non c’era più pericolo, non dovevano più
nascondersi, potevano amarsi.
Presa dall’euforia
e dai ricordi, Minerva non si era accorta che Albus si era avvicinato ancora di
più a lei, fino a trovarsi faccia a faccia con lei. I suoi occhi erano
luminosi, così luminosi che la donna era certa avrebbero potuto illuminare la
volta celeste da soli.
La McGranitt
riconobbe il suo intento, ma vide anche che si era fermato per chiedere la sua
approvazione. Lei esitò per un attimo, ma decise che non importava; non le
importava della sua reputazione, del fatto che le sue amiche l’avrebbero presa
in giro a vita, del fatto che tutto il mondo magico lo sarebbe venuto a sapere.
Annuì sorridente,
e le loro labbra si incontrarono di nuovo, come a suggellare il loro patto d’eterno
amore davanti a dei testimoni che potessero raccontarlo al mondo.
Nella Sala Grande
scoppiò il finimondo. Tutti iniziarono ad applaudire e ad urlare. In prima fila
c’erano le sue amiche e colleghe (persino Rolanda si stava asciugando una
lacrima all’occhio, pur continuando a esultare e a prenderla in giro), e il
trio – Hermione stava sorridendo di un sorriso così ampio che avrebbe potuto
slogarsi la mascella; Ron aveva un braccio attorno alla sua vita e, superato lo
shock di poco prima, sembrava anche lui molto contento. Harry era accanto a Ginny ed esibiva
un sorriso fiero e contento, mentre applaudiva fino a farsi male alle mani.
I Grifondoro erano
coloro che più energicamente stavano facendo sentire la loro approvazione, ma
anche tutti gli altri acclamavano energicamente (per quanto vari Serpeverde
avessero un’espressione vagamente disgustata).
Passarono varie
ore prima che Silente avesse salutato tutti e riabbracciato le persone che gli
stavano a cuore.
Quella sera, l’uno accanto all’altro sotto le coperte,
Minerva chiese ad Albus, con voce bassa e pacata:
“Davvero pensi di sapere perché sei riuscito a tornare? E
perché adesso ti vedono tutti?”
Silente annuì.
“Sono stato un enorme sciocco, mia cara. Non so ancora
spiegarti tutto in modo preciso, ma so, in modo almeno approssimativo, cos’è
stata la causa per cui sono qui.”
Minerva lo intimò di continuare.
“Ho parlato per tanti anni dell’amore, e degli infiniti
poteri che potesse avere, eppure non l’ho mai veramente conosciuto davvero, né
i suoi effetti…”
“Amore?” chiese Minerva. “Ma… perché avrebbe dovuto funzionare solo per noi? Ci devono essere così tante coppie al mondo che… insomma, pensa solo a Severus…”
Silente scosse la testa.
“Lily aveva già trovato il suo amore, ed era James, anche se
penso che una parte di lei amasse ancora anche Severus. Ma riguardo a noi,
penso che anche il gesto sconsiderato che una di noi ha compiuto tanti anni fa
per salvare il suo ex Professore abbia aiutato” si permise un sorriso.
“Intendi quando ti ho dato parte della mia energia?” lo
interrogò Minerva, con tono interessato.
“Un po’! Quasi tutta direi, piccola irresponsabile che eri!” ridacchiò Silente. Minerva gli tirò un leggero pugno fra le costole.
"Ma l'amore che provavamo non era abbastanza, da solo: ora che invece l'abbiamo confessato l'uno all'altro, ha un potere che nient'altro può avere: per questo ora mi vedono tutti".
La donna annuì.
“Non posso essere più preciso. Penso che le vie dell’amore
ci rimarranno per sempre precluse; ma dopotutto al momento mi interessa
soprattutto viverlo, piuttosto che conoscerlo.”
La strega non poté esimersi dal dischiudere di nuovo le labbra
in un sorriso.
“Bene, sono contenta di essermi innamorata di una persona e non di un dio onniscente,
dopotutto. Iniziavo ad avere i miei dubbi” commentò.
Silente rise.
“Ti amo” le disse. Due semplici parole, ma così potenti. A
Minerva si mozzò il fiato in gola.
Dopo un attimo si riprese.
“Non ti aspetterai che ti risponda con un melenso e
scontato “ti amo anch’io”, vero?” scherzò la donna. Silente rise e scosse la
testa.
“Avrei dovuto immaginarmelo, da te” disse poi.
“Avresti” convenne la strega.
Passarono qualche minuto in silenzio, godendo solo dell’abbraccio
dell’altro. Ad un certo punto il respiro di Silente si fece più regolare.
Minerva gli accarezzò i capelli.
“Ti amo anch’io” sussurrò. Albus sorrise dallo stato in
dormiveglia in cui si trovava e aprì gli occhi, guardandola intensamente.
Fuori, una stella cadente attraversò il cielo, ma nessuno
dei due ci badò. Avevano trovato il loro amore e una nuova ragione di vivere.
Mentre Minerva si perdeva nei suoi occhi azzurri, capì che avrebbe potuto affrontare qualunque difficoltà da quel giorno in avanti. Perché lui era qui. Era con lei. Era tornato.
Non vi aspettavate che avrei mai posto la parola "fine" a questa storia, vero? Be', a dire la verità neanche io. Ma mi ero ripromessa di farlo, quindi eccomi qui.Spero di non avervi troppo delusi.
Dedico questo capitolo a dublino e a Cruel Angel, che sono per me le mie speciali "amiche di efp". Ma anche a voi che avete recensito in modo così carino e siete stati così fedeli nel seguire questa storia, e che forse ci avete creduto quasi più di me.
So che ormai potrei risopondere alle vostre recensioni personalmente, ma volevo concludere questo capitolo come ho sempre fatto, ed è giusto che vi ringrazi pubblicamente.
dublino: la tua recensione, come al solito, è stratosferica! Grazie per esserti presa così tanto tempo per me. Purtroppo non ho aggiornato tanto presto quanto avrei voluto... ma si dice che tardi sia meglio che mai, no? Sono contenta che tu ammiri di Silente i tratti che pure io amo di più, perché sono tutte caratteristiche a renderlo l'uomo che è. Spero che questo capitolo non ti abbia lasciato con l'amaro in bocca, in caso contrario... sorry! ^^
Cruel Angel: Grazie per il tuo appoggio, avere l'approvazione dalla regina di questo pairing è molto importante per me! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un abbraccio per avermi seguita! (E scusami se i ringraziamenti mi riescono così male, ho spremuto tutta la mia fantasia nel capitolo =D)
PinkMoonlightPrincess: Be', che dire, non sai quanto mi hai resa contenta. So che ami il pairing come me, ma sei stata comunque gentilissima a recensire e a seguire questa storia quando ovviamente il mio stile non rende neanche lontanamente paragone al tuo. Ti ringrazio! Sei mitica, ragazza! (Ora aggiorna tu la tua storia, però, che sono curiosa!)
marik1989: Grazie, grazie, grazie! Condivido con te ciò che hai detto sul mondo di fanfiction popolato da Dramione, con una penosa scarsità per questo pairing meraviglioso =( E hai fatto bene a dire se decido di aggiornare, perché non era davvero detto... ma visto che alla fine ce l'ho fatta! Anche grazie a te, perché il tuo commento mi ha fatto nascere la voglia di ringraziarti in qualche modo, e quale migliore di questo?
elyl: Mi fai arrossire! *mi nascondo dietro un paravento così non mi vedi* Sono molto onorata da ciò che dici, ti ringrazio tanto! Spero che questo capitolo non ti abbia delusa. Un bacio
fa92: Tantissime grazie anche a te! Ti ringrazio tantissimo per il tuo sostegno, che è stato vitale per l'andamento di questa fic. Che dire? Avessi parole per esprimermi la mia gratitudine ti riempierei ...
giorgia90: Un ringraziamento speciale alla mia ultima lettrice! Grazie tanto per aver letto e recensito, ti sono particolarmente grata. Uno speciale abbraccio.