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Autore: lilylunapotter    08/01/2011    2 recensioni
Lily Evans è una ragazza del settimo anno.
sSi trova ad affrontare un amore e una guerra contemporanemanete.
E molto probabilmente dovrà rivalutare la persona che più ha odiato nella sua vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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14.  Le braccia della morte

 

Era ormai passato molto tempo da quando Alice e Frank, i miei amici erano stati torturati ed era da altrettanto che non andavo a trovarli.

Così quel giorno precisamente la mattina di ognissanti, ovvero Halloween, io e James ci decidemmo di andare al San Mungo per andarli a trovare.

<< James sei pronto? >> domandai a James che si stava sistemano i capelli.

Due minuti dopo eravamo davanti al magazzino dal quale si poteva accedere all’ospedale.

Entrammo attraverso il manichino e ci dirigemmo direttamente al bancone dove una anziana signora era seduta.

<< Salve… vorrei vedere Alice e Frank Paciock >> dissi aspettando risposta.

<< Oh, ragazzi correte guardate chi c’è! >> gridò quest’ultima ed un orda di gente apparve attorno a  noi.

Ero davvero confusa tutta quella gente mi fissava incredula.

<< Mi scusi, potrei sapere perché ci fissate? >> domandai seria.

<< Oh bhè ecco vede, i signori Paciock è da più di un mese che vogliono vedere la bella donna dagli occhioni verdi! >> rispose quest’ultima.

Guardai James mentre riuscivo a trattenere le lacrime

Sorrisi all’infermiera che ci accompagnò dritti nella stanza quattrocentoventi.

Alice e Frank erano lì seduti con un’ anziana signora che aveva fra le braccia un bambino paffuto.

<< Augusta! >> la salutai.

Augusta era la madre di Frank, una donna deliziosa che dalla loro disgrazia si prendeva cura di Neville.

<< Oh Lily, James come state? >> ci domandò dopo un caloroso abbraccio.

<< Benone… >> risposi guardando Alice.

<< Lily, guarda i troll mi stanno mangiando le orecchie >> mi disse Alice avvicinandosi con una ria sognante.

Le accarezzai una guancia triste mentre lei mi stringeva in un abbraccio.

Lei si staccò e vide le lacrime rigarmi il volto.

<< No Lily, non piangere a te non faranno niente, sospetto che ce l’abbiano con le Alici! >> mi disse sorridendo guardandosi attorno.

Inarcai un mezzo sorriso mentre lei lo ricambiava.

Poi anche Frank si avvicinò e cominciò a giocherellare con gli orecchini che portavo.

Sorrisi e dopo essermeli tolti glieli porsi.

<< Puoi tenerli se vuoi >> dissi a Frank che ora mi guardava stralunato.

Ero a pezzi, erano mesi che non andavo più a trovare la mia amica perché ero davvero triste nel vederla così stranamente… serena.

Augusta soffocò un singhiozzo e dopo aver borbottato un leggero ‘’ Scusatemi’’ uscì dalla stanza.

Nonostante fosse passato molto tempo non riuscivo a trattenermi.

Alice si guardava intorno con quello sguardo felice senza sapere che suo figlio era proprio lì con lei.

Già Alice non riconosceva più nessuno a parte me, James e la madre di Frank.

Era davvero straziante vederla così.

La abbracciai ancora poi la accompagnai nel letto per farla riposare assieme a Frank.

Alice si stese e gentilmente mi lasciò un buffetto sul mento.

<< Ehi Lil, mi canti una canzone? >> mi domandò sorridente.

Cominciai.

<< In questo girotondo d’anime

 chi si volta è perso e resta qua

 lo so per certo amica mi son voltata anch’io,

 per raggiungerti ho dovuto correre.

 Ma più mi guardo in giro e vedo che,

c’è un mondo che va avanti anche se,

se tu non ci sei più, se tu non ci sei più.

 E dimmi, perché in questo girotondo d’anime non c’è

 No, un posto per scrollarsi via di dosso

 quello che c’è stato detto e

 quello che oramai si sa

 e allora sai che c’è, c’è che c’è

 c’è che prendo un treno che va a paradiso città… >> cominciai a cantare la canzone più bella che avessi mai sentito, babbana.

Non feci in tempo ad alzare gli occhi che Alice già dormiva beata con un sorriso sul volto.

Le lacrime scesero bollenti sulle guance.

<< Alice, io non volevo che finisse così, io volevo restare con te per sempre, non volevo che accadesse.

Scusami, ora ti sembrerò scema a piangere e mi ero ripromessa di non farlo, ma guarda non ce l’ho fatta, mi dispiace, so che non ti piaceva vedermi così quando eravamo ad Hogwarts!

Ti ricordi, ad Hogwarts? Lì era tutto più facile quando eravamo in riva al lago a ridere come due matte o quando tu sei caduta dalle scale e avevi un bernoccolo grande come una casa proprio lì sulla fronte e io ridevo.

 Ma ora non ci riesco più a ridere, non più, non riesco a ridere nemmeno per le battute di Sirius, già, perché non le fa più, nessuno è più felice da quando tu e Frank, bhè lo sai…

 Remus ha smesso di vedersi con la sua vecchia ragazza, io e James siamo sempre tristi, Sirius e Marlene non ridono più come una volta , Emmeline se n’è andata per sempre, Amelia è triste e Peter è sempre così strano, triste e solo , ci manchi Alice, ci manchi >> bisbigliai tenendole stretta la mano.

Poi mi alzai e uscii dalla stanza dove Augusta stava parlando con James.

<< Andiamo? >> feci a James mentre mi asciugavo le lacrime e Augusta mi dava dei colpetti sulla schiena.

<< Grazie! >> ci disse prima che uscimmo dall’ospedale.

Quando tornammo a casa mi misi subito ai fornelli per il pranzo mentre Harry giocava in salotto con la sua scopa giocattolo e James lo teneva d’occhio.

Stavo meglio quando due anni prima ero ad Hogwarts serena nel mio letto caldo.

Ora invece le notti erano insonni, o per aspettare James o per gli incubi.

E ogni volta un lampo di luce verde mi faceva sobbalzare.

Quel lampo di luce verde, si il lampo di luce verde che aveva ucciso la mia amica Emmeline.

Era così forte, lei.

Era una serata scura e avevamo fatto irruzione in un covo di Mangiamorte.

Eravamo usciti tutti illesi ma naturalmente prima di riuscire a cantar vittoria dovemmo far conto alla rabbia di Voldemort che nel giro di pochi istanti aveva saputo delle catture e aveva mandato rinforzi.

Lucius Malfoy, era stato lui il bastardo che mi aveva portato via la mia piccola amica.

Un lampo di luce verde e ZAP, Emmeline era accasciata a terra con gli occhi spalancati e un sorriso sul viso.

L’ultimo sorriso prima di andarsene per sempre, senza poter vedere sua figlia Greta andare a scuola o dire la prima parola, senza vedere nulla.

Strappata alle braccia della vita senza alcuna pietà.

Lei ci diceva sempre di non disperare per i morti, ma per i vivi che non sapevano amare.

Questa era la sua filosofia e quella di Silente.

Ma come posso non disperare per la morte di una mia compagna? Non potevo.

Lei era sempre la più sorridente di noi, la più felice anche tra la guerra, la più sorridente.

Quella che non demordeva mai e che ogni volta che acchiappavamo un Mangiamorte gridava a tutta voce ‘’ Fuori uno! ‘’.

Si lei che mi aveva donato una piccola speranza, ora anche lei sen’era andata e quello spiraglio di luce si era chiuso.

Dopo pranzo io e James mettemmo Harry nel letto senza fare un parola fino a che il nostro bambino non si risvegliò.

<< James, fai quei giochi di luce con a bacchetta che lo fanno divertire avanti, così con un po’ di fortuna si riaddormenta! >> gli dissi tornando serena mentre James faceva divertire Harry.

Dopo un po’ il piccolo iniziò a sbadigliare così lo presi e lo portai di sopra per farlo riposare mentre James si stiracchiava abbandonando la bacchetta su divano.

Salii e lasciai Harry nel lettino quando sentii James cacciare un urlo.

<< Lily, va via! Prendi Harry e scappa lui è qui! >> gridò.

Mi si gelò il sangue nelle vene e non sapevo cosa fare.

Di scatto iniziai a fare barriera davanti ad Harry poi chiusi la porta, mettendo dietro di essa tutto, la poltrona, i comodini , tutto.

Ma lui riuscì con un incantesimo ad aprirsi un varco.

E mentre mi guardava rideva.

Sapevo che James se n’era andato gridai ma nessuno venne ad accorrermi.

<< Spostati stupida, spostati non voglio te, voglio il moccioso! >> mi disse lui.

Indossava un mantello nero lunghissimo e aveva il cappuccio.

<< No, ti prego prendi me, lascia stare Harry! >> gli dissi con le braccia aperte cercando di proteggere mio figlio.

<< Spostati! >> mi intimò.

Non mi spostai, restai lì a fissare la sua bacchetta puntata su di me.

<< Avada Kedavra! > gridò.

E la mia vista si offuscò in un lampo verde.

Il mio corpo cadde a terra privo di ogni respiro, morto.

Ma vedevo ancora tutto, vidi Harry che iniziava a piangere e poi un altro lampo di luce verde fece scoppiare la casa.

Se non ero morta allora perché ero ancora lì tra le macerie?

Corsi per cercare Harry e James.

Dopo dieci minuti vidi due figure arrivare, Sirius e Hagrid.

Il secondo stava prendendo Harry fra le braccia mentre l’altro chiamava a gran voce me e James.

<< James, Lily, dove siete? >> gridò Sirius.

<< Sirius per di qua! >> gli gridai.

Ma dopo aver pronunciato le parole solo una soffice nebbiolina apparve fra le labbra e Sirius non riusciva a sentirmi.

Ero davvero morta allora.

Poco dopo mi accorsi che anche James girava fra le macerie in cerca di me.

<< James? >> gli domandai correndo.

Lui poteva sentirmi.

<< Lily…amore…siamo…siamo…morti! >> mi disse infine.

Io annui e guardai Hagrid e Sirius ora vicini che piangevano silenziosamente.

<< James, guarda, guarda Harry, è salvo, è salvo! >> gli gridai.

James si avvicinò al piccolo insieme a me.

Gli carezzammo la fronte dove c’era una piccola ferita.

Anche Harry piangeva ma dopo che io e James lo guardammo smise e cominciò a essere più calmo.

<< D- devo portarlo dalla sorella di Lily, Sirius… Sirius ai capito? >> gli domandò Hagrid singhiozzando.

<< S- si… >> rispose Sirius che ora si accingeva accanto ai nostri cadaveri.

James gli corse incontro, sperando di potergli parlare.

<< Sirius amico mio sono qui, guardami! >> gridava all’amico che sembrava sordo.

Mi avvicinai con le lacrime agli occhi.

<< James , Sirius non può sentirti, nessuno può avanti alzati! >> gli dissi prendendolo alle spalle mentre continuava a chiamare Sirius con tutta la voce che aveva.

Ed ora vedevo tutto bianco, presi James per mano e il bagliore ci acceco fino a che non fummo invasi totalmente dal bianco e li vidi.

Vidi tutti li in piedi che sorridevano.

Emmeline, mia madre e mio padre poi subito di fianco i genitori di James e molte altre persone che erano morte e che conoscevo.

Mi avviai di fronte alla mia famiglia.

<< Ciao mamma, ciao Papà! >> bisbigliai prima di abbracciarli.

 

 

  
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